Autore Topic: Il padre, il grande assente e l'educazione di Stato  (Letto 1660 volte)

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Offline Vicus

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Il padre, il grande assente e l'educazione di Stato
« il: Luglio 25, 2020, 00:38:47 am »
Post di Malpais (grassetti miei): https://www.questionemaschile.org/forum/index.php/topic,17091.msg195735.html#msg195735

Ci troviamo indubbiamente nel mezzo di un'emergenza educativa. La tradizione - il cui significato rispecchia il tenore etimologico del termine: consegnare, consegnare ciò che si è ricevuto - si è interrotta. Il padre si è trovato ad essere l'imperfetta copia della madre, tanto per ignoranza (sul proprio ruolo educativo, intendo), quanto per la prevaricazione di donne egotiste, totalizzanti la funzione genitoriale.
Lo sviluppo in senso capitalistico della società - ormai lontana dai modelli tradizionali, in cui i figli erano educati attraverso il lavoro dei genitori - ha certamente favorito lo sviluppo della perversione del sistema educativo, che oggi è prossimo ad una ulteriore degenerazione, l'educazione di Stato
.

Come si è arrivati a questo punto? A parer mio il femminismo è proliferato come un bacillo, che ha trovato il giusto ambiente per replicarsi, e questo ambiente è il mondo capitalista; vorrei menzionare a questo riguardo la testimonianza di Chesterton, che negli anni '30 del secolo scorso scrisse:

Non si ripeterà mai abbastanza che ciò che ha distrutto la famiglia nel mondo moderno è stato il capitalismo. Non vi è dubbio che anche il comunismo avrebbe potuto farlo, se mai avesse avuto l’occasione di uscire da quella landa desolata e semimongola in cui è fiorito. Eppure, per quanto ci riguarda, ciò che ha distrutto le famiglie, e incoraggiato i divorzi e trattato le antiche virtù domestiche con sempre maggior disprezzo, sono l’epoca capitalista e il potere del capitalismo.
È il capitalismo che ha instaurato una faida morale e una competizione di tipo commerciale tra i sessi; che ha distrutto l’influenza del genitore a favore di quella del datore di lavoro; che ha allontanato gli uomini dalle loro case in cerca di lavoro, costringendoli a vivere vicino alle fabbriche e alle aziende invece che vicino alle loro famiglie; soprattutto, è il capitalismo che ha incoraggiato, per motivi commerciali, l’esibizione pubblicitaria di scintillanti novità che, per la sua stessa natura, è la morte di ciò che le nostre madri e i nostri padri chiamavano «dignità», «modestia».
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Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.