Autore Topic: La Questione Maschile e l'assenza del Padre  (Letto 6295 volte)

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Offline Vicus

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Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
« Risposta #15 il: Luglio 26, 2020, 02:15:41 am »
Sono proposte del tutto sensate. Forse si potrebbe fare ancora di meglio: giorni fa ho visto un documentario sulle politiche familiari in Israele. Ebbene, le coppie si sposano a 18-20 anni durante gli studi universitari, ed esistono dormitori universitari per famiglie! Le politiche familiari (sostegni economici, congedi anche di anni ecc.) sono inoltre tra le più avanzate al mondo.
Detto questo, è davvero prioritario per una nazione che un enorme numero di donne vada all'università e lavori? E' realmente necessario che milioni di donne studino l'algebra o il greco? Non sto dicendo che alle donne andrebbe "proibito" di studiare o lavorare, ma forse potrebbero farlo solo quelle estremamente dotate e motivate (rinunciando di fatto a una famiglia).
Al liceo, quando le quote rosa non imperversavano ancora, per stessa ammissione dei professori (il 60% dei quali donne) le ragazze erano tutte sulla soglia della mediocrità in tutte le materie. Perché invece di studiare algebra a scuola, una donna non può beneficiare del privilegio di farsi una cultura leggendo i libri che preferisce?
Quante delle donne che scaldano sedie in un ufficio sono davvero indispensabili, e qual è il costo sociale della denatalità conseguente al lavoro femminile che sottrae impieghi agli uomini e abbassa i loro salari? Sono assurdità ideologiche di cui neppure noi attivisti maschili ci siamo ancora liberati!
L'ho già detto molte volte: le uniche famiglie che funzionano oggi (nonostante leggi sperequate) sono quelle in cui le donne si sposano giovani e vergini e si dedicano a tempo pieno alla famiglia (e non per fare le mantenute ma perché sono state educate a farlo). Guarda caso poi queste donne sono mediamente molto più intelligenti, colte, sagge e civili delle bisbetiche laureate di oggi.
Progresso o no, altra soluzione non c'è. Si possono fare dei compromessi se una donna ha particolari doti professionali, ma più ci si allontana da questo modello più si creano problemi. E in un momento di emergenza demografica, non ci sarebbe nemmeno da discuterne bisognerebbe agire subito.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Malpais

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Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
« Risposta #16 il: Luglio 26, 2020, 11:30:12 am »

Gia' che ci penso, mi viene in mente un libro di Bertrand Russell, "L'elogio dell'Ozio", dove l'inglese spiegava come fosse tutto sommato condivisibile che tutti i bambini andassero in scuole di Stato che li educasse a tal scopo.

Come sempre, i grandi pensatori peccano di ingenuita' e talvolta mancano di senso pratico.


E se non fosse ingenuità? Russell supportò i movimenti femministi dell'epoca, e non manifestò, nella vita privata, particolare sensibilità ai propri doveri di marito e padre di famiglia.
Sposato a 22 anni, separato a 39 anni, dopo molteplici relazioni extraconiugali; si risposa a 49 anni con l'attivista femminista Dora Black, la quale, cito da Wikipedia,  sosteneva che sia gli uomini che le donne fossero poligami per natura e, perciò, dovessero essere liberi, sia che fossero sposati o meno, per impegnarsi in relazioni sessuali che fossero basati sull'amore reciproco. Rispetto a ciò Dora fu una delle pioniere dell'informazione sulla libera sessualità, tanto quanto della lotta per i diritti delle donne e del libero accesso ai metodi di controllo delle nascite. Non c'è quindi da meravigliarsi se il buon Bertrand, la lasciò, all'età di 64 anni, per sposare la bambinaia dei loro figli, di anni 26. Ovviamente divorziò anche da costei - interessante la testimonianza del figlio Conrad (fonte: La Repubblica): Era il 1950 e i miei genitori si trovavano in vacanza in Sicilia con degli amici. Mio padre bevve moltissimo, un bicchiere dopo l' altro senza alcun limite. Poi si mise a corteggiare tutte le donne del suo gruppo in maniera tanto pesante che mia madre non poté sopportarlo.
Russell si sposò una quarta volta, a 80 anni.
Certo, Bertrand Russell non raggiunse le alte vette di Sartre, che condivideva le stesse amanti, anche minorenni, della propria compagna, Simone De Beauvoir, ma rappresenta un fulgido esempio di cosa significhi essere un vero femminista. Senza ironia.

Offline fritz

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Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
« Risposta #17 il: Luglio 26, 2020, 12:40:28 pm »
E se non fosse ingenuità? Russell supportò i movimenti femministi dell'epoca, e non manifestò, nella vita privata, particolare sensibilità ai propri doveri di marito e padre di famiglia.
Sposato a 22 anni, separato a 39 anni, dopo molteplici relazioni extraconiugali; si risposa a 49 anni con l'attivista femminista Dora Black, la quale, cito da Wikipedia,  sosteneva che sia gli uomini che le donne fossero poligami per natura e, perciò, dovessero essere liberi, sia che fossero sposati o meno, per impegnarsi in relazioni sessuali che fossero basati sull'amore reciproco. Rispetto a ciò Dora fu una delle pioniere dell'informazione sulla libera sessualità, tanto quanto della lotta per i diritti delle donne e del libero accesso ai metodi di controllo delle nascite. Non c'è quindi da meravigliarsi se il buon Bertrand, la lasciò, all'età di 64 anni, per sposare la bambinaia dei loro figli, di anni 26. Ovviamente divorziò anche da costei - interessante la testimonianza del figlio Conrad (fonte: La Repubblica): Era il 1950 e i miei genitori si trovavano in vacanza in Sicilia con degli amici. Mio padre bevve moltissimo, un bicchiere dopo l' altro senza alcun limite. Poi si mise a corteggiare tutte le donne del suo gruppo in maniera tanto pesante che mia madre non poté sopportarlo.
Russell si sposò una quarta volta, a 80 anni.
Certo, Bertrand Russell non raggiunse le alte vette di Sartre, che condivideva le stesse amanti, anche minorenni, della propria compagna, Simone De Beauvoir, ma rappresenta un fulgido esempio di cosa significhi essere un vero femminista. Senza ironia.


Diciamo anche che buona parte della fama di Russell deriva dalle lectio che segui' a Torino di Giuseppe Peano, grandissimo matematico italiano a cui Russell dovrebbe cedere tutti i suoi presunti meriti.

Russell era nobile, ricco figlio di una famiglia potente. Poteva fare quello che voleva con le donne e per lui era del tutto naturale supportarle.
Il punto cruciale, che a questo punto e' cristallino ed evidentissimo grazie a questo prezioso intervento di Malpais, e' che per l'elite (ossia per le famiglie molto potenti, politicamente ed economicamente) fa comodo la libera sessualita' perche' loro sono il top 20% degli uomini, con o senza meriti, e quindi si prenderanno tutte le donne che vogliono.

Ecco spiegata "l'altra faccia" del femminismo, voluto dalle elite non dimentichiamolo e non dalle donne: abbattere i salari e legittimare il mito del "ius primae noctis", ossia pigliarsi tutte le donne migliori e gettarle come niente fosse non appena arrivano a 30 anni, e ripetere il ciclo fino alla morte, come il buon Bertrand ha chiaramente spiegato con la sua biografia.


P.S.

Ora non ricordo il nome, ma esiste una storia assai simile di un nobile milanese italiano al quale piaceva vedere la propria giovane mogliettina copulare assieme ad altri uomini, mentre egli le scattava foto. Fini' come altrimenti non si poteva: lui la uccise una notte mentre copulava assieme ad un giovane studente e poi si sparo' una pallottola in testa.

Il femminismo e' voluto dalle elite, ripeto, perche' cio' abbatte i salari e spinge verso il basso l'80% della popolazione maschile, e verso l'alto il top 20% della popolazione maschile, facendo in modo che "gli ultimi saranno gli ultimi perche' i primi saranno irraggiungibili" (citando un famoso brano di Frankie Hi NRG).
Perche' cio' accade? Perche' l'elite spesso si abbandona all'edonismo (v. manifesto di Kaczynsky), perde il senso della realta' e realizza il cupio dissolvi: l'autodissoluzione di se' stessi vivendo di vizi e piaceri, distruggendo la loro stessa famiglia in una smania di onnipotenza.
E' questa la fine che fanno tutte le elite che arrivano a tanto, cosi' come lo stesso Russell: ha compromesso la sua linea di discendenza. E come lui tanti altri.

Le donne piu' sveglie intuiscono come sono fatti questi uomini: non cedono alle loro lusinghe perche' nella donna c'e' una sorta di rivelatore al loro interno. Se vedono che l'uomo non si applica, non lo trovano attraente.

Ragion per la quale ci sono si' tante donne gold diggers, ma non lo sono tutte.

Offline Malpais

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Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
« Risposta #18 il: Luglio 26, 2020, 13:05:47 pm »
Lo stile di vita occidentale, come detto, è incompatibile con tassi di natalità che permettano il sopravvivere di una civiltà. Tuttavia ritengo che gli studi universitari non siano ostativi al raggiungimento del buon obiettivo, quanto piuttosto lo siano le scelte di vita compiute dopo gli stessi.
Se una ragazza si laureasse a 24 o 25 anni, potrebbe sposarsi a 26 ed avere il primo figlio a 27. È vero che la fertilità femminile cala sensibilmente, ma il calo non è così significativo da precludere la possibilità di molteplici gravidanze, nel corso della vita riproduttiva. Colgo il senso del discorso di Fritz, e lo condivido, ma non posso confermare, alla lettera, tale affermazione: a 30 anni e' ormai quasi impossibile per una donna partorire degnamente - a meno di accettare figli con problemi/autistici .
L'età media delle donne europee al primo figlio è di 29,3 anni, quella delle italiane, che svettano in classifica, è di 31,2 anni (fonte: Eurostat 2018). Tutti noi conosciamo madri di famiglia che hanno avuto figli sani e forti dopo i 30 anni, e avrebbero potuto averne di più, se avessero voluto. Oggi in Europa non nascono figli perché gli europei non li vogliono.  E il distacco tra rapporto affettivo e filiazione non risulta soltanto dalla denatalità, non soltanto dagli aborti, ma anche dalla diffusione, ormai capillare, degli asili nido, come già opportunamente rilevato; anche le scuole dell'obbligo, rispetto a pochi anni fa, hanno intensificato  l'adozione di modalità d'insegnamento "a tempo pieno", e non certo per fini didattici.
Anch'io vedo favorevolmente i matrimoni  tra ventenni, per esempio nell'ipotesi di due ragazzi già fidanzati, e in condizioni economiche per poter costituire una famiglia attraverso il lavoro di lui. Ma nemmeno sono contrario agli studi universitari; occorre infatti rilevare che la laurea potrebbe permettere più facilmente a una madre di famiglia di lavorare part-time, o da casa, o di sopperire alle eventuali difficoltà lavorative del marito, e garantirebbe maggiori possibilità di inserimento lavorativo in caso di vedovanza. Conosco personalmente donne, brillantemente laureate, che hanno scelto di fare le casalinghe e costituire famiglie numerose (di 4 o o più figli). La laurea non è di per sè un problema. Quello che è sbagliato, piuttosto, è l'utilizzo che se ne fa, è ritenere di dover lavorare per far fruttare anni di studi, invertendo il giusto rapporto tra mezzi e fini.

Offline Malpais

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Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
« Risposta #19 il: Luglio 26, 2020, 13:11:22 pm »
Citazione
per l'elite (ossia per le famiglie molto potenti, politicamente ed economicamente) fa comodo la libera sessualita' perche' loro sono il top 20% degli uomini, con o senza meriti, e quindi si prenderanno tutte le donne che vogliono.

Proprio così.

Offline fritz

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Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
« Risposta #20 il: Luglio 26, 2020, 13:29:23 pm »

L'età media delle donne europee al primo figlio è di 29,3 anni, quella delle italiane, che svettano in classifica, è di 31,2 anni (fonte: Eurostat 2018). Tutti noi conosciamo madri di famiglia che hanno avuto figli sani e forti dopo i 30 anni, e avrebbero potuto averne di più, se avessero voluto.

Ti rispondo con i dati.

Intanto, il fatto di conoscere donne con figli avuti a 30 o piu' anni sani e forti, non e' di per se' una conferma che avere figli dopo i 30 sia normale. Infatti non lo e', e la maggioranza dei figli avuti dopo i 30 anni ha problemi di qualsiasi tipo.

Ma prendiamo un po' di dati. Ad esempio, andiamo qui: https://en.wikipedia.org/wiki/Age_and_female_fertility

Da questo grafico https://en.wikipedia.org/wiki/Age_and_female_fertility#/media/File:Age_and_female_fertility.svg

Si deduce che gia' superati i 30 il rischio di sterilita' esiste ed e' concreto. Da quest'altro grafico, https://en.wikipedia.org/wiki/Age_and_female_fertility#/media/File:Non-Growing_Follicles.png


si deduce come gia' superati i 25 anni la situazione, per una donna, sia drammatica.

Dalla pagina, cito

Citazione
According to a study done on a sample of 782 healthy European couples ages 19–39, fertility starts declining after age 27 and drops at a somewhat greater rate after age 35. The women were divided into four age groups: 19–26, 27–29, 30–34 and 35–39. Statistical analysis showed that the women in the 27–29 age group had significantly less chance on average of becoming pregnant than did the 19- to 26-year-olds. Pregnancy rates did not change notably between the 27–29 age group and the 30–34 age group, but dropped significantly for the 35–39 age group.

Inoltre, e' un fatto ormai confermato dalla Scienza che piu' e' alta l'eta' della madre, piu' e' alta la probabilita' che il figlio sia autistico, come riportato qui https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3494409/

Citazione
In subgroup analyses of women with maternal age ≥35 years (n = 1,020), artificial insemination was significantly associated with ASD; ovulation inducing drug (OID) use was significantly associated in crude but not adjusted analyses (odds ratio 1.81, 95% CI 0.96–3.42). Results were similar by diagnostic subgroup, though within the advanced maternal age group, OID and artificial insemination were significantly associated with Asperger syndrome and pervasive developmental disorder not-otherwise specified, but not autistic disorder.

E' altresi' provato che nel mondo occidentale il numero di bambini autistici e' in spaventoso aumento. La correlazione (e causa-effetto, come l'articolo sopra studia) con l'avanzata eta' della madre e' ovvia.

Infine, andando qui https://en.wikipedia.org/wiki/Advanced_maternal_age

leggiamo

Citazione
Advanced maternal age is associated with adverse reproductive effects such as increased risk of infertility,[4] and that the children have chromosomal abnormalities.[5] The corresponding paternal age effect is less pronounced.[6][7]

Citazione
A woman's risk of having a baby with chromosomal abnormalities increases with her age. Down syndrome is the most common chromosomal birth defect, and a woman's risk of having a baby with Down syndrome is:[5]

    At age 20, 1 in 1,441
    At age 25, 1 in 1,383
    At age 30, 1 in 959
    At age 35, 1 in 338
    At age 40, 1 in 84
    At age 45, 1 in 32
    At age 50, 1 in 44

Avete letto benissimo: il rischio di avere un figlio Down con una donna di 30 anni e' di 1 su 959, meno di uno su mille. A trentacinque anni, questa probabilita' si moltiplica per tre. Quindi non e' affatto vero che le donne possono fare figli tranquillamente dopo, perche' la Natura se ne infischia del nostro sistema scolastico e di com'e' fatto: la donna deve fare figli intorno ai 22 anni. Farli gia' dopo i 25 e' un rischio (dalla tabella vediamo che 25 anni e' proprio il primo incremento in probabilita' di avere un figlio down). Farli dopo i 30 e' quasi una follia, a ben pensarci.

Si', conosciamo tutti donne con figli fatti dopo i 30 sani e forti. Mia madre mi ha partorito a quasi 38 anni. La mia salute e' cagionevole, sono spesso raffreddato, persino d'estate.
Conosco una donna che ha avuto un figlio a 35 anni: il bimbo e' autistico e ha il diabete di tipo 1 gia' a 2 anni.

Conosco un'altra donna che ha provato ad avere un figlio a 31 anni: aborto spontaneo.

Conosco un'altra donna che ha partorito a 31 anni: ha rischiato di morire durante il parto, non ti dico cosa le e' successo.

Ci sarebbe molto altro da dire, ma ritengo sia controproducente dare false speranze alle donne (che ci leggono, se ci leggono), e agli uomini stessi: per un uomo, sposarsi una donna di 28-30 anni e' come prendere un'automobile sfasciata col rotino di scorta sull'anteriore destra. Letteralmente.

E' la Natura ad essere cosi', non e' colpa di nessuno.

Offline Malpais

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Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
« Risposta #21 il: Luglio 26, 2020, 15:12:06 pm »
Dai dati che hai fornito, Fritz, si evince che la fertilità delle donne regredisce all'avanzare dell'età, e similmente aumentano le probabilità di problemi al nascituro. Io non ho contestato queste risultanze. Io ho contestato questa affermazione:  a 30 anni e' ormai quasi impossibile per una donna partorire degnamente - a meno di accettare figli con problemi/autistici .
Nella fonte che mi hai indicato risulta, da una ricerca del 1957, che erano sterili 7 donne su 100, all'età di 30 anni; 11 donne su 100, all'età di 35 anni. Ciò significa che erano fertili 93 trentenni su 100 e 89 trentacinquenni su 100.

Citazione
il rischio di avere un figlio Down con una donna di 30 anni e' di 1 su 959, meno di uno su mille. A trentacinque anni, questa probabilita' si moltiplica per tre. Quindi non e' affatto vero che le donne possono fare figli tranquillamente dopo
Quindi, rimanendo a questi dati, tra le donne di 30 anni, 958 su 959 non generano figli con la sindrome di Down; tra le donne di 35 anni, 337 su 338.
Anche considerando altre patologie neonatali, continuo a contestare l'affermazione secondo cui sia quasi impossibile per una donna di 30 anni partorire degnamente.

Invitandoti ad osservare lo stato di salute dei figli di madri ultratrentenni non era mia intenzione affermare che da questo caso particolare sia lecito dedurre un principio generale, quanto piuttosto sottolineare come nella realtà la tua tesi non sia confermata. Secondo la tua tesi quasi nessuno di chi sia nato da madre trentenne dovrebbe essere sano, e invece è vero l'opposto: la quasi totalità dei nati da donne di 30 anni sono persone sane. E basta guardarsi intorno per rendersene conto.

Citazione
La mia salute e' cagionevole, sono spesso raffreddato, persino d'estate
Mi spiace, ma non vedo alcun nesso di causalità tra l'età di tua madre al momento del parto e il tuo raffreddore.

Citazione
per un uomo, sposarsi una donna di 28-30 anni e' come prendere un'automobile sfasciata col rotino di scorta sull'anteriore destra. Letteralmente.

Prendo atto della tua opinione, ma non la condivido.

Citazione
E' la Natura ad essere cosi', non e' colpa di nessuno.

Secondo natura è possibile e probabile che una donna abbia figli sani anche dopo i trent'anni. Cosa dovrebbe fare una madre di famiglia, compiuti i 30? Smettere di procreare per sopraggiunti limiti d'età?
Ribadisco il senso del mio intervento: un conto è ritenere preferibile sposarsi in giovane età e riconoscere i limiti dell'orologio biologico, altro è sostenere che a 30 anni e' ormai quasi impossibile per una donna partorire degnamente.

Offline fritz

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Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
« Risposta #22 il: Luglio 26, 2020, 15:25:57 pm »
I dati sono dati e non vanno interpretati a fantasia.

Dai dati che ho fornito e' palese che una donna dopo i 28 anni ha grossi problemi a partorire, e ti ho fornito anche svariati esempi di persone che conosco. Il grafico che ti ho mostrato dimostra palesemente che a 28 anni la fertilita' di una donna e' gia' ben sotto il 50%. La probabilita' di un figlio down su 959 non e' affatto bassa come pensi, e non si tratta dell'unica patologia che puo' avere (vedasi l'autismo).

Continuo a sostenere la mia affermazione: fare figli con una donna dopo i 30 significa rischiare moltissimo, perche' il figlio ha una alta probabilita' di nascere con qualche patologia.

Come tu non veda il nesso col mio esempio non lo comprendo. Mia madre mi ha avuto a 38 anni quasi, la  mia salute e' come quella di un ottantenne, con l'aggravante che mio padre, 74enne, piglia mezzo raffreddore una volta ogni 10 anni. Io, se mi va bene, lo prendo 30 volte in un anno, con una quindicina di casi in cui sono costretto, letteralmente, a mettermi a letto e imbottirmi di farmaci.

Vedi tu se e' normale.

Non so dirti come tu faccia e sulla base di cosa tu affermi che i figli di donne trentenni sono tutti sani e forti; a me pare vero l'esatto contrario ed e' evidente sia dai casi che conosco (che infatti sono il primo a dire che non fanno statistica), sia dai numeri stessi che dicono, nero su bianco, che fare figli oltre i 30 per una donna significa fare figli con malattie.

Ed e' ovvio: in tutto l'occidente il numero di figli down, autistici, con diabete e altre patologie e' in spaventoso aumento. Cosa che non si osserva in alcune nazioni asiatiche e africane dove le donne diventano madri da giovani.

Ripeto, non voglio andarti contro, ma non si puo' negare la realta' e i numeri.


P.S.

Ho fatto due esempi: autismo e sindrome di down. In realta' di sono tantissime altre patologie. Se in tutto l'Occidente (Giappone incluso) il numero di persone affette da qualche patologia mentale/fisica e' in aumento (e si tratta di patologie innate, non acquisite), a mio avviso, con gli studi in nostro possesso, la deduzione e' ovvia.

Poi possiamo fare tutti i discorsi politicamente corretti che vogliamo; non servono a nulla, perche' non serve a nulla negare la realta'. Le donne dovrebbero fare figli entro i venticinque anni d'eta'. Lo dice la Natura, lo dice la Scienza. Oltre quell'eta', dati in mano, e' evidente come il rischio di patologie inizi a crescere; e' evidente una soglia d'eta' significativa, intorno ai 25 anni nel corpo di una donna iniziano ad accadere delle cose. D'altra parte: quale uomo eterosessuale direbbe che una di 30 e' piu' attraente di una di 20?  L'istinto animale non mente mai, la biologia ci dice con i suoi impulsi sessuali quale donna e' fertile e sana e quale no.

E' crudele? Si', lo e'. Ma e' la Natura e va accettata per quello che e'.

Offline fritz

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Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
« Risposta #23 il: Luglio 26, 2020, 15:43:38 pm »

Secondo natura è possibile e probabile che una donna abbia figli sani anche dopo i trent'anni. Cosa dovrebbe fare una madre di famiglia, compiuti i 30? Smettere di procreare per sopraggiunti limiti d'età?



Si', rispondendo sinteticamente, la risposta e' si'. Dovrebbe desistere dalla tentazione di farne altri.

Ho detto che e' impossibile che siano sani e forti? No, ho detto che e' quasi impossibile, cosa diversa. 1/959 e' una probabilita' molto piu' alta di fare terno al lotto. Gia' questo dovrebbe essere un campanello d'allarme per tutte le donne.

Conosco una donna, madre di una splendida bambina, la quale si oppone alla richiesta del marito di fare un secondo figlio. Lei ha ormai quasi 40 anni e ha una paura fottuta di quello che potrebbe accadere, sia a lei che al nascituro eventuale. (invito a considerare che dopo i 30, anche la madre rischia patologie e non si tratta di cose da poco)


Ti racconto quest'ultima.
Una volta ero invitato ad una cena natalizia; varie persone sedute al tavolo e giocammo a carte. Accanto a me una coppia, con lei che aveva probabilmente superato i 35 (ora non ricordo quanti anni avesse). Era una donna piuttosto robusta.
Tutto il tempo a chiacchierare di come volesse un figlio e accusava il marito, un esemplare abbastanza patetico di maschio beta-provider, di avere uno sperma poco efficace. Tra le tante, lo mando' dall'urologo, perche' pensava che fosse lui il problema.
Io e un mio amico, compreso la grottesca situazione, invitammo lui a mangiare piu' proteine e rassicurammo lei che era solo questione di tempo.

Una tristezza immonda, infinita. Uno squallore senza precedenti.

Come gia' detto, questo e' solo uno della stragrande maggioranza di donne over 30 che conosco. E guardacaso, quasi tutte, confermano la tesi (fra l'altro scientificamente provata, nero su bianco).
No, dunque non e' un mio singolare caso. E' cosi', e ripeto che puo' essere crudele quanto vogliamo. Male per loro, che han perso tempo galoppando sul cockcarousel, che debbo dirti.

Offline fritz

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Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
« Risposta #24 il: Luglio 26, 2020, 16:08:11 pm »
Sul Cockcarousel*

 Ci sono anche donne che hanno avuto una sfortuna cronica in questo, devo dirlo. Ne conosco una in particolare che ha avuto una vita infernale. Una madre psicopatica, un padre totalmente assente. Manipolata dalla madre, ha tardto negli studi e in tutto. Lei, molto religiosa, di sani principi, ha avuto un figlio sulla soglia dei 40 anni. Finora pare tutto bene, ma io "ho intravisto" qualcosa nel figlioletto che non va. E spero di sbagliarmi.

Il problema di fondo della scuola, invece, e' reale. La scuola pubblica e' un surrogato dell'avviamento militare. Il sistema bocciato/promosso incrementa le diseguaglianze e produce solo diplomati/laureati ignoranti. Nondimeno, i programmi sono obsoleti e inadeguati. L'ingresso nel mondo del lavoro e' troppo lento e avviene troppo tardi, questo e' un dato di fatto.
Ci sono studi scientifici che dimostrano come un laureato raggiunga il livello finanziario di un diplomato solo dopo avere lavorato per almeno 25 anni di fila (negli US e nello UK e' particolarmente vero, visto che per laurearti ti devi indebitare con le banche).
Essendo una struttura militare di default, la scuola e' pensata - paradosso - per gli uomini, non per le donne. E' fatta a misura di vita di un uomo. E' assurdo che una donna sia costretta a pensare ai figli sul tramonto della propria fertilita', con gravi rischi annessi, piuttosto che nel suo periodo d'oro (21-22 anni). E' come se i calciatori iniziassero la carriera a 28 anni anziche' a 16-17: non c'e' competizione con quelli che iniziano prima, sono sconfitti in partenza.

Questo paradosso e' meno tale se si pensa alla gaussiana della fertilita' delle donne: le donne in piena adolescenza sono gia' fertili e nel pieno della loro fertilita' che e' in fase crescente dai 13 ai 21 anni.
Se ne deduce che, se pigliamo l'intervallo 13-31 (19 anni complessivi), lo sezioniamo a intervalli di ampiezza 1/6 del totale e assumiamo un sigma=1/6, e consideriamo il picco a 21 anni, il periodo di picco maggiore si ha tra i 18 e i 24 anni (ancora una volta: guarda un po', anche questo casuale?).

Il sistema scolastico e' uno dei motivi per i quali le donne figliano tardi: e' disegnato a misura d'uomo (e nemmeno fatto tanto bene). Andrebbe riformato da zero, ma andiamo avanti con programmi scritti negli anni Venti, e conosciamo tutti quali sono le drammtiche conseguenze.

Offline fritz

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Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
« Risposta #25 il: Luglio 26, 2020, 16:21:47 pm »
Sono proposte del tutto sensate. Forse si potrebbe fare ancora di meglio: giorni fa ho visto un documentario sulle politiche familiari in Israele. Ebbene, le coppie si sposano a 18-20 anni durante gli studi universitari, ed esistono dormitori universitari per famiglie! Le politiche familiari (sostegni economici, congedi anche di anni ecc.) sono inoltre tra le più avanzate al mondo.
Detto questo, è davvero prioritario per una nazione che un enorme numero di donne vada all'università e lavori? E' realmente necessario che milioni di donne studino l'algebra o il greco? Non sto dicendo che alle donne andrebbe "proibito" di studiare o lavorare, ma forse potrebbero farlo solo quelle estremamente dotate e motivate (rinunciando di fatto a una famiglia).
Al liceo, quando le quote rosa non imperversavano ancora, per stessa ammissione dei professori (il 60% dei quali donne) le ragazze erano tutte sulla soglia della mediocrità in tutte le materie. Perché invece di studiare algebra a scuola, una donna non può beneficiare del privilegio di farsi una cultura leggendo i libri che preferisce?
Quante delle donne che scaldano sedie in un ufficio sono davvero indispensabili, e qual è il costo sociale della denatalità conseguente al lavoro femminile che sottrae impieghi agli uomini e abbassa i loro salari? Sono assurdità ideologiche di cui neppure noi attivisti maschili ci siamo ancora liberati!
L'ho già detto molte volte: le uniche famiglie che funzionano oggi (nonostante leggi sperequate) sono quelle in cui le donne si sposano giovani e vergini e si dedicano a tempo pieno alla famiglia (e non per fare le mantenute ma perché sono state educate a farlo). Guarda caso poi queste donne sono mediamente molto più intelligenti, colte, sagge e civili delle bisbetiche laureate di oggi.
Progresso o no, altra soluzione non c'è. Si possono fare dei compromessi se una donna ha particolari doti professionali, ma più ci si allontana da questo modello più si creano problemi. E in un momento di emergenza demografica, non ci sarebbe nemmeno da discuterne bisognerebbe agire subito.

Intervento da incorniciare.

Gli ebrei in questo sono sempre piu' avanti di chiunque altro. Se volete crearvi una discendenza forte e potente, imparate a pensare come gli ebrei (che sono sempre stati fedeli alla propria cultura per millenni pur non avendo una nazione propria, e questo gia' dice tutto).

Se un popolo, senza uno stato, arriva a vette di potere come nessun altro, e possiede le maggiori menti scientifiche, analitiche e di pensiero di tutta l'umanita' (e i propri punteggi di QI sono tra i piu' alti del mondo), con una percentuale di Nobel spaventosa, non possiamo che dedurre che quel popolo e' speciale e la sa lunga piu' di altri.


Hanno ragione gli ebrei, Vicus: meglio fare figli in giovane eta' che farli dopo. Se andiamo a vedere le biografie dei piu' grandi pensatori dell'umanita', salvo rare eccezioni, quasi tutti a 20-24 anni avevano moglie e figli.

Io stesso rimasi basito quando, a suo tempo, lo scoprii. Perche' pare un paradosso, ma non lo e'.

Offline Vicus

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Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
« Risposta #26 il: Luglio 26, 2020, 18:41:31 pm »
Citazione da: Malpais
E se non fosse ingenuità? Russell supportò i movimenti femministi dell'epoca, e non manifestò, nella vita privata, particolare sensibilità ai propri doveri di marito e padre di famiglia.
Sposato a 22 anni, separato a 39 anni, dopo molteplici relazioni extraconiugali; si risposa a 49 anni con l'attivista femminista Dora Black, la quale, cito da Wikipedia,  sosteneva che sia gli uomini che le donne fossero poligami per natura e, perciò, dovessero essere liberi, sia che fossero sposati o meno, per impegnarsi in relazioni sessuali che fossero basati sull'amore reciproco. Rispetto a ciò Dora fu una delle pioniere dell'informazione sulla libera sessualità, tanto quanto della lotta per i diritti delle donne e del libero accesso ai metodi di controllo delle nascite.
Ricorda moltissimo il pensiero di un "antifemminista" contemporaneo, che paragona il genere umano a scimmie copulanti. Ma non serve aggiungere altro.
Russell si fece anche la bella moglie di Thomas Eliot, che ne rimase scosso per tutta la vita e scrisse questo famoso verso: "Gli uomini d'avorio fanno compagnia tra di noi".
Era un pessimo sociologo. Pensava che la società potesse essere plasmata con cambiamenti impercettibili guidati da una élite non eletta, come la UE di oggi. Di lì a poco scoppiò la guerra.
Intervento da incorniciare.

Gli ebrei in questo sono sempre piu' avanti di chiunque altro. Se volete crearvi una discendenza forte e potente, imparate a pensare come gli ebrei (che sono sempre stati fedeli alla propria cultura per millenni pur non avendo una nazione propria, e questo gia' dice tutto).

Se un popolo, senza uno stato, arriva a vette di potere come nessun altro, e possiede le maggiori menti scientifiche, analitiche e di pensiero di tutta l'umanita' (e i propri punteggi di QI sono tra i piu' alti del mondo), con una percentuale di Nobel spaventosa, non possiamo che dedurre che quel popolo e' speciale e la sa lunga piu' di altri.


Hanno ragione gli ebrei, Vicus: meglio fare figli in giovane eta' che farli dopo. Se andiamo a vedere le biografie dei piu' grandi pensatori dell'umanita', salvo rare eccezioni, quasi tutti a 20-24 anni avevano moglie e figli.

Io stesso rimasi basito quando, a suo tempo, lo scoprii. Perche' pare un paradosso, ma non lo e'.
Oltretutto non sono amish, hanno un Paese all'avanguardia della tecnologia e della ricerca. Mentre noi diciamo cose da rinc*****niti come uteri artificiali, adozioni omo ed estrogeni agli uomini, che produrranno una generazione ancora più rinc****nita. Ciliegina sulla torta, ci viene anche detto che la soluzione alla questione maschile non è conoscibile: ma se ce ne sono infiniti esempi! Funzionano? E allora imitiamoli!
Altro che "scienziata del clima" e "mediatrice culturale" (per tacere delle "volontarie" in ONG): i figli vanno fatti da giovani in coppie stabili perché hanno un'importanza personale e sociale prioritaria.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Malpais

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Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
« Risposta #27 il: Luglio 26, 2020, 19:05:19 pm »
Le donne dovrebbero fare figli entro i venticinque anni d'eta'. Lo dice la Natura, lo dice la Scienza.

No, questa è un'affermazione morale e in quanto tale è di competenza dell'etica, quindi della filosofia; non della natura nè della scienza, nemmeno quando siano personificate con tanto di iniziale maiuscola ("lo dice la Scienza...").

I dati sono dati e non vanno interpretati a fantasia.
Se fossi un poco più permaloso, potrei anche risentirmi per quest'affermazione, ma no, i dati non parlano da sè e devono giocoforza essere interpretati.

Gli aneddoti che hai riferito sono interessanti, ma non contraddicono la mia tesi. Io non ho mai sostenuto che sia indifferente l'età a cui si fanno figli, ho contestato la tua tesi: "a 30 anni e' ormai quasi impossibile per una donna partorire degnamente".
Tu stai sostenendo che la maggior parte delle donne italiane non partorisce degnamente. Io ho confutato la tua tesi, dimostrando dai dati che tu stesso hai fornito, che la quasi totalità dei bimbi nati da madre ultratrentenne non manifesta particolari malattie (sindrome di Down, autismo, etc.); la maggior parte degli italiani, da anni, nasce da madre con più di trent'anni http://dati.istat.it/Index.aspx?QueryId=19630, e nasce sano.

Ti ho domandato: "Cosa dovrebbe fare una madre di famiglia, compiuti i 30? Smettere di procreare per sopraggiunti limiti d'età?"
E mi hai risposto:
Citazione
Si', rispondendo sinteticamente, la risposta e' si'. Dovrebbe desistere dalla tentazione di farne altri.

Bene, Fritz, grazie al Cielo i coniugi Bach non hanno desistito e la madre, ultratrentenne, ha dato alla luce l'ottavo e ultimo figlio, Johann Sebastian, il mio musicista preferito.

Citazione
Come tu non veda il nesso col mio esempio non lo comprendo.
"Se Tizio, nato da madre di 37 anni, è cagionevole di salute, allora è cagionevole di salute perché è nato da madre di 37 anni": in base a quale principio logico? Ci sono soggetti nati da madri giovani che hanno lo stesso stato di salute di Tizio; altri, nati da madre anziana, che sono sani come pesci. Che ne è della genetica, dell'alimentazione, della crescita, dell'inquinamento, dello stile di vita e chissà di quali altri fattori?
E questo vale anche per:
Citazione
in tutto l'occidente il numero di figli down, autistici, con diabete e altre patologie è in spaventoso aumento

E infine hai scritto:
Citazione
non voglio andarti contro, ma non si puo' negare la realta' e i numeri.
Puoi eccome andarmi contro, e l'hai fatto. Hai espresso le tue idee e dato le tue interpretazioni fattuali, che sono parzialmente divergenti dalle mie. Che problema c'è? Le due posizioni sono cristallizzate e, per quanto mi riguarda, non ho altro da aggiungere.

Offline fritz

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Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
« Risposta #28 il: Luglio 26, 2020, 19:44:29 pm »
@Malpais

Mi spiace che tu possa sentirti offeso. Il mio modo di fare e' spesso rude per un semplice motivo: ho una formazione scientifica e quindi seguo i numeri, non la morale. Da cui la tua prima affermazione che mi pare, non me ne volere, un riflesso condizionato: non e' morale, sono i numeri, le donne hanno il picco di fertilita' tra i 18 e i 24 anni.

Ripeto: SONO NUMERI, non sono fatti morali.

Ti ho linkato diversi studi scientifici che mostrano come all'aumentare dell'eta' della madre aumenta il rischio di malattie e ti ho fatto diversi esempi. Non ha senso tirarmi fuori una rondine, che non fa primavera.

I numeri, ripeto, sono quelli (e non e' affatto vero che le madri italiane partoriscono figli sani oltre i 30 anni. Ci sono casi e casi, ma la Scienza ha ben dimostrato che oltre una certa eta' il rischio di avere figli con problemi E' CONCRETO).

Malpais, a me onestamente sembra che sia tu - forse per qualche ragione personale che non vuoi dirci, e lo capisco - a mettere una glassa di emotivita' su un concetto semplice, crudo e cristallino: i figli si fanno da giovani perche' e' da giovani che si e' nel pieno delle capacita' di farli.

Nessuno si piglia come manovale un ottantenne perche' sa che non ha le capacita' fisiche per reggere, cosi' come nessuno dovrebbe pensare di fare figli con una donna di >30 anni (e mi sto tenendo alto, in realta' il calo drastico inizia a 27-28).

Noi uomini da questo punto di vista siamo molto piu' fortunati: possiamo fare figli tranquillamente anche dopo 70 anni.

Ma per le donne il discorso e' diverso, e i numeri sono quelli mi dispiace, trovo fastidioso che mi si contestino dei numeri ma capisco le ragioni che ci possono essere dietro.

Per ultimo, ti chiedo: sei mai stato in Asia? Io ho un amico che ci va spesso e mi racconta come ragazze di 23-24 anni single, anche bellissime, gi dicono di sentirsi vecchie e sono terrorizzate dal rimanere single a vita perche' nessuno le vuole piu' (questo succede anche in paesi asiatici come Giappone e Hong Kong).

Rimembra: a 23-24 anni si sentono vecchie. Qui, in Italia, abbiamo babbione di 35-40 anni che si mostrano su tinder come se fossero appetibili e giovincelle. Questo per dirti come si sia perso il senso della realta'.

Offline fritz

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Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
« Risposta #29 il: Luglio 26, 2020, 20:09:30 pm »
P.S.

Citazione
l'eta' media delle madri al primo figlio in Italia e' 31 anni

Attento.

Questo non significa che la maggioranza delle madri italiane ha avuto il primo figlio a 31 anni. Risultato medio non significa risultato piu' frequente.

Se vuoi sapere invece cosa accade a quel ristretto insieme di donne, quelle ossia over 30, ti invito a rileggere con attenzione i link che ho riportato.

(d'altra parte, chiediamoci anche: qual e' la probabilita' di incontrare 6 madri over 30 su 7 con figli lesionati/che han rischiato di morire durante il parto? A discapito di possibili outliers, fornisco una informazione interessante: vivo in una delle regioni d'Italia col clima migliore - forse il migliore del mondo - e la cui qualita' del cibo e', senza ombra di dubbio, tra le migliori del mondo con basso inquinamento rispetto a tutta l'Europa).