Autore Topic: Matriarcato:statue preistoriche femminili?  (Letto 10604 volte)

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Offline Archiloco

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Matriarcato:statue preistoriche femminili?
« il: Giugno 11, 2010, 22:48:07 pm »
Posto un link di un articolo della giornalista antropologa Ida Magli tratto dal quotidinano "Il Giornale"

http://www.ilgiornale.it/cultura/macche_matriarcato_quelle_veneri_sono_veline/23-12-2009/articolo-id=409074-page=0-comments=1

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Re: Matriarcato:statue preistoriche femminili?
« Risposta #1 il: Giugno 11, 2010, 23:00:06 pm »
Posto un link di un articolo della giornalista antropologa Ida Magli tratto dal quotidinano "Il Giornale"

http://www.ilgiornale.it/cultura/macche_matriarcato_quelle_veneri_sono_veline/23-12-2009/articolo-id=409074-page=0-comments=1

Ida Magli !!! Una delle colonne femministe de "Il Giornale"; i suoi articoli a difesa delle Medee infanticide fanno rabbrividire.

Offline ilmarmocchio

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Re: Matriarcato:statue preistoriche femminili?
« Risposta #2 il: Giugno 12, 2010, 10:03:52 am »
Di Ida magli ricordo un articolo delirante sulla violenza congenita del maschio. Lo ho archiviato.
Tra l'altro , vorrebbe scatenare una guerra con gli Islamici, guerra che ovviamente Lei NON combatterebbe
per quello , ci sono i maschi violenti.
Tra l'altro, l'articolo e' infarcito di condizionali... se..se ...se...

Offline Archiloco

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Re: Matriarcato:statue preistoriche femminili?
« Risposta #3 il: Giugno 12, 2010, 15:29:03 pm »
Ho postato questo link in quanto nell'articolo si nega velatamente il mito femminista del Matriarcato.Del resto non so......

Offline Milo

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Re: Matriarcato:statue preistoriche femminili?
« Risposta #4 il: Giugno 12, 2010, 16:04:46 pm »
E' molto interessante, invece. Grazie.


Ricordo altri articoli della Magli, come questo:



MA PUO' ESSERE UN SEGNO DI CRISI
L'ESPRESSO, 31/10/1996; di Ida Magli.

"Il maschio è in crisi? Si cade in un macroscopico equivoco se non si traduce questa affermazione nel suo significato reale: l'Occidente è in crisi. Maschi e creatività culturale sono la stessa cosa. Istituzioni, valori, idee, politica, religione, scienza, arte, ossia tutto l'assetto di una società umana - quella occidentale - mostrano ogni giorno di più di essere logori, esauriti. Se ne deduce perciò il contrario di quello che le inchieste vorrebbero far intendere: le donne vanno bene perché il mondo va male. Si può anzi andare oltre, e riconoscere (sempre che io non venga linciata prima) che il mondo va male anche perché la presenza massiccia delle donne nelle istituzioni le conserva in una pseudo-vita che impedisce di cambiarle, di imboccare decisamente la via per uscire dalla crisi. Naturalmente il termine "crisi" va inteso in un'accezione dinamica, non soltanto negativa. Lo stato di crisi sarebbe anzi il più adatto per abbandonare il vecchio modo di essere e crearne uno nuovo, se appunto non ci fosse il contrappeso apparentemente positivo della presenza fattiva delle donne. Una brevissima riflessione su questi temi è indispensabile per capire quello che sta avvenendo. Un lungo e ricchissimo ciclo culturale - quello iniziato con l'Illuminismo e l'affermazione del Soggetto - si è concluso realizzandosi nel suo contrario, nell'annientamento del Soggetto. Si tratta della conseguenza negativa di un percorso concettuale che ha le sue basi nel cristianesimo e che accompagna, con la sua falsità logica, tutti gli errori della nostra storia: far coincidere il simbolico con il concreto. Il socialismo, partendo dall'uguaglianza degli individui-soggetti, ha perseguito (e persegue) un'uguaglianza concreta, "fisica", che, non soltanto è allucinatoria, ma non può realizzarsi se non con la privazione di qualsiasi libertà, in quanto nessun essere vivente è uguale all'altro. Anche le donne, quindi, giunte all'uguaglianza proprio con il socialismo, si sono ritrovate, come tutti, deprivate della possibilità di esprimere intelligenza, creatività, invenzione di nuovi saperi e di nuove istituzioni. Ma, visto che hanno raggiunto (e stanno raggiungendo) alcuni beni a lungo desiderati e mai posseduti in precedenza, non riescono a criticarli, e non si accorgono dello stato involutivo di quasi tutto quello di cui vengono in possesso. Non esercitano perciò nessuna spinta verso la trasformazione della realtà e hanno rinunciato perfino ai princìpi libertari sbandierati durante il femminismo. E' come se avessero, invece, infiltrato iniezioni di cemento negli edifici istituzionali traballanti, diventando così la base della "conservazione" in tutti i campi. Le ragazze sono più brave dei maschi a scuola, rivelano le inchieste. Visto, però, che la scuola è un cadavere, del tutto inutile sia per il sapere che per la vita, i più bravi sono maschi che ne percepiscono il vuoto e la respingono. Tuttavia è difficile anche per loro cambiarla proprio perché c'è la massa femminile a impedirne il tracollo. Se passiamo dagli studenti agli insegnanti, la situazione è la stessa. Esiste ormai uno strumento quasi infallibile per misurare lo stato di salute, e prevedere il futuro di una professione o di una istituzione: se il numero delle donne è crescente, si tratta di un istituto sulla via del tramonto. Le forze armate sono in crisi? Arrivano le donne, apprestandosi anche lì, grate dell'onore, a diventare le più brave della classe. I maschi abbandonano la teologia e l'insegnamento della religione, luoghi sterili di pensiero e di potere? Ecco le donne occupare le aule delle Università Pontificie, vuote di maschi, pronte a imparare quel nulla che servirà a insegnare il nulla. La Chiesa, però, sul sacerdozio non molla. Sa che, con le donne, il sacerdozio perderebbe il suo potere. Perfino il Parlamento si lamenta che "la sua centralità è a rischio". Ma i prodromi della sua inevitabile fine erano visibili da tempo al nostro strumento di misura: due donne presidenti della Camera, senza un motivo al mondo salvo il fatto che erano donne. Non sarà che anche il governo, il primo con tre ministri donne...?".

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=31880079&st=105#entry266371542
« Ultima modifica: Giugno 12, 2010, 16:11:05 pm da Milo »

Offline Milo

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Re: Matriarcato:statue preistoriche femminili?
« Risposta #5 il: Giugno 12, 2010, 16:10:06 pm »
Vorrei riportare anche quello segnalato da te a futura memoria (può capitare che gli articoli cambino indirizzo e non si ritrovano più: è meglio ricopiare il testo e segnalare il link, dico ;)).

Macché matriarcato. Quelle Veneri sono delle Veline
di Ida Magli

La mostra «Dal 27000 a.C. Antenate di Venere», aperta al Castello Sforzesco di Milano fino a tutto il febbraio 2010, è tanto ricca di informazioni scientifiche quanto piena di quelle «suggestioni» che immancabilmente suscitano le immagini femminili.

Notiamo subito che qui prevalgono i reperti di statuine femminili. Per quanto si tratti di una selezione voluta, non si può fare a meno di riflettere su di un fatto ricorrente e che accomuna le conoscenze che abbiamo di qualsiasi civiltà, sia del passato più remoto che di quello recente: le rappresentazioni femminili sono sempre più numerose di quelle maschili, soprattutto più significative, con l’accentuazione sessuata del loro corpo, il segreto del loro volto sotto la meticolosissima pettinatura. Sembra quasi che gli uomini della preistoria abbiano voluto, come nelle odierne guide turistiche, far apprezzare il loro mondo piazzando qua e là soprattutto immagini di donne. Questo fatto ha talmente colpito la fantasia degli studiosi da far nascere a più riprese, durante gli ultimi due secoli, le più ardite teorie su un originario periodo di matriarcato, di potere delle donne, accompagnate da ipotesi sulla Grande Madre come potentissima divinità, dando luogo a dispute accesissime fra storici e archeologi invasi da una specie di febbre femminista ante litteram.

(Succederebbe lo stesso, tuttavia, agli eventuali archeologi di un lontanissimo futuro che, trovandosi davanti alle innumerevoli statue della Madonna dell’Europa cristiana e in mancanza di una documentazione scritta, sarebbero autorizzati a credere che è una donna il nostro Dio.)

Soltanto quando nel ’900 sono sopraggiunti gli antropologi, con la loro documentazione sulle società «primitive», dove il potere non è mai nelle mani delle donne, gli entusiasmi a poco a poco sono rientrati e, malgrado il femminismo abbia tentato di farli resuscitare, la ragionevolezza ha preso il sopravvento e il matriarcato è ritornato a essere quel fantasma maschile, piacevole o pauroso secondo i casi, che è sempre stato.

Del resto è evidente che è stata una ferma, sicura mano maschile a forgiare, a scolpire le statuine che ci troviamo di fronte. La nitida chiarezza dell’idea che la guidava era tale che riusciamo a percepirla, a comprenderla immediatamente anche in un solo «pezzo» di un corpo mutilato. Quel corpo è l’oggetto di un pensiero che ha voluto comprendere tutto, il mondo intero, la vita dell’uomo e la propria stessa vita attraverso la donna, attraverso il segreto nascosto nella donna, nascosto nel corpo della donna, un corpo che è tutt’uno con il suo spirito, con la sua anima. È questo capire, nella fisicità, e al di là della fisicità sessuata di quella donna che l’artista ha modellato, ciò che giunge fino a noi. Seni, natiche, vulva, vita, cosce, non sono oggetto né erotico né sessuale; non è né il desiderio maschile, né la fecondità, né la maternità il significato della loro rappresentazione. Il significato è nascosto in quello che il vir teme talmente da non parlarne praticamente mai, anche se è presente e sottinteso in ogni discorso: la propria «potenza» sessuale, quel «fallo» per il quale continuiamo a usare una lingua di rispetto e che, oggi come ieri, il maschio cerca di conoscere attraverso lo strumento-donna. Nelle statuine femminili noi, a nostra volta, dobbiamo cercare il maschio.

Davanti alla straordinaria ricerca di materiali e di tecniche per poter mettere in atto l’arte della «rappresentazione» che i reperti della più antica preistoria ci testimoniano, le abituali interpretazioni di tipo magico, rituale, religioso, misterico, appaiono sempre più povere, inadeguate. Basterebbe, forse, la figurina femminile rappresentata su di un dente di cinghiale a «sorprendere», a scuotere la nostra pigrizia mentale, l’ovvietà delle nostre convinzioni. Può darsi che la fecondità femminile fosse collegata all’agricoltura; può darsi che particolari riti servissero a garantire un buon raccolto: la capacità associativa del pensiero logico sicuramente si è applicata in questo campo come in tutti gli altri bisogni di sopravvivenza.

E d’altra parte, come dice Léroi-Gourhan, se i riti e le preghiere fossero consistiti nel camminare in processione lanciando dei fiori verso il cielo, noi non potremmo saperne nulla. Ma di una cosa dobbiamo essere sicuri: non sono stati questi bisogni a spingere un uomo-creatore, un grandissimo artista del quale purtroppo non abbiamo la firma, a selezionare un dente di cinghiale per «adattarvi» la forma femminile che voleva rappresentare.

23 dicembre 2009

http://www.ilgiornale.it/cultura/macche_matriarcato_quelle_veneri_sono_veline/23-12-2009/articolo-id=409074-page=0-comments=1

Offline ilmarmocchio

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Re: Matriarcato:statue preistoriche femminili?
« Risposta #6 il: Giugno 12, 2010, 21:50:50 pm »
Ho postato questo link in quanto nell'articolo si nega velatamente il mito femminista del Matriarcato.Del resto non so......

In effetti, la mia ruggine con la magli e' dovuta ad altri scritti. Qui una leggera , ma chiara critica, al mito del matriarcato, c'e.
sai cosa e' che dovrebbe essere evitato da parte di questi esperti ?
Fondare ragionamenti su troppe ipotesi. Il castello che ne risulta e' debole.
Con cio', l'apertura della Magli e' un piccolo, ma a suo modo importante, segnale.
Speriamo. In ogni caso, segnaliamo quanto piu' materiale possibile. Tutto fa

Offline Archiloco

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Re: Matriarcato:statue preistoriche femminili?
« Risposta #7 il: Giugno 16, 2010, 21:51:29 pm »
In effetti, la mia ruggine con la magli e' dovuta ad altri scritti. Qui una leggera , ma chiara critica, al mito del matriarcato, c'e.
sai cosa e' che dovrebbe essere evitato da parte di questi esperti ?
Fondare ragionamenti su troppe ipotesi. Il castello che ne risulta e' debole.
Con cio', l'apertura della Magli e' un piccolo, ma a suo modo importante, segnale.
Speriamo. In ogni caso, segnaliamo quanto piu' materiale possibile. Tutto fa

Negare il mito del matriarcato è importante perchè da esso si rifà tutta la mitologia femminista.A maggior ragione se lo fanno donne studiose della materia come la Cantarella etc.

Secondo me è proprio questa visione antropologicamente distorta a monte di modi di pensare  che discriminano l'uomo.

Si basa su due presupposti errati 1)Che il matriarcato sia esistito 2)Che nel matriarcato comandavano le donne e fosse un paradiso....Se il secondo fosse vero si sottintede che una società governata dalle donne sia migliore di una governata dagli uomini,di conseguenza si sottintende una superiorità morale del femminile rispetto al maschile,alla quale io non credo(comme all'ipotesi opposta) e che per me  è una ipotesi puerile per usare un eufemismo.

Ho leggicchiato un pò il libro di Barnart e ho visto che ne parla e conosce bene la questione.

Offline Animus

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Re: Matriarcato:statue preistoriche femminili?
« Risposta #8 il: Giugno 16, 2010, 22:35:50 pm »
Ci tengo a fare una precisazione.
All'interno del momas ci sono vari esponenti (tra i quali io e anche Ermini e mi pare lo stesso Rino) che ritengono si possa parlare di "dominio" matriarcale solo a livello psichico, quindi non una società organizzata dalle donne (come nel mito delle amazzoni) ma una società pre-storica (che poi vista l'epoca era una mini comunità, una tribù) in cui, il principio psichico femminile era più forte di quanto non lo fosse in età cristiana o precristiana. (cioè pagana)

Poi che su questa possibilità, che io ritengo plausibile e avvalorata dal fatto che gli uomini vivevano nelle caverne dove, in un periodo glaciale, trovavano riparo e calore, un utero insomma, le storiografe femministe ci abbiano ricamato moltissimo, non v'è dubbio, ma negare completamente (sostenendo che le statue erano veline) un periodo, appunto pre-patriarcale in questo senso, psichico, in cui il femminile poteva esercitare una maggiore influenza, a me non sembra nemmeno corretto dato che , ripeto, lo trovo plausibile.
« Ultima modifica: Giugno 16, 2010, 22:38:56 pm da Animus »
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Offline Archiloco

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Re: Matriarcato:statue preistoriche femminili?
« Risposta #9 il: Giugno 16, 2010, 23:48:34 pm »
Mi pare di aver letto qualcosa di Risè e di Neumann appunto sul Matriarcato psichico.La cui ipotesi condivido ..........società simili potrebbero essere alcune come i Touareg in Africa o sparse tribù africane della guinea,dove però alla fine l'organizzazione sociale è delegata agli uomini,in senso lato anche la società in cui viviamo in occidente potrebbe essere psichicamente matriarcale.

Io in specifico mi riferivo al matriarcato femminista, inteso come organizzazione sociale in mano alle donne.Caratterizzato idealmente da giustizia,uguaglianza una società pacifica.... che sarebbe stata sovvertita dagli uomini non si sà per quale motivo visto che vivevano in armonia :hmm:

Offline Ethans

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Re: Matriarcato:statue preistoriche femminili?
« Risposta #10 il: Giugno 17, 2010, 04:03:51 am »
Ci tengo a fare una precisazione.
All'interno del momas ci sono vari esponenti (tra i quali io e anche Ermini e mi pare lo stesso Rino) che ritengono si possa parlare di "dominio" matriarcale solo a livello psichico, quindi non una società organizzata dalle donne (come nel mito delle amazzoni) ma una società pre-storica (che poi vista l'epoca era una mini comunità, una tribù) in cui, il principio psichico femminile era più forte di quanto non lo fosse in età cristiana o precristiana. (cioè pagana)

Poi che su questa possibilità, che io ritengo plausibile e avvalorata dal fatto che gli uomini vivevano nelle caverne dove, in un periodo glaciale, trovavano riparo e calore, un utero insomma, le storiografe femministe ci abbiano ricamato moltissimo, non v'è dubbio, ma negare completamente (sostenendo che le statue erano veline) un periodo, appunto pre-patriarcale in questo senso, psichico, in cui il femminile poteva esercitare una maggiore influenza, a me non sembra nemmeno corretto dato che , ripeto, lo trovo plausibile.

Secondo me invece questo "dominio matriarcale a livello psichico" è sempre esistito. Anche al giorno d'oggi esiste. La società, per come la vedo io, si basa da sempre su questa polarità maschile/femminile. Una società in cui l'uomo domina sulla donna secondo le sue caratteristiche fisiche e intellettive, esteriori in sostanza, e la donna invece domina sull'uomo da un punto di vista interiore. "Suggerisce" cioè all'uomo, quasi in modo inconscio, il suo volere e questo "velato suggerire" lo attua "soffiando" sulla sua emotività. Producendo una malìa che lo incatena. La donna esercita il suo potere sull'uomo attraverso il grado d'influenzabilità di quest'ultimo.

Per questo io dico che l'uomo comanda alla luce del sole e la donna comanda nell'ombra. E questo da sempre.

Questo per dire che la distinzione tra società "patriarcale" e "matriarcale" non è così netta. Ci può essere, a seconda delle necessità storiche, una leggera predominanza dell'una sull'altra ma, di fatto, non sono mai esistite "società patriarcali" o "matriarcali". Sono esistite società (o gruppi o tribù) diciamo "neutre" in cui, in un processo naturale, si manifestano le due polarità di genere. La società, per definizione, ha in essere la commistione di queste due forze.

E mi sembra una forzatura avvalorare la possibilità storica di una società matriarcale (benchè solo di matrice psichica) tirando in ballo l'associazione grotta=utero. Dove avrebbero potuto vivere gli uomini e le donne a quei tempi se non in una grotta? Mi sembra un simbolismo un pò all'acqua di rose, ecco.
« Ultima modifica: Giugno 17, 2010, 04:19:42 am da Ethans »

Offline Animus

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Re: Matriarcato:statue preistoriche femminili?
« Risposta #11 il: Giugno 17, 2010, 09:31:30 am »
E mi sembra una forzatura avvalorare la possibilità storica di una società matriarcale (benchè solo di matrice psichica) tirando in ballo l'associazione grotta=utero. Dove avrebbero potuto vivere gli uomini e le donne a quei tempi se non in una grotta? Mi sembra un simbolismo un pò all'acqua di rose, ecco.

Non è solo un simbolismo, tu credi davvero che l'habitat non influenzi il rapporto tra i sessi essendo questo più  congeniale all'uno o all'altra?
Liberissimo...

Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Offline Ethans

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Re: Matriarcato:statue preistoriche femminili?
« Risposta #12 il: Giugno 18, 2010, 01:44:10 am »
Non è solo un simbolismo, tu credi davvero che l'habitat non influenzi il rapporto tra i sessi essendo questo più  congeniale all'uno o all'altra?
Liberissimo...

Pienamente d'accordo che l'habitat influenza il rapporto tra i sessi. Infatti la società post-industriale ha fatto si che le donne si liberassero dalla dipendenza nei confronti dell'uomo e iniziassero a rivendicare i loro "capricci". Su questo non ci piove, non fa una grinza. Trovo però che voler dimostrare l'effettiva esistenza di una società matriarcale (ripeto: benchè solo a livello psichico) tramite il parallelismo grotta=utero mi sembra, oltre che parecchio forzato, anche un tantino ingenuo.

Parere personale, ovvio.
« Ultima modifica: Giugno 18, 2010, 02:04:07 am da Ethans »

Offline Animus

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Re: Matriarcato:statue preistoriche femminili?
« Risposta #13 il: Giugno 18, 2010, 08:48:19 am »
Trovo però che voler dimostrare l'effettiva esistenza di una società matriarcale (ripeto: benchè solo a livello psichico) tramite il parallelismo grotta=utero mi sembra, oltre che parecchio forzato, anche un tantino ingenuo.

Parere personale, ovvio.

Intanto dimostrare è una parolona, e io non voglio dimostrare nulla, infatti ho semplicemente scritto "avvalorare", che sta a significare, è un indizio ulteriore, e poi questa matrona seduta su un trono con al fianco 2 leopardi (del 6.000 a.c.), secondo me, non è una velina.

Parere personale....ovvio.  :cool:

 
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Re: Matriarcato:statue preistoriche femminili?
« Risposta #14 il: Giugno 18, 2010, 16:02:48 pm »
Se qualcuno dal futuro dovesse vedere le nostre pubblicità e i nostri manifesti dove prevalgono le donne,anche discinte,sensa alcuna esplicazione verbale, ne potrebbe dedurre che viviamo in una società dove le donne avrebbero tutto il potere reale.............Il potere psichico probabilmente,  a mio avviso consiste in una società dove all'uomo è delegato il potere con i suoi oneri e responsabilità inclusa la competizione e alle donne il beneficio che da questo deriva,sensa tener conto della asimmetria(o tener conto solo a vantaggio della donna)  della differenza tra i due sessi.
Questa è la mia interpretazione del matriarcato psichico ;)....