il fallimento della privatizzazione nella guerra
Nel pieno compimento dell’””ideologia di mercato”, secondo cui Stato = spreco e Privato = efficienza, il capo del Pentagono dell’epoca, Donald Rumsfeld, volle introdurre elementi di mercato nella guerra: usare il meno possibile le forze regolari di Stati (costose) e più possibile contractors, che fu il nome nobile per mercenari. “Li paghi solo quando ne hai bisogno”, disse Rumsfeld. E non erano inceppati da stupidi codice etici e disciplinari, potevano essere usati per ogni operazione sporca : più “resilienti” ed efficienti dell’esercito, dunque. Rumsfeld chiamò la sua trovata Revolution in Military Affairs. Sorsero grosse ditte di militari private quotate in Borsa di cui la più famosa è la Blackwater; con un fatturato complessivo di 400 miliardi annui.
Già del 2016 – leggo in un articolo di InsideOver – , 1 su 4 degli “uomini armati” che aveva gli scarponi a terra in Iraq e Afghanistan provenivano da appaltatori privati. Ma il contribuente, che invece attendeva il disimpegno delle truppe – iniziato il 15 febbraio 2019 in Afghanistan e non ancora pianificato per l’Iraq – non è mai stato messo al corrente di questa vera e propria guerra in “outsourcing“.
I mercenari, per lo più gente addestrati nei corpi speciali, con alti stipendi, hanno prodotto al demoralizzazione dei soldati regolari, dalle paghe magre e disciplina dura. Ma non se ne è preso atto fino ad oggi.
La UE ha applicato la privatizzazione a suo modo, mandando in Afghanistan miriadi di ONG “umanitarie” o assistenziali
con il compito di assistere gli afghani nel rammodernare e riformare le loro istituzione (“medievali”) secondo i modelli occidentali, insomma di insegnargli la civiltà, specie nell’”emancipazione delle donne”. I membri delle ONG, forniti di indennità doviziose, andavano per sei mesi nel paese di cui non conoscevano nulla, e quando avevano imparato qualcosa, la loro missione finiva e i venivano sostituiti da nuovi arrivati. Basti pensare che all’Italia – con la magistratura Palamara che ha – fu affidata la riforma del sistema giudiziaria: decine di giudici nostri, distaccati in missione con gli emolumenti grassi, hanno fatto soldi così’. Il sistema giudiziario afgan non se n’è giovato.
Invece l ’emancipazione delle donne fu gestita dalle ONG stipendiate segnò un indubbio successo nel senso che, per servire gli stranieri in grado di pagare bene, comparvero frotte di prostitute cinesi dalla gonna con lo spacco e locali notturni dove si bevevano alcolici, cosa che la popolazione locale (medievale) mancò di apprezzare come civiltà superiore..https://www.maurizioblondet.it/afghanistan-il-fallimento-della-privatizzazione-nella-guerra/?utm_medium=push&utm_source=onesignal&utm_campaign=push_friends