In rilievo > Osservatorio sul Genderfemminismo
DDL Scalfarotto-BOLDRINI, Pillon: "Mancano solo frustate ed esilio"
Giuseppe83:
Sono argomentazioni fondate.
Poi mi tocca dire l'ovvio: l'articolo del codice penale andrebbe INTERAMENTE abrogato.
Io sono per la libertà.
Ad esempio Trump poteva sostenere i già esistenti canali di comunicazione che non censurano. Invece ha limitato la libertà dei privati. Quindi gli USA avranno un governo che reprime la libera comunicazione tra privati, indipendentemente da chi sarà a capo di esso (e potrebbe esserci Biden).
Però tu continui ad alienarti dalla realtà. L'omosessualità esiste in natura, internet no. Il tuo comportamento (comunicare via internet) è più innaturale di quello degli omosessuali. Allora lascia stare la natura (e l'inesistente legge naturale) e prendi atto del fatto che l'umano si caratterizza per la capacità senza uguali di sottomettere la natura.
Transitare da un sesso all'altro non è attualmente possibile. E' una scelta autocastrante (come altre). Ma l'individuo sia libero di compierla, a condizione che libera sia la volontà che esprime. E' la stessa condizione che richiederei ad una persona che facesse voto di castità perenne. Tuttavia la volontà non è mai veramente libera, ma viziata dalle circostanze.
Quindi direi: io sono per il massimo della libertà possibile. E per cambiare le circostanze che limitano la libertà. Ma i mutamenti non sono neutrali.
La libertà di uno è la mancanza di libertà dell'altra. Quindi, essendo maschio, io sono favorevole alla libertà dei maschi. E quanto più i maschi sono liberi, tanto meno lo sono le femmine. E viceversa.
Perciò ti ho mandato il primo messaggio di questa discussione: il vero punto è che le femmine vogliono conservare i privilegi per il proprio sesso e il concetto indefinito di genere le costringe ad uscire allo scoperto.
E non a caso tra i privilegi rientra anche quella che chiamano maternità (di cui ostacolano la surrogazione), mentre il nome corretto è gestazione, in quanto la madre e la gestante non necessariamente coincidono (e anche qui ti invito a prendere atto della realtà).
Il fatto è che esse sono consapevoli di vivere una breve fase di transizione che porterà alla perdita della rendita uterina. Per questo ora vogliono trarre il maggior vantaggio possibile dal lavoro che prestano a mezzo dell'utero: ben più di un compenso - individuale - di poche migliaia di dollari. E' la stessa decisione che prenderebbe un governante consapevole che nel suo territorio il petrolio, grazie al quale il suo popolo ha vissuto per decenni, è in via di esaurimento.
Ma le parti sono due. Perciò ti invito a schierarti dalla tua parte, sostendendo la massima accellerazione della cessazione della rendita uterina e la minima retribuzione della gestazione durante questa breve tranzione. Un maschio che fa il proprio interesse, quasi come se ci fosse una mano invisibile, fa allo stesso tempo l'interesse di tutti i maschi.
Vicus:
Hai un'idea particolare della natura.
Prendo atto che critichi Trump. Forse avresti votato la Clinton
Vicus:
E mentre qui si discetta dei massimi sistemi:
Mentre si sta svolgendo la battaglia per far passare un disegno di legge liberticida, probabilmente incostituzionale (vedi art. 21) e di sostanziale censura grazie al grimaldello di una presunta discriminazione nei confronti degli omosessuali (ché ormai se discriminazione esiste, è rivolta a chi esprime pareri non conformi sull’argomento, specie nel campo dell’arte e della cultura) Luca Del Pozzo ci illustra come questo ennesimo tentativo liberticida di un governo e di una maggioranza parlamentare che non rispondono più al Paese faccia parte di un panorama più vasto di attacco alla nostra civiltà.
Che anche in Italia sia in atto, e non da oggi, una guerra ideologica condotta dai volenterosi gender-mi dell’omosessualismo, è un dato di fatto che solo un cieco potrebbe non vedere.
E i vari disegni di legge in discussione in parlamento che vorrebbero sanzionare l’omotransfobia sono solo una tappa ulteriore, certo non l’ultima, di un disegno più ampio, una lotta senza quartiere i cui teatri sono principalmente tre: i parlamenti, appunto, per imporre leggi e norme; le scuole e le università, per plasmare i cervelli; i mezzi di comunicazione, le arti e lo spettacolo, per diffondere e consolidare usi e costumi dell’uomo nuovo [per chi non capisse: se si crea l'uomo nuovo, il vecchio sarà messo fuori legge, considerato tossico e omotransfobico. Qualche attivista maschile se n'è accorto?.
Con un obiettivo comune, in primis culturale, ossia cambiare la percezione sociale dell’omosessualità, che puntualmente e quotidianamente viene perseguito manu militari nelle scuole, nei giornali, al cinema, in tv, nella pubblicità, nella moda, nella musica, nell’arte, eccetera eccetera, al punto che non esiste ambito o attività umana che non sia presidiato da avamposti samesex (e questo, sia detto en passant, con buona pace del fatto che i gay sarebbero discriminati; forse un tempo, ma ora di sicuro non più. Che, anzi, se possibile si sta imponendo a tutti i livelli una discriminazione di segno contrario, il che rende oltremodo indigeribile questa solfa dell’omofobia).
Basta ricordare quanto accaduto neanche tanto tempo fa nelle scuole di Trieste, Roma, Milano, Venezia, Bologna, Treviso, Perugia, ecc., con gli episodi di “educazione sessuale” che in realtà erano tentativi di indottrinamento gender, tutti ampiamente documentati; o dare un’occhiata anche svogliata ai volumi della casa editrice “Lo Stampatello” (ma ce ne sono molte altre), specializzata in testi scolastici, tipo: “Perché hai due papà?” oppure “Piccola storia di una famiglia … perché hai due mamme?”; e gli gli opuscoli “Educare alla diversità a scuola”, prodotti dall’Istituto Beck su incarico dell’Unar (ovvero Dipartimento Pari Opportunità, ovvero Governo) diffusi alla chetichella a febbraio 2014 per poi essere ritirati in fretta e furia dopo che si scoprì chi c’era dietro, ovvero 29 associazioni Lgbt?
Oppure ancora il documento “Standard di educazione sessuale nelle scuole”, diffuso dalla sezione europea dell’OMS a novembre 2013, che per i bambini da 0 a 4 anni prevede il “diritto di esplorare le diverse identità di genere” e di essere informati “sul piacere nel toccare il proprio corpo e sulla masturbazione precoce” (leggi bene: ma-stur-ba-zio-ne-pre-co-ce, per bambini da 0 a 4 anni). E potremmo continuare a lungo. Pochi esempi che stanno lì a dimostrare come dietro a concetti come “contrasto al bullismo”, “lotta contro l’omofobia”, “educazione alla diversità” – tutti nobili e condivisibilissimi ma che vengono usati a mo’ di “scudi umani” dal politically correct – si celi un’ideologia che punta a riscrivere la grammatica sessuale e di genere prescindendo dal dato di natura, operazione che fa tutt’uno con il tentativo, in parte già riuscito, di scardinare e soppiantare l’antropologia classica.
Tra l’altro, si tratta di una battaglia di civiltà che riguarda tutti, nessuno escluso; chiunque, infatti, laico o cattolico o di qualunque altro credo, abbia a cuore la libertà di parola e di pensiero dovrebbe alzarsi e protestare, opportune et inopportune, contro un disegno liberticida e con un pungente retrogusto totalitario che spalencherebbe le porte ad uno stato di polizia-pulizia del pensiero.
E per difendere e tutelare innanzitutto coloro che rischiano di essere le vere vittime di questa follia: i nostri figli. Chiudo con le parole di un intellettuale che in questa come in altre circostanze di certo non si sarebbe accodato alla vulgata mainstream; parole oltretutto quanto mai attuali anche per altre questioni, come l’antirazzismo ideologico distinto e separato da quello giusto e sacrosanto, o la damnatio memoriae nei confronti di monumenti libri film e chi più ne ha più ne metta, tutti fenomeni accomunati dall’essere esempi diversi di un’unica realtà, il fatto cioè che nel mondo si sta imponendo – curioso no? – una sorta di Dito Medio del politicamente corretto al cui confronto il tanto vituperato Indice dei libri era acqua fresca.
Non solo. Ma fintanto che era la Chiesa a proibire, dagli a quei puzzoni, retrogradi e ottusi dei cattolici; se sono invece lorsignori progressisti a mettere al bando, a censurare pensieri parole e opere (verrà anche il tempo delle omissioni, tranquilli), a imporre linguaggi e costumi, a dirti quello che puoi dire e come , e quello che non puoi dire e come, beh in questo caso è diverso, vuoi mettere? Anzi siamo finalmente giunti all’alba di una nuova era, un’era di libertà, di fratellanza, di tolleranza…
Ecco, il testo che segue è dedicato giustappunto a ultras, seguaci, sacerdoti e sacerdotesse della tolleranza, buona lettura. “La tolleranza – sappilo – è solo e sempre puramente nominale…E questo perché una «tolleranza reale» sarebbe una contraddizione in termini. Il fatto che si «tolleri» qualcuno è lo stesso che lo si «condanni». La tolleranza è anzi una forma di condanna più raffinata. Infatti al «tollerato» – mettiamo al negro… – si dice di fare quello che vuole,…che il suo appartenere ad una minoranza non significa affatto inferiorità…Ma la sua «diversità» – o meglio la sua «colpa» di essere diverso – resta identica sia davanti a chi abbia deciso di tollerarla, sia davanti a chi abbia deciso di condannarla”. Ah, ho dimenticato l’autore: si chiamava Pier Paolo Pasolini.
Luca Del Pozzo
Giuseppe83:
--- Citazione da: Vicus - Giugno 13, 2020, 15:15:17 pm ---Hai un'idea particolare della natura.
Prendo atto che critichi Trump. Forse avresti votato la Clinton
--- Termina citazione ---
Non è una mia idea: è la realtà. L'essere umano è tale proprio per la capacità di porsi al di sopra della natura. E' ciò che lo differenzia dalle bestie.
Ho criticato UN ATTO di Trump. E' un atto criticabile da chiunque abbia a cuore la libertà.
Prendo atto che sei un analfabeta funzionale: leggi e non capisci.
Dunque il nostro (non) dialogo per me può cessare.
maschio:
Legge omofobia, Pillon infuriato: “Testo liberticida, mancano solo 20 frustate e l’esilio”
Di Alessandro Della Guglia -19 Giugno 20203728
Roma, 19 giu – La legge contro l’omofobia non è stata ancora approvata, ma è questione di pochi giorni. La Commissione Giustizia sta preparando il testo unificato del Ddl, che si basa sull’accorpamento di cinque diversi Ddl presentati da altrettanti parlamentari: Boldrini, Zan, Scalfarotto, Perantoni, Bartolozzi. Pochi giorni all’approvazione dunque, dopo le aspre polemiche a riguardo generatesi nelle ultime settimane e la presa di posizione contraria da parte della Cei. Secondo i vescovi italiani difatti non serve una nuova legge contro che oltretutto rischia di innescare “una deriva liberticida contro opinioni legittime”. Ma a schierarsi con gli autori del Ddl, è arrivato pure l‘Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, con una lettera scritta all’Italia lo scorso 13 maggio in cui si raccomanda addirittura la creazione di un’istituzione indipendente “per i diritti umani, il rafforzamento di leggi e politiche per combattere le discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere e il potenziamento dell’UNAR (l’ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, ndr)”.
Pillon conto il Ddl
Il nuovo Ddl prevede in sostanza di estendere alcuni reati già previsti del codice penale (art. 604 bis e 604 ter) agli episodi di odio basati sull’omofobia e sulla transfobia. Si aggiunge così al reato di discriminazione “razziale, etnica e religiosa” quello fondato “sul genere e sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”.
Il problema è che lo si fa in modo decisamente pesante, che oltre a rischiare di sfociare in una sorta di ideologica “caccia alle streghe”, prevede condanne impressionanti per chi viene giudicato colpevole. A denunciarlo è Simone Pillon, senatore della Lega che si oppone strenuamente all’approvazione di questa legge. In un post pubblicato sulla sua pagina, Pillon mostra una pagina del Ddl, quella che a suo avviso è evidentemente la più grave. E interviene sulla questione senza mezzi termini. “Non solo 6 anni di galera, non solo risarcimenti astronomici, non solo lavori gratuiti per le associazioni LGBTQEtcEtc..Ai condannati per omofobia – scrive Pillon – sarà tolta la patente, sarà revocato il passaporto e ogni altro documento valido per l’espatrio, sarà tolta la licenza di caccia e dopo la galera dovranno osservare il coprifuoco rientrando a casa al tramonto”.
A ben leggere si prevede pure altro, ad esempio il “divieto di partecipare, in qualsiasi forma, ad attività di propaganda elettorale per le elezioni politiche o amministrative successive alla condanna, e comunque per un periodo non inferiore a tre anni”. E’ l’aspetto forse più allucinante, perché mette a tacere opinioni politiche e impone un bavaglio a chi vorrebbe liberamente professarle. “Mancano solo 20 frustate e l’esilio, e poi abbiamo visto tutto. Questo è il concetto di libertà di Zan, Scalfarotto, Boldrini & company”, tuona Pillon. Il senatore leghista invita poi a dimettersi gli autori del testo di questo Ddl: “Dovreste solo dimettervi dal parlamento e vergognarvi per aver anche solo pensato cose del genere”.
Alessandro Della Guglia
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