A me qui la cosa sembra chiara: se una donna è incinta ha il diritto a crescere il figlio e ad avere un reddito, pagato dallo stato, cioè da tutti noi, compreso il padre che magari il figlio l'avrebbe anche voluto e cresciuto ma nessuno gliel'ha chiesto
perché: la donna è innocente, il maschio è colpevole di aver trombato senza precauzioni
Se la De Mari non è nel midollo femminista, allora prima del reddito di maternità viene il diritto alla paternità. Molto molto prima. La donna non ha il diritto di sottrarre il figlio al padre. Dare la precedenza al reddito di maternità è come preoccuparsi del sussidio di disoccupazione per le SS se finiscono gli ebrei da incenerire!
Se: il padre è stato contattato e ha rifiutato di adottare il figlio e di occuparsene, o se non ne ha le risorse, allora possiamo discutere di un incentivo per la maternità. Ma discutere di"indipendenza economica" di una madre significa discutere della liceità di sottrarre un padre al figlio. Se questo non è femminismo radicale, non so cosa sia.
Poi, va bene, parlo per citazioni. Ma la Costanza, che conosco un po' meglio, si fa bella con quelle posizioni un po' demodé, un po' provocatorie, ma lei davvero alla parità uomo donna non ci crede. Non l'ho vista una sola volta battersi per il diritto dei padri di disconoscere i figli come possono fare le madri. Non l'ho vista una sola volta battersi contro la legislazione che obbliga un uomo a mantenere un figlio che non ha voluto. Eppure lei è a favore delle culle anonime ...
Sono entrato in questo forum da poco, ma Cosimo lo leggo da un sacco di anni, dai tempi di Uomini 3000, Maschi Selvatici, ecc.
Il suo post m'è capitato per caso; mi ha colpito perché la De Mari (che ho ascoltato dal vivo) è - insieme alla Miriano, alla Nucci, alla Frezza e alla De Luca - fra quelle che ho suggerito a Davide S. di invitare in trasmissione, in contraddittorio con Armando, per parlare di Matriarcato culturale,
Maternal Preference e ddl Pillon; e ciò, in funzione di debunking all'ottimistica interpretazione che lo staff di StalkerSaraiTu dà della
Zona Grigia (i miei commenti sul blog sono qui
https://stalkersaraitu.com/le-donne-le-femministe-e-larea-grigia/ , col nome "Claudio").
Sul reddito di maternità la vedo esattamente come in questo thread: è anti-paterno.
Avendo lavorato in un ente locale, vedo chiaramente che è una riedizione della "legge Turco".
Gli assegni di maternità alle madri casalinghe e ai nuclei numerosi li erogavano le colleghe del mio ex ufficio (sono neo-pensionato): il paradosso è che Livia Turco era la loro ex compagna di merende (erano quasi tutte imparentate con vecchi partigiani), ma loro la stramaledicevano ogni minuto; preciso che
l'ente locale era in zona Bibbiano; le mie colleghe, allo sportello, sfanculavano anche le immigrate che facevano figli.
Fra parentesi: l'erogazione degli assegni-Turco comportano, per gli enti locali, un costo considerevole in termini di personale addetto.
Al più, il reddito di maternità si dovrebbe subordinare a: costanza di matrimonio col padre del minore (o, per le conviventi: unione civile); andrebbe diviso per due in caso di separazione o cessata convivenza.
Ma, a quel punto, tanto varrebbe farlo riconfluire nell'assegno al nucleo, che - in caso di casalinga - è erogato nella busta-paga del marito lavoratore; e per giunta dall'INPS, con enorme risparmio per i Comuni.
La Turco voleva
che i soldi non transitassero dalla busta-paga dell'uomo; e oggi, le donne di centro-destra vogliono lo stesso.
Per queste ultime, è una marchetta all'elettorato femminile.
Queste marchette si stroncherebbero in un solo modo: togliendo l'elettorato, attivo e passivo, alle donne.