Autore Topic: Sbirreria Italia. Laporta: Latitanze, Rientrano 9 su 200, Un Successo?  (Letto 595 volte)

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Offline Vicus

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Il generale Piero Laporta ci offre questa riflessione illuminate e impietosa sull’estradizione di alcuni terroristi latitanti in Francia da decenni. Da non perdere, assolutamente. Buona lettura.

Un successo la cattura di 9, diconsi nove terroristi latitanti, su 200, diconsi duecento?!? Ospitati in Francia dagli anni ’70, i primi oltre quarant’anni fa, ben prima che François Mitterand divenisse presidente, nel 1981. La c.d. “dottrina Mitterand”? Un saio per travestire da suora una prostituta, la consorteria internazionale tuttora finanziante la dorata latitanza degli assassini, altri 191 almeno.

Anni dopo aver pubblicato su Il Mondo un’impietosa analisi delle forze di polizia, dissi a Ettore Gotti Tedeschi: «Le caserme delle polizie sarebbero un ottimo focolaio semmai la rivoluzione scoppiasse in Italia». Allora avevamo 350mila poliziotti, mal pagati, peggio impiegati e dagli svariati cappelli: CC, PdS, GdF, Forestali, Penitenziari e Capitanerie di Porto; polizie locali, provinciali e regionali. Sul far della sera, subentrano le polizie private, pagate dai medesimi cittadini che già finanziano le molteplicità precedenti. Sprechi e duplicazioni a non finire. La PdS fu sindacalizzata dal 1981, per far ingoiare il massacro di centinaia di polizotti sulle piazze e il ludibrio da parte di registi, giornalisti e scrittori, i più vecchi dei quali formatisi sotto il fascismo e poi gorgheggianti: «Avanti Popolo alla Riscossione…». La stessa politica sbandierante l’intransigenza per far morire Aldo Moro, fece massacrare il capo della Mobile Antonio Ammaturo, odiato dai criminali brigatisti, per far liberare il galantuomo Ciro Cirillo. La parabola della Repubblica: da Ciro Cirillo a Ciro Grillo.



Epperò eravamo e siamo il paese con più polizia al mondo, sia rispetto al numero dei cittadini sia rispetto alla superficie. Situazione nel frattempo peggiorata: alle polizie vere e proprie abbiamo aggiunto l’Esercito. Cominciammo nel 1992, coi c.d. Vespri Siciliani, per gabellare un’«emergenza mafia», ombra cinese della fraterna emergenza Stato-Mafia, che stritolò Pio La Torre, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone.

Oggi l’Esercito funge da agenzia nazionale di pompe funebri; raccoglie, trasporta, distribuisce e inocula vaccini; presidia ambasciate e abitazioni dei capataz; ospita e soccorre clandestini. Fa insomma quanto dovrebbero polizie e agenzie di Stato preposte e pagate. Com’è oramai chiaro anche a Timbuctù, dopo le fognature a rotelle di Conte e Arcuri, occorreva un generale dell’Esercito, Francesco Figliuolo, pure per le siringhe.

Grandi personalità sinistre, p.e. il comico partenopeo Vincenzino Saltalafila e l’enfiata Murgia, s’adombrano per Figliuolo con l’uniforme e non s’avvedono del Bel Paese trascolorante in Sbirreria Italia, andando in corto circuito, col rischio di collasso autoritario tanto sorprendente quanto prevedibile.

Non potresti impallinare la Costituzione con raffiche multiple di Dpcm, affliggere i cittadini col locdaun, nascondere le palamarate, acquistare le mascherine dall’amico cinese con la complicità dell’amichetta di Bergoglio, accogliere a peso d’oro le Ong coi clandestini, arrestare chi si difende e liberare chi uccide e ruba. Non potresti…a meno che tu non sia sicuro ma proprio sicuro che in tutte le caserme, ma proprio tutte, abbiano dimenticato la formula di giuramento: «Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina e onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni». Costituzione? Disciplina e onore? Difesa della Patria? Salvaguardia delle libere istituzioni?

Sì, puoi raddoppiargli gli stipendiucci con gli straordinari e le percentuali sulle multe; sì, puoi dare a intendere in tivvù che le polizie sono col popolo; eppure non basta.

Quando infatti li hai costretti a vaccinarsi e gli son venute le trombosi anche i sindacalisti gialli si sono preoccupati. Allora che si fa? Occorre rifarsi l’immagine, far parlare d’altro a tg e stampa. Chiediamo alla Francia di ridarci cinquanta terroristi. Parigi ci aiuta. Occorrono due anni per l’estradizione. Facciamo una bella campagna di stampa; noi siamo per la legalità e con le nostre valorose polizie. Superiamo le elezioni quirinalizie e quelle politiche del 2023, poi tutti se ne dimenticano. Siamo in Italia, suvvia.

Sembra di vederli mentre si scambiano sguardi compiaciuti e sorrisi complimentosi, senza mascherine, ovvio.

Risposta da Parigi: «Cinquante réfugiés? Vous êtes stupide. Nous vous en donnerons cinq, pas un de plus» (Cinquanta rifugiati? Voi siete scemi. Ve ne diamo cinque, non uno di più).

Tira e molla, alla fine gliene danno dieci, cifra tonda, facendoli avvertire prima di catturali in modo da trovarli, come usa dire, puliti. Tre non si sono fidati e se la sono data a gambe. Poi devono avergli spiegato meglio e mentre scriviamo solo uno manca all’appello. Intanto sono già tutti a piede libero e tirano a campare bene.

Il corto circuito non è tuttavia scampato. Hanno fatto un errore; dopo tanti anni può capitare. Hanno messo in lista Marina Petrella. Come avverte su Huffington Post, Maria Antonietta Calabrò, una che la sa lunga, la Petrella era ai vertici della colonna romana delle Br, guidata da Barbara Balzerani, durante i giorni del sequestro dello statista Aldo Moro. Se mai la faranno rientrare, dovranno liberarla in poco tempo. Essa confermerà che Aldo Moro era in via Fani, fermoimmobile, aspettando che finisse la tempesta di fuoco, per farsi portare via, senza un graffio, da un branco di scimuniti, le cui armi si incepparono? E confermerà pure che il povero Oreste Leonardi non fu spostato per portargli via l’ordine scritto che egli pretese da chi volle prendere in custodia Aldo Moro? Certo. Come dubitarne? È tutto provato nel memoriale che Valerio Morucci consegnò allo statista Francesco Cossiga, depositato in procura dopo due anni. Parola d’onore quindi di Valerio Morucci, Adriana Faranda e Francesco Cossiga, Giulio Andreotti, Enrico Berlinguer e Benigno Zaccagnini; parola d’onore di Barbara Balzerani, Marina Petrella e Mario Moretti, parola d’onore. Aldo Moro è stato rapito dalle Bierre, in via Fani, tenuto per due mesi in uno sgabuzzino romano di due metri quadri, scovato da un piemme che ovviamente NON lavorava per i servizi sovietici. È tutto tanto e così vero che hanno secretato i documenti per altri trent’anni, in attesa che si decidano a morire i residuali di quegli anni e i giornalisti caudatari. Sarebbe molto, davvero molto divertente se Vladimir Putin lasciasse trapelare qualche brandello di verità su questa commedia.

A che serve il terrorismo se non a intorbidire la politica? Ecco riportano nove burattini in Italia dopo 40 anni e lo spacciano per un successo, terrorizzati dalle polizie che dovrebbero proteggerli.

«Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina e onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni», non è così?

Piero Laporta

www.pierolaporta.it
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.