Autore Topic: "La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?  (Letto 8715 volte)

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Offline Vicus

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #15 il: Luglio 18, 2020, 23:11:14 pm »
Credo nessuno neghi che questa è una guerra, e in guerra gli schieramenti sono sempre due. Che i generali Patton e Montgomery avessero sensibilità diverse è secondario. Contano le idee e gli interessi di fondo, che vedono femministe ed LGBT da un lato, e uomini quasi completamente inconsapevoli ed autolesionisti dall'altro. E finché gli uomini continueranno a considerare alleato il nemico, sono destinati a progressiva dissoluzione in quanto uomini. Anche con brillanti battute sullo sfruttamento economico femminile che servono a scatenare l'applauso ma nulla di più. E' come voler rilanciare l'occupazione restando nell'Euro, finché si gioca con le regole del nemico si perde terreno in cambio di molta demagogia, aperitivi con lo stalker e altri circenses.
Poi non credo che il '68 abbia realizzato alcuna parità, né che ci fosse questa oppressione delle donne prima. Anzi.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #16 il: Luglio 19, 2020, 15:45:38 pm »
Sicuramente non coi carri armati, che oltre a non averli sono completamente inutili.

Non è questione di carri armati, di cui nessuno ha parlato, è questione che per avere la pace bisogna prima fare la guerra.
E per guerra intendo dire che la mentalità, il modo di ragionare degli uomini e di rapportarsi con le donne, deve (dovrebbe...) totalmente cambiare.
Anche i "cavalieri bianchi con la spada sguainata" devono assolutamente scomparire.
Ma questo non sarà (se lo sarà) certamente un processo rapido, bensì lungo.


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Il sistema si autodistruggerà ma noi dovremo fare massa, farci sentire.

Quel giorno saremo già morti da tempo.


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Bene Frank ma se così fosse

La fonte è più che sicura, altro che "se così fosse".
Per quanto riguarda Santiago, devo dirti che pur condividendo in parte le tue affermazioni, al tempo stesso mi lascia perplesso il tuo "accanimento" nei suoi confronti.
Un accanimento che in passato nemmeno io ho avuto nei confronti di Fabrizio Marchi, che per certi aspetti - e dal mio punto di vista, ovviamente - è peggio di Santiago.

Offline Vicus

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #17 il: Luglio 19, 2020, 20:15:35 pm »
Citazione
Per quanto riguarda Santiago, devo dirti che pur condividendo in parte le tue affermazioni, al tempo stesso mi lascia perplesso il tuo "accanimento" nei suoi confronti.
Un accanimento che in passato nemmeno io ho avuto nei confronti di Fabrizio Marchi, che per certi aspetti - e dal mio punto di vista, ovviamente - è peggio di Santiago.
Frank non c'è nessun accanimento personale a differenza di altri. I temi affrontati in relazione a Santiago sono cruciali per la QM. Delle altre questioni che ha scritto e della sua persona non mi sono mai occupato.
Avevo deciso di lasciar perdere (pur, ripeto, trattandosi di questioni cruciali) ma avendo visto che questa cortesia non è ricambiata, con le censure e le gogne da Stasi e le calate dei barbari (tutti di SST e dintorni) su siti terzi al solo scopo di insultare con attacchi personali, il minimo che possa fare è far luce sulle patenti :censored: di certo pensiero QMista.
Certo, se tornasse un clima pacifico e leale su quei siti potrei riconsiderare la cosa.
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Offline Malpais

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #18 il: Luglio 19, 2020, 20:24:15 pm »
il modo di ragionare degli uomini e di rapportarsi con le donne, deve (dovrebbe...) totalmente cambiare.
Anche i "cavalieri bianchi con la spada sguainata" devono assolutamente scomparire.
Ma questo non sarà (se lo sarà) certamente un processo rapido, bensì lungo.

Il processo di cambiamento maschile è sicuramente lungo, ma è già in atto da tempo. La galanteria, tipica di tempi in cui i rapporti tra i sessi erano ben diversi, tra le giovani generazioni sta andando scomparendo. Le stesse donne, non raramente, rimpiangono "gli uomini di una volta", e lo fanno perché effettivamente questi sono sempre più rari.
Le ragioni risiedono nel previo cambiamento delle donne, che, mediante l'evoluzione del sistema capitalistico e del mercato del lavoro, hanno assunto costumi e ruoli sociali tipicamente maschili, tali da indurre gli uomini a non percepire più nelle stesse la debolezza femminile che avrebbe giustificato le tradizionale protezione maschile. In altri termini, le donne, raggiungendo rimunerazioni sostanzialmente identiche a quelle degli uomini, e accedendo alle stanze dei bottoni, hanno smesso di essere sesso debole (ma anche gentil sesso); specularmente gli uomini hanno perso il ruolo di sesso forte, perché la forza, penso sia chiaro, risiede nel potere e il potere deriva dalla ricchezza che si possiede o si produce.


Online Frank

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #19 il: Luglio 19, 2020, 21:14:23 pm »
Il processo di cambiamento maschile è sicuramente lungo, ma è già in atto da tempo. La galanteria, tipica di tempi in cui i rapporti tra i sessi erano ben diversi, tra le giovani generazioni sta andando scomparendo. Le stesse donne, non raramente, rimpiangono "gli uomini di una volta", e lo fanno perché effettivamente questi sono sempre più rari.

Per arrivare "dove dico io" ci vorrà molto tempo.
Resta il fatto che ancora oggi, nella grandissima maggioranza dei casi, i giovani maschi seguitano a finanziare le giovani femmine (cene, regali, ecc), senza avere nulla in cambio dalle suddette, che molto spesso non sanno nemmeno cuocere un uovo.
Al tempo stesso sanno frantumare "a meraviglia" gli zebedei.


Citazione
hanno smesso di essere sesso debole (ma anche gentil sesso); specularmente gli uomini hanno perso il ruolo di sesso forte, perché la forza, penso sia chiaro, risiede nel potere e il potere deriva dalla ricchezza che si possiede o si produce.

Capisco cosa vuoi dire, ma da ex atleta quale sono ci tengo sempre a precisare che dal punto di vista fisico-muscolare le femmine restano sempre il sesso debole.
Mentre per quanto riguarda la questione relativa al "gentil sesso", la penso esattamente come alcuni vecchi della q.m., secondo i quali la c.d. "accoglienza femminile" altro non era che un "prodotto" dell' estinto patriarcato (in Occidente).
Finito quello è emersa la vera natura femminile, che di accogliente e gentile ha ben poco.

Online KasparHauser

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #20 il: Luglio 19, 2020, 22:01:55 pm »
Comunque sulla famiglia e il matrimonio io la penso come Santiago, e non mi sento affatto femminista. Il matrimonio è stato uno stumento di sopravvivenza che rispondeva alle esigenze sia degli uomini che delle donne, le quali un tempo fuori dal matrimonio sarebbero state semplicemente spacciate. Oggi è uno strumento del tutto obsoleto che non serve a nessuno e che, dopo la riforma, trova nell'uomo la parte più penalizzata.

Offline Malpais

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #21 il: Luglio 19, 2020, 22:32:43 pm »
Resta il fatto che ancora oggi, nella grandissima maggioranza dei casi, i giovani maschi seguitano a finanziare le giovani femmine (cene, regali, ecc), senza avere nulla in cambio dalle suddette, che molto spesso non sanno nemmeno cuocere un uovo.

Sì, nei rapporti affettivi le cose stanno probabilmente come dici, soprattutto durante la "fase di conquista". Io mi riferivo principalmente alle relazioni non sentimentali; per esempio, oggi nessun giovane uomo si sognerebbe di cedere il proprio posto su un mezzo pubblico ad una donna (salvo ovviamente che abbia problemi fisici); e non userebbe più, confrontandosi con una qualunque donna, certe gentilezze e cortesie tanto frequenti fino a pochi anni fa. Questo mi fa pensare che le cose stiano cambiando.

Citazione
Capisco cosa vuoi dire, ma da ex atleta quale sono ci tengo sempre a precisare che dal punto di vista fisico-muscolare le femmine restano sempre il sesso debole.

Anche questo è vero, la natura esiste, e non cambia; però i costumi possono influire al punto da offuscarla o ridimensionarne il ruolo.
Le donne fino a pochi decenni fa erano innanzitutto madri, dipendevano economicamente dal marito ed erano in tutti i sensi sesso debole, quindi meritevoli di particolare attenzioni e protezione sociale. Oggi non c'è più ragione di considerarle in questi termini, perché economicamente sono pari agli uomini, ed è ingiusto perciò che siano destinatarie di benefici che non esito a definire privilegi. Ieri come oggi le donne sono più deboli fisicamente, ma se possiedono ricchezza e potere, sono forti, e come tali devono essere trattate.

Offline Vicus

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #22 il: Luglio 19, 2020, 22:42:01 pm »
Comunque sulla famiglia e il matrimonio io la penso come Santiago, e non mi sento affatto femminista.
In tal caso possiamo rallegrarci perché se gli obiettivi di Santiago e della QM coincidono con quelli del femminismo più avanzato (abolizione di matrimonio e famiglia) saranno sicuramente realizzati.
Citazione
Il matrimonio è stato uno stumento di sopravvivenza che rispondeva alle esigenze sia degli uomini che delle donne, le quali un tempo fuori dal matrimonio sarebbero state semplicemente spacciate. Oggi è uno strumento del tutto obsoleto che non serve a nessuno e che, dopo la riforma, trova nell'uomo la parte più penalizzata.
Non tieni conto dei figli che sono gli uomini e i cittadini di domani. I figli dei separati hanno parecchi problemi (difese immunitarie, deficienze cognitive, hikikonori) come mi ha detto proprio un separato. Secondo te come si può rimediare a questo, allevandoli in un falansterio di Stato tipo Bibbiano?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Malpais

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #23 il: Luglio 19, 2020, 23:07:57 pm »
Il matrimonio è stato uno stumento di sopravvivenza che rispondeva alle esigenze sia degli uomini che delle donne, le quali un tempo fuori dal matrimonio sarebbero state semplicemente spacciate. Oggi è uno strumento del tutto obsoleto che non serve a nessuno e che, dopo la riforma, trova nell'uomo la parte più penalizzata.

Quello economico è solo uno degli aspetti secondo cui considerare il matrimonio. Il matrimonio, non solo nell'Occidente cristiano, aveva un significato spirituale che legava i coniugi e costituiva la base, solida, di roccia, su cui costruire la famiglia, elemento essenziale di qualunque società. E così, tramite il matrimonio, generazione dopo generazione, perduravano le civiltà; e nella stabilità familiare, di padre in figlio, si tramandava la propria cultura.
Oggi il matrimonio (civile) non è che una degenerazione, o meglio, una parodia, del matrimonio autentico.

Online KasparHauser

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #24 il: Luglio 19, 2020, 23:48:05 pm »
Sì ma il punto è che i discorsi sulla famiglia e il matrimonio secondo me non sono dirimenti per giudicare un antifemminista e un "eretico" della causa. Come antifemminista se incontro un giovane uomo io gli dico "non ti sposare" .
Come uomo del mio tempo io assisto alle macerie cui una certa visione progressita unita agli interessi del liberismo e del globalismo ci ha portati. Allora il discorso si fa più ampio, l'antifemminismo non è più in grado di abbracciare un orizzonte così vasto, allora le valutazioni su famiglia e matrimonio potrebbero persino cambiare.
E poi insomma, che due nemici si trovino d'accordo su un punto non fa di essi la stessa cosa, sopratutto se a quel punto arrivano per strade opposte. Anche cristianesimo e comunismo ecc. ecc...s'è capito.

Offline Vicus

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #25 il: Luglio 20, 2020, 00:03:00 am »
Qualunque ideologia si giudica dai suoi effetti. Le coppie aperte e la paternità di gruppo sono un disastro per la società. E' stato il femminismo che ha creato questo stato di cose, moltiplicando le separazioni e togliendo i figli ai padri.
Ora Santiago sostiene che la paternità non esiste in natura ma è inculcata dalle femmine e che le scimmie che reputa nostre antenate si disinteressavano completamente della prole. Non ci sono sofismi per non definire questo pensiero femminista, perché legittima tra l'altro l'affido esclusivo.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #26 il: Luglio 20, 2020, 00:34:14 am »
Le donne fino a pochi decenni fa erano innanzitutto madri, dipendevano economicamente dal marito ed erano in tutti i sensi sesso debole, quindi meritevoli di particolare attenzioni e protezione sociale. Oggi non c'è più ragione di considerarle in questi termini, perché economicamente sono pari agli uomini, ed è ingiusto perciò che siano destinatarie di benefici che non esito a definire privilegi. Ieri come oggi le donne sono più deboli fisicamente, ma se possiedono ricchezza e potere, sono forti, e come tali devono essere trattate.

Qui sfondi una porta aperta.
Aggiungo che in un contesto sociale come il nostro, le femmine son forti anche se non hanno ricchezza e potere derivato dalla posizione sociale, perché possiedono già un altro potere naturale, ovvero quello sessuale.
Ovviamente il discorso vale finché son relativamente giovani e attraenti.

Offline Jason

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #27 il: Luglio 20, 2020, 01:04:30 am »
In tutti questi discorsi penso che il fraintendimento di quello che dice Vicus sulla famiglia è il pensare che criticare la visione di Santiago voglia dire consigliare agli uomini di sposarsi per combattere il femminismo .

Perchè un conto è mettere in guardia gli uomini dalle leggi che oggi, dopo il divorzio, avvantaggiano le donne, e qui non c'è bisogno di spiegare il perchè. Un altro è accettare  la narrazione secondo la quale il matrimonio in realtà era un costrutto artificiale che opprimeva gli uomini .  In altre parole,  combattere il femminismo sullo stesso terreno dove è cresciuto il femminismo . Se c'è una strategia migliore per perdere miseramente è proprio questa . Anche perchè la visione di Santiago nega la base dell'antisessismo, cioè la teoria bisessista . Negare la base dell'antisessismo significa negare la QM .

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Il matrimonio è stato uno stumento di sopravvivenza che rispondeva alle esigenze sia degli uomini che delle donne, le quali un tempo fuori dal matrimonio sarebbero state semplicemente spacciate. Oggi è uno strumento del tutto obsoleto che non serve a nessuno e che, dopo la riforma, trova nell'uomo la parte più penalizzata.

Ti darei ragione se non fosse per il fatto che a sbattersi contro le leggi antimaschili sono perlopiù i padri separati . Che , saranno pure QMmisti solo perchè , per usare un termine alla frank, ci hanno "sbattuto il muso", ma nei fatto ci mettono la faccia . AD oggi, da parte di chi tira fuori tutte le belle prediche sul matrimonio che ormai non serve a niente perchè - completa tu - , fin'ora proposte concrete , tolti i bigenitorialisti , non ne ho mai lette nè sentite . Mentre le femministe più furbe - furbe nel senso che sottilmente sanno fare i loro interessi - già parlano di riformare la legge 54/2006 , che già in minima parte ha risolto i problemi sulle mancate presenze paterne , e sapete già cosa significa se scompare la 54 . Ora, vogliamo impedire lo scippo del già precario diritto di un bambino ad avere entrambi i genitori oppure è sufficiente lamentarsi che in realtà sposarsi era un'oppressione per gli uomini ?*

Invito il "santiago pensiero" ad andare dall'ex marito di questa tizia :
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/01/17/alienazione-parentale-il-caso-laura-massaro-ha-aperto-un-vaso-di-pandora/5674921/

che da almeno 4  anni combatte contro l'ostracismo nei suoi confronti, a fare la predica secondo la quale lui è stato stupido a sposarsi perchè il matrimonio opprimeva gli uomini , anzichè fornire un concreto aiuto , per quello che ovviamente si può fare ci mancherebbe altro .


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La fonte è più che sicura, altro che "se così fosse".

Lasciamo perdere il passato perchè una persona si può anche ravvedere , adesso Claudio Risè fra propaganda antimaschile o dice cose prettamente QMmiste ? Mentre santiago negando di fatto il bisessismo è realmente QMmista ? Le etichette servono a poco, altrimenti dovrei pensare che Lauder , che disprezza apertamente gli incel, sia un antifemminista . Chi disprezza gli incel per partito preso è tutto tranne che antifemminista , perciò ormai le etichette le lascio stare .

*Mentre scrivo qui alcune pagine femministe e politichE si stanno già muovendo in tal senso a fare interrogazioni per sfilare da sotto il naso la 54 e quindi estromettere definitivamente il padre dalla vita dei figli. Scegliete voi qual'è il male minore .
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Offline Vicus

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #28 il: Luglio 20, 2020, 04:53:50 am »
Qualcuno dovrebbe spiegarmi come si può essere QMisti affermando che la paternità è un lavaggio del cervello femminile. Come la mettiamo con la tutela dei separati, fondamento della QM?
E' una posizione poco seria, per usare un eufemismo e un'idea femminista, confermata dai due libri scritti da femministe e da un giudice familiare donna che ho sentito tempo fa per cui era normale affidare i figli alle madri. Questi sono gli EFFETTI del Santiago-pensiero, che qualche battuta su Giovenale non vale a riscattare.
« Ultima modifica: Luglio 20, 2020, 11:29:11 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline santiago

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #29 il: Luglio 20, 2020, 12:05:48 pm »
Invito il "santiago pensiero" ad andare dall'ex marito di questa tizia :
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/01/17/alienazione-parentale-il-caso-laura-massaro-ha-aperto-un-vaso-di-pandora/5674921/

che da almeno 4  anni combatte contro l'ostracismo nei suoi confronti, a fare la predica secondo la quale lui è stato stupido a sposarsi perché il matrimonio opprimeva gli uomini , anziché fornire un concreto aiuto , per quello che ovviamente si può fare ci mancherebbe altro

A quanto pare la recensione è arrivata prima della lettura dell'opera. Insomma, una recensione aprioristica. Dubito che l'esito della recensione finale cambierà di molto, in quanto si tratta di una recensione “predeterminata”. Speriamo.

Come sostengo ormai da molto tempo, la confusione (e la polemica) arriva da quello che dico io e da quello che Vicus dice che dico io, che non sono la stessa cosa.

Io non ho mai respinto la paternità, né la famiglia né ho affermato che la civiltà è stata creata dalle donne né che le donne abbiano oppresso per millenni gli uomini. Sinceramente, stanca ripeterlo.

Io sono un papà separato, i miei figli mi sono stati sottratti in una separazione conflittuale allucinante nata nel 2006 e che non è finita (!). Mi sono allora avvicinato alla questione maschile perché mi sono subito accorto che io avevo un problema non in quanto marito o in quanto padre, ma in quanto uomo. Il mio problema e la discriminazione che subivo in ogni sede era dovuta al fatto che ero un uomo.
L'opera nasce da questa esperienza vissuta, è esplicitato tanto all'inizio (introduzione) come alla fine, nell'epilogo (Requiem), un'appello per i diritti calpestati dei papà separati, esplicito. Dunque non capisco in che modo l'opera, che rivendica il ruolo paterno nella stessa premessa e nell'epilogo conclusivo, possa diventare un attacco alla paternità come fanno le femministe, quando è tutto il contrario. Naturalmente all'interno dell'opera denuncio la situazione dei mariti e dei papà separati (supportata come al solito da numerose citazioni e sentenze allucinanti), di papà che addirittura si suicidano per la perdita dei figli, come facevano nell'antichità.

L'intenzione dell'opera è realizzare un “capovolgimento” interpretativo, con un approccio perlopiù inedito, molto storico. Come c'è scritto all'inizio, titolo interno dell'opera, “Il secondo sesso capovolto”, titolo respinto dall'editore (ma da me mantenuto all'interno), l'intenzione dimostrare che è ragionevole e verosimile una lettura capovolta, non solo de “Il secondo sesso” (l'opera sinceramente a mio avviso più completa) ma di tutte le opere femministe precedenti e successive (citate nella bibliografia, comprese le tre enciclopedie delle Storia delle donne, libri promossi e finanziati da governi, università e “dottori”). E per capovolgere questa lettura della realtà (che è soggettiva!) ho usato principalmente i loro scritti, le loro fonti (!). Dunque viene fuori una narrazione perlopiù capovolta, che non vuol dire che sia falsa, di sicuro verosimile tanto come quella femminista. Importante perché io affronto gli argomenti spesso citando la premessa femminista per criticarla e smontarla. Lo scopo dell'opera non è pertanto creare un nuovo ordine sociale, familiare, religioso o qualcosa altro.

Ripeto di nuovo, il mio libro affronta quasi “tutto” perché il femminismo affronta “tutto”. Dunque gli argomenti specifici occupano soltanto una piccola parte nel complesso di tutta l'opera (ad esempio, il sessismo del linguaggio è trattato in più pagine del matrimonio nella storia). Naturalmente è lecito essere in disaccordo su questo o quell'argomento, ma vorrei smentire l'immagine che sembra venir fuori che l'opera consiste in un argomento esclusivo o principale, il matrimonio, quando presenta decine di tematiche diverse.

Detto questo, argomenti conflittuali: paternità, famiglia (matrimonio), sesso. Cerco di spiegarmi (per l'ennesima volta?)

Paternità: Ho aperto in questo Forum addirittura un post apposta per dirimere sulla questione, in modo di fornire ognuno argomenti e/o documenti della propria tesi. Non mi sembra che siano arrivati. Comunque la mia posizione (e dell'opera): la paternità (si intende affettiva) non è qualcosa di naturale. Ho segnalato che persino una parte del femminismo nega che la maternità sia un processo naturale, malgrado sia molto più evidente il legame che si crea dopo nove mesi di gravidanza. La paternità è un processo affettivo che si deve coltivare nell'uomo. Questa tesi è difesa nell'opera da numerose citazioni tanto etnologiche come etologiche, possono piacere o meno, ma rendono la posizione che ritiene l'amore paterno un processo automatico naturale a mio avviso indifendibile. Ripeto (ennesima volta) che qualcosa sia naturale o culturale non legittima di più o di meno un argomento (ad. es. l'omicidio o lo stupro è naturale, fa parte di una comportamento naturale). Dunque, una volta che si è costruita nella psiche maschile un legame affettivo con la prole, è un crimine spezzare questo legame. Non vedo come questa “realtà” possa sminuire i diritti dei padri, e per quale motivo non si dovrebbero adoperare gli stessi argomenti contro le madri usando le teorie femministe che sostengono che la maternità non è naturale. Detto questo, l'argomento era stato trattato in base a questa premessa della storiografia femminista: “nel matriarcato, quando gli uomini avrebbero scoperto la paternità (anche secondo questo modo di pensare la paternità non sarebbe un processo immediato e naturale), avrebbero soggiogato le donne per trasmettere i geni e i beni in sicurezza”. Io nego che la scoperta della paternità sia sorta dal nulla e per mano maschile, al contrario era di tutto interesse per le donne in un ambiente ostile (con minore capacità di sopravvivenza, ancora peggio con la prole) coltivare questo sentimento affettivo a proprio vantaggio (come avviene da un punto di vista etnologico e etologico, con esempi forniti nel libro). Penso all'attualità, per fare un esempio che ho segnalato nell'opera e mantenendo le distanze, come le uniche paternità “obbligatorie” di pari tempo condiviso richieste dalle madre, e concessi dai Tribunali, sono quelle che hanno figli con grandi problematiche di salute e richiedono tempo e cure.

Famiglia: non capisco in quale parte dell'opera è stata demonizzata la famiglia. Al contrario, mi sembra che ci siano qualche volta commenti di apprezzamento.
La domanda è : quale tipo di famiglia? E anche qui purtroppo non sono riuscito a ottenere una risposta. Lungo la Storia e nelle diverse società sono esistite e esistono numerosi tipi di famiglia, che a noi occidentali possono sembrare allucinanti. Immagino che qualcuno abbia in mente unica ed esclusivamente la famiglia intesa come matrimonio monogamico. Perché? E perché dovrebbe essere soltanto quel modello di famiglia l'unico universale e imposto per legge? Eurocentrismo, cristianocentrismo o egocentrismo? Comunque l'opera non si occupa di famiglia, ma ci sono dei concetti legati: matrimonio e sesso.

Credo sia fondamentalmente sbagliato legare il concetto di matrimonio (modo di vita scelto tra due adulti) con quello della paternità (crescita di un figlio). Questi due processi spesso coincidono ma possono avvenire anche in maniera distaccata. Dunque da una parte c'è la crescita di un minore, e la mia posizione è sempre stata quella di garantire il diritto del minore a crescere con un modello di riferimento forte maschile (paternità) e un modello di riferimento forte femminile (maternità). Paternità e maternità non sono in discussione.
Dall'altra parte ci sono due (o più adulti) che decidono di vivere in coppia o gruppo come meglio considerano secondo le proprie credenze, morale e fede, ciò che chiamiamo matrimonio. Oltre per una collaborazione per la sopravvivenza, il matrimonio diventa tale perché c'è tra i loro membri anche il concetto di “amore-sesso”. La mia opera non critica nemmeno il matrimonio in sé, anzi parla di matrimoni felici, l'opera critica molto fortemente il concetto della “monogamia” sessuale, che è innaturale nell'uomo (di nuovo supportato da numerosi citazioni e fonti), e di conseguenza il “matrimonio monogamico” o qualsiasi matrimonio sessualmente limitativo. La sessualità maschile è espansiva e senza limiti, al contrario di quella femminile (il libro cita fonti e argomenti). Le tesi femministe sono: “il matrimonio è un'istituzione a danno delle donne”. Nell'opera, dimostro il contrario, il matrimonio era l'istituzione che aiutava a sopravvivere soprattutto la donna (e prole), l'uomo se la cavava anche senza. Inoltre, lungo la Storia dimostro che il matrimonio è stato ritenuto un peso principalmente dall'universo maschile, le donne al contrario volevano sposarsi. Questi sono fatti (supportati da fonti e citazioni), chi non è d'accordo può pubblicare le proprie fonti e citazioni contrarie. Altra tesi: “la morale sessuale a colpito in maniera più devastante la vita sessuale delle donne”. E qui la mia critica diventa molto netta (e qui, a quanto pare, c'è lo scontro con la posizione di Vicus), la mia posizione è che l'uomo non ottiene alcun beneficio logico della moralizzazione del sesso (nemmeno dunque di sposarsi in un matrimonio monogamico), della culturalizzazione del sesso diverso di quanto avviene in natura (come abbiamo visto nulla c'entra l'argomento della paternità in questo ambito). Al contrario, le donne ottengono soltanto benefici dalla moralizzazione del sesso (e anche del matrimonio monogamico) (tutto spiegato in maniera più approfondita e supportato da numerosi fonti e citazioni).

Ho già spiegato che “moralizzazione del sesso” e “costruzione della civiltà” non sono sinonimi, comunque, andiamo avanti così.
Lo scopo del libro non è sostenere che “gli uomini abbiano vissuto millenni oppressi dalle donne”, tesi mai affermata da nessuna parte. È anche vero che dal libro viene fuori una fotografia di sofferenza maschile e non molto bella per l'immagine femminile, per il semplice fatto che è una fotografia capovolta de “Il secondo sesso”, dunque narra i misfatti delle donne e le sofferenze degli uomini. Molto superficialmente, e penso che qui si possa concordare, divido la sofferenza in due tipi: quella fisica (che si può contare: morti, feriti, imprigionati, torturati) e quella psicologica. La prima è obiettiva, e su questa qualsiasi confronto è superfluo. L'uomo è senza ombra di dubbio la vittima fisica della Storia. Molto diverso quella psicologica, che è soggettiva. Su questa io offro una lettura, naturalmente maschile.

Valori, religioni: non è un'opera sulle religioni né vuole essere un'opera moralista. Naturalmente critico gli “eccessi” delle religioni, tutte, parlo principalmente del cristianesimo perché io e il femminismo siamo nati in Occidente. Comunque non mi sembra di aver scritto un libro assolutamente antireligioso, anzi nella parte conclusiva, all'ora di criticare i “nuovi” valori del femminismo, mi sembra di confermare e avvalorare molti dei valori cristiani (e religiosi in sé).

Ribadisco, è lecito dissentire (e naturale, direi, visto il numero di argomenti trattati), ma dai commenti e recensioni che mi arrivano ogni tanto dai lettori mi sembra che ci sia una generale approvazione. Su questa sede mi sembra Frank ha affermato di aver letto l'opera (non so se solo il primo volume o entrambi i volumi) e dal commento (che ringrazio) non mi sembra deluso. Se te la senti (sarei curioso, anche per migliorare), fammi sapere succintamente magari i punti che trovi problematici o in disaccordo dell'opera.

Come sempre, senza acredine, volevo solo chiarire la mia posizione (anche perché vedersi criticare di non essere empatico con i papà separati quando io provengo proprio da quel contesto e da quell'esperienza è un controsenso).