Autore Topic: La femminista che nessuno critica. Spiegata bene.  (Letto 1978 volte)

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Re:La femminista che nessuno critica. Spiegata bene.
« Risposta #16 il: Marzo 02, 2023, 03:09:44 am »
ERA ORA. Poi non mi riferivo a L'Interferenza
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:La femminista che nessuno critica. Spiegata bene.
« Risposta #17 il: Marzo 02, 2023, 17:35:10 pm »

Morto il lavoro vince Elly Schlein

Il Pd ha passato sotto traccia, anzi ha taciuto, la morte d’un suo storico nume tutelare: Peppone, contadino operaio e per più d’ottanta anni sindaco simbolo della governabilità comunista; di quel modello emiliano costruito sulla difesa dei diritti dei lavoratori, sul diritto alla casa di proprietà per l’operaio e della terra ai contadini. Benessere diffuso, basato sui sacrifici, che faceva di Peppone l’emblema della lotta sindacale.

A far sparire le spoglie mortali del trinariciuto in camicia rossa a quadroni, baffoni, cappellaccio e mani callose hanno provveduto circa un milione di seguaci di Fedez e Rosa Chemical che alle primarie del Pd hanno votato Elly Schlein segretaria. Il Pd della “segretaria cià cià cià” prende così il posto nella musica popolare del ben più serio “compagni dai campi e dalle officine prendete la falce, portate il martello, scendete in piazza…”. La Schlein ha scelto che proprio la piazza non sarà più fatta di operai e contadini, ma sarà sempre un festoso Gay Pride.

Perché la sua missione sarà difendere i diritti di questi ultimi, soprattutto garantendo che in ogni dove si possano celebrare “gendrimoni” (matrimoni gender) interspecie ed intergenere: per assurdo un ricco stravagante animalista per salvare un cinghiale dall’abbattimento potrà contrattualizzare d’averlo sposato, stesso discorso per un topo da salvare dalla derattizzazione od un pesce dalla padella. Garantendo all’animale una vita dorata nell’umana comunità.

Vien da pensare che i comunisti veraci si siano astenuti dalle primarie, forse schifati dal giro di mazzette intascate a Bruxelles da rappresentanti europei di una sinistra che promuove regolamenti nemici del lavoro e dei lavoratori: le famigerate normative europee partorite su spinta di lobbysti al soldo di multinazionali. A rimetterci è stato l’ultimo comunista col sopracciglio alla Luigi Longo, al secolo Stefano Bonaccini: un politico serio e di professione, mica come la Schlein che ha solo sei mesi d’anzianità di tessera Pd.

Un amico, vecchio stalinista, mi ha fatto notare che quando c’era Palmiro Togliatti alle tipe come la Schlein pagavano una vacanza premio in Unione Sovietica, garantendosi che dal freddo siberiano non facesse più ritorno: del resto negli anni ’50 non s’ebbe più notizia di tanti italiani che, dati per reduci dal fronte russo, non fecero più ritorno, e nemmeno di certi comunisti italiani partiti per Mosca e scomodi al “centralismo democratico” di Togliatti.

L’imbarco di questi ultimi veniva anche festeggiato, poi più nessuna notizia. Ma Stalin ha perso e, dopo più d’ottanta anni, ha vinto il fantasma di Lev Trotsky, che in comune con Elly Schlein ha tutto, persino ancestrale parentela. Certo ai tempi di Baffone non sarebbe potuta esistere una Schlein segretario del Pci: i sicari di Stalin inseguirono Trotsky fino a Città del Messico, per eliminare con lui il germe delle sue idee.

La segretaria crede che il primo fattore d’inquinamento sia il lavoro umano, il fattore antropico, quindi sogna una società di contemplativi col frigo pieno di grilli. Sogna una natura senza uomo, con una telecamera che registri tutta la vita in un computer, certificando che dopo l’estinzione dei figli di Adamo ed Eva tutto è andato meglio. Per raggiungere il risultato saranno necessari profilatura totale di ogni individuo, digitalizzazione completa della società, estinzione e virtualizzazione della moneta, abolizione del lavoro classico, fine della proprietà. Il Pd della Schlein è di fatto una setta gender ambientalista, una sorta di Wwf antropofago.

https://www.maurizioblondet.it/morto-il-lavoro-vince-elly-schlein/
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:La femminista che nessuno critica. Spiegata bene.
« Risposta #18 il: Marzo 03, 2023, 09:17:31 am »
Peppone era meccanico e proprietario dell'officina.  Cazzo, Blondet neanche la cinematografia italiana conosce  :doh:
p.s. e aveva vinto pure alla schedina  :lol:
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Re:La femminista che nessuno critica. Spiegata bene.
« Risposta #19 il: Marzo 03, 2023, 14:57:10 pm »
Non è un quiz di cinema. Il lavoro italiano è diventato un film
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:La femminista che nessuno critica. Spiegata bene.
« Risposta #20 il: Marzo 07, 2023, 13:05:54 pm »
Non Sottovalutate la Papessa Arcobaleno. Non è un Fuoco di Paglia.

Il destino dei riformatori è quello di essere riformati: riforme è buon sinonimo di informe. Sinodi permanenti, formazione continua, più diritti per tutti, lotta al cambiamento climatico (il cambiamento che si batte contro il cambiamento nun se po’ senti’), aggiornamento, migrazione, accoglienza, ascolto: la realtà, anche ecclesiale e politica, è all’insegna del mutamento continuo. Un ectoplasma galleggiante in un liquame imprecisato.

La nuova papessa della sinistra progressista – anche il progresso è riforma – è Elly Schlein, una sorta di concentrato woke di vaniloquio, sogni, scemenze assortite, magnifiche sorti e progressive e “piccole rivoluzioni” (per usare parole sue). Tutto è sempre nuovo, fresco, positivo, salvo invecchiare presto e male. Ma non c’è problema: ci si aggiorna, si cambia, ci si pone in ascolto, e via banalizzando.

Fossi in Bergoglio, ancora una volta superato a destra nel tentativo di aprire alle donne, agli omosessuali, ai migranti, a questa umanità imprecisata che ci attende risolto qualche problemuccio legato all’ostinazione di una manipolo di retrogradi, sarei preoccupato, e molto.

Giudicare la babele riformista dai risultati non è possibile – non ci saranno, fine lavori mai – ma è un fatto che il PD abbia un’epica propria, insieme ridicola e pomposa, ma ce l’abbia. Si parlano addosso che è una meraviglia, ma in qualche modo costringono il pubblico ad assistere inerme a questi pipponi. Il vecchio prelato in pensione invece sosta davanti ai cantieri e guarda i lavori in corso. Tanto è vero che il tema del pensionamento dei vescovi e financo del papa è carsico ma vivo e vegeto.

L’omelia, la predica (mai più di dieci minuti raccomanda Bergoglio, che la gente deve seguire Mezz’ora in più dell’Annunziata, che non a caso dura mezz’ora più di Mezz’ora) il pistolotto, insomma il pippone auto-ctonio che agita il bassofondo melmoso della subcoscienza il Partito Democratico ce l’ha. La Chiesa non più.

Sono i cattolici adulti alla Prodi, alla Franceschini, alla Fioroni (che si sfila perché appoggiava Bonaccini: cattolici che sbagliano) ad avere sospinto questa suffragetta dell’anticattolicesimo militante nel gotha dell’uomo nuovo, anzi della donn* nuov*. Qualcosa vorrà pur dire.

E se è vero che si discute animatamente di Di* Madr*, l’inclusione di un sacerdozio femminile surrettizio e altre facezie contrabbandate per aggiornamento, bisogna registrare ad un livello profondo queste giovani donne come Sanna Marin, Annalene Baerbock, Jacinta Ardern, la stessa Schlein – taccio sulle più attempate come Ursula Von der Leyen – che si battono con passione per la guerra ad oltranza, l’aborto, l’omosessualismo, le carriere alias e ogni genere di sovversione dell’ordine naturale, che come sappiamo è sbagliato e marcio alla radice.

Dicevo: fossi in Bergoglio, sarei preoccupato perché queste figurine sono agguerrite e capaci di scatenare panico morale e spirituale ben più degli uomini, che poveretti tendono alla superficialità e al vivi e lascia vivere.

La papessa arcobaleno Elly Schlein è tutt’altro che una figura minore. Incarna, come e meglio di Bergoglio, qualcosa di verginale anche nel soma, ed è infinitamente più determinata a provocare la fine del mondo (almeno sul piano epistemologico, ma perché porsi dei limiti) del papa venuto dalla fine del mondo.

Nel Nuovo Credo Antropocratico non c’è un millimetro di spazio per la Nuova Chiesa Apotropaica che tiene lontani antichi fedeli, per tacere di latinorum, corpi mistici, Sacre Specie e altre quisquilie. Il cattolico decrepito che per disgrazia cercasse spazi possibili nel mondo, fatalmente proporrà qualche Elly, qualche Schlein ricca come Creso e con triplo passaporto, per piazzare al volgo pipponi radicalmente anticattolici su inclusione, povertà e reddito universale di base che non durano dieci minuti, ma da almeno dieci anni.

A cosa serve un papa cattolico di una Chiesa Cattolica animata da fedeli cattolici? Davvero abbiamo tempo di attendere una chiesa finalmente riformata? C’è Elly I, Inclusiva Subito, espressione di un Partito Democratico sinodale, in un paese e un mondo in cui la partecipazione politica – come quella religiosa – è ormai soltanto nominale. La gente non va in chiesa come non va a votare. E dal pianeta da salvare per il momento è tutto.

https://www.marcotosatti.com/2023/03/01/mastro-titta-non-sottovalutate-la-papessa-arcobaleno-non-e-un-fuoco-di-paglia/
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