Bianco, vecchiotto ma supremamente aristocratico, lo yacht imperiale Britannia approdò sulle coste di Civitavecchia ai primi di giugno del '92. A bordo, accompagnati dalle Loro Maestà, c'erano personaggi del calibro di Mario Draghi, Giovanni Bazoli dell'Ambroveneto ma anche - si dice - il profeta della decrescita (in)felice Beppe Grillo.
I riveriti boiardi di Stato erano a bordo per ascoltare, col cappello in mano, come liquidare le risorse strategiche di un Paese chiamato Italia, sulle più deregolate piazza finanziarie. Profetico, anzi programmatico nell'anticipare lo squallido presente, il discorsetto di Draghi è un eccezionale documento storico sulla fine della sovranità in Italia tra tintinnii di bicchieri, sul reale panfilo di una potenza straniera.
Uomo di singolare doppiezza, senza scrupoli, sempre d’accordo con l’ideologia vigente dei miliardari, attuerà Draghi il Grand Reset del World Economic Forum, che è l’ortodossia del momento?
Ed anche nel caso improbabile che volesse, potrebbe sottrarvisi?
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