Autore Topic: I cicli del femminismo moderno  (Letto 1165 volte)

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Offline Sardus_Pater

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I cicli del femminismo moderno
« il: Dicembre 03, 2020, 10:51:30 am »
Buongiorno.
Nel 2017 il femminismo stava cominciando a scontare una grave crisi, resa emblematica dalla vittoria alle presidenziali statunitensi del magnate Donald Trump. Il sistema di valori su cui prosperava il mondo liberal era caduto a pezzi. Salutare (per loro) fu quindi il fenomeno #metoo, che andava a coprire il vuoto lasciato dalla sconfita di Hillary Clinton (molto ironicamente, perché con lei presidente sarebbe stato certamente insabbiato, visti i forti e antichi legami con Weinstein).
Gennaio 2020: le cartucce del #metoo son bagnate e Rowan Farrow è sotto attacco. Qui in Italia alla tv si parla sempre più spesso di padri separati, false accuse e "maschicidi". Arriva improvviso il Covid. Il femminismo nostrano e mondiale piglia la palla al balzo e spara dati farlocchi e unidirezionali di sacrificio femminile e violenze domestiche aumentate.
Quando finirà l'allarme pandemia, quale altra arma userà il femminismo perché le luci su di sé non si spengano?
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Vicus

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Re:I cicli del femminismo moderno
« Risposta #1 il: Dicembre 03, 2020, 17:04:40 pm »
Siamo in una fase particolarmente repressiva, con forte compressione della libertà di espressione e perfino di movimento. Ma tutto è in divenire e oggi non è più possibile controllare panotticamente dal centro le persone, perché con le tecnologie attuali non esiste più "centro".
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.