Contro Viganò spunta l'ombra della
Loggia. parola di Monsignore:
Il critico televisivo del Corriere della Sera, Aldo Grasso, in una sua rubrica di oggi se la prende con l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, e con un’altra persona, sua Beatitudine Alessandro I (Meluzzi). Che strano, direte voi! Che c’entra uno specialista di spettacolo con i prelati? Monsignor ICS ha una sua ipotesi di risposta….Buona lettura.
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Caro Aldo Grasso, ma non ti sei reso conto che, senza volere, ci hai svelato la verità sull’
attacco del “fratelli” di loggia a Viganò e Trump?
Mons. Carlo Maria Viganò comincia davvero a far paura agli ambienti filobergogliani – antiTrump, tanto da meritare un attacco durissimo (proprio perché criptico ed ironico) sul Corriere. Ma questo attacco non deve passare inosservato perché ne svela l’intento. Giù le mani da Viganò, caro Corriere, Stilum Curiae non te lo permette. David ha già dimostrato di saper vincere contro Golia.
Sul Corriere di oggi, in prima pagina nelle sua rubrica “Padiglione Italia”, Aldo Grasso titola <Due arcivescovi, una (sola) insofferenza >. I due arcivescovi son Carlo Maria Viganò e Alessandro Meluzzi.
La comune insofferenza (che Grasso definisce addirittura “Odio condiviso”) è verso Papa Francesco. La loro ossessione e insofferenza per la Chiesa bergogliana, il nostro Grasso, la connota come <Vizi da arcangeli caduti>. (Tra parentesi. Prima di occuparmi di Grasso vorrei sottolineare la sua ignoranza della “Sacra Scrittura”, la quale parla di un solo angelo caduto, non un arcangelo. L’unica citazione di Arcangelo menzionata nella Bibbia è riferita a Michele Arcangelo).
Ma leggendo questo attacco ironico, ma furioso, di Aldo Grasso, emerge un altra sensazione che diventa una quasi certezza.
Grasso ha cercato di “prendere due piccioni con una fava”.
La fava è Papa Francesco e i due piccioni sono Viganò e Meluzzi, accomunati dalla “simpatia” per Bergoglio.
Ma perchè Grasso ha scelto proprio Meluzzi (Sua Beatitudine Alessandro I°) nell’intento di ridicolizzare Viganò?
Vedete Aldo Grasso è un bravo giornalista che si occupa di spettacolì (per intenderci del “grande fratello” e simili).
Come mai il Corriere lo fa parlare di Chiesa, di Papa Francesco, dei suoi amici e nemici? Il Corriere ha due firme prestigiose molto più dentro le vicende vaticane, Massimo Franco ed Ernesto Galli della Loggia, per intenderci.
Rileggo il breve articoletto e noto che ciò che ha indignato Grasso sta nella lettera inviata da C. M. Viganò a Trump, dove riferendosi alle proteste di piazza contro Trump per la morte di Floyd, parla di “
battaglia in corso tra figli della luce e figli delle tenebre” e con estrema chiarezza Viganò indica quali (oscuri) mandanti, responsabili di questi atti vandalici, violenze e tentativi di spodestare Trump dalla Casa Bianca “coloro che nella dissoluzione dell’ordine sociale [ricordate? inventato dalle femmine], sperano di costruire un mondo senza libertà: Solve et coagula, insegna l’adagio massonico”.Ora diventa più chiara la ragione dell’attacco a Viganò evocando Meluzzi (“…sono la stessa persona “).
Riferendosi in specifico a Viganò, Grasso è stato manifestamente disturbato dalla affermazione sopra riferita, perché l’adagio massonico Solve et coagula è una espressione associata alla fede per l’Alchimia, che significa trasformare gli elementi vili in elementi nobili, attraverso dissoluzione e ricomposizione. Si tratta di una forma alchemica appunto con cui si trasformava il metallo in oro. Nacque o fu acquisita nella cultura di ambienti massonici dandogli il significato di – liberazione dalla impurità e risorgere con un IO superiore, divino -. E questo richiamo ha manifestamente disturbato Grasso. (Chissà perché?).
Riferendosi invece a Meluzzi (che Grasso mette nello stesso calderone alchemico con Viganò) il rancore contro Sua Beatitudine Alessandro I sta nel fatto che
Meluzzi negli ambienti massonici è considerato un “traditore “ essendo stato comunista e massone (Grande Oriente d’Italia fino al 2003).Si pentì di entrambe le scelte dopo la conversione al cristianesimo. E’ diventato diacono cattolico, poi presbitero di una chiesa ortodossa italiana autocefala. Si direbbe ascoltandolo che sia conservatore, filo Putin, anti Nuovo Ordine Mondiale (soprattutto anti piano Kalergi).
E qui allora il profumo di loggia “ispiratrice” del pezzo di Grasso diventa vera e propria puzza. Vuoi vedere che Grasso, che suppone Viganò e Meluzzi essere la stessa persona, ci fa scoprire che Aldo Grasso e Eugenio Scalfari, con lo stesso ragionamento, sono anche loro la stessa persona?
Mons. ICS