Nella moralizzazione ci sono delle regole valide sia per gli uomini che per le donne. Quindi se ci guadagnavano le donne, ci guadagnavano anche gli uomini. Con la liberazione sessuale invece ci perdono solo gli uomini.
Ma questo non c'entra nulla con quello che dico io. Il "moralismo" che dico io è l'impedire di lasciare il marito dopo avergli giurato fedeltà , cosa che invece permette il libero sesso post 68
Non ho capito bene il tuo ragionamento logico. "Quindi se ci guadagnavano le donne, ci guadagnavano anche gli uomini." (??) Perché? Se si fissano delle norme su qualsiasi cosa, possono guadagnare tutti come possono perdere tutti o guadagnare solo uno. Fisso norme calcistiche nuove dove ci guadagna la Juventus, "quindi" ci guadagna anche il Milan. Perché?
Ripeto la moralizzazione del sesso porta vantaggi materiali e tangibili per le donne (che ho già elencato in altri post, mai contestati da nessuno). Invece per gli uomini non vedo alcun vantaggio materiale o tangibile. Se ne conosci puoi elencarne alcuni.
Sono d'accordo, la liberazione sessuale non ha liberato gli uomini, ha "liberato" le donne.
E le donne sono "libere" non solo per i progressi tecnologici, ma anche perché esiste la moralizzazione del sesso. Infatti, in Natura sono i maschi che scelgono le donne perché la Natura ha donato l'uomo di questo potere di scelta, invece nella civiltà questo potere di scelta è stato capovolto, come primo mattone della moralizzazione, è stato fissato che gli uomini non dovevano più prendere le donne a volontà (come succedeva anche nelle scene di conquista o guerra) né le donne dovevano più lasciarsi prendere passivamente. Evidentemente queste sembrano riflessioni estreme ma non lo sono tanto se entriamo nella psicologia di altre epoche. Ad esempio, nell'antica Grecia (basta leggere l'Iliade) i perdenti sapevano già che i maschi sarebbero stati uccisi oppure usati come schiavi, le donne come schiave e amanti e compagne dei vincitori. Le donne erano "programmate", rassegnate accettavano questa sorte del destino.
Ora finalmente ci stiamo capendo. Hai scritto: "Il "moralismo" che dico io è l'impedire di lasciare il marito dopo avergli giurato fedeltà". Infatti quello di cui parli tu non è "moralismo", è un'altra cosa, chiamalo "rapporto monogamico" oppure "matrimonio senza possibilità di divorzio". Fa parte comunque del moralismo, ma non è il moralismo, è solo una parte. Non confondere la parte con il tutto.
Anche su questo tema "rapporto monogamico (occidentale-cristiano)" ci sarebbe molto da dire, bisogna affrontarlo in maniera aperta e cercare di non cadere prigionieri di occidentale-centrismo. Per fare un singolo esempio, tratto da "La grande menzogna del femminismo", p. 927 : "Tra 185 società umane esaminate dall’antropologo C.S. Ford e dallo psicologo Frank Beach solo 29 (meno del 16%) hanno vincolato formalmente i loro membri a essa [al rapporto monogamico]. Inoltre, di queste, meno di un terzo disapprova interamente sia il sesso preconiugale sia quello extraconiugale. [...] Il celebre antropologo G. P. Murdock, nel suo classico Social Structure, constatò che, su 238 diverse società umane del globo, la monogamia era stata imposta come unico sistema accettabile di matrimonio solo in 43."
Per quale motivo il matrimonio cristiano-occidentale sarebbe più adatto di altri tipi di matrimoni?
Comunque, la discussione da parte mia non era questa (il tipo di matrimonio più idoneo). Il mio punto è sempre lo stesso: la moralizzazione del sesso (compresso qualsiasi tipologia di matrimonio) non riporta alcun beneficio tangibile e materiale all'uomo (come singolo individuo, non come specie)