Sul sito
DONNA.fanpage.it pare di leggere Santiago:
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Sesso libero e selvaggio: ecco perché la monogamia è contro naturaTrovate che il sesso libero e selvaggio sia più soddisfacente? E’ perché la monogamia è contro natura,
tanto che i nostri antenati preistorici non l’hanno mai considerata una fonte di gioia e piacere.
Il sesso è uno dei piaceri della vita ed è risaputo che, quando diventa così passionale da essere selvaggio, è anche più coinvolgente rispetto al solito. A differenza di quanto abbiamo sempre pensato, l'idea che il rapporto sessuale ai limiti dell’aggressività risvegli il proprio desiderio primitivo è assolutamente sbagliata. Christopher Ryan e
Cacilda Jethà, nel saggio “In principio era il sesso. Come ci accoppiamo, ci lasciamo e viviamo l’amore oggi”, hanno spiegato
in che modo i nostri antenati cacciatori vivevano realmente la loro vita sessuale.
Innanzitutto, all’epoca
i due sessi convivevano in totale armonia, senza gelosie, ossessioni ed imposizioni [come no. Il mito del Buon Selvaggio corrotto dalla civiltà, creata dalle femmine], tanto che il matrimonio monogamico non era considerato come una fonte di gioia e piacere. Addirittura, la cura dei bambini era
responsabilità di intere tribù, senza che nessuno si preoccupasse della loro possibile paternità. Questa dura realtà spiegherebbe per quale motivo sono moltissimi i rapporti che oggi finiscono per collassare dopo pochi anni. L’essere umano in una relazione monogama vive naturalmente un inarrestabile flusso di vorticosa frustrazione sessuale che uccide la libido e che porta a dei tradimenti impulsivi.
Coloro che resistono si limitano semplicemente a sacrificare l’erotismo e la passione in nome della stabilità familiare. Insomma, sembra proprio che gli uomini primitivi riuscissero a vivere la loro vita sessuale con più libertà e meno pudicizia rispetto ai giorni nostri, dove invece nelle relazioni regnano la repressione e il voyerismo.
L’unico modo per essere sereni in una coppia è dunque accettare adulterio e libertà sessuale con serenità, lasciandosi andare ai rapporti liberi, frequenti e selvaggi."
Non sei d'accordo Santiago? fonte:
https://donna.fanpage.it/sesso-libero-e-selvaggio-ecco-perche-la-monogamia-e-contro-natura/https://donna.fanpage.it/Dal giornale l'Espresso, espressione della sinistra femministaSesso libero, gioioso e adultero. Per essere felici fatelo come i primitiviI nostri antenati avevano una sessualità libera e aperta,
proprio come le scimmie da cui discendiamo. Un saggio sostiene che è a loro che dobbiamo guardare per andare oltre la nostra infelicità sessuale, senza divorzi, separazioni e gelosie omicide
di
Elisabetta Ambrosi [
altra donna che non vuole "moralizzare" il sesso: sei in buona compagnia
]
Con tutta probabilità i nostri antenati cacciatori, per intenderci gli
ominidi precedenti alla rivoluzione agricola, vivevano in un mondo di collaborazione reciproca e armonia,
dove le donne contavano come gli uomini e dove soprattutto la sessualità era libera e aperta, senza gelosia
né alcuna ossessione verso l’accertamento della paternità dei nuovi arrivati, tanto che
la cura dei bambini era responsabilità di tutti.
IL SESSO (CON TUTTI) HA FINI SOCIALI[Ma guarda, proprio la socializzazione del sesso prevista da Huxley e dalla Kollontaj]
Oltre a quella che i due autori chiamano “flinstonizzazione” del mondo preistorico, l’altra immagine che il libro invita a rottamare è quella del matrimonio monogamico come fonte di gioia e pace. In questo caso basta guardare il presente: la metà dei matrimoni collassa sotto “un inarrestabile flusso di vorticosa frustrazione sessuale, di noia che uccide la libido, di tradimenti impulsivi, disfunzionalità, confusione e vergogna”.
Le coppie che resistono sacrificano l’erotismo in nome della stabilità familiare e dell’intimità emotiva. E non bastano “un po’ di candele qui e là, un po’ di lingerie sexy, una manciata di petali sparsi sul letto” a far tornare il desiderio, tanto è vero che l’adulterio esiste in tutti i paesi, compresi quelli che lo puniscono con la lapidazione.
Ma cosa fare contro questo scenario tragico?
La soluzione passa per l’osservazione degli animali da cui discendiamo, le scimmie, in particolare scimpanzé e bonobo, a cui siamo geneticamente più vicini. Ebbene, in tutti i primati che vivono in gruppo la monogamia è sconosciuta e il sesso libero e frequente, in particolare per i bonobo, è usato per allentare la tensione, stimolare la condivisione durante i pasti, riaffermare l’amicizia.
Allo stesso modo vivevano il sesso i nostri progenitori preistorici, tra i quali la
promiscuità sessuale – intesa etimologicamente come “miscela” e senza alcuno stigma morale negativo – era legata al bene comune e all’identità di gruppo. Tutto cambia, secondo i due studiosi, con l’avvento della rivoluzione agricola.
Nelle popolazioni stanziali la femmina perde il suo ruolo e mano mano si afferma una sessualità “voyeristica, repressiva, omofobica e incentrata sulla riproduzione”.
SCHIAVI DEI GENI, FRUSTRATI E BUGIARDI?
Questa visione della preistoria è molto diversa da ciò che le moderne teorie evoluzionistiche sostengono. E infatti buona parte del libro è finalizzata a confutare quella che i due autori chiamano “narrazione standard delle origini e dello sviluppo della sessualità umana”, vicina alla visione darwiniana della vita.
Oltre ad essere infelicemente deterministica questa teoria sostiene che le donne scambino i propri servizi sessuali con l’accesso a determinate risorse (“In estrema sintesi ciò significa che vostra madre è una prostituta”), e il sesso si faccia solo in vista della riproduzione (questo sì, dunque, scrivono i due, è un sesso animalesco).
Si tratta di una teoria che, inoltre,
fornisce un’immagine femminile non realistica: vista la quantità di modi in cui gli uomini hanno tentato nei secoli di reprimere la sessualità femminile – dalle cinture di castità ai roghi fino alle diagnosi di ninfomania o isteria all’insegna del paternalismo - forse la sessualità femminile non è come quella descritta dalla vittoriana e pudica visione di Darwin.
VIA LA MONOGAMIA, VIA LA PAURA E LA GELOSIA
Ma come mettere in pratica il cambiamento? A ogni coppia spetta scoprire come, secondo le proprie inclinazioni. Un aiuto può venire dal guardare quelle piccole e rare comunità che ancora oggi vivono i rapporti di forza tra generi e l’approccio alla sessualità in maniera diversa.
Come quei Mosuo della Cina, una delle ultime comunità matriarcali rimaste, dove le ragazze e le donne hanno relazioni libere (e il potere economico) e quando nasce un bambino a nessuno interessa sapere di chi è figlio perché la cura è affidata alla famiglia di lei (tanto che la parola “wu” traduce sia zio che padre).Fonte:
https://espresso.repubblica.it/attualita/2015/12/21/news/la-monogamia-e-contro-natura-1.244262E ora veniamo alle teorie opposte e di gran lunga maggioritarie:
La monogamia viene dalla preistoria: scelta dall'uomo per prevenire le infezioni sessualihttps://www.leggo.it/societa/scienze/monogamia_preistoria_uomo_infezioni_sessuali-1665469.htmlMonogamia nata nella preistoria per preservare la fertilitàhttps://www.ok-salute.it/notizie/monogamia-nata-nella-preistoria-per-preservare-la-fertilita/Questo articolo parte dal mondo animale, argomento che mi sembra apprezzato:
La formula genetica della monogamia: così siamo diventati fedelihttp://www.healthdesk.it/ricerca/formula-genetica-monogamia-cos-siamo-diventati-fedeliScelgono un partner e vi restano legati a lungo.
Lo fanno i criceti, alcune specie di uccelli canori, di rane e di pesci. Lo fanno, per lo più, gli esseri umani. Perché alcuni animali scelgono rapporti di coppia stabili e altri no?
Se lo sono chiesto i ricercatori dell’Università del Texas ad Austin che hanno ricostruito le origini evolutive della monogamia studiando 10 specie di vertebrati con abitudini coniugali differenti. L’indagine descritta su Pnas, che ha coperto 450 milioni di storia evolutiva risalendo all’antenato comune delle 10 specie osservate,
si è conclusa con un risultato inaspettato: esiste una formula universale che ha determinato, nel corso dell’evoluzione, la trasformazione di specie non monogame in monogame. La fedeltà al partner scatta quando nel cervello degli animali vengono attivati alcuni geni e ne vengono disattivati altri. La monogamia di cui parlano gli scienziati è la cosiddetta “monogamia sociale”: i membri della coppia scelgono di restare uniti per svolgere le funzioni genitoriali e proteggere la prole dagli assalti dei predatori.
I ricercatori hanno selezionato cinque coppie di alcune specie strettamente imparentate, alcune delle quali monogame altre non monogame. Per la precisione: due specie di roditori (Peromyscus e Microtus), due di uccelli, due specie di rane e due specie di pesci.
Le cinque coppie sono rappresentative di cinque momenti evolutivi precisi durante i quali la monogamia è apparsa indipendentemente introducendo differenze sostanziali tra le specie. In una di queste tappe dell’evoluzione, per esempio, i roditori delle praterie non monogami e quelli monogami sono finiti per diventare due specie separate.
I ricercatori, avvalendosi di supercomputer per il sequenziamento del genoma, hanno messo a confronto l’espressione dei geni nel cervello degli individui maschili di tutte le 10 specie per individuare i cambiamenti avvenuti nei periodi di transizione evolutiva alla monogamia. Scoprendo che ogni volta che animali strettamente imparentati abbandonavano la “poligamia”, nel cervello dei maschi avvenivano gli stessi cambiamenti a livello di espressione genica. Le abitudini sociali delle coppie deriverebbero quindi dal modo in cui i geni sono espressi nel cervello.
Sorprendentemente la formula evolutiva della monogamia è rimasta intatta per un lunghissimo periodo di tempo.
«La maggior parte delle persone non si aspetta che in 450 milioni di anni, il passaggio a comportamenti così complessi accade ogni volta allo stesso modo», commentano i ricercatori.
Gli evoluzionisti si interrogano da tempo sul significato e sull’origine della monogamia.
Il vantaggio evolutivo di una coppia stabile non è difficile da comprendere: il compito di proteggere la prole viene diviso tra maschi e femmine diventando così più efficace. Se ci si dedica in due, invece che da soli, ad allevare i figli le probabilità che questi ultimi sopravvivano e crescano sani per poi potersi riprodurre a lora volta aumentano. La maggior parte degli studi sulle origini evolutive della monogamia si sono però fermati a un passato molto più recente, arrivando al massimo a una decina di milioni di anni fa. Questo studio invece copre un arco di tempo evolutivo che non ha precedenti. E infine:
https://www.secoloditalia.it/2016/04/studio-rivela-tribu-preistoriche-imponevano-monogamia/Uno studio rivela: anche le tribù preistoriche imponevano la monogamiaNessun grande amore appassionato o un intimo convincimento religioso: a spingere l’uomo a scegliere la monogamia al posto della più godereccia poligamia sarebbe stata la paura di ammalarsi di sifilide e altre malattie a trasmissione sessuale. Una transizione avvenuta nella preistoria, ai tempi delle tribù di cacciatori-raccoglitori,
come hanno dimostrato i ricercatori guidati da Chris Bauch, dell’università canadese di Waterloo, riproducendo al computer i modelli di comportamento di queste popolazioni.
Da notare che questi studi parlano al massimo di poligamia, non di "paternità di gruppo".