Vicus, sei molto veloce e contesti puntualmente ogni punto, e quasi impossibile chiudere un argomento. Sarebbe bello poter discutere a voce, ma per scritto diventa un impegno molto gravoso. Come l'altra volta, cerco di rispondere i diversi punti in maniera sintetica (e per gli esempi e ulteriori approfondimenti rimando alla lettura del mio libro!, se non mi tocca scrivere qui un altro libro), e questo sarà in principio il mio ultimo messaggio.
NON MI RISULTA DI AVER MAI DETTO “l'uomo non dovrebbe sposarsi”
NON MI RISULTA DI AVER MAI DETTO “il matrimonio monogamico è un'invenzione femminile a danno dell'uomo”
HO DETTO “Dal punto di vista biologico la "moralizzazione" del sesso non ha portato alcun vantaggio all'uomo e tutti alle donne.”
NON MI RISULTA DI AVER MAI DETTO “le donne hanno forgiato la civiltà in danno di uomini desiderosi solo di copulare a casaccio nella giungla”
NON MI RISULTA DI AVER MAI FISSATO un periodo storico quando ho parlato di coito coercitivo tra gli esseri umani. Sei tu nei tuoi commenti precedenti e attuali che parli di Ortega y Gasset e il Ratto delle Sabine (ne parlo anch'io nel mio libro) degli uomini delle caverne, con le loro elaborate pitture, manufatti e rituali, ecc. Io ho sempre parlato della Storia dell'uomo o della Storia dell'umanità, che per tutti gli storici e per tutti i libri di scuola elementare, e la serie di cartoni animati C'era una volta… l'uomo, inizia con l'Australopithecus circa 5 milioni di anni fa e dopo con il genere Homo circa 2,3 milioni di anni fa. Cerca in Wikipedia “Storia dell'uomo”, non della scimmia, come suggerisci in maniera sarcastica. Ho scritto: “Non esiste nessuna ragione obiettiva per credere che questo (il coito coercitivo) non fosse il modus operandi per ottenere dei rapporti sessuali anche tra gli esseri umani prima dell'arrivo della Cultura.” Cioè “prima dell'arrivo della Cultura” e ho ipotizzato che il coito coercitivo “è la normale espressione sessuale maschile della maggior parte delle specie, e così lo è stato a lungo per l'umanità.”
Ho scritto inoltre “Lévi-Strauss ha sostenuto che “la nascita della Cultura coincide con la proibizione dell’incesto”. Io credo che sia più appropriato sostenere che la nascita della Cultura coincide con la proibizione del coito coercitivo.” Quando è stato messo questo primo mattone della civiltà (per Levi-Strauss o per me)? 1 milione di anni fa? 100Mila anni fa? O il 24 a.C.? Non lo so e non credo che importi molto. Ma ipotizzo che possa essere stato messo vicino all'epoca che parli dell'uomo delle caverne, con le loro pitture, ecc, forse anche un po' prima tra 30.000 e 100.000 a.C., dunque “per la maggior parte del tempo della Storia dell'Umanità” sarebbe esistito il coito coercitivo. Solo quando il sesso è moralizzato, il coito coercitivo si tramuta in stupro (giudizio morale), prima di allora è sbagliato scambiare i due termini, definire stupro ciò che era un coito coercitivo e giudicare la natura con gli occhi attuali, “i galli stuprano le galline”, come scrivevo nel mio primo articolo sull'argomento.
Perché la mia ipotesi dell'esistenza del coito coercitivo tra gli esseri umani è logica e plausibile:
1) Prima e la più importante: sono molte le specie che presentano questo comportamento, anche le specie imparentate a noi più vicine. Non si capisce perché l'homo avrebbe dovuto agire diversamente.
2) Anatomia: tutte queste specie presentano una serie di caratteristiche asimmetriche che incoraggiano questo comportamento, caratteristiche asimmetriche presenti anche nell'uomo: grandezza, forza fisica, godimento e piacere, posizione sessuale, dolore e malattie sessuali, fecondazione al di là della volontà,... In più, per gli esseri umani, ho già scritto “l'esistenza di un anello circolare alla base del glande che permette di ritirare sperma altrui dopo aver eiaculato rafforza quest'ipotesi.”
3) Strascichi storici e comportamento attuale: oltre a certi racconti (qui rientra il Ratto delle Sabine) e esempi della mitologia, comportamenti ed esempi che nel tempo storico si fanno sempre più tenui, anche il comportamento maschile in certe situazioni, gli stupri di gruppo e, più importante, gli stupri di guerra, rendono l'ipotesi veritiera in quanto fattibili.
Ora, quali sono stati i tuoi argomenti per smentire l'ipotesi dell'esistenza del coito coercitivo? Se ho capito bene, nessuno, tranne il tuo giudizio (disgusto) morale, gli autogol di non so quale partita, confondendo consciamente stupro con coito coercito, giudicando la realtà (ipotetica) tra bene/male invece di vero/falso. Chi “avvalora la tesi femminista del coito come stupro”, oltre che affermare una stupidaggine, sta esprimendo un giudizio morale, non sta valorando un tesi scientificamente. Per analogia, pari ai religiosi che denigravano Darwin perché era loro inconcepibile provenire da una scimmia. Non mi interessa se questa ipotesi è moralmente riprovevole, perché da un punto di vista analitico-scientifico non ha alcuna importanza. A me interessa sapere se risulta plausibile e, semmai, gli argomenti analitici contrari.
Se accettiamo la plausibilità di quest'ipotesi, la domanda successiva, molto importante, è “perché?”, non “quando?” (tra l'altro in un processo che si ipotizza molto lungo nella storia dell'uomo). Perché l'uomo ha smesso di imporre un coito e la donna si è rifiutata di accettarlo passivamente? Perché, e a beneficio prevalente di chi dei due, dell'uomo o della donna? Questa domanda, molto importante, possiamo estenderla a tutta le norme e la moralità sessuale (compreso il matrimonio). Nel mio libro ho spiegato come la civiltà ha moralizzato molti dei comportamenti della natura, molti dei quali colpivano parimenti entrambi i sessi (omicidio, furti, scoreggiare,...) e dunque interessano parimenti a entrambi i sessi. I comportamenti sessuali, i peccati che sono oggi i reati sessuali, colpiscono predominantemente un sesso e tutelano predominantemente l'altro. Un esempio soft e semplice sono i complimenti per strada (codificate come molestie) che nessun uomo ha mai richiesto né preteso di far rientrare nel codice penale.
Dunque, la moralizzazione del sesso a beneficio di chi? Poiché la discussione è nata con il matrimonio, riduco le ragioni a questa istituzione (rapporto monogamico), anche se potrebbe essere stesso a tutto.
Ecco alcuni benefici storici “obiettivi”, “tangibili” e notevoli per la donna che mi vengono in mente:
1) In un mondo ostile la donna, anche senza figli, fa molta più fatica dell'uomo a sopravvivere, ha bisogno di un contributo maschile durevole.
2) Se ci sono gravidanze (che non riesce a evitare) e figli, la situazione diventa disperata senza un contributo maschile durevole.
3) Alla pari delle altre specie di mammiferi, le cure materne dei figli sembrano innate nella natura femminile, dunque la madre non abbandona tendenzialmente i figli per sopravvivere, ha bisogno di un contributo maschile durevole.
4) La tutela di un uomo riduce il rischio di violenze e di rapporti sessuali indesiderati
5) Il rapporto monogamico riduce il numero di gravidanze nella donna
Ecco cosa succede con l'uomo, provo a controbattere i tuoi punti (naturalmente prima delle attuali convenzioni create dalla cultura per incoraggiarlo al matrimonio, ad esempio, “sancendo la peccaminosità del sesso al di fuori del matrimonio, o il riconoscimento della progenie o l'obbligo di perpetuazione della stirpe all'interno del matrimonio”)
1) “sesso garantito a volontà”, pensavo che quello era già garantito nel coito coercitivo. Non ho capito, stai suggerendo che l'istituzione del matrimonio, una “costruzione” della civiltà, sarebbe stata “creata” per suggerire agli uomini di poter accedere al sesso, lo stesso sesso (con molte altre femmine) che prima di questa istituzione già potevano godere mediante il coito coercitivo (oppure, più soft, prostituzione). In pratica su questo punto mi stai dando ragione, il sesso maschile è stato regolato (e limitato!) spacciandolo come un beneficio maschile (!?). Se non si può fare sesso al di fuori del matrimonio è perché esiste la moralizzazione del sesso, perché esiste il matrimonio.
2) “discendenza certa, cura della prole”, in poche parole, paternità. Il sentimento di paternità è innato nella natura maschile o è costruito culturalmente dalle femmine per la loro sopravvivenza e quella della prole? Al contrario della maternità, la paternità tra i mammiferi (cosa diversa tra i pesci) non sembra un dato innato nella natura maschile, ma costruito (dalle femmine!). Ci sono diversi esempi di animali che in ambienti ostili, le femmine si comportano gelosamente e incoraggiano il maschio a badare alla prole, sembra che il sentimento “familiare” e “paterno” venga coltivato dalle femmine per ottenere mantenimento e protezione. Inoltre esistono culture anche recenti dove il senso di paternità è sconosciuto o ignorato (la prole è cresciuta da tutto il gruppo maschile). Trovi esempi nel libro pp. 908-935. Mentre la maternità è ovvia e sembra naturale tra i mammiferi (9 mesi gravidanza più allattamento), c'è una continuità innegabile che crea un legame affettivo, la paternità non è così ovvia né sembra innata come per le donne, il legame affettivo bisogna costruirlo. Il matrimonio sarebbe una istituzione “creata” per garantire la “paternità” che a sua volta sarebbe stata fatta sbocciare per giustificare il “matrimonio”, mi sembra un ragionamento circolare, tautologico.
Prima che incominci a scaldarti nuovamente ti faccio notare che non c'è nulla di sbagliato nel riconoscere il matrimonio o la paternità o la cultura dell'antistupro, come una convenzione sociale, costruita socialmente, piuttosto che come qualcosa di naturale. Essere consapevoli di quello che siamo e della realtà nella quale viviamo, non vuol dire che riusciamo a svincolarci emotivamente dall'oggi al domani. Fin da quando sono piccolo ho visto gli adulti intorno a me come si comportavano, quali valori avessero, queste persone, la società, la scuola mi hanno lasciato un'impronta profonda sull'importanza della paternità o di non stuprare le donne, che non può essere modificata da un giorno all'altro perché ora sono consapevole. Io parlo spagnolo, non cinese, eppur sapendo che si tratta di una convenzione, una costruzione sociale, domani continuerò a parlare spagnolo e non cinese. Lo spagnolo continuerà ad essere un'impronta indellebile nella mia vita. Il fatto che la paternità possa essere una creazione sociale non naturale non giustifica le madri di sottrarre i figli ai padri, perché la nostra consapevolezza, il fatto che invece di naturale sia forse un costrutto (ipotesi!), non diminuisce il nostro dolore o il nostro amore per i figli, valori con i quali siamo già cresciuti. Sentimento che può essere esteso a tutti i valori convenzionali, il mio amore per la patria (costrutto sociale) non dà permesso a qualcun altro a sputtanarla, perché magari la mia consapevolezza mi farà male lo stesso. Anche se sono consapevole della convenzione sociale del matrimonio, ciò non elimina in me il valore che concedono alla fedeltà sessuale di mia moglie. E così all'infinito.
3) “stabilità”, (!?) in popolazioni che all'epoca avevano un'aspettativa di vita inferiore ai 30 anni, cosa se ne fanno della stabilità? “maggiori possibilità di sopravvivenza”, sì in gruppi maschili,....
Sinceramente non riesco a trovare nessuna ragione logica che ipotizzi un vantaggio “materiale” della creazione dell'istituzione del matrimonio per l'uomo. Ma come avevo già scritto “il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”, gli uomini continuerano a sposarsi e a votare leggi assurde sul divorzio o sull'aborto. NON MI RISULTA DI AVER MAI DETTO, il tuo commento “E' davvero semplicistico affermare che i parlamentari deliberano su temi come divorzio e aborto, su suggerimento delle mogli acide o delle olgettine di turno.”
In conclusione, se un uomo decide di sposarsi o di bere, è giusto che sappia che l'istituzione del matrimonio, anche quella storica, non è come la presentano le femministe, né le bibite è come le presentano le compagnie produttrici d'alcool, dopo sarà lui, consapevolmente, a decidere quanto, come e dove.