Prendi una donna (non sia mai la tua mogliettina o la tua ex) che vuole distruggerti. Mettila nelle mani di un avvocato (più probabile che sia avvocatA) che ha interesse a distruggerti… per esempio se sei ricco potrebbe intravedere parcelle sostanziose per se stessa e risarcimenti altrettanto sostanziosi per la tua ex. Prendi una situazione in cui tuo figlio, per età o per plagio, non sia in grado o non voglia difenderti. A questo punto prendi la tua mogliettina, bimbo in braccio, e immaginala davanti al magistrato o all’interno del centro antiviolenza, accompagnata dalla avvocata, a versare una lacrimuccia. Non importa che la violenza (di qualsiasi genere) ci sia veramente. Immagina semplicemente che la tua donna PENSI di essere vittima. Oppure che sulla base di elementi opinabili la sua avvocatA, qualora disonesta (e noi dobbiamo rifiutarci di credere che ne esistano) le voglia far credere che no… ma forse sì, ella sia vittima. Mettici a contorno anche la psicologa o l’assistente sociale del centro anti violenza SE ce l’hanno con te “inquantouomo”. Gente che anche in buona fede, per formazione ideologica e andazzo generale vuole o può vedere il marcio dove non c’è. Una volta, un sano e meritato ceffone dato a tuo figlio era educazione, oggi ti rende padre violento. Ricordi cosa ho scritto in precedenza?
Oggi a sentire i criteri ISTAT devi stare attento a non lamentarti della zuppa che prepara tua moglie, se no sei violento solo per questo. Mi spiego? [...]
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