Volevo tralasciare la muraglia di osservazioni (per lo più fuori argomento) scritta da Santiago, ma poiché temo che la discussione ricorrerà ancora, chiarisco la questione spero una volta per tutte, citando le stesse sue parole onde evitare accuse di manipolazione.
L'argomento della discussione non è il libro di Santiago, né l'australopiteco o altre questioni secondarie, ma le sue affermazioni
in rete sulla civiltà e sulle istituzioni che ne costituiscono il fondamento.
Il tutto si riduce a due semplici domande. Secondo Santiago:
1. La civiltà e le sue istituzioni (leggi, valori morali ed eventualmente spirituali, matrimonio ecc.) sono benefiche, ovvero inutili o dannose per l'uomo?
2.
L'attivismo maschile implica difendere la civiltà distrutta (anche) dal femminismo, in quanto creata essenzialmente dagli uomini e connaturata all'identità e dignità maschile, oppure la suddetta civiltà (es. matrimonio, monogamia, valori ecc.) è una creazione femminile per incatenare l'uomo?
Ecco cosa scrive Santiago:
È dunque naturale che la donna abbia lavorato fin dagli inizi dei tempi per creare le condizioni culturali, attraverso i valori morali e religiosi e le normative civili (ad es. sancendo la peccaminosità del sesso al di fuori del matrimonio, o il riconoscimento della progenie o l’obbligo di perpetuazione della stirpe all’interno del matrimonio), per poter usufruire del contributo dell’uomo e trattenerlo all’interno di una relazione dopo che era stato “acchiappato” con l’arma della bellezza (il sesso).
Qui Santiago dice che la cultura, la civiltà e le istituzioni che ne sono alla base sono state create dalle donne (direttamente o indirettamente qui non ci importa) per ottenere un semplice vantaggio materiale, a seguito della cattura dell'uomo, quasi fosse un animale selvaggio ("acchiappato"), con "l'arma della bellezza".
Per chi avesse dubbi:
HO DETTO “Dal punto di vista biologico la "moralizzazione" del sesso non ha portato alcun vantaggio all'uomo e tutti alle donne.”
ho ipotizzato che il coito coercitivo “è la normale espressione sessuale maschile della maggior parte delle specie, e così lo è stato a lungo per l'umanità.”
Io credo che sia più appropriato sostenere che la nascita della Cultura coincide con la proibizione del coito coercitivo.” Quando è stato messo questo primo mattone della civiltà (per Levi-Strauss o per me)? Ipotizzo che possa essere stato messo vicino all'epoca che parli dell'uomo delle caverne, con le loro pitture, ecc, forse anche un po' prima tra 30.000 e 100.000 a.C., dunque “per la maggior parte del tempo della Storia dell'Umanità” sarebbe esistito il coito coercitivo. Solo quando il sesso è moralizzato, il coito coercitivo si tramuta in stupro (giudizio morale), prima di allora è sbagliato scambiare i due termini, definire stupro ciò che era un coito coercitivo e giudicare la natura con gli occhi attuali,
Perché l'uomo ha smesso di imporre un coito e la donna si è rifiutata di accettarlo passivamente? Perché, e a beneficio prevalente di chi dei due, dell'uomo o della donna? Questa domanda, molto importante, possiamo estenderla a tutte le norme e alla moralità sessuale (compreso il matrimonio). Nel mio libro ho spiegato come la civiltà ha moralizzato molti dei comportamenti della natura, molti dei quali colpivano parimenti entrambi i sessi (omicidio, furti, scoreggiare,...) e dunque interessano parimenti a entrambi i sessi. I comportamenti sessuali, i peccati che sono oggi i reati sessuali, colpiscono predominantemente un sesso e tutelano predominantemente l'altro. Dunque, la moralizzazione del sesso a beneficio di chi?
In queste frasi è palese la connotazione negativa di civiltà e cultura. Per chi ancora lo negasse:
la nascita della Cultura coincide con la proibizione del coito coercitivo, primo mattone della civiltà
la civiltà ha moralizzato molti dei comportamenti della natura
la "moralizzazione" del sesso non ha portato alcun vantaggio all'uomo e tutti alle donne
[Questa considerazione] possiamo estenderla a tutte le norme e alla moralità sessuale (compreso il matrimonio)
Dunque per Santiago la civiltà nasce con la moralizzazione del sesso, specificamente con la proibizione dello stupro (comunque lo voglia chiamare: ratto, coito coercitivo, notte di passione senza invito a cena). Tale moralizzazione (ovvero la civiltà, incluso matrimonio, sanzione dell'adulterio ecc.) per lui non ha portato
alcun vantaggio all'uomo.
Non serve la malafede che mi attribuisce Santiago ma il minimo sindacale di logica per dedurne che per lui, la civiltà (o quantomeno le sue istituzioni-chiave, senza le quali non può esistere) è un'invenzione femminile per imporre un fardello all'uomo.
Dal che necessariamente consegue che l'uomo può ben fare a meno di questo fardello della civiltà, e tornare allegramente nella savana a darsi al coito coercitivo e più in generale allo stato (mai esistito in realtà nella specie umana) di "buon selvaggio".Veniamo alla questione del matrimonio come isitituzione fondamentale di ogni popolo civilizzato. Santiago afferma in questo topic:
NON MI RISULTA DI AVER MAI DETTO “l'uomo non dovrebbe sposarsi”
Ma su Stalker Sarai Tu:
Per quale motivo l’uomo si dovrebbe vincolare a vita in un rapporto monogamico? Amore o affetto possono essere ottenuti da amici e parenti, o da rapporti occasionali e temporanei.
Quindi:
l'uomo non ha motivo di sposarsi e il matrimonio serve solo per fornire affetto.
Nessun cenno (anche le omissioni contano) alla paternità, alla possibilità di avere una prole certa e di educarla in un contesto stabile, con l'aiuto determinante della moglie: fare il padre single è sicuramente più gravoso. Ovviamente (e spero non sia necessario ripeterlo) mi riferisco a un matrimonio, in cui l'uomo sia adeguatamente tutelato.
Ricordo inoltre che Santiago ha detto che il matrimonio non dovrebbe essere legalmente riconosciuto (quindi non dovrebbe esistere, perché un negozio giuridico non riconosciuto dall'ordinamento è inesistente).Santiago dice:
In nessuna parte dell'articolo affermo che uomini e donne non si debbano sposare, anzi dico che lo continuano e lo continuerano a fare. Cosa voglio decostruire?
Ma poi dice:
Sinceramente non riesco a trovare nessuna ragione logica che ipotizzi un vantaggio “materiale” della creazione dell'istituzione del matrimonio per l'uomo. Ma come avevo già scritto “il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”, gli uomini continuerano a sposarsi e a votare leggi assurde sul divorzio o sull'aborto.
Quindi se le parole hanno un senso: non c'è ragione di sposarsi, è una scelta assurda che l'uomo fa per motivi sentimentali e irrazionali, irretito dalla donna.
Per chi avesse ancora dubbi:
L’uomo ha la forza, la donna invece un’arma molto più potente: quella capacità di ipnotizzare e rendere l’uomo stupido.Gli uomini si sposano per lo stesso motivo per il quale tutti i Parlamenti (di uomini) del mondo hanno votato le leggi sull’aborto e la procreazione, conferendo alle donne tutto il potere e sottraendo se stessi qualsiasi diritto sulla propria paternità. Idiozia allo stato puro. Noi uomini continueremo a sposarci, continueremo a proteggere e a cercare di rendere le nostre principesse felici, perché amiamo le donne, perché il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. E come al solito, continueremo a fare la marcia nuziale… vestiti di nero!
Se queste non sono parole contro il matrimonio non so quali potrebbero esserlo. Capisco l'amarezza della separazione, ma sono discorsi da centro sociale, o da "Amici Miei" di Monicelli, non da attivista serio (quale credo sia Santiago) che vuole costruire una società
funzionante e non individualistica in cui il PADRE conti qualcosa.
Ma che dice Santiago della paternità?
La paternità non è così ovvia né sembra innata come per le donne, il legame affettivo bisogna costruirlo.
Al contrario della maternità, la paternità tra i mammiferi (cosa diversa tra i pesci) non sembra un dato innato nella natura maschile, ma costruito (dalle femmine!).
Ci sono diversi esempi di animali che in ambienti ostili, le femmine si comportano gelosamente e incoraggiano il maschio a badare alla prole, sembra che il sentimento “familiare” e “paterno” venga coltivato dalle femmine per ottenere mantenimento e protezione. Inoltre esistono culture anche recenti dove il senso di paternità è sconosciuto o ignorato.
Accostando come sempre il mondo animale alla specie umana,
Santiago dice che la paternità (come altri il genere) è un costrutto sociale, "costruito dalle femmine". Per chi avesse dubbi, ribadisce che in alcune culture (quali?) il senso di paternità è sconosciuto.
Basta un minimo di logica per dedurne che per Santiago, se matrimonio monogamico e paternità sono un'invenzione delle femmine a loro essenziale vantaggio, gli uomini potrebbero e molto probabilmente dovrebbero fare a meno di matrimonio, monogamia e paternità.Non sono certo io che "gli faccio dire cose che non ha detto" ma lui che, nel migliore dei casi, non si rende conto di quello che dice. Nel peggiore, che cerca di nasconderlo negando l'evidenza in un diluvio di divagazioni su argomenti secondari.
Confrontando questo con le altre affermazioni di Santiago in favore di relazioni casuali, del desiderio sessuale di donne altrui (presumibilmente consumato: Santiago critica la monogamia ma non l'adulterio)
il tipo umano che ne emerge inevitabilmente è quello dell'avventuriero, del picaro, dello "zingaro", che può sembrare avvincente come Casanova o Barry Lyndon ma che nella realtà si traduce in un'umanità marginale, allo sbando e senza futuro.
Infine (e spero di non doverci tornare sopra con storie sull'australopiteco):
1.
Mai negli articoli di Santiago c'è una sola chiara e motivata affermazione in favore della nostra civiltà, del ruolo dell'uomo nel crearla e preservarla, della stabilità di coppia, della paternità (a partire dal riconoscimento della prole).
2.
Mai Santiago dice che l'attivismo maschile deve tendere a ristabilire la civiltà, e conseguenti istituzioni e leggi, in cui l'uomo possa avere un ruolo significante e riconosciuto che non sia quello di un nomade selvaggio.
In compenso,
critica valori etici, sociali, civili, spirituali che hanno fatto grande l'umanità e in primis gli uomini, attribuendo loro una negativa connotazione femminile, se non femminista ("cristianesimo e femminismo si sono ritrovati alleati") e facendo della civiltà tramandataci dai nostri padri il capro espiatorio di un presente che non vede: non l'ho mai sentito parlare spontaneamente di gender, di Bibbiano, di attacco al maschile da parte dei gruppi LGBT che anzi considera discriminati, di utopie pseudoprogressiste che stanno disumanizzando la società e perfino la biologia umana.
Ha talmente ribaltato la narrativa femminista sull'oppressione patriarcale, che è tornato al punto di partenza: il passato, la civiltà sono un'oppressione (=inutile fardello) femminile anziché patriarcale ma dobbiamo
comunque disfarcene, proprio come afferma il progressismo femminista.