Autore Topic: "La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?  (Letto 8823 volte)

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Offline Vicus

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #60 il: Luglio 09, 2022, 14:37:50 pm »
Essendo ripresa la grave maleducazione e mancanza di rispetto di sostenitori di Santiago, non vedo perché dovrei far loro la cortesia di tacere sui danni alla QM che provocano le sue discutibili idee e ricostruzioni storiche, contrarie alla paternità e alla famiglia come quelle delle femministe e non certo favorevoli a una accettabile convivenza tra i sessi, su cui poggia la sopravvivenza del genere umano.

Alle pagg. 61-68 Santiago, nel pur nobile intento di smontare la teoria del patriarcato, tenta di dimostrare che il linguaggio esprime il dominio delle donne, naturalmente dagli albori dell'umanità. Inizia con un lungo elenco, di varie pagine, di termini positivi femminili e negativi maschili scelti in modo non proprio imparziale. Di per sé non dimostra nulla, considerate le differenze linguistiche e le considerevoli omissioni. Esempio: sia pace che guerra sono termini femminili; "morire per la madre patria" (termine poco usato) ha un equivalente maschile che Santiago omette, "morire per il proprio Paese"; il Diavolo è maschile, ma lo sono anche le Furie, le Erinni e Lilith su cui Santiago tace; meno male che riconosce che Dio Padre è maschile (altra omissione sintomatica: di Gesù e di Messia non parla). Non allungherò l'elenco quanto Santiago.
Il punto cruciale però è che l'autore afferma che il linguaggio esprime il dominio femminile con una ipotesi discutibile: il genere maschile sarebbe addirittura neutro, perché ad es. si riferisce all'intero genere umano ("tutti gli uomini"), mentre quello femminile, riferendosi solo alle donne, esprimerebbe un privilegio (Santiago paragona le donne al re). Tralascio l'ovvia considerazione che il genere neutro non designa persone di entrambi i generi, ma cose che non hanno genere.
Si potrebbe usare lo stesso argomento per affermare che il genere femminile non rappresenta una superiorità ma una variazione rispetto alla norma, come vedremo ora.
Santiago arriva ad affermare che "il padre non esiste", "il padre è muto" perché la lingua verrebbe appresa esclusivamente (!) dalla madre. Un'insistenza sull'irrilevanza della paternità che andrebbe spiegata.
L'ipotesi di Santiago cade se si tiene conto che tutte le tecnologie, tutte le invenzioni e gli artefatti umani sono linguaggi e il creatore delle tecnologie è l'uomo (cf. Eric McLuhan, Le Leggi dei Media, ed. Lavoro).
Spiega McLuhan (che insieme al padre ha studiato queste cose per quasi un secolo) che per artefatti vanno intesi anche le civiltà, i costumi e gli usi sociali e l'uomo è il creatore di queste civiltà.
L'affermazione secondo cui le donne sarebbero alla base di complessi rituali ed evoluti codici legali, elaborate tecnologie e tattiche di guerra, raffinate formule matematiche ed opere d'arte (salvo eccezioni di second'ordine) cozza contro l'evidenza dei fatti; anzi è proprio nell'era delle "donne al potere" che le leggi e la società degenerano vistosamente, legittimando persino quell'aberrazione contro natura chiamata aborto.

Quindi affermare che il genere femminile sia espressione di un privilegio e di una sorta di monopolio femminile della lingua è evidentemente arbitraria.
Basterebbe che Santiago si leggesse il racconto biblico della donna tratta dalla costola dell'uomo (che anche per chi non crede ha valore di documento antropologico) per capire la prevalenza del genere maschile (non neutro come sostiene lui) in molte lingue.
Oggi, queste sono affermazioni politicamente scorrettissime, ma come diceva Cicerone "l'ho scritto e non lo cancello".

Nelle ipotesi dell'autore passa inosservato un elemento sintomatico: sembra che per Santiago il luogo dell'esercizio del potere non sia il trono e il campo di battaglia ma il letto, con mogli petulanti a comandare come burattini filosofi, inventori, re e condottieri e che frivoli pettegolezzi di comari al balcone creino le più grandi opere della civiltà umana e decidano le sorti di imperi.
Lungi dall'affrancare gli uomini, Santiago si muove inconsapevole nella cultura femminea ed LGBT che oggi plasma le idee maschili; per cui non deve stupire che rilegga la Storia in chiave effeminata, come in certi programmi televisivi dominati da parrucconi e travestiti, per i quali la civiltà umana e lo stesso senso dell'esistenza si riducono al boudoir.
« Ultima modifica: Luglio 09, 2022, 14:53:12 pm da Vicus »
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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #61 il: Luglio 09, 2022, 21:43:33 pm »
Un mio utente commenta:

Spieghiamo la sequenza di bestialità che è stata scritta da Santiago partendo dalle origini. Innanzitutto bisogna specificare che l'uomo era un cacciatore, ma non poteva andare a cacciare con tutti i maschi in grado di farlo, perchè questo avrebbe comportato il grandissimo rischio di lasciare le donne da sole senza che potessero essere difese da uomini maturi nel caso di attacco da parte di gruppi umani malintenzionati o di belve feroci. Questo vuol dire che gli uomini in grado di cacciare si suddividevano in due o più squadre, a seconda di quanto era grande la comunità, di cui almeno una rimaneva con le donne. Ciò però poteva costituire un problema, perchè alcuni maschi potevano insidiare le donne degli altri. Ecco però cosa dice Morris in "La scimmia nuda".

"Per cominciare, i maschi dovevano essere certi che le femmine sarebbero rimaste loro fedeli quando le lasciavano sole per andare a caccia. Le femmine dovettero così sviluppare una tendenza a formare una coppia. Inoltre, se si voleva che i maschi più deboli collaborassero alla caccia, bisognava accordare loro maggiori diritti sessuali. Le femmine dovevano essere più suddivise e l'organizzazione sessuale più democratica e meno tirannica. Quindi anche il maschio doveva avere una forte tendenza a formare la coppia. Per di più, i maschi ora disponevano di armi mortali, il che avrebbe reso molto più pericolose le rivalità sessuali; un'altra buona ragione perché il maschio venisse soddisfatto da una sola femmina". pag. 37

Nello spiegare come si è formato il rapporto di coppia l'illustre zoologo non fa mistero dell'uso del sesso non a fini procreativi o lo sviluppo di particolari parti del corpo a forte carattere erogeno, ma ritiene che ben più importante sia stata la formulazione di un linguaggio di coppia per comunicare i sentimenti, favorito da un rituale di accoppiamento che privilegiava i rapporti faccia a faccia. Tutto ciò è avvenuto per gradi e ha favorito diversi cambiamenti: il viso ha iniziato a riprodurre i genitali ( fenomeno di auto-imitazione ) e le espressioni del viso hanno lasciato il posto ad un linguaggio articolato. Per Morris il linguaggio non è nato da madre a bambino, ma tra uomo e donna per tenere saldo il legame monogamico che era indispensabile per provvedere all'educazione della prole. Lo stato di neotenia umana dura 21 anni, tempo in cui il cervello arriva alla piena capacità, e in questi 21 anni la prole ha tutto il tempo per imparare i complicati "mestieri" dell'adulto, il che ha reso impossibile il tirocinio in un regime di promiscuità.
Ora immaginiamo l'educazione di un cucciolo di neanderthal maschio. Chi gli spiegava la sofisticata tattica di appostamenti e rincorse con cui si spingevano gli animali verso le trappole o il lancio incrociato di lance? La madre o il padre? Andiamo oltre. Santiago non sa assolutamente nulla di come vivevano i primi Homo sapiens. Ecco, è molto semplice. Vivevano in comunità parentali piuttosto ristrette lungo dei percorsi circolari che attraversavano steppe e boschi. Qui H. sapiens si spostava, esercitava l'arte della caccia e raccoglieva quello che trovava. Possiamo anche affermare che questi percorsi non nascevano a casaccio. Solitamente erano passaggi obbligati verso luoghi di approvvigionamento idrico. Alcuni di questi sentieri preistorici sono diventati pezzi della via Appia e della via Aurelia, perchè l'approvvigionamento idrico interessava anche i Romani. Proprio andando a scavare i resti romani, gli archeologi hanno trovato in prossimità delle fonti i resti dei "caravan serragli" preistorici. In prossimità delle fonti gruppi parentali diversi, che provenivano tutti da differenti sentieri circolari, si incontravano e qui prendevano moglie e commerciavano prodotti di artigianato. La prova di questi caravan serragli è soprattutto la presenza di accumuli di punte di selce lavorate con la tecnica musteriana. Ora secondo te, chi parlava all'altro gruppo parentale, il pater familias o la sua donna?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #62 il: Luglio 12, 2022, 01:56:24 am »
Da quel che Santiago stesso dice il pater familias "non esiste", è superfluo, "muto", quando c'è è un'appendice della donna.
A quanto pare non è il padre o altri uomini a insegnare l'arte del combattimento. L'uomo va in guerra controvoglia per proteggere la donna, quasi lo obbligasse lei (come non lo so); ma, lieve contraddizione, si arruola anche volontariamente per scappare dal matrimonio come se, di nuovo, una donna potesse costringerlo a sposarsi.
Tutto (cultura, tecnica, norme etiche e civili, guerra e pace) avrebbe come senso e scopo il mantenimento delle donne, per cui tanto vale buttare la civiltà all'aria.

Il testo di Santiago conserva però il valore di un documento antropologico, che mostra come lo spirito di quest'epoca femminista plasmi (spero involontariamente) persino le idee di un attivista maschile: se oggi il padre non esiste ed è sfruttato dalla moglie, vuol dire che è andata sempre così; meglio darsi alla birra e al "coito coercitivo", senso dell'esistenza maschile sin dalla comparsa degli uomini (meglio: degli ominidi) sulla Terra.
Non ci si accorge che è precisamente quello che sta avvenendo ora: rinuncia degli uomini a essere protagonisti della società (per cambiarla, non per "mantenere") e regressione subumana della loro esistenza, dedicata unicamente alla ricerca (per lo più vana) del sesso. Ma non servono due tomi e movimenti maschili per mantenere lo status quo.
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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #63 il: Luglio 18, 2022, 01:35:01 am »
Utente Conte:

Alle pagg. 61-68 Santiago, nel pur nobile intento di smontare la teoria del patriarcato, tenta di dimostrare che il linguaggio esprime il dominio delle donne, naturalmente dagli albori dell'umanità.

Vediamo nel dettaglio questo presunto dominio femminile nel linguaggio e a tal proposito mi avvalgo della nobile lingua latina. In latino uomo si dice vir che però non vuol dire solo maschio, ma anche uomo illustre, eroe, sposo, amante, soldato e ha originato una delle parole più importanti del latino, ovvero vis ( notare il rotacismo della r in s ) che significa forza, potenza, violenza, assalto militare, colpo di stato, forze armate, capacità militare, influenza, importanza, abbondanza, moltitudine, al plurale possibilità, potere sugli altri, risorse economiche, ma soprattutto genitali maschili. Da vir si è originato quasi mezzo vocabolario:

vira=donna
viracius=maschio, forte, dalla grande forza
virago=donna robusta, eroina, guerriera
viratus=virile, audace
virdis=verde, gagliardo, rigoglioso, giovanile, fresco
virectum=luogo erboso
virens=verdeggiante
virentia=vegetazione
vireo=verdeggiare, prosperare, fiorire
viresco=divenire fiorente, rafforzarsi, diventare verde
virga=bastone, verga, pollone, bacchetta magica, ramo dell'albero genealogico
virgator=fustigatore
virgatus=intrecciato con verghe, striato, variegato
virgea=fronde, ramoscelli
virgetum=saliceto
virgeus=fatto di ramoscelli, di vimini
virgi(n)demia= (in senso scherzoso) un sacco di botte
virginal=oragni genitali femminili, in senso figurato verginità
virginale=organo sessuale femminile
virginalis=di fanciulla, di ragazza vergine
virginarius=relativo alle vergini
virgineus=da ragazza, da giovinetta, non ancora lavorato
virginitas=condizione di vergine, in età da marito
virginor=avere atteggiamento da vergine
virgo=fanciulla in età da marito, priva di esperienza sessuale, giovane sposa, vestale
virgosus=ricco di fronde o di polloni
virgula=ramoscello, bacchetta, filo di fumo
virgulatus=fatto a strisce
virgultum=pollone, cespuglio, rovo, macchia
virgultus=ricoperto di cespugli
virguncula=ragazzina
viria=braccialetto maschile
viriatus=ornato di bracciali
viriculae=risorse o forze limitate
viriculum=spiedino, scalpello da incisore, giavellotto
viridans=verdeggiante, fulgente, splendente
virid(i)arium=boschetto, parco, giardino alberato
viride=verde, foraggio, erba fresca
viridesco=inverdirsi
viridia=parco
viridicans=tendente al verde
viridis=verde, coperto di vegetazione, giovane, tenero, fresco, vigoroso, fiorente, pieno di salute, robusto
viriditas=di colore verde, vegetazione, vigore, freschezza, rigoglio, vivacità
virido=rendere verde, rigoglioso, far crescere
virilia=l'insieme degli organi genitali maschili, azioni coraggiose, comportamenti virili
virilis=maschio, virile, di adulto, coraggioso, energico, da vero uomo
virilitas=virilità, potenza sessuale, facoltà generativa, età virile, pene, forza di carattere
viriola=bracciale maschile
viriosus=vigoroso, forte, poente nei suoi effetti
viripotens=epiteto di Giove per poderoso, forte, possente
virisiccus=seccato, stagionato
viritanus=suddiviso in parti eguali
viritim=a testa, per ciascuno, singolarmente
viror=verde
virosus=che ricerca maschi, viscido, vischioso, puzzolente, maldicente, infame
virtuosus=virtuoso
virtus=virtù, capacità, l'insieme dei pregi e delle doti morali e fisiche di una persona, coraggio, esercito, forza, prodigio, miracolo
virulentia=infezione, fetore, puzza
virulentus=velenoso, tossico, virulento
virus=umore, secrezione velenosa di piante e animali, salsedine, sapore amaro, puzza, odore cattivo

Quante sono invece le parole che si sono originate da femina? Se ne contano solo una decina, con significato poco importante o dispregiativo. L'italiano donna deriva da "domina" che a sua volta deriva da "domus", la casa, cioè è la casa che ha generato tutti i termini che ruotano attorno al mondo femminile e non il contrario. E qui salgono a due le imbarazzanti evidenze che negano che il linguaggio sia stato dominato dalle donne. Se infatti così fosse stato, sarebbe la donna a riempire di significati la lingua latina e non vir, ma soprattutto sarebbe il termine casa ad originarsi da donna e non il contrario.
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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #64 il: Luglio 18, 2022, 16:19:46 pm »
Qualunque linguista alle prime armi stroncherebbe l'intero contenuto di quel post. Le parentele inesistenti tra i lemmi si sprecano. Vir è la radice base solo di un gruppo di parole, non la parola base da cui sono state tratti tutti i sostantivi elencati.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #65 il: Luglio 18, 2022, 20:23:32 pm »
Può darsi ma che il linguaqggio esprima una superiorità femminile è cosa da lasciare di stucco il 100% dei linguisti
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Offline Sardus_Pater

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #66 il: Luglio 18, 2022, 23:56:01 pm »
Può darsi ma che il linguaqggio esprima una superiorità femminile è cosa da lasciare di stucco il 100% dei linguisti

Beh, nei ceppi linguistici indoeuropei questo è lampante.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #67 il: Luglio 20, 2022, 13:02:54 pm »
L'utente Conte risponde:

Vediamo cosa ci dice la semantica. Il termine vir è prettamente maschile e non indica solo l'uomo, i suoi genitali e il complesso di pregi, doti, virtù che lo caratterizzano. Esso denota la sua estrazione dal mondo della caccia e della natura. Da vir si è originato tutto, dal filo d'erba, al ramoscello, dal cespuglio, all'albero, dal boschetto alla foresta. Sopravvivono termini come viriculum che alludono alla sua atavica attitudine a fabbricare manufatti per la caccia e in quanto manufatti erano, per dirla alla Ida Magli, espressioni, emanazioni, proiezioni dell'altro arnese che aveva in dotazione per natura, ovvero il pene. Anzi, tutta la natura che era intorno a lui era chiamata come lui, aveva un vir con cui si faceva iniziare il nome delle cose. Il termine virtù si origina non solo da uomo, ma da due delle sue caratteristiche peculiari: il coraggio del cacciatore che affrontava le belve feroci e il coraggio del soldato che affrontava il nemico per difendere la famiglia e la patria. Come dalla caccia è nata l'arte della guerra e il cacciatore è diventato soldato, così il coraggio ha originato tutte le altre virtù. Vir poi è arrivato a designare le donne, le cosiddette virae, che però non sono donne a caso, ma solo quelle che gravitano attorno al nucleo familiare di un vir: fanno parte la moglie, le figlie, le schiave e le eventuali concubine. Virae è un altro segno con cui ha "significato" a sua immagine e somiglianza il mondo che aveva intorno a sè. Sono sue "proprietà". Veniamo poi alla questione scottante di come da vir si sia potuto originare un termine indicante l'organo sessuale femminile. La parola "vagina" in latino indicava solo la guaina della spada; "vulva" indicava generalmente la parte intima e interna di una donna, ma non necessariamente la zona propriamente erogena, poichè designava più che altro l'utero. Anche in questo caso il fatto che l'organo femminile sia il negativo di quello maschile, virginal, significa il prendere possesso dell'organo sessuale femminile da parte del pene maschile e di conseguenza ogni virgo era una donna adatta e degna allo scopo procreativo. Virginal è quindi usato nella sola accezione di zona erogena che sta a diretto contatto con la virga durante il coito. Il termine famiglia non si è originato da femina, altro dato imbarazzante per Santiago che pretende di sminuire questa istituzione che ha storicamente garantito una donna per ogni uomo, facendola passare per una trappola ordita dalle femmine per incastrare i maschi alfa ( che oltretutto lui non è ). Il termine famiglia deriva dalle parole latine fama e fames, la prima indica l'appetito per le azioni che procurano gloria e ammirazione, la seconda indica il semplice appetito per il cibo. Infatti la radice "fam" è onomatopeica e deriva dal suono "am" con cui si è soliti imboccare i neonati. Am è notoriamente anche la radice con cui è nata la parola amore. Si ama perchè si sfama chi si vuole bene. E' questo il concetto che ha sviluppato il vir venator prima di diventare un vir faber e iniziare a regalare i gioielli con il diamante. La famiglia è dunque il luogo dove si mangia, grazie all'arte venatoria. Il povero Santiago dovrebbe scriverselo sulla fronte, così la prossima volta eviterà di scrivere certe castronerie.
« Ultima modifica: Luglio 21, 2022, 09:36:42 am da Vicus »
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« Risposta #68 il: Luglio 21, 2022, 09:37:19 am »
Basterebbe che Santiago si leggesse il racconto biblico della donna tratta dalla costola dell'uomo (che anche per chi non crede ha valore di documento antropologico) per capire la prevalenza del genere maschile (non neutro come sostiene lui) in molte lingue.
Anche in latino vir dà origine a vira e non il contrario, altrimenti, per fare alcuni esempi, viripotens non sarebbe l'epiteto di Giove, i bracciali da uomo li chiamerebbero con termini che derivano da femina e non da vir, il virgetum non avrebbe indicato un saliceto, visto che il salice è l'albero sacro di Marte, il Dio della guerra.
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« Risposta #69 il: Luglio 28, 2022, 21:14:56 pm »
Citazione da: Conte
Anche il latino dimostra che la donna è originata dall'uomo
Immagino i possibili commenti, ma qui parliamo di lingua non di biologia e d'altra parte cominciano a circolare ipotesi "scientifiche" secondo cui l'uomo sarebbe derivato da un primordiale sesso femminile. Nulla vieta quindi di formulare l'ipotesi opposta.

Possiamo constatare che Santiago è un padre di famiglia che ha lottato per anni per l'affido dei figli, per cui i suoi commenti in rete su australopitechi e coiti coercitivi hanno il sapore di un falso per il pubblico.
E' ricorrente nella storia, specialmente in certi contesti, una doppia morale: una per gli eletti, le élites, gli iniziati, l'altra per il popolo-bestia. Non voglio avanzare ipotesi in assenza di prove certe (ma non sussistono neanche prove per smentirle). Tuttavia, non è alquanto curioso dire al pubblico che la paternità è un fardello inutile e imposto e poi intraprendere battaglie legali di anni per l'affido dei figli?
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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #70 il: Agosto 06, 2022, 11:54:23 am »
Scrive l'utente Conte:

Tutta questa vicenda è assai divertente e dà adito a smitragliare su quell'opera di 2000 pagine che serve solo a dare manforte alle femministe. Tuttavia, come insegna il cacciatore con il cinghiale, bisogna usare un solo colpo direttamente alla testa dell'animale, per poter essere sicuri di ammazzarlo. Ecco il colpo:
Che cosa propone il femminismo? Risposta: la distruzione della famiglia tradizionale.
Che cosa propone l'antifemminismo dei 5stelle Lauder-Santiago-Deusfur-Stasi-Della Vecchia? Risposta: la distruzione della famiglia tradizionale.
Trova le differenze. La verità è che oggi le femministe misandriche non si accontentano più di gestire i vecchi spazi del femminismo, neanche per sogno! Ora pretendono di occupare persino gli spazi dell'antifemminismo avvalendosi di questi "femministi" che con la scusa di far emergere la voce maschile portano avanti il loro programma. E non è un caso che questi femministi non attaccano mai il sistema: loro, infatti, fanno parte del sistema. E stiano attenti tutti i lettori: il sistema è paragonabile ad una mela marcia e chi sta bene dentro una mela marcia? Ovviamente i vermi. ( citazione da Massimo Citro )
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Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
« Risposta #71 il: Novembre 25, 2022, 19:17:24 pm »
il sistema è paragonabile ad una mela marcia e chi sta bene dentro una mela marcia? Ovviamente i vermi. ( citazione da Massimo Citro )
Grande Citro... concordo comunque con la tua analisi. :clapping: