Autore Topic: Mons. X: "Non dobbiamo temere"  (Letto 534 volte)

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Offline Vicus

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Mons. X: "Non dobbiamo temere"
« il: Aprile 30, 2021, 00:50:28 am »
Visti i tempi, anche la Chiesa ha oggi i suoi "supereroi mascherati". Uno di questi è il misterioso Mons. X:


Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mons. Ics ci offre una riflessione che personalmente troviamo di grande aiuto e conforto, in questi tempi in cui sembra che tutto ciò che è ingiusto e malvagio debba prevalere. Buona lettura.

§§§
 

Caro Tosatti, in questo tempo di confusione e sofferenza, giustificato da evidenti “Reset” dei valori morali e persino di dottrina, mi conceda una breve riflessione di incoraggiamento per i suoi lettori di Stilum Curiae.

Per difendere oggi la nostra fede, dobbiamo ricordare come pensavano ed agivano, per diffonderla, i primi seguaci di Cristo.

L’esempio magistrale che vorrei proporre è proprio quello dei primi fedeli di Nostro Signore, secondo i commenti al Vangelo di S. Matteo di San Giovanni Crisostomo, (344-407), Dottore della Chiesa.

Il santo d’Antiochia rivela la tempra ed il coraggio con cui i fedeli testimoniavano la loro fede: – Non facevano caso ai pericoli di morte. – Non si turbavano di essere in pochi, né che erano invece in molti i loro avversari. – Non si preoccupavano del potere, della forza e della abilità dei loro nemici. Essi contavano solo su una forza superiore a tutto questo: il potere di Colui che era morto sulla Croce e poi risuscitato. Non cercavano la gloria personale, soprattutto non cercavano l’applauso o il consenso della gente. Agivano solo con retta intenzione con lo sguardo rivolto al Signore, fine e motivo delle loro azioni. Non cercavano l’approvazione degli altri, non si preoccupavano di cosa avrebbero detto, di come li avrebbero considerati. Non avevano timore dell’ambiente per realizzare la loro opera apostolica e evangelizzare il mondo. Sapevano che se si fossero adeguati a conformarsi all’ambiente avrebbero cominciato a non esser coerenti con i principi e sarebbero potuti cadere nella tentazione di comportarsi e dire ciò che avrebbe fatto loro ottenere consensi anziché persecuzioni. Il santo d’Antiochia ricorda che S. Paolo agli abitanti di Corinto aveva ben detto: “a me però poco importa di venir giudicato da voi o da un consesso umano. Il mio giudice è il Signore”.

Così era la rettitudine di intenzione dei primi fedeli per diffondere l’insegnamento di Cristo, evangelizzando.

Oggi la stessa attitudine si pone per difendere la nostra fede in Cristo. E l’incoraggiamento di San Giovanni Crisostomo deve esser lo stesso: non dobbiamo turbarci se siamo in pochi e gli altri, più potenti, ci disprezzano e ci perseguitano.

Oggi testimoniare la propria fede non trova più nemici solo fra i “gentili”, ma persino presso coloro che dovrebbero professare e difendere la stessa fede.

Oggi si può arrivare a temere persino l’Autorità morale, se si insiste a voler obbedire all’insegnamento della Tradizione della Chiesa, rifiutando ogni evoluzionismo dottrinale e spirituale.

Ed in questa attuale confusione dottrinale, il rischio per un cattolico non è solo sentirsi isolato e temere persecuzioni, è dubitare di avere “retta intenzione” quando è obbligato a interpretare l’autorità morale.

È certo che per un cattolico l’intenzione è retta quando Cristo è il fine e motivo del suo agire.

Il Signore è nostro Re, Legislatore, Giudice, è lui che ci deve salvare.

Ed è Lui che ci darà le grazie necessarie per intendere e per operare con retta intenzione in ogni circostanza.

Mons. X

https://www.marcotosatti.com/2021/04/29/mons-ics-siamo-nella-sofferenza-ma-dobbiamo-difendere-la-fede/
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.