Salve a tutti,
leggo il vostro forum da ormai dieci anni. Ho deciso di iscrivermi adesso perché sto affrontando un cambiamento, nella mia vita, che mi ha spinto a guardare le cose in modo diverso. Penso ora di avere qualcosa da dire, un punto di vista da portare, e nel frattempo ho trovato il coraggio di pormi in una discussione razionale con gli utenti di questo forum.
Siete i migliori. Io non apprezzo molto la manosfera perché i vari gruppi trovati in rete tendono a sclerotizzarsi su posizioni rigide senza portare argomenti e contenuti di qualità e senza alcun intento costruttivo di cambiare le cose. Gli utenti di questo forum sono diversi: diversi fra loro e diversi dai vari gruppi che tendono a fare fazione senza dare un reale apporto alla consapevolezza di certe tematiche.
Cercherò di dare una panoramica del mio punto di vista sui temi salienti della questione maschile.
Femminismo:
Non conosco molto bene il femminismo e quindi non so dare un giudizio in proposito. Posso limitarmi a vederne alcuni effetti sulla politica e sulla vita di tutti i giorni. Gli effetti del femminismo, al momento, non mi soddisfano né a livello politico, né a livello di costumi. Io sono per la parità dei sessi e penso che i provvedimenti in proposito debbano essere molti. Il mondo dovrebbe essere spartito a metà fra uomini e donne: le quote di genere dovrebbero essere introdotte in tutti i club maschili e femminili. Ci vorrebbero le quote rosa nelle fabbriche e nei cantieri e le quote blu nelle segreterie e nelle scuole. Gli insegnanti dovrebbero essere obbligati a far raggiungere ai loro studenti un rendimento pari fra i generi, per cui per ogni valutazione dovrebbero essere eguali il numero di maschi e il numero di femmine con lo stesso voto. Lo stesso si dica per ogni mestiere e settore dell'economia.
Prostituzione:
Va liberalizzata in Italia. In un contesto come la Germania si potrebbe pensare di promuovere il sex work maschile con target femminile per invertire il flusso di denaro che da molto tempo va dagli uomini alle donne: il sex work maschile aiuta a promuovere l'immagine di un'offerta ridotta di uomini disponibili, il che, in combinazione con un'etica maschile più forte, significherebbe la fine dell'asservimento alle donne insito nei nostri codici genetici culturali.
Matrimonio e sesso:
La vita di un uomo è tanto più strutturata quanto più egli riesce a determinare da se stesso le proprie prerogative e il proprio valore. Per diventare uomini strutturati ai nostri tempi occorre accantonare ogni tipo di aspettativa sociale nei propri confronti: è fondamentale raggiungere questa condizione di equilibrio con se stessi e con la realtà per riuscire ad incidere significativamente nel mondo attraverso la propria vita. L'aspettativa sociale conduce a misconoscere gli incel, perché muove da presupposti errati: l'uomo è considerato come una macchina del sesso. Tutto ciò che muove la vita di un uomo dev'essere tensione verso l'accoppiamento nelle sue varie salse. Ciò si innesta su una base biologica, ossia la potente libido maschile, ma diventa un processo comportamentale stereotipato a partire dai giudizi sociali che provengono dalle donne e, di riflesso, dagli uomini. Di qui la focalizzazione estrema dell'uomo medio sul sesso. Di qui molti dei problemi che affliggono il genere maschile. L'uomo viene visto, anche inconsapevolmente, come uno strumento della funzione di selezione sessuale della specie, esercitata attraverso il controllo di cui le donne dispongono. La produttività, il bisogno, la vocazione, sono aspetti nascosti di una realtà che viene contraffatta dallo sguardo femminile, il quale vede nell'uomo l'unica volontà di favorire le donne in un processo di potenziamento dalle connotazioni e denotazioni interamente e puramente sessuali. Vedere solo questa volontà genera l'aspettativa sociale nei confronti dell'uomo, che si traduce nell'assegnazione all'uomo di un dovere etico a sposarsi, a corteggiare le donne, ad intrattenere rapporti sessuali con loro, ma soprattutto a pagarne il prezzo. Il dovere etico che emerge implica anche l'obbligo di essere all'altezza di questo compito assegnato dalla società. L'uomo deve "migliorarsi", perché così com'è non va bene, per esercitare la sua funzione di provveditore, il che implica produrre ricchezza per dimostrare il proprio valore. Si tratta della socializzazione dell'ansia da prestazione maschile: chi non è all'altezza di soddisfare le esigenze femminili manca di assolvere al proprio dovere, quindi è privo di umana dignità. Sarà capitato a tutti di avere a che fare con una donna che, siccome non le piacciamo, non ci considera nemmeno come esseri umani degni di esistere al di fuori di una relazione sessuale; a qualcuno sarà probabilmente anche capitato di interagire con una donna che, siccome le piacciamo, ci considera assolutamente ed irrevocabilmente disponibili a relazionarci sessualmente con lei. Ebbene sì: al di là di quello che l'opinione pubblica ritiene, noi uomini siamo totalmente oggettivizzati e sessualizzati dalla società e dalle donne. Questo è un fatto, ma è raro accorgersene: tuttavia è proprio questo il punto di gran parte della questione maschile. Siamo trattati come oggetti sessuali. Le aspettative sociali influenzano il comportamento delle persone e gli uomini in alcuni casi si comportano proprio come ci si aspetta da loro: perciò abbiamo il tipo che manda le foto dei genitali in chat nei social, quello che fa sexting non richiesto ed altri casi anomali, proprio perché le donne e la società si aspettano che lo facciano. Questi comportamenti maniacali calmano la loro summenzionata ansia da prestazione. Ognuno nella vita e nel sesso fa quello che può e che vuole: a mio avviso però un uomo ben formato come persona e cittadino deve essere in grado (ma assolutamente non costretto) di mantenere un'astinenza prolungata e indefinita dal sesso. Sapersi indipendenti dal sesso e dal giudizio delle donne, degli altri uomini, della società, è un fatto della coscienza che genera benessere, libertà, forza, serenità, felicità, e questo è fondamentale per fare in modo che il mondo e la vita siano migliori per tutti, ma per se stessi in primo luogo. Questa capacità dà anche la forza per reagire: chi impara ad amare se stesso impara a sapere, capire e denunciare quando sta subendo un sopruso e a convocare il Diritto per riparare alle ferite aperte. Significa avere il potere di cambiare le cose per se stessi e per altri, facendo in modo che siano il costume e la legge a scardinare questa trappola mentale e sociale che ci relega al ruolo deumanizzato di "maschi alpha, beta, gamma", sottraendoci al semplice, astratto e puro ruolo di uomini liberi.
Empowerment femminile:
Empowerment, responsabilizzazione. Bisogna badare a non criminalizzare la sessualità maschile. I casi di violazione dei diritti e libertà altrui vanno puniti, ma non per questo va criminalizzata o posta in cattiva luce la sessualità maschile. Perciò quando dico che un uomo deve saper praticare l'astinenza non intendo affatto che l'istinto sessuale maschile debba essere represso. Dico la semplice banalità che è salutare, per ogni uomo, avere il controllo della propria vita e non lasciare che le donne si approfittino della vulnerabilità che è propria di qualsiasi essere mortale. Così come non bisogna criminalizzare la sessualità maschile, bisogna anche esprimere il biasimo verso le donne che se ne approfittano, sia quando adottano comportamenti ingiusti ma leciti, sia quando commettono illeciti. Non può esistere il reato di manipolazione mentale e non può esistere persecuzione di ciò che avviene sulla base di un consenso reciproco; tuttavia il biasimo ci può e ci deve essere, perché è giusto che si impari a vedere oltre l'immagine angelicata e fuorviante che abbiamo delle donne. Non si tratta di dire che le donne sono il male, ma riconoscere i comportamenti altrui e le loro conseguenze. Per cui se dico che mia moglie mi perseguita e mi tortura psicologicamente, o che le donne mi trattano come uno straccio, devo essere libero di biasimare queste persone per trovare la volontà e la forza di prendere le distanze dalle situazioni sgradevoli.
Passo e chiudo: alla prossima.