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Le consonanti “f” e “v” si pronunciano posando il labbro inferiore sulla dentatura superiore. Un’operazione che a noi sembra scontata, ma che veniva probabilmente ignorata dai nostri antenati, prima che nuove abitudini alimentari portassero ad un cambiamento della struttura mandibolare. Secondo uno studio condotto presso l’Università di Zurigo, la gamma di suoni usati dall’uomo per esprimersi non è stata sempre la stessa nel corso della storia. La pronuncia si sarebbe evoluta nel tempo grazie ad alcune modifiche del cranio e dell’articolazione mandibolare, dovute ad un cambio di dieta. Se prima l’alimentazione a base di cibi crudi richiedeva l’allineamento delle arcate dentarie per rendere i morsi più efficaci, con l’introduzione della cottura questa esigenza è venuta meno. È cambiato dunque, nel corso degli anni, l’assetto del cranio, che ha consentito alla mascella di sporgere sulla mandibola, in modo che i denti superiori diventassero più sporgenti di quelli inferiori. Grazie a questo cambiamento si è sviluppata progressivamente la capacità di pronunciare le consonanti labiodentali. Questa teoria era stata proposta già nel 1985 dal linguista Charles Hockett, secondo il quale i suoni labiodentali sono molto più frequenti nelle lingue parlate da popolazioni che consumano cibi più morbidi. Ciò spiegherebbe la mancata uniformità dei suoni nelle diverse lingue: sebbene molti di questi si trovino in quasi tutti gli idiomi, alcuni fonemi sono diffusi solo in determinate lingue.Fonte: “Human sound systems are shaped by post-Neolithic changes in bite configuration” , Science, PubMed, 2019Credit foto: D. E. Blasi et al. – Science, Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)Per conoscere sempre qualcosa di nuovo : 👉🏻 www.thedifferentgroup.com