Non è proprio così semplice, un tampone ogni 48h E' discriminazione, chissà cosa diranno i giudici.
Va aggiunto inoltre che le “alternative” previste alla vaccinazione (il tampone ogni 48 ore e la certificazione di essere guariti dal Covid, che peraltro dura solo sei mesi) sono di difficilissima attuazione e sono nei fatti strumenti ricattatori – per giunta a pagamento – per costringere le persone a vaccinarsi. Dal punto di vista lavorativo, inoltre, si ravvisa una palese discriminazione e la previsione di conseguenze pesanti per il lavoratore “renitente”: sospensione per quattro mesi (fino al 31 dicembre) se entro cinque giorni non venisse esibito il certificato verde.
A fronte di tutto ciò non esiste di fatto la possibilità di intravedere un percorso difensivo unitario, una strategia generalizzata che possa contrastare questi abusi, se non ribadire la necessità di contestare immediatamente la richiesta del cosiddetto green pass per mancanza di titolarità nel trattamento dei dati sanitari individuali e il loro eventuale trattamento; quindi ravvisandosi nelle varie situazioni in cui i dirigenti scolastici dovessero perseverare in tali richieste, l’avvio di procedimenti disciplinari del tutto anomali ed illegittimi e certamente impugnabili.
È dunque arrivato il tempo della resistenza, che è l’unico criterio da consolidare in ognuno di noi e che quindi appartiene alla singola circostanza e al singolo titolare o dirigente o docente o semplice fruitore di esercizi, che si trova a sentirsi obbligato ad un abuso o al quale viene richiesto di sottostare ad un obbligo, nei fatti inapplicabile ed inesigibile.