Autore Topic: Cile, cattedrali date alle fiamme. Presto anche da noi? Intanto la D'Urso...  (Letto 658 volte)

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Offline Vicus

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Questi sono i crimini concreti e reali delle ideologie cosiddette di "sinistra" con cui molti flirtano. Sembra di tornare ai tempi della guerra civile spagnola.
Pongo questa domanda anche a chi non crede: quanto è libero e sicuro un Paese dove si danno alle fiamme le cattedrali?


Presto anche da noi

Ad Antofagasta questa sera la sinistra ha dato fuoco alla Cattedrale. Ad accompagnarlo c’erano le loro solite urla di iena e festeggiamenti.

https://twitter.com/camilaemiliasv/status/1331764046979354626

Un mese fa, il Cile ha dovuto affrontare diversi attacchi alle chiese, compresa la cattedrale di Santiago,  prima di un plebiscito sulla modifica della costituzione. Passato il plebiscito, molti cattolici speravano di non essere più bersagli . Ma  all’anniversario di 1 mese dal voto, la sinistra ha chiarito che questo è solo l’inizio. Vogliono che l’intera chiesa se ne vada e sono disposti a bruciarla a terra se necessario.

Asuncion, 18 ottobre.
Presto anche qui.

L’omelia la decide la D’Urso: prete alla gogna se parla di gay e aborto
Tv trash, nuovo tribunale del popolo che decide le omelie: in un mese da Barbara D’Urso a Pomeriggio 5 sono finiti alla gogna tre preti, “rei” di insegnare dal pulpito la dottrina cattolica su aborto, omosessualità e divorzio. L’ultimo a Erba: la troupe va da don Bruno Borelli e allestisce un collegamento da “delitto”: «Ha associato il male all’omosessualità e all’aborto». La conduttrice gli intima di pensarlo in camera sua e non in chiesa. No comment dalla diocesi. Intanto i preti sono avvertiti: attenti a come predicate.

Le prime avvisaglie ci sono state con la messa alla berlina di don Andrea Leonesi, prete di Macerata, che ha fatto un raffronto tra aborto e pedofilia ed è finito infilzato dalla polizia del pensiero, poi si è proseguito con don Mario Martinengo di Cremona: ha ribadito la dottrina cattolica di condanna degli atti di omosessualità e anche lui è finito vittima delle telecamere di Canale 5 della D’Urso.

La regia manda in onda uno scambio registrato tra la giornalista e don Bruno in cui lui ribadisce: «Non commettere atti impuri è un Comandamento di Dio», «Gesù sul divorzio è stato chiaro», «L’aborto è un omicidio di un bambino, prima c’è il suo diritto a vivere».

Per la D’Urso è troppo: «Caro don Bruno: il diritto è quello delle donne di scegliere cosa fare, io sono contro l’aborto, ma sono a favore della donna di scegliere che cosa fare, non mi sembra che Gesù ha detto che non si può divorziare». Non sembra a lei, ma forse le sfugge Marco 10, 6-9 (“l’uomo non separi ciò che Dio ha unito”). Ma ormai è inutile pretendere che la D’Urso faccia ripetizioni di catechismo tra uno spot e l’altro delle sue infinite dirette. C’è però spazio per un ultimo ammonimento, per un invito al ravvedimento, che sa tanto di minaccia, di ultima chiamata: «Vorrei tanto parlare con don Bruno, mi sembra una persona tenera, carina, anziana, con la quale mi piacerebbe parlare e raccontare alcune cose…».  Poi, il trionfale omaggio finale alla lingua italiana: «Se lo pensa, lo pensasse nella sua cameretta, ma se lo dice davanti alla gente, è un messaggio sbagliatissimo».

A Erba un’omelia è stata sottoposta al tribunale del popolo che decide che cosa i preti possano dire e che cosa no, messa sotto la lente dello share, vagliata al fuoco del trashometro. E un prete è stato avvertito: attento a come parli, la dottrina non puoi più dirla neanche al chiuso della tua chiesa perché gli squadristi con la telecamera sono in agguato.

Rivelatore questo dettaglio:

“L’inviata fa parlare una delle figuranti, tale Vanessa, che, coperta da mascherina d’ordinanza, lancia il suo j’accuse al prete: «Ciao Barbara, io non sono d’accordo, di cavolate se ne dicono tantissime io sono per l’amore universale». La D’Urso annuisce: «Brava. La gravità è che viene detta su un altare, durante una Messa dove ci sono persone anziane che hanno figli omosessuali e pensano che avere un figlio omosessuale sia il male».

Questo “amore universale” significa espellere dalla società ogni definizione comune del bene; essendo le concezioni del bene relative alle scelte e alle voglie di ciascun soggetto, gli individui non  si possono intendere  che su una società che garantisca loro semplicemente di “perseguire la loro libertà come vogliono”.

Sembra il principio della più assoluta libertà. Invece tale libertà che riconosce solo i diritti privati  degli individui, si rovescia immediatamente in oppressione del prossimo: da “la mia libertà finisce dove comincia la tua”,  la  d’Urso, Vanessa e i sodomiti militanti, gli antifa e i trash,  fanno “la tua libertà finisce dove comincia la mia”.

Questo libertarismo ha avuto un profeta e un filosofo ben identificato:

“Il diritto dell’individuo è il diritto di godere del suo simile, dice Sade  –  e deve essere proclamato senza preoccuparsi degli effetti prodotti da questo godimento su “l’oggetto che deve sottomettersi”, perché “i riguardi di questa considerazione indebolirebbero  il godimento di colui che lo desidera”   – e aggiunge il Marchese, “non è questione, in questo esame, altro che di ciò che conviene a colui che desidera”;  questo diritto di proprietà privata  sul godimento è adesso un diritto dell’uomo e del cittadino, un diritto dell’individuo assolutamente libero” (Mario Dogliani).

Così i “diritti dei gay” si rovesciano immediatamente nell’obbligo di consegnare i bambini altrui alle “lezioni” dei trans e dei queer, e nessuna famiglia protesti, altrimenti gli togliamo i figli (Bibbiano) perché la famiglia è “repressiva” e li affidiamo a due lesbiche perché li corrompano, pardon  li educhino all’amore universale.

E’  la “filosofia” dell’amore universale” della D’Urso, degli Antifa che incendiano chiese, che si sunteggia così:  chi ha il potere, non si limita a prevaricare; stupra, violenta  schiaccia, soddomizza, uccide quelli  di cui “ha diritto” di godere.

I padroni del momento si abituano subito: “Gesù Bambino può nascere due ore prima”, decreta il  “ministro Boccia” Il “senatore” Andrea Romano: Chi ha dubbi sul vaccino deve essere azzittito, non si scherza più”.  E’ la mentalità   e temperie “libertaria”  che porta – direttamente  –  all’incendio delle chiese e al massacro dei preti: libertaria per noi,  voi leccate questo stivale, portate  la mascherina,  non fate il Natale,  predicate dall'altare il sesso invertito. Ci fanno peccare per legge.

Con i confinamenti e i divieti arbitrari e senza alcuna ragione sanitaria, la tecnocrazia transumana,   intesissimante rivolta   – vecchio sogno gnostico-marxista – a costruire l’Uomo Nuovo (stavolta in forma di Cyborg con innesti nel DNA e microchip sottopelle, a cui è promessa una sorta di vita eterna nel cloud) stanno facendo stragi di infelici ,  per usare le parole di Sade,   “oggetti che devono sottomettersi”.

Le  Monde riferisce che negli ospedali di Parigi,  “si constata  l’esplosione di turbe  psichiche fra i bambini,  raddoppio dei tentativi di suicidio  fra i minori di 15 anni” che non sopportano i confinamenti.  A Toronto una donna di 90  anni s’è suicidata per non subire un altro lockdown .

Decine di italiani si tolgono la vita  perché la dittatura terapeutica  ci ha privato a milioni dei mezzi di sussistenza per una malattia perfettamente curabile, senza che a nessuno venga un dubbio sulla mostruosa malvagità, senza fine né alleviamento, delle immense sofferenze che stanno prvoocando a bambini, giovani, vecchi. Nemmeno alle vittime.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.