Dialoghi > Natura maschile e natura femminile

Serial killer sommersi dalle lettere d’amore delle ammiratrici

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Massimo:
Più che verdi.....le femmine del vicino sono reputate dai fessi nazionali più disponibili a spalancare le gambe e a mostrare...la nera peluria! 

Vicus:
Alle femministe che dicono che la fan hanno problemi basta chiedere: cosa pensare del fatto che un criminale ha migliaia di ammiratrici?
Cosa c'entri il patriarcato proprio non lo so ma è noto (sui social abbondano pure i meme) che le donne oggi (ANCHE di ottima famiglia e insospettabili) hanno spesso un debole per comportamenti devianti: uomini violenti, tossicomani, immigrati integralisti con le donne, ecc.
Non penso sia la natura femminile perché è un tratto proprio delle società moderne "avanzate". Le nostre nonne non ammiravano quei soggetti.

Le donne dell'Est sono anche peggiori delle italiane: molto più pretenziose, presuntuose e ingestibili. Purtroppo gli uomini si fermano alla prima impressione, quella che fa una donna quando deve vendere lo spettacolo al pollo, per cui leggo spesso un gran bene di Ucraina, Polonia, Sudamerica (dove la bigamia è diffusissima) e altri paradisi esotici.
Alcuni arrivano ad esibire selfie di "brave ragazze" con l'aria di consumate battone.


Massimo:

--- Citazione da: Vicus - Giugno 13, 2021, 15:45:15 pm ---Non penso sia la natura femminile perché è un tratto proprio delle società moderne "avanzate". Le nostre nonne non ammiravano quei soggetti.

--- Termina citazione ---

E invece è proprio la natura femminile, caro Vicus. La quale spinge le donne verso uomini violenti, pericolosi, persino marginali che però danno a loro l'occasione di vivere emozioni forti e fantasie elettrizzanti. Lo si è visto quando nell'antica Roma uomini erano costretti a combattere come gladiatori: le donne romane stravedevano per questi disgraziati che però affrontavano la morte quotidianamente. Ricche matrone pagavano bene per passare una notte con i loro campioni preferiti. I quali erano solo dei disgraziati costretti a battersi per il puro divertimento della folla. Ma siccome rischiavano la vita regolarmente in un'epoca in cui i "cittadini romani" con la "pax romana" non la rischiavano più (a parte quegli sfigati che per avere la cittadinanza romana si arruolavano nell'esercito e dovevano passarvi ben venti anni a combattere sulle frontiere in posti dimenticati da Dio) le donne romane si eccitavano delle loro imprese e sbavavano loro dietro (ovviamente quando e finchè vincevano i combattimenti). Poi, dirai tu, è arrivato il cristianesimo e la Chiesa Cattolica Romana. Ma l'indole femminile non cambiò. Proprio nel medioevo abbiamo l'esempio di Margherita Boninsegna che abbandonò la famiglia per seguire l'eretico poi passato alla Storia come Frà Dolcino fino al punto da abbracciarne le idee e morire sul rogo insieme a lui. Ora, Margherita non era una trovatella o una contadina, ma era di famiglia nobile di rigorosa fede cattolica la quale per desiderio di avventura e di pura evasione da una vita prevedibile e piatta non esitò a preferire una vita pericolosa insieme ad un eretico, continuamente in fuga dalle inevitabili persecuzioni fino alla tragica fine. Poi abbiamo l'esempio di Mary Read, figlia di un pastore protestante, la quale visse come una ragazza virtuosa fino a quando un giorno arrivò dalle sue parti un pirata e lei non esitò un attimo ad intraprendere una carriera peccaminosa e pericolosa di amante di un pirata prima e poi di piratessa lei stessa, schifando la vita virtuosa e noiosa che le era così congeniale fino al giorno prima. Esempi del genere ce ne sono stati nei secoli a bizzeffe, ma questi bastano a farti capire, caro Vicus, che il cattolicesimo e la Chiesa Cattolica (e anche il protestantesimo, se è per questo) non ha affatto "educato" o "rieducato" le donne: le ha semplicemente tenute a freno. E non a caso il femminismo rimprovera il patriarcato non di aver imposto alle donne compiti sgraditi (in fondo anche agli uomini erano imposti compiti che oltre ad essere sgraditi erano anche pericolosi) ma di aver "represso il desiderio delle donne". Per l'appunto. Desiderio represso storicamente che adesso, liberato, esplode con i suoi connaturati effetti devastanti. La Storia delle donne del passato "virtuose" va ridimensionata con la constatazione che a queste donne "virtuose" era difficile, se non proprio del tutto controproducente diventare trasgressive. E' simile alla storia delle suore del convento; certo che sono virtuose finchè restano nel convento: bisognerebbe portarle in discoteca o in uno spettacolo di streap maschile e poi vedere quello che combinano. Oggi le donne combinano quello che avrebbero tanto desiderato combinare nei secoli passati ma che non hanno potuto. Oggi invece possono farlo. E i cretini, soprattutto di sesso maschile, considerano il fenomeno "rivoluzionario" invece di considerarlo quel fatto reazionario che invece è.

Vicus:
Di tutte le risposte scelgo la più impopolare ma anche la più stimolante: i guai di oggi somo dovuti a eresie non riconosciute come tali. L'eresia non è semplice negazione di un dogma, ma distorsione del pensiero logico e del senso della realtà.
Il '68 è una riedizione del movimento dolciniano. L'abulia e l'apatia del genere maschile, che ha rinunciato a prendere parte attiva nella storia in favore nella perenne ricerca del sollazzo, è l'incarnazione dell'eresia marcionita e carpocraziana:
https://www.coscienzamaschile.com/index.php?topic=2141.0
Secondo queste filosofie bisognava mettere in comune i beni quanto i corpi. Questo collettivismo orgiastico, radicale, avrebbe fatto nascere come per magia "l'uomo nuovo".
E' il Paese dei Balocchi di Collodi, ma anche la Maga Circe di Omero, che conducono invariabilmente all'asinificazione e alla porcificazione umane.
La società dei consumi incarna un sogno antico: il Giardino delle Delizie, luogo del vizio felice, le cui regole sono state dettate una volta per tutte dagli gnostici libertini del secondo secolo, specie da Carpocrate ed Epifane, anche se Fourier le ha perfezionate a metà del ‘700. Il Giardino delle Delizie, per costoro, è la società futura: da costruire attraverso la trasgressione volontaria delle leggi umane, fino alla completa liquefazione del carattere maschile e della paternità (vhe le femministe più all'avanguardia vogliono "multipla").

Qui invece, ricorre spesso la dottrina del servo arbitrio applicata alla donna: l'essere umano è intrinsecamente malvagio e dev'essere costantemente represso da un governo occhiuto e dispotico (quali erano appunto i regimi protestanti).
Non dico che nella natura umana non ci sia anche un'inclinazione al male o che le donne non vadano tenute a freno.
Ma suggerire che anche le nostre nonne se avessero potuto sarebbero scappate con l'ergastolano fa il paio con la teoria femminista della maschilità tossica e rafforza il divario tra i sessi invece di proporre una società che funzioni, con valori maschili.
Simili casi un tempo erano rari, e matrone e dolciniane si riferiscono appunto a eresie e periodi di decadenza.

Una cosa sola azzoppa i movimenti maschili: non riuscire a espellere da sé le istanze radicali, femministe e sessantottine che ha introiettato a tal punto da considerarle irrinunciabili.

Massimo:

--- Citazione da: Vicus - Giugno 13, 2021, 20:08:12 pm ---Di tutte le risposte scelgo la più impopolare ma anche la più stimolante: i guai di oggi somo dovuti a eresie non riconosciute come tali. L'eresia non è semplice negazione di un dogma, ma distorsione del pensiero logico e del senso della realtà.
Il '68 è una riedizione del movimento dolciniano. L'abulia e l'apatia del genere maschile, che ha rinunciato a prendere parte attiva nella storia in favore nella perenne ricerca del sollazzo, è l'incarnazione dell'eresia marcionita e carpocraziana:
https://www.coscienzamaschile.com/index.php?topic=2141.0
Secondo queste filosofie bisognava mettere in comune i beni quanto i corpi. Questo collettivismo orgiastico, radicale, avrebbe fatto nascere come per magia "l'uomo nuovo".
E' il Paese dei Balocchi di Collodi, ma anche la Maga Circe di Omero, che conducono invariabilmente all'asinificazione e alla porcificazione umane.
La società dei consumi incarna un sogno antico: il Giardino delle Delizie, luogo del vizio felice, le cui regole sono state dettate una volta per tutte dagli gnostici libertini del secondo secolo, specie da Carpocrate ed Epifane, anche se Fourier le ha perfezionate a metà del ‘700. Il Giardino delle Delizie, per costoro, è la società futura: da costruire attraverso la trasgressione volontaria delle leggi umane, fino alla completa liquefazione del carattere maschile e della paternità (vhe le femministe più all'avanguardia vogliono "multipla").

Qui invece, ricorre spesso la dottrina del servo arbitrio applicata alla donna: l'essere umano è intrinsecamente malvagio e dev'essere costantemente represso da un governo occhiuto e dispotico (quali erano appunto i regimi protestanti).
Non dico che nella natura umana non ci sia anche un'inclinazione al male o che le donne non vadano tenute a freno.
Ma suggerire che anche le nostre nonne se avessero potuto sarebbero scappate con l'ergastolano fa il paio con la teoria femminista della maschilità tossica e rafforza il divario tra i sessi invece di proporre una società che funzioni, con valori maschili.
Simili casi un tempo erano rari, e matrone e dolciniane si riferiscono appunto a eresie e periodi di decadenza.

Una cosa sola azzoppa i movimenti maschili: non riuscire a espellere da sé le istanze radicali, femministe e sessantottine che ha introiettato a tal punto da considerarle irrinunciabili.

--- Termina citazione ---

L'indole femminile, caro Vicus, si infischia di queste tue valutazioni storiche e teologiche. Essa è quella che aveva già correttamente definito Massimo Fini: orgiastica, dionisiaca, baccante ed esaltatrice dell'istinto vitale come il "prius" rispetto al quale tutto il resto non vale.

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