Ci risiamo.
https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/draghi-riduzione-diseguaglianza-genere-priorita-globale-10612fee-aa1c-4693-bf4d-ce141057ee0c.htmlPOLITICA Women Political Leaders Summit 2021 Draghi: "Riduzione diseguaglianza di genere è priorità globale" Quest'anno l'Italia ha la presidenza del G20. Ad agosto terremo una conferenza ministeriale sull'emancipazione femminile per la prima volta nella storia del G20. Vogliamo aiutare le leader femminili in tutto il mondo a favorire l'emancipazione di altre donne", ha detto il premier Tweet Draghi: "Combattere gli stereotipi di genere"Università Padova elegge dopo 800 anni prima rettrice: è Daniela Mapelli Pregiudizi contro le donne, Cedu condanna l'Italia 21 giugno 2021 "Ogni giorno milioni di ragazze si trovano a dover imparare, a proprie spese, che non possono realizzare i propri sogni. Devono subire discriminazioni, a volte anche violente. Devono accettare anziché scegliere, devono obbedire anziché inventare. Solo perché sono donne. Questa situazione non solo risulta immorale ed ingiusta, ma rappresenta anche un atteggiamento miope. Le nostre economie stanno perdendo alcuni dei nostri talenti migliori. Le nostre società si stanno lasciando sfuggire alcune delle migliori leader del futuro." Lo ha detto il premier Mario Draghi intervenendo, con un videomessaggio, al "Women Political Leaders Summit". "La riduzione delle disuguaglianze di genere deve essere una priorità a livello globale. Fin da giovanissime, le ragazze in tutto il mondo devono far fronte a pregiudizi e stereotipi culturali. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro risulta essere 27 punti percentuali in meno rispetto a quella degli uomini. In alcune regioni tale divario è di oltre 50 punti percentuali.Solamente 22 paesi hanno una donna che ricopre la carica di Capo di Stato o di Governo. Ben 119 paesi - compreso il mio - non ne hanno mai avuto una. Benché ci siano stati alcuni miglioramenti, i progressi restano assai lenti e si rischia addirittura di tornare indietro", ha sottolineato Draghi. In Italia 7 mld entro 2026 su uguaglianza genere "Dobbiamo assicurare la parità di condizioni nel mercato del lavoro e colmare il divario di retribuzione tra i generi ed aumentare il numero di donne in posizioni di responsabilità. Dobbiamo rafforzare i nostri sistemi di sicurezza sociale in modo tale da favorire l'evoluzione delle carriere delle donne. E dobbiamo colmare il divario tra la rappresentazione maschile e quella femminile nel mondo della politica. Il nostro obiettivo in Italia è quello di investire, entro il 2026, almeno 7 miliardi di euro per la promozione dell'uguaglianza di genere", ha detto Draghi. Siamo determinati ad aumentare il numero di ragazze e donne che scelgono di studiare le discipline tecnico-scientifiche. Vogliamo ampliare i servizi di prima infanzia e di istruzione primaria in modo tale da poter aiutare le mamme lavoratrici. Stanzieremo fondi a sostegno dell'imprenditoria femminile e provvederemo ad introdurre una clausola di condizionalità per fare in modo che le imprese assumano più donne. Negli ultimi 15 anni, l'Italia ha registrato il tasso di crescita più alto d'Europa per quanto riguarda il numero di donne presenti nel Parlamento. Nel 2004, le donne rappresentavano solo il 9,9% del numero totale di parlamentari.Oggi tale percentuale ha raggiunto il 35,8%", ha spiegato il premier. Ad agosto summit ad hoc su emancipazione donne "Il nostro governo vanta il numero più alto di sottosegretarie donne nella storia d'Italia. Abbiamo anche nominato una donna come capo dei servizi segreti per la prima volta in assoluto. In ogni caso, questi sono solo dei primi passi.Quest'anno l'Italia ha la presidenza del G20. Ad agosto terremo una conferenza ministeriale sull'emancipazione femminile per la prima volta nella storia del G20. Vogliamo aiutare le leader femminili in tutto il mondo a favorire l'emancipazione di altre donne", ha detto ancora Draghi. Con il Covid aumento globale divario di genere "Durante la pandemia, le donne hanno perso il lavoro più velocemente rispetto agli uomini. I lockdown hanno determinato la chiusura delle scuole e degli asili nido,con pesanti ripercussioni per le donne. C'è stato un aumento del divario tra uomini e donne a livello globale, soprattutto per quanto riguarda la partecipazione delle donne alla vita politica. Al ritmo attuale, non arriveremo alla parità di genere nelle cariche ministeriali prima del 2077. Promuovere la parità di accesso e di opportunità nell'ambito educativo deve essere la nostra priorità. Dobbiamo lottare contro gli stereotipi di genere ed aumentare il numero di ragazze che scelgono di studiare le discipline scientifiche a scuola", ha dichiarato il presidente del Consiglio. In Italia passi avanti su parità di genere ma fare di più "Negli ultimi 15 anni, l'Italia ha registrato il tasso di crescita più alto d'Europa per quanto riguarda il numero di donne presenti nel Parlamento. Nel 2004, le donne rappresentavano solo il 9,9% del numero totale di parlamentari. Oggi tale percentuale ha raggiunto il 35,8%. Il nostro governo vanta il numero più alto di sottosegretarie donne nella storia d'Italia. Abbiamo anche nominato una donna come capo dei servizi segreti per la prima volta in assoluto. In ogni caso, questi sono solo dei primi passi", ha sottolineato il premier Mario Draghi, intervenendo con un videomessaggio al 'Women Political Leaders Summit 2021'.
Domanda (retorica): quanti danni han fatto gli uomini "di potere" della generazione di Draghi ?
Ce n'è uno in grado di buttar giù un ragionamento sensato ?
Ce n'è uno che di spontanea volontà lascia la propria poltrona a una femmina ?
Ce n'è uno capace di fare un discorso intelligente ?
Ce n'è uno, in questo cazzo di mondo, in grado di non passare le proprie giornate a leccare il culo alle femmine ?
Esiste un cosiddetto "uomo di potere" in grado di evidenziare che in tutto il mondo industrializzato sono uomini la quasi totalità dei morti sul lavoro, nonché la stragrande maggioranza degli infortunati ?
No, non esiste.
Homo homini lupus.
Personalmente son del parere che a soggetti del genere vada tolto tutto.
Conseguentemente deve essergli impedito di far politica, quindi di entrare in parlamento, nonché di diventare magistrati e di ambire alle cariche più prestigiose.
Gli uomini hanno un assoluto bisogno di sprofondare nella merda e di diventare anche ufficialmente (ufficiosamente lo sono già) "il secondo sesso".
In Italia passi avanti su parità di genere ma fare di più "Negli ultimi 15 anni, l'Italia ha registrato il tasso di crescita più alto d'Europa per quanto riguarda il numero di donne presenti nel Parlamento. Nel 2004, le donne rappresentavano solo il 9,9% del numero totale di parlamentari. Oggi tale percentuale ha raggiunto il 35,8%. Il nostro governo vanta il numero più alto di sottosegretarie donne nella storia d'Italia. Abbiamo anche nominato una donna come capo dei servizi segreti per la prima volta in assoluto. In ogni caso, questi sono solo dei primi passi", ha sottolineato il premier Mario Draghi, intervenendo con un videomessaggio al 'Women Political Leaders Summit 2021'.
Bene, auguriamoci che in parlamento le femmine diventino il 100%, così la finiremo una volta per tutte di ascoltare e leggere merdate del genere.
Amen.
https://questionemaschile.forumfree.it/?t=5145764STRIDER*
view post Inviato il 20/10/2005, 19:19
Utente cancellato
Visto che attualmente il Governo in carica, composto al 90% da uomini, permette che siano varate leggi antimaschili, cosa potrebbe succedere se a comandare ci fosse una percentuale analoga di donne, o magari al 100%?
Ritenete che per l'uomo comune sarebbe meglio o peggio?
Ma, soprattutto, cosa spinge secondo voi i potenti a varare leggi sempre a favore delle donne, qui nel mondo Occidentale?
Ho scelto in meglio perchè ragionando per paradossi, se ora con uomini al governo ci troviamo in una situazione simile, con le donne ci troveremo sicuramente meglio...
Propongo quindi ai nostri capi di governo di lasciare le loro poltrone e mettersi in casa a guardare i figli, a stirare, a cucinare, visto che predicano bene e razzolano sempre male...
https://questionemaschile.forumfree.it/?t=8366653seiper1
view post Inviato il 21/5/2006, 12:19
Utente cancellato
Prosegue da QUI
Cosa frena una donna alla carriera politica? Non saprei, dimmelo tu, io costato, con numeri alla mano, che però è così.... diciamo che non hanno voglia le donne, via, è per quello che in politica e nei posti decisionali ce ne sono poche, basta che volessero, tacchete, nessun impedimento.... Non è un impedimento il segretario di partito che sceglie le liste, visto il sistema di voto oggi, non è un impedimento per loro dover crescere i figli, no quelli non ce l'hanno mi dici, non è un impedimento il potere decisionale all'interno dei partiti, in mano alla classe dirigente, quasi unicamente maschile....
(IlFemminista)
Ok. Andiamo per ordine.
Tu dici che la percentuale di donne in politica attiva dipende da un complotto (più o meno oscuro) della parte maschile (segreterie di partito, classi dirigenti etc.) per garantirsene il monopolio.
Ma prima di fare un'affermazione così banale, che è quella che sentiamo tutti i giorni dai media, sapresti dirmi quello che non viene mai detto?
Ossia, quale sia la percentuale di donne che frequentano la politica e partecipano attivamente nelle sezioni, nelle segreterie, sul territorio, nelle circoscrizioni, nei comuni e in tutti quei luoghi dove la politica si svolge?
Io, pur senza avere dati certi (che nessuno dice esplicitamente, perché, questa sì, è una realtà occultata) so che in molti partiti (molti, non tutti) la semplice percentuale delle iscritte non va oltre il 15/20 percento, ad essere generosi. E questo dato ancora non dice quanta parte di queste abbia un impegno effettivo o possegga solo una semplice tessera. A questo riguardo, sarebbe utile ed importante se qualcuno di noi (io non ho tempo sufficiente per farlo) svolgesse una piccola ricerca sul web per raccogliere questi dati sin dove possibile. Sono convinto che ne uscirebbe un quadro significativo.
Poi, chiunque conosca minimamente la politica sa perfettamente che la carriera e la sua ascesa sono garantite solamente dal seguito personale dell’attivista, dal numero di tessere che riesce a far sottoscrivere e dal suo bacino di consenso.
Se una segreteria di partito dovesse sostituire a questi criteri per formare le candidature quelli del sesso di appartenenza, pregiudicherebbe il rapporto effettivo con l’elettorato perdendo voti e rappresentanza. E’ quello che sta succedendo ai DS che, privilegiando in astratto la componente femminile, ad ogni tornata perdono quote di elettorato.
Secondo: tu dici che un ulteriore impedimento alle donne sarebbe dato dal dover crescere i figli.
Intanto, io non riesco più a capire come si faccia seriamente ad invocare, da un lato, la maternità come valore aggiunto della donna e, dall’altro, ad additarla come fattore di impedimento al suo sviluppo sociale. Da questa contraddizione, secondo me, si stanno producendo quei guasti psicologici individuali, che hanno il loro sintomo più drammatico nelle ormai numerose madri che sopprimono i figli a calci nella schiena o infilandoli nella lavatrice. Neanche questo aspetto viene mai considerato dai media, che preferiscono parlare, invece, di astratte depressioni post-partuum…….
Ma, a parte questo (che meriterebbe un approfondimento a parte), secondo te e molti altri, data questa evidenza biologica bisognerebbe alterare le regole del gioco democratico e della rappresentanza, nonché dei criteri meritocratici di selezione, solo per consentire alle donne una maggiore partecipazione sine titulo alla vita politica. E’ un punto di vista; sicuramente non il mio che lo considero una pericolosa falsificazione della rappresentanza politica.
Ma ci si dimentica di osservare, soprattutto, che questa eventualità poggia, in ultima analisi, sul sacrificio di altrettanti uomini che si guadagnano la carriera sul campo e non sull’appartenenza di genere e che si vedrebbero scavalcati da altrettante donne con la semplice giustificazione che “sono donne”.
Le chiamano esplicitamente “discriminazioni positive”, quindi ben comprendendo l’intimo aspetto discriminatorio che comportano, che sarebbe reso accettabile, chissà perché, dall’aggettivo positive. Naturalmente la positività della cosa non è estesa a tutti i cittadini, unico fattore che la renderebbe tollerabile, ma solo ad una parte di essi: quella femminile.
Io credo che qualunque discriminazione, anche a mente del dettato Costituzionale che tu stesso hai ricordato, non abbia mai alcun aspetto positivo, ma sia solo la legittimazione di un nuovo sistema di privilegi di una parte a danno dell’altra.
Se per te questo è progresso e civiltà siamo ben lontani dal comprenderci.