Autore Topic: A proposito di censura  (Letto 898 volte)

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Offline Vicus

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A proposito di censura
« il: Maggio 30, 2020, 16:48:43 pm »
Cari Frank, Duca (e Vicus): certe parole su questo forum maschile non potrete più scriverle o dovrete risarcire gli "alleati discriminati" ed essere da loro rieducati (= :censored:).

Dalla pagina di Pillon:

La situazione è molto seria. Con il paese in emergenza, i processi allo sbando, i mafiosi che escono di galera e la situazione assurda del CSM ingenerata da Palamara, la priorità della commissione giustizia della Camera a guida Grillina è procedere a tappe forzate sul pdl Zan Scalfarotto sull'omofobia.
Non potremo più opporci alle adozioni gay o all'utero in affitto. Sarà reato battersi contro il Gender nelle scuole o dire che i bambini hanno diritto a mamma e papà.
I colpevoli dovranno andare in galera, risarcire le associazioni LGBTQYZETCETC e soprattutto dovranno essere rieducati da solerti volontari, che insegneranno loro quanto sia bello per un bambino essere acquistato on line.
Questa è semplicemente una legge liberticida, in pieno stile orwelliano, con tanto di psicopolizia che dovrà vigilare sul pensiero dei cittadini.
Fermiamola insieme, prima che sia troppo tardi.

Questa è la vera censura.
Come ha ben capito Trump:

Lo aveva detto.
Lo ha fatto.
Trump ha firmato l'ordine esecutivo che pone fine alla giungla.
Basta immunità per i social, basta "ban" immotivati, o censure, o segnalazioni a scopo politico o ideologico.
Da oggi i titolari delle piattaforme saranno equiparate agli editori e si prenderanno la responsabilità delle loro decisioni anche davanti al giudice civile
.
A me sembra puro buon senso.
Ognuno di noi si prende ogni giorno la responsabilità delle proprie azioni.
È giusto che succeda anche alle piattaforme social.
« Ultima modifica: Maggio 30, 2020, 17:14:30 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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Re:A proposito di censura
« Risposta #1 il: Maggio 31, 2020, 02:17:00 am »

di Costanza Miriano

Pensavo che questo periodo avrebbe messo in luce le priorità della realtà, questa cosa esotica e sempre più lontana dalla politica, lo strano mondo che si preoccupa delle donne che non diventano amministratore delegato, mentre loro, le donne di carne e ossa, vorrebbero essere aiutate che so, con i permessi per la recita delle elementari o magari ad arrivare a fine mese. Invece niente, la realtà in Parlamento pare non ancora pervenuta. Cosa c’è nei prossimi mesi in calendario, e con una certa fretta?

Un disegno di legge contro la omofobia, un fenomeno di cui prima bisognerebbe verificare l’esistenza, visto che persino l’Unione Europea ha confermato che [come i femminicidi] i casi segnalati sono pochissimi, e in costante calo. L’Oscad, l’osservatorio sugli atti di natura discriminatoria del Ministero dell’Interno, ha registrato dal 2010 al 2018, otto anni, 197 casi di segnalazioni di discriminazioni per l’orientamento sessuale: 26 segnalazioni all’anno. 26. Se questa è un’emergenza, cosa sono le 50 famiglie che potrei elencare solo io, oggi, solo in questo secondo, che non possono comprare gli occhiali o le scarpe ai figli, o pagare le rate del funerale della mamma? E non conto le persone che non conosco ma che vedo in giro, tipo ieri al supermercato la vecchietta che alla cassa ha lasciato i pannoloni perché estraendo da un barattolino di plastica tutte le sue monete è arrivata solo a 17 euro e 10.

Punto primo, dunque: non è un’emergenza, soprattutto non lo è in questo momento.

Ma se ci fosse davvero violenza sulle persone che provano attrazione verso lo stesso sesso, per il solo fatto della loro preferenza sessuale, e se questa cosa non fosse punibile, anche un solo episodio sarebbe sufficiente a imporre la promulgazione di una legge. Il fatto è che le leggi già ci sono, la violenza è già punita dalla legge, e sono già previste anche le aggravanti (come ha chiaramente esposto nella sua magistrale audizione in commissione giustizia Alfredo Mantovano, Consigliere della Corte Suprema di Cassazione ed ex sottosegretario agli Interni).

E se le leggi per proteggere chiunque dalla violenza già ci sono, quello che è a rischio in realtà con questo ddl è l’espressione di una legittima opinione. Diciamo la verità, l’obiettivo vero di questa legge è quello di cambiare la cultura e la percezione sociale dell’omosessualità. Un obiettivo legittimo, secondo me, a patto che sia onestamente dichiarato, che sia perseguito con gli strumenti giusti, e quindi non lesivi della libertà. Cioè, tu puoi cercare di far cambiare idea alle persone, se ci riesci, e se lo desideri. Ma non puoi farlo punendo coloro che non cambiano opinione. Il rischio con questo ddl c’è, ed è molto elevato.

Lo si è visto nei paesi dove leggi simili sono state già approvate, con uomini di Chiesa incriminati (un Cardinale in Spagna) per avere detto che la sessualità è finalizzata alla procreazione e dunque deve essere tra un maschio e una femmina (perché questa è la realtà: i figli nascono da un maschio e da una femmina, per forza). Che questa sia la natura buona della sessualità è un’opinione che a molti suonerà sbagliata, ma è un’opinione e non può essere punita. Per non parlare delle persone comuni arrestate – ripeto, arrestate – in Francia per avere indossato una felpa della Manif pour tous raffigurante padre, madre e bambini.

L’obiettivo del ddl dunque non è solo cercare di rafforzare il già alto consenso sociale intorno all’omosessualità, ma mettere a tacere tutti coloro che la pensano diversamente. Quanto al consenso sociale, finiamola per favore con la storia dei perseguitati: molti personaggi dello spettacolo non fanno mistero o addirittura esibiscono la loro attrazione verso lo stesso sesso, abbiamo avuto il palco di Sanremo invaso dai nastrini arcobaleno, il massimo del nazionalpopolare, lo stesso per molti politici, dunque votati dagli elettori, che sono la prova provata della assoluta mancanza di stigma sociale. Addirittura ci sono persone che della loro ambiguità sessuale hanno fatto una vera e propria carriera (scelta che trovo umiliante e riduttiva, perché ogni persona è molto più grande e preziosa della propria attrazione). Quanto alle aziende, non solo non discriminano, ma ormai sono obbligate all’omaggio alla causa, pena la sollevazione dell’indignazione generale, con conseguenti scuse a tappetino. Obblighi di assunzione di minoranze, quote protette e via dicendo. Vai a teatro a vedere Shakespeare e ti devi sorbire il balletto di uomini in tanga, completamente fuori tema. Vedi la serie netflix e c’è sempre minimo la strizzatina d’occhio, un personaggio e un episodio che, magari infilato a forza serva a dire “ci siete anche voi”. Il Ceo Disney dichiara di voler dare sempre più spazio alla “diversity” e ospita i gay pride nei propri parchi.

Ma non mi metto a fare la vittima se mi fischiano, mi tengo le mie opinioni, spero solo che i genitori sappiano cosa si insegna a scuola ai loro figli, mentre loro li pensano immersi nella tragedia greca o nelle equazioni.

Io comunque non mi sono sognata di chiedere un ddl per proteggere le mie idee, anche se sono stata offesa infinite volte nelle piazze e sui social, ho intere pagine a me dedicate, piene di insulti, bestemmie, offese e derisioni di ogni tipo (sono stata anche definita down, e mi dispiace per le persone che hanno quella sindrome, evidentemente molto migliori di quei trogloditi).

Quindi, prima che venga approvata la legge, provo a dire alcune cose, prima che diventino vietate. Credo che se una persona vive con soddisfazione questa sua attrazione ovviamente deve essere libera di viverla, come infatti avviene, ma credo anche che se uno soffre per questo deve essere libero di confrontarsi con altre opinioni, eventualmente chiedere aiuto, e deve poter trovare professionisti che non vengano per questo sanzionati o radiati dall’albo, come succede sempre più spesso in Italia e altrove (la new entry del club è l’Albania, che paga così il suo tributo all’accettazione nell’UE).

Credo infine che i bambini abbiano bisogno di un padre e di una madre, condizione minima, necessaria ma non sufficiente alla loro crescita equilibrata, e che togliere a un bambino la madre o il padre e sostituirli con una figura del proprio stesso sesso sia una grave violenza.

Se invece dovesse passare la legge, ecco la versione riveduta: i gay sono i più felici di tutti, lo dice la parola stessa, e quando sono infelici è tutta colpa dei cattivi come me che li giudicano, e per colpa mia alcuni si uccidono, altri, sempre per colpa di quelli come me, si sentono autorizzati a picchiarli. L’amore è amore, quindi va bene anche comprare bambini da donne povere, perché comunque meglio due uomini o due donne che amano, piuttosto che il modello patriarcale in cui la povera donna fa la schiava al marito violento (quella che uteroaffitta non è schiava, perché è pagata, anche due spicci non importa, l’importante è che non lo faccia per suo marito). Tutte le famiglie etero sono così, soprattutto se cattoliche, tranne quelle di sinistra, si intende. Le famiglie cattoliche si sa sono un covo di nevrosi e inibizioni e perversioni nascoste sotto una patina di perbenismo, ma se vedi la cronologia della navigazione su internet vedrai che schifo, meglio le famiglie allargate, così allegre e libere e per bene. Comunque è tutta colpa della Chiesa.

Va bene così?

https://costanzamiriano.com/2020/05/31/verso-la-distopia-arcobaleno/
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.