Buongiorno.
Nel 2017 il femminismo stava cominciando a scontare una grave crisi, resa emblematica dalla vittoria alle presidenziali statunitensi del magnate Donald Trump. Il sistema di valori su cui prosperava il mondo liberal era caduto a pezzi. Salutare (per loro) fu quindi il fenomeno #metoo, che andava a coprire il vuoto lasciato dalla sconfita di Hillary Clinton (molto ironicamente, perché con lei presidente sarebbe stato certamente insabbiato, visti i forti e antichi legami con Weinstein).
Gennaio 2020: le cartucce del #metoo son bagnate e Rowan Farrow è sotto attacco. Qui in Italia alla tv si parla sempre più spesso di padri separati, false accuse e "maschicidi". Arriva improvviso il Covid. Il femminismo nostrano e mondiale piglia la palla al balzo e spara dati farlocchi e unidirezionali di sacrificio femminile e violenze domestiche aumentate.
Quando finirà l'allarme pandemia, quale altra arma userà il femminismo perché le luci su di sé non si spengano?