Proviamo a rimanere in topic.
Tutti, chi più chi meno, siamo cresciuti secondo un determinato schema di valori ereditato dalla nostra famiglia che, di fatto, ci ha betizzato. Ci ha reso deboli, caratterialmente parlando. Quanti di noi hanno ricevuto uno schema di lettura del mondo che gli ha consentito di relazionarsi in modo efficace con le donne e con gli uomini? A quanti di noi è stato spiegato come conquistare una donna, o come instaurare amicizie maschili funzionali e non tossiche? A quanti è stato spiegato come filtrare tutta la merda che ti arriva dal mondo esterno, e cercare qualcosa di utile per il proprio futuro?
Verso il finire dei venti, ho capito come la figura paterna fosse il grande assente che ha permesso tutto cio'. La figura betizzante e' e rimarra' la madre/donna. E tutto quello che stai dicendo e' infatti tutto quello che la madre/donna ansiosa fa per plagiare il figlioletto a modello perfetto.
Il grande assente (v. thread che ti ho linkato sopra) che ha permesso tutto questo, che non svolge quasi-nessun ruolo educativo/comunicativo coi figli se non fare da bancomat e viziarli, e' il padre.
Se ripenso alla mia "formazione", è stata fondata su un mare di falsità e banalità. Comportati bene, non alzare la voce, cerca di compiacere gli altri, dì sempre di SI e ti prenderanno in simpatia, una ragazza non ci sta subito, una ragazza vuole essere corteggiata, se prima te la fai amica poi è tutto più facile, studia e poi dopo che hai laurea anche tu avrai una brava ragazza che ti vuole bene, e tutta una serie di consigli che rappresentano il meglio del meglio di ciò che NON SI DOVREBBE FARE!
Come detto sopra, sono tutte le cazzate che una madre comune instilla nella mente del figlio. In realta', queste sono tutte cose che una donna dovrebbe pensare di default, e questi consigli infatti funzionano (perche' sono ininfluenti nell'esito d'altra parte, conta solo quanto e' figa) con le figlie femmine. Ma sui figli maschi no, se non per l'unico esito possibile: femminizzarli, ossia betizzarli (passivi, mansueti).
E' il padre che deve tirare su il figlio perche' e' il padre il custode dei valori, delle virtu'. Non mi stanchero' mai di ripeterlo ... Dalle donne non avrete mai nulla che non sia conformista e opportunista.
E' il padre soltanto colui che puo' far germogliare la saggezza nei figli.
Il libro No More Mr. Nice Guy ha avuto un enorme successo ,tanto da diventare uno dei libri più consigliati nel settore del self-help e della crescita personale, l'ABC per superare le proprie debolezze e migliorarsi, perchè è andato a scoperchiare questo sistema educativo che ha reso eunuchi milioni di uomini. Femminilizzandoli, rendendoli froci. E quando parlo di "froci" non mi riferisco a tendenze omosessuali, anzi gli omosessuali spesso sono molto più decisi e maschi di quelli che si considerano "uomini veri", ma di un modo di fare da checca insicura. Da femminuccia che compiace il prossimo e che ha timore di mostrare i propri istinti più autentici. Perchè prima di baciare una ragazza lei deve essere la tua fidanzata, perchè le brave ragazze non si fanno scopare la prima sera, perchè alle ragazze piacciono gli uomini educati e romantici, e via discorrendo.
Come detto sopra.
Non mi riferisco solo al padre, ma anche alla figura della madre. Tra madri assenti che non dialogano col proprio figlio, madri che ti ripetono che sei un fallimento e lo sarai anche da grande, madri iperpresenti e iperprotettive che proiettano le loro ansie sui figli, c'è un bel quadretto.
Ma volendo focalizzarci sulla figura del padre, mi chiedo: quanti di noi hanno avuto un padre autorevole e all'altezza, che è stato in grado di trasmettergli dei valori utili per interfacciarsi col mondo esterno? La risposta la sappiamo.
E' soprattutto il padre, e infatti ci hai girato intorno qui: come detto sopra, il quadretto si manifesta in tutta la sua potenza distruttiva sul figlio maschio perche' la figura passiva e conformista della madre lo plagia a sua somiglianza. Ma una donna, madre, pergiunta di quei tempi e che quindi con molta probabilita' non ha nemmeno (fatto finta di aver) lavorato, ma che cazzo ne sa di come vive un uomo?
Vedi, la risposta e' sempre la stessa: il vero assente e' il padre.
E' il padre che deve dirti come ci si comporta con le donne. E' il padre che deve dirti di non dire sempre si', ma di imparare soprattutto a dire NO. E' il padre che ti deve insegnare che la vita e' fatta di tempeste e giornate serene, di giustizie e ingiustizie, e che il mondo e' un posto di merda che non e' come vorremmo.
E' il padre che dovrebbe iniziare a mettere a fuoco la tua curiosita', portarti in campagna, nei parchi, dirti quali amici tenere e quali no. E' il padre che dovrebbe insegnarti che prima vieni tu (E quindi devi saper dire NO).
Mio padre e' esattamente cosi'. E io sono l'esatto opposto. Lui e' Mr Nice Guy, io sono Mr Bad Guy. Quante liti ... Quante urla. Quante volte mi ha fatto incazzare coi suoi comportamenti beta, quante volte ho sentito il fuoco ardere dentro e la voglia di scoppiare. Quante volte avrei voluto prenderlo a schiaffi, e quante volte voleva impormi la sua autorita'?Per molto tempo ha cercato di betizzarmi, come mia madre del resto. Quello che ne e' venuto fuori sono io, un uomo ne' carne ne' pesce, in perenne conflitto con se' stesso, un inconcludente nella vita. E lasciamo perdere ...
E' il padre il grande assente, e quando non lo e', e' rincoglionito oltre ogni livello.
Che poi non me la sento nemmeno di essere troppo critico nei loro confronti perchè sono cresciuti in un'altra epoca. Ai loro tempi spesso ci pensava la famiglia a presentarti la ragazza che poi sarebbe diventata tua moglie, oppure delle amicizie comuni che ci mettevano lo zampino. Ti presentavano questa ragazza (ufficialmente, perchè in realtà la conoscevi da quando lei aveva 9 anni anche se non vi salutavate nemmeno), ti ci fidanzavi e poi te la sposavi. Fine della questione.
Non c'eran nè il tempo, nè la consapevolezza necessarie per fare troppi voli mentali, e porsi domande esistenziali su cosa stavi facendo della tua vita.
E' quello che in un certo senso provò a fare mia madre quando avevo 14-15 anni, che voleva spingermi tra le braccia della figlia dei nostri vicini di casa. Carinissima questa ragazza, ma mia madre era troppo ingenua da non accorgersi che non vivevamo più nel 1960 e che questa ragazza aveva degli standard parecchio alti (si fidanzò con uno stazzone con due spalle larghe così, che sembrava un incrocio tra Raul Bova e Ricky Martin...giusto per rendere l'idea di quale fosse il suo target).
L'uomo quindi non aveva il problema di essere lasciato dalla propria ragazza dopo 1 anno e doversi rimettere in carreggiata. Non c'era il timore di restare solo come un cane perchè ci avevi provato con 100 ragazze e tutte ti avevano rifiutato. Non c'era il problema di capire dove andare a pescare, sia perchè questi problemi non te li ponevi (a quei tempi c'era la miseria, e il problema più importante da risolvere era cosa mettere in tavola, e non se Giulia ti pensava o meno), sia perchè una volta che ti trovavi una ragazza la rottura era difficile. Le coppie erano molto più solide e duravano. Accidenti se duravano.
I miei cugini, più grandi di me e che hanno visuto la loro adolescenza e gioventù in pieni anni '80, hanno avuto fidanzamenti decennali concretizzatisi poi nel matrimonio.
Non tutti sono in grado di essere dei genitori modello. E' per questo che io sono riuscito a perdonare i miei. Perche' so che non posso pretendere da loro quello che non possono fare.
I genitori agiscono sempre per fare cio' che loro ritengono essere il meglio ... Il problema e' , ripeto, l'assenza totale del padre nel suo ruolo educativo da persona autorevole.
Che i fidanzamenti durassero in passato, pero', non saprei.Mi risulta il contrario. E che molti fidanzamenti decennali siano conditi di corna, tradimenti, storie di infamia e' cosa nota. Ne sono testimone.
Un padre e una madre che hanno vissuto la loro giovinezza nell'epoca delle pellicole bianco/nero e che hanno avuto una o massimo due relazioni, e che poi si sono sposati senza porsi troppo domande su chi si stavano mettendo in casa, che razza di insegnamenti possono dare al proprio figlio che si trova catapultato nel mondo dei viaggi low-cost, delle discoteche, del digitale, della ipercomptetività, del femminismo, dei divorzi all'ordine del giorno, dei rapporti usa e getta, delle ragazze che si sentono con te e si sentono contemporaneamente con altri 15?
Nessuno.
Possono farlo eccome, invece. Insegnargli come vivere in questo mondo e' ben diverso dal lanciarlo allo sbando tra la folla. E questo vale in ogni epoca.
Questo il panoramana di noi nati a cavallo tra anni '70 e ' 80.
E dei giovani di oggi cosa dire? Se consideriamo la vita di chi è nato approssimativamente tra il 1990 e il 2000, ovvero quelli che oggi hanno 20-30 anni, ci rendiamo conto che la loro educazione è frutto per lo più della TV, dei social e dei modelli che questi trasmettono. Culto del corpo, voglia di apparire, rapporti sentimentali da consumare in serie stile catena di montaggio, proteine in polvere, depilazione, serate a base di musica assordante e super-alcolici. Se le nostre figure genitoriali erano presenti ma disfunzionali, le figure genitoriali odierne sono assenti e rimpiazzate da un monitor. Grande o piccolo che sia.
Con l'aggravante che spesso i genitori sono più idioti, maleducati e superficiali dei propri figli. Cosa di cui ho avuto conferma a più riprese potendo discutere a quattr'occhi sia con gli uni che con gli altri.
Tra i giovanissimi, io inizio a vedere un primo rigetto di tutto cio'. Il melting pot, il calderone multirazziale, fallira'. Perche' non e' possibile costringere gli uomini a fare quello che non vogliono fare per sempre. Prima o poi ci sara' una reazione violenta, e forse la vedremo.