Autore Topic: Le macchine castranti  (Letto 2370 volte)

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Milo Riano

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Le macchine castranti
« il: Ottobre 17, 2009, 12:13:49 pm »

Venditti: «per mia madre ero un perdente e un fallito»

Nel libro «L’importante è che tu sia infelice»: «Voleva che avessi una vita piena di amarezze».

MILANO — Una mamma do­minatrice, anaffettiva, ossessi­va, in una parola devastante. È il ritratto della professoressa Wanda Sicardi Venditti, nella impietosa descrizione che ne fa il figlio Antonello Venditti nel libro L’importante è che tu sia infelice (Mondadori, pagg. 146, 17 euro). Il titolo è una fra­se ricorrente della signora Wanda al piccolo Antonello, grassoccio e insicuro. «Ha im­maginato per me una vita di amarezze e delusioni in cui avrebbe potuto ancora farmi da mamma». Un comporta­mento che il cantautore descri­ve in maniera impietosa. Cui si contrappone una figura pater­na, Vincenzino Italo, che è l’esatto contrario. Eroe di guer­ra, positivo. È nella carriera prefettizia (con delicati incari­chi nei servizi segreti), ma anarchico nel cuore. Appoggia in tutto Antonello ammini­strandone con saggezza i pro­venti e sollevandolo da un rap­porto diretto col denaro verso il quale l’artista provava poco interesse.

IL NERVO SCOPERTO - Non ancora ripresosi dalla bufera di alcune sue dichiara­zioni a proposito della Cala­bria espresse durante un con­certo («è stato un agguato in stile web, frasi extrapolate da un contesto più ampio») Ven­ditti non ha ripensamenti: «La mamma riusciva sempre fino all’ultimo a toccare il mio ner­vo scoperto: mi voleva perden­te e fallito. Mi ha lasciato un baule che non ho ancora aper­to. E non credo che lo farò. Le è andata male: grazie a lei mi sono conquistato con fatica la mia libertà di uomo e di arti­sta ». Wanda Sicardi Venditti muore il 31 luglio 2007. E la­scia al figlio Antonello un bau­le. Che mette in moto ricordi, bilanci, paure. «Quella che ho scritto — spiega Venditti — è una sorta di autobiografia informale in cui tutti i personaggi, dal Dalai Lama al mio amico meccani­co, da Jaco Pastorius a Marcel­lo Casco, sono messi sullo stes­so piano». Il libro, con rapidi scorci, ab­bina a delle figure femminili le varie canzoni: ecco Claudia che ispira «Notte prima degli esami» e «Alta marea», Cristi­na, bella e libera, che ispira «Il compleanno di Cristina», una sfortunata gita in Europa dopo la maturità fa nascere «Giulio Cesare». E poi i colleghi, i viag­gi umanitari in Africa, il perio­do della simbiosi con De Gre­gori, fra musica e strani viaggi in Ungheria, il Pci, i poker con Ennio Melis fondatore della Rca, il rapporto col partito co­munista, la venerazione per Berlinguer. «Ancora oggi mi sveglio di notte e mi chie­do perché i miglioristi, come Napolitano e Trombadori, non siano usciti dal Pci per fondare un vero partito socialista».

MOMENTO DIFFICILE - Il momento più difficile: «Il lungo soggiorno a Los Angeles per l’album 'Buona domenica' in cui avevo l’impressione che la mia vita si stesse sfasciando nel menefreghismo generale, mentre il mio rapporto con Si­mona Izzo si stava sgretolan­do. In quel disco feci come Pe­nelope, creavo e disfavo pur di non finirlo per non dover af­frontare poi la mia vita vera. Ar­rivò la resa dei conti, la separa­zione da Simona in cui tutto mi va contro e nasce la canzo­ne 'Ci vorrebbe un amico'. Mi salvò Dalla che mi indicò una casa da comprare a Trastevere, la casa della mia nuova vita da separato. La stessa che acco­glie mio figlio Francesco che oggi sembra vivere la mia stessa situazione». Simona Izzo fu la sua musa? «Non l’unica. Ma la separazione fu deflagran­te, come può essere fra due persone che sostan­zialmente si amavano anco­ra ma avevano caratteri in con­flitto. Stetti due anni a Milano. I musicisti erano diventati la mia famiglia, la mia casa il Ca­stello di Carimate dove regi­stravo e abitavo. Roma rappre­sentava la famiglia da cui mi volevo distaccare. La casa tro­vatami da Dalla e il 'Grazie Ro­ma' segnarono la mia pace con la capitale». E oggi? «Prima la passione vinceva su tutto, adesso so vo­lare sulla parole e sulla musica con intensità. In questo libro io sono una sorta di Forrest Gump, casualmente sempre al centro dei fatti, da Valle Giulia al Folk Studio al primo concer­to romano dei Beatles». Resta il problema del baule della mamma. «Risolto anche quel­lo. Non lo apro».

Mario Luzzatto Fegiz
17 ottobre 2009


http://www.corriere.it/spettacoli/09_ottobre_17/venditti-madre-fallito_14f0f228-baef-11de-af7b-00144f02aabc.shtml

Offline Animus

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Re: Le macchine castranti
« Risposta #1 il: Ottobre 17, 2009, 12:24:34 pm »
Ha im­maginato per me una vita di amarezze e delusioni in cui avrebbe potuto ancora farmi da mamma

La madre ha di solito la tendenza ad impedire al figlio di fare qualunque cosa possa allontanarlo da lei, fino a sotterrarlo “involontariamente” vicino a casa per potergli portare poi tutti i giorni dei fiori freschi, e magari poter piangerci un po’ su.

Il figlio, un male necessario
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Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

Ha crocifissi falci in pugno e bla bla bla fratelli (Roberto Vecchioni)

Offline ilmarmocchio

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Re: Le macchine castranti
« Risposta #2 il: Ottobre 17, 2009, 19:00:07 pm »
E' vero, anche se mai questo aspetto materno, non encomiabile, viene evidenziato. Anzi , questa volonta' tarpatrice e' spesso alla base del classico scontro suocera vs nuora. La madre vede il figlio strappato dalla nuora , la nuora vede il marito sotto la gonna materna, tutte e 2 vedono un bambino da controllare in modo diverso , ma uguale nei risultati.
Da qui quei mammoni, che spesso sono i veri misogini. la mamma protegge e avverte il figlio : attento che le donne sono tutte puttane (mamma esclusa), portano le malattie... Questi cocchi di mamma o odiano le donne ( idolatrando la mamma), oppure prendono una seconda mamma (spesso scelta dalla MAMMA ). In questo processo, avrebbe molta importanza riequilibratrice il ruolo del padre, se............

Offline Animus

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Re: Le macchine castranti
« Risposta #3 il: Ottobre 17, 2009, 20:40:10 pm »
In questo processo, avrebbe molta importanza riequilibratrice il ruolo del padre, se............

Se non c'avesse una madre pure lui.
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