Secondo il nostro Saviano, iperpoliticizzato, globalista e
molto apprezzato in Paesi che ci depredano economicamente, la causa della mafia sarebbe la famiglia:
Le sue interviste sono regolarmente trasmesse su reti FEMMINISTE straniere. Articolo:
Il M° Aurelio Porfiri oggi si occupa di quella che – personalmente – ritengo una
vergogna nazionale, cioè di Roberto Saviano. Vediamo perché. Buona lettura.
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Senza famiglia
Lo scrittore Roberto Saviano ci ha abituato a molte dichiarazioni sorprendenti, che scandalizzano molti ma che invece dovrebbero rallegrare, perché rendono evidente la china pericolosa su cui stiamo scivolando.
Non è meglio quando ci sono queste persone che rendono evidente quanto viene di solito fatto nell’ombra? In un recente articolo sul Corriere della Sera, parlando della recente cattura di una donna, boss di spicco di un clan mafioso, Saviano affermava: “La famiglia è il mezzo e il fine del profitto, il sangue è la garanzia unica della fiducia. Fidati solo del tuo sangue è l’imperativo della «Piccerella» non perché il tuo sangue sia migliore di altri ma perché nessun rivale crederà mai al tradimento di un tuo parente e quindi sarà costretto ad esserti fedele”. Certo messo così è ambiguo…si riferisce alla famiglia mafiosa o alla famiglia in sé?
Più avanti Saviano precisa ancora: “
Se non esistesse il concetto di famiglia non esisterebbero le organizzazioni criminali. La famiglia è innanzitutto organizzazione, è mutuo soccorso ma solo verso chi ha il «merito» di condividere lo stesso sangue.
Il matrimonio è un patto economico tra gruppi. I figli sono protezione del patrimonio e eredità. Le amicizie sono momentanee e utili se arrecano vantaggio. Chi crede che questo sia solo un comportamento delle famiglie criminali non ha abbastanza studiato le famiglie del capitalismo contemporaneo, macchina di controllo e competizione, di accordo e feroce ricerca di profitto”. Se non esistesse il concetto di famiglia non esisterebbero organizzazioni criminali?
Allora che ne dice di: se non esistessero i coltelli nessuno sarebbe accoltellato? E posso dare mille esempi del genere.
Ma più avanti Saviano sarà chiarissimo nel suo pensiero: “Quando mi chiedono quando finiranno le mafie rispondo quando finiranno le famiglie. Quando l’umanità troverà nuove forme d’organizzazione sociale, nuovi patti d’affetto, nuove dinamiche in cui crescere vite [di nuovo i falansteri socialisti alla Fourier ]. Famiglie! Focolari chiusi; porte serrate; geloso possesso della felicità Vi detesto, André Gide [His Master's Voice]”. Sarebbe quasi comico, se non fosse tragico. Ma, come ho detto, almeno chiarifica la follia in cui viviamo.
Dunque bisognerebbe eliminare il vino per prevenire l’ubriachezza? Rinunciare alle automobili per essere sicuri di non essere investiti?
E che ne dite di rinunciare al sesso per risolvere per sempre il problema degli stupri? In questo modo nel giro di qualche anno ci estinguiamo e lasciamo campo libero ad altri animali certo più intelligenti di noi.
Certo, tutti sappiamo che le famiglie non sono sempre rose e fiori, che in esse si può soffrire, si può anche fallire nel proprio tentativo di costruire un nucleo familiare che porta stabilità per coloro che sono coinvolti. Io non sono tra coloro che fa il moralista verso coloro che vivono i fallimenti, pur essendo ben consapevole di quello che la dottrina cattolica insegna.
Capisco che a volte bisogna accettare la croce di un fallimento e prendersene la responsabilità davanti a Dio e davanti a coloro che sono direttamente coinvolti. Ma non si può ridurre la famiglia al suo fallimento o ad una strategia di comportamento deviato. Che modo di ragionare è questo? Eppure questi sono i tempi che viviamo, tempi in cui il ragionamento è sottosopra e trova ospitalità nel più importante quotidiano nazionale.
G. K. Chesterton lo aveva ben capito decenni fa: “Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”.
Ecco, quei tempi sono venuti.
https://www.marcotosatti.com/2021/08/11/senza-famiglia-porfiri-commenta-lultima-insulsa-bestialita-di-saviano/