Negli ultimi anni ho riflettuto molto sui danni a lungo termine per la causa maschile provocati dalle nuove tecnologie. La Rete ha permesso certo che nascessero gruppi di discussione sulla QM e che gruppi di attivisti si unissero, ma è stato l'unico aspetto positivo in mezzo a una miriade di aspetti negativi che hanno penetrato la società. In fondo molti movimenti maschili o di padri separati son nati prima del World Wide Web. Quindi, rispetto a pochi anni fa, non vedo più l'Internet come una grande conquista.
È tutto intrecciato: globalismo, femminismo, social network, disagio maschile post tecnologico, immigrazionismo. E genderismo, ovviamente.
Il genderismo ha permesso al femminismo di fare un salto di qualità inaspettato rispetto a quanto accaduto negli anni caldi della contestazione sociale e della controcultura. È utile alla causa della società fluida e poco importa che femministe separatiste o radicali, ormai tenute ai margini dal femminismo mainstream, che le teme quasi quanto teme gli MRA, sbraitino contro il transessualismo e il considerare il sesso biologico il sesso naturale (le TERF). Di certo c'è che anche in una società non globalizzata l'unione tra femminismo e genderismo creerebbe danni sensibili. Di contro, immaginando una linea temporale diversa in cui a Stonewall non accadde nulla, potremmo dire che il femminismo anche in una società globalizzata potrebbe fare molti meno danni senza il supporto del genderismo, perché certe battaglie non potrebbero nemmeno essere concepite.