per Guit:
l'argomento cassonetto era già stato trattato.
e non è vero che il disconoscimento materno è fatto per evitare l'omicidio, bensì per disincentivare l'aborto!
Anche il movimento per la vita si adoperava in questo senso prima della legge.
Inoltre la legge 194 non legalizza l'aborto, ma lo de-penalizza (c'è una enorme differenza!) parallelamente cerca di disincentivarlo.
E qui subentra il disconoscimento materno che evita la distruzione di una vita tramite aborto.
viceversa il disconoscimento paterno va in senso contrario.
mah ... a me non risulta, tanto è vero che per proteggere la privacy della madre, si impedisce un eventuale riconoscimento paterno anche in caso di disconoscimento al momento del parto.
non è vero che il disconoscimento materno è fatto per evitare l'omicidio, bensì per disincentivare l'aborto!
http://kattolikamente.splinder.com/post/6705377Milano. “Madre segreta”: così si chiama il servizio pubblico della Provincia di Milano che, dal 1996, costituisce una sorta di esperienza del tutto laica di “aiuto alla vita”. E’ l’unica esperienza in Italia. C’è un numero verde (800.400.400), attivo ventiquattro ore su ventiquattro, che riceve chiamate da ogni parte della penisola. Sono circa quattromila le richieste di aiuto che vi arrivano ogni anno.
La poetessa polacca Wislawa Szymborska, premio Nobel per la pace nel 1996, scriveva che “quando nasce un bambino, il mondo non è mai pronto”. Spesso neanche la madre. Perché non ha una casa. Perché può perdere il lavoro. Perché non ha un padre da dare al suo bambino. Perché non ha una famiglia alle spalle. Perché proprio non se la sente. Magari aveva già deciso di abortire. Poi ci ha ripensato.
Ogni anno in Italia almeno venti neonati vengono abbandonati sulle panchine dei giardinetti, nei cassonetti dell’immondizia. La metà non ce la fa. La madre quasi sempre non sa che la legge le consente di non riconoscere il bambino, di non dargli il proprio nome. Ma le consente di metterlo al mondo, offrendole un’opportunità: dieci giorni di tempo dopo il parto per decidere, con la garanzia che il suo piccolo avrà il conforto delle braccia di un’altra donna all’interno di una famiglia già (è la media delle adozioni) venti giorni dopo la nascita. Sono circa quattrocento i bambini che ogni anno nascono in Italia e risultano figli di “donna che non consente di essere nominata”.