Diciamoci la verità: Silvia Romano è una delle tante malate radical chic che volevano farsi la vacanza low cost in Africa, facendosi le solite foto con il bimbo denutrito pelle-ossa sorridendo con la solita espressione da ebete che caratterizza queste "donne".
Diverse fonti attestano che non avesse voglia di fare nulla, non fosse in grado di fare niente. In Africa del resto gli insegnanti non mancano, mancano invece ingegneri, medici, tecnici. Quindi cosa è andata a fare realmente la Romano in Africa, se non soddisfare la sua vanità ed egocentrismo?
Che adesso si faccia chiamare Aisha, a seguito dell'ovvio lavaggio del cervello (e chissà cosa ha subito 'sta ragazza) non fa altro che testimoniare come le persone frivole, senza riferimenti né virtù, siano facilmente manipolabili e plagiabili.
Nel suo caso, il raccapricciante trasformismo da zoccola-minigonna-miscopochimipare a donna-sottomessa-micopropureicapelli è il macabro spettacolo a cui si assiste del camaleontismo delle donne odierne: ennesima manifestazione di come l'assenza di una morale, di valori, rendano le persone vuote. E come sia facile piegarle al proprio volere riempendo quel vuoto con qualcosa, qualsiasi cosa.