Autore Topic: Demistificare Giordano Bruno, scacciato persino da calvinisti e luterani  (Letto 2414 volte)

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Offline Vicus

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Re:Demistificare Giordano Bruno, scacciato persino da calvinisti e luterani
« Risposta #15 il: Agosto 27, 2021, 13:43:19 pm »
Poi giustifichi la tortura e la morte (atroce) di un uomo solo perche' ha espresso una sua opinione?
Bruno non è stato torturato se non nelle leggende metropolitane.
Non ho evidentemente aperto il topic per giustificare la condanna capitale di Bruno in un contesto molto diverso da quello presente, dove la pena di morte era comune in tutte le culture (e purtroppo lo è anche oggi e non certo dopo processi di 7 anni).
Ho voluto fornire un ritratto veritiero del personaggio ben lontano dalle leggende moderne, che lo vorrebbero un pacifico scienziato dedito a inoffensivi studi filosofici. Sarebbe anche interessante capire perché nessuno commenta non solo le scomuniche da parte di calvinisti e luterani (quella non è una "macchia") ma anche il fatto che fu cacciato da mezza Europa e fu anche coinvolto nell'omicidio di un confratello.
Come mai se era questo gigante del pensiero al pari di Platone, nelle scuole (laiche) di tutta Europa gli si dedicano solo pochi cenni? sempre colpa dell'inquisizione?

PS Secondo le teorie scientifiche più recenti, l'universo non è infinito
Catullo, mi puoi spiegare meglio:
Citazione
Bruno ha rinnovato completamente il platonismo e il materialismo
Cosa intendi per "materialismo"? E in cosa avrebbe "rinnovato completamente" il (neo)platonismo?
« Ultima modifica: Agosto 27, 2021, 14:03:35 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Caiovaleriocatullo

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Re:Demistificare Giordano Bruno, scacciato persino da calvinisti e luterani
« Risposta #16 il: Agosto 27, 2021, 14:10:45 pm »
PS Secondo le teorie scientifiche più recenti, l'universo non è infinito

Touché; ma senza la mediazione del concetto moderno di infinito, portato a compimento da Bruno, non avremmo neanche la teoria della relatività.

Come mai se era questo gigante del pensiero al pari di Platone, nelle scuole (laiche) di tutta Europa gli si dedicano solo pochi cenni? sempre colpa dell'inquisizione?

Non fu un gigante pari a Platone, ma una tappa fondamentale del pensiero occidentale. Ci sono stati autori più piccoli di lui, che magari non vengono neanche menzionati nei libri di storia, ma altrettanto indispensabili. I grandi vengono sempre fuori da un sottobosco brulicante di idee dal quale dipendono.

Sarebbe anche interessante capire perché nessuno commenta non solo le scomuniche da parte di calvinisti e luterani (quella non è una "macchia") ma anche il fatto che fu cacciato da mezza Europa e fu anche coinvolto nell'omicidio di un confratello.

Come scrivevo qui, vagò per l'Europa perché: 1 - implicato nelle vicende del potere; 2 - inviso a una parte del potere, in particolare ai cattedratici dei vari volti del clero.

Offline Caiovaleriocatullo

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Re:Demistificare Giordano Bruno, scacciato persino da calvinisti e luterani
« Risposta #17 il: Agosto 27, 2021, 14:26:30 pm »
Catullo, mi puoi spiegare meglio:Cosa intendi per "materialismo"? E in cosa avrebbe "rinnovato completamente" il (neo)platonismo?

Per "materialismo" intendo una tradizione di pensiero che interpreta gli eventi del mondo come trasformazioni degli stati della materia (che si identifica con l'haecceitas, il principium individuationis).

Fu il primo nel mondo moderno a interpretare il platonismo - e ciò lo rese esponente del neo-platonismo - in base al rapporto realtà-apparenza, relegando il mondo materiale (o razionale) al campo dei fenomeni. Prima di lui per "mondo ultrasensibile" si intendeva il mondo degli angeli e delle entità superiori: dopo di lui il mondo ultrasensibile diventa la realtà in sé, di cui il mondo materiale, studiabile razionalmente, è l'apparenza. Questo passo in avanti fornisce quell'autonomia di giudizio sui fatti naturali rispetto alle vicende sovrannaturali che consente di escludere gli interventi sovrannaturali dalle concatenazioni causali della natura.


Era un mago perché la magia era la scienza del tempo, ma senza le sue intuizioni non avremmo la distinzione odierna fra pensiero magico e pensiero logico perché non saremmo avvezzi a intendere la realtà fenomenica come prodotto della phantasìa.

P.S. non è una questione di cattolicesimo contro massoneria. Anche Gentile, che era cattolico, curò seriamente gli studi su Giordano Bruno.


« Ultima modifica: Agosto 27, 2021, 14:38:43 pm da Caiovaleriocatullo »

Offline Vicus

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Re:Demistificare Giordano Bruno, scacciato persino da calvinisti e luterani
« Risposta #18 il: Agosto 27, 2021, 15:10:11 pm »
La filosofia era già una scienza, la magia no. Non solo perché mancavano i più elementari criteri sperimentali (verificabilità, ripetibilità) ma anche perché si faceva riferimento a forze preternaturali senza alcuna base scientifica.
inviso a una parte del potere, in particolare ai cattedratici dei vari volti del clero.
Trovo normalissimo condannare un frate che nega apertamente la dottrina cattolica. Se non sei cattolico non farti frate (altro segno dell'opportunismo e doppiezza di Bruno).
Intendo ovviamente condanna ecclesiastica, non al rogo che, ripeto, si colloca in un contesto molto diverso dall'attuale. Senza poi fare paragoni con la "razionale, moderna e umanistica" Rivoluzione Francese, in cui migliaia di persone innocenti furono massacrate senza processo per reati di opinione anche solo presunti o addirittura per appartenenza etnico-religiosa (Vandea).
Prendo questa sintesi del pensiero di Bruno da un sito a lui favorevole:

La profonda visione filosofica (di matrice platonica) di Filippo Giordano Bruno (1548-1600), sapiente (‘mago’) e filosofo naturalista rinascimentale, fu in grado di concepire quella realtà prevalente che è figlia di una Mente Superiore, collocata al di sopra di tutto (‘Mens super omnia’) e, al tempo stesso, presente in tutto ciò che esiste (‘Mens insita omnibus’).
Nei suoi scritti più celeberrimi, dalla ‘Cena delle ceneri’ al ‘De la causa principio et uno’, dal ‘De l’infinito universo et mondi’ fino al ‘De magia’, il filosofo di Nola sostiene che l’Universo infinito è dotato di intelligenza.


Questa della materia intelligente è banale panteismo, minestra più volte riscaldata nei secoli e religione di molte tribù primitive. Ripresa in seguito dal gesuita De Chardin (anche lui condannato, ma state tranquilli non al rogo :D ).
Gli effetti dannosi (sul piano concreto e sociale) di questa dottrina sono stati illustrati da Wyndham Lewis (che tra l'altro non era cattolico ma ebreo) nel suo capolavoro "Time and Western Man", in cui semplificando al massimo evidenzia che l'idea di una materia intelligente toglie qualunque valore all'intelletto umano e riduce quindi l'uomo al rango di bestia da allevamento, con tutte le conseguenze del caso.

Attraverso la ‘materia’ è dunque possibile rintracciare le ‘orme’ del Divino e risalire al Cielo, cioè tornare all’Uno.

Lo disse, sia pure in senso più ortodosso, la filosofia scolastica (Liber Naturae).

Il Nolano percepiva Dio in tutte le cose, materiali e immateriali, e proprio per questa ragione che nella sua ottica non poteva esserci una reale supremazia dell’uomo rispetto alle altre entità del creato, sia che queste fossero appartenenti al regno animale che a quello vegetale.

Qui è stato veramente un precursore... del veganesimo e, peggio, dello specismo che si va affermando sempre più sul piano giuridico, per cui gli uomini non sarebbero migliori delle bestie, spesso tutelate più degli umani, mentre questi ultimi possono essere usati come cavie per farmaci non testati e nel caso abbattuti con l'eutanasia.

Bruno intravede Dio nella ‘forza motrice’ dell’Amore che lui assimila all’‘Anima dell’universo

Altra minestra riscaldata neoplatonista.

(concetto neoplatonico analogo all’Anima mundi). Fu il filosofo Platone, padre della metafisica occidentale, il primo pensatore a distinguere i sensi dalla ragione, inoltre fu sempre lui ad elaborare l’idea secondo la quale tutto quello che è presente nel nostro mondo non sarebbe altro che un’‘ombra’ della sua forma ‘ideale’: il ‘Mondo delle idee’ o ‘Iperuranio’.

Qui siamo agli antipodi di Vico, secondo cui bisogna partire dall'osservazione diretta della realtà per giungere a principi generali e non, secondo la filosofia oggi prevalente (v. fenomenologia) spiegare la realtà a partire da teorie astratte, arrivando addirittura a negare la conoscibilità e realtà del mondo sensibile. Come conferma il sito:

Per i neoplatonici la vera conoscenza si fonda infatti sull’anamnesi delle ‘Idee’ conosciute dall’anima in un’esistenza iperuranica anteriore al suo ingresso nel corpo fisico.

Qui siamo prossimi al delirio:

Questa elevata conoscenza esoterica, figlia di una gnoseologia molto particolare che vede la Mente come uno strumento eccezionale capace di farci attraversare il Tempo e lo Spazio è alla base della Nova filosofia. Giordano Bruno, infatti, nel libro ‘La Cena de le ceneri ’ descrive questa esperienza mistica sostenendo di averla vissuta e dicendo inoltre di: “aver varcato l’aria, penetrato il cielo, discorse le stelle, trapassati i margini del mondo”.  La gnosi ermetica di cui parla in questi versi il ‘mago’ di Nola è intesa come un procedimento sensoriale perfetto insito nell’animo umano consono per varcare i ‘confini del conosciuto e dell’ignoto’.
Dopo aver provato questa ascensione gnostica-ermetica l’uomo-mago avrebbe poi dovuto acquisire un livello superiore di coscienza perché imbevuto delle Potestà
ecc. ecc. :doh:

« Ultima modifica: Agosto 30, 2021, 02:23:51 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Demistificare Giordano Bruno, scacciato persino da calvinisti e luterani
« Risposta #19 il: Agosto 27, 2021, 15:31:29 pm »
Per Bruno, non esistendo affatto forze soprannaturali, la magia si operava attraverso l'azione diretta della materia sulla materia (azione che doveva anche potenziare la conoscenza del singolo, per questo il magus è anche il sapiente): oggi non si parla di magia, ma il concetto di tecnologia o tecno-scienza (per usare il linguaggio di Severino) ha lo stesso significato. I criteri di falsificabilità e ripetibilità non riguardavano e non riguardano la filosofia di allora o di oggi, ma solo le scienze naturali moderne.

Le idee di Bruno non hanno precedenti successivi alla caduta del mondo antico. Per questo è così importante la sua non-originalità: lui ci ha fatto riscoprire il passato.


(concetto neoplatonico analogo all’Anima mundi). Fu il filosofo Platone, padre della metafisica occidentale, il primo pensatore a distinguere i sensi dalla ragione, inoltre fu sempre lui ad elaborare l’idea secondo la quale tutto quello che è presente nel nostro mondo non sarebbe altro che un’‘ombra’ della sua forma ‘ideale’: il ‘Mondo delle idee’ o ‘Iperuranio’.

Non è corretto, a mio avviso. Fu Cartesio a distinguere il mondo sensibile dalla ragione: per Bruno il mondo razionale (che segue i criteri di razionalità individuati da Cusano) è quello materiale, sensibile. Era così anche per Platone.


Offline Vicus

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Re:Demistificare Giordano Bruno, scacciato persino da calvinisti e luterani
« Risposta #20 il: Agosto 27, 2021, 16:23:56 pm »
Le idee di Bruno non hanno precedenti successivi alla caduta del mondo antico. Per questo è così importante la sua non-originalità: lui ci ha fatto riscoprire il passato.
I testi degli autori antichi li avevamo già (conservati dai monaci pur essendo testi pagani, il che smonta certi miti sull'oscurantismo cattolico). Un pensatore che non ha idee originali di rilievo, non può essere considerato un grande pensatore. Comunque l'oggetto del topic è il divario tra Bruno e la leggenda creata su di lui a scopi propagandistici nell''800.
Citazione
Non è corretto, a mio avviso. Fu Cartesio a distinguere il mondo sensibile dalla ragione: per Bruno il mondo razionale (che segue i criteri di razionalità individuati da Cusano) è quello materiale, sensibile. Era così anche per Platone.
Non ho detto che Bruno negasse il mondo sensibile. Ma già per Platone la realtà era espressione (traduzione in atto) di concetti (le idee), mentre per Vico non si potevano formulare principi astratti e generali se non partendo dall'osservazione della realtà.
Questo ha importanti ripercussioni sul pensiero moderno, ormai giunto a forzare la più evidente realtà per adattarla alle sue ideologie (es. il gender).
E' un lungo percorso culminato con la fenomenologia, secondo cui (Heidegger) il reale non è ciò che più conta: la realtà emerge da un «fondo» (Bestand) di possibilità non realizzate che sono state oscurate o messe da parte dall'azione e acquistano "realtà" nella coscienza soggettiva (cd. disvelamento). Heidegger usa l'indicazione di Husserl «il possibile precede il reale».
Queste visioni filosofiche che mettono al primo posto le "idee" fanno pendant con le tecnologie elettroniche che rendono incorporea l'esperienza.
Heidegger identifica la libertà come libertà dai vincoli materiali, raggiungibile tramite la sottomissione alla tecnologia elettrica: «Se ci apriamo autenticamente all'essenza della tecnica, ci troviamo insperatamente richiamati da un appello liberatore» . (La questione della tecnica, p. 26).
L'uomo perde i suoi riferimenti corporei ed umani e si trasforma in idea, in software infinitamente malleabile da algoritmi. L'esatto contrario della libertà vagheggiata da Heidegger.

Afferma Vico: "Altra proprietà della mente umana ch'ove gli uomini delle cose lontane e non conosciute non possono fare niuna idea, le stimano dalle cose loro conosciute e presenti. Questa degnità addita il fonte inesausto di tutti gli errori presi dall'intiere nazioni e da tutti dotti d'intorno a' principi dell'umanità."

Questo passaggio della Scienza Nuova è fondamentale: "Apparisce questo lume eterno, che non tramonta, di questa verità, la quale non si può a patto alcuno chiamar in dubbio: che questo mondo civile certamente è stato fatto dagli uomini, onde se ne possono, perché se ne debbono, ritruovare i princìpi dentro le modificazioni della nostra medesima mente umana.
Lo che, a chiunque vi rifletta, dee recar maraviglia come tutti i filosofi seriosamente si studiarono di conseguire la scienza di questo mondo naturale, dei quale, perché Iddio egli il fece, esso solo ne ha la scienza; e trascurarono di meditare su questo mondo delle nazioni, o sia mondo civile, del quale, perché l'avevano fatto gli uomini, ne potevano conseguire la scienza gli uomini."

L'uomo non studia né mette in discussione i suoi prodotti sociali e tecnici, che considera dati e inevitabili come fossero elementi naturali, mentre sono creazioni del suo intelletto. Che può errare, specialmente quando nell'intervenire sul tessuto sociale non parte dall'osservazione della realtà, ma da idee personali e preferenze ideologiche. Ciò porta ad utopie ed aberrazioni, significativamente moltiplicatesi negli ultimi due secoli.

"È necessario che vi sia nella natura delle cose umane una lingua mentale comune a tutte le nazioni, la quale uniformemente intenda la sostanza delle cose agibili nell'umana vita socievole, e la spieghi con tante diverse modificazioni per quanti diversi aspetti possan aver esse cose.
Questa lingua è propia di questa Scienza, coi lume della quale se i dotti delle lingue v'attenderanno, potranno formare un vocabolario mentale comune a tutte le lingue [NB: le tecnologie sono linguaggi] articolate diverse" (Scienza nuova, p. 60).
« Ultima modifica: Agosto 30, 2021, 02:29:55 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Caiovaleriocatullo

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Re:Demistificare Giordano Bruno, scacciato persino da calvinisti e luterani
« Risposta #21 il: Agosto 29, 2021, 17:32:36 pm »
I testi degli autori antichi li avevamo già (conservati dai monaci pur essendo testi pagani, il che smonta certi miti sull'oscurantismo cattolico). Un pensatore che non ha idee originali di rilievo, non può essere considerato un grande pensatore. Comunque l'oggetto del topic è il divario tra Bruno e la leggenda creata su di lui a scopi propagandistici nell''800.

Mi piace discutere con te di questo argomento. Vorrei risponderti punto per punto. Penso che anche concentrandoci su aspetti un po' più approfonditi possiamo contribuire a demistificare Giordano Bruno in ogni senso.

Una cosa è conservare un testo, commentarlo e servirsene, un'altra interpretare il testo per restituire ad esso il proprio significato e tramandare quest'ultimo attraverso un pensiero originale. Il sostrato da cui attinge GB è senz'altro antico, ma lui compie due innovazioni: 1 - cambia il modo in cui l'uomo europeo moderno guarda alla propria antichità: per fecondità e profondità speculativa è paragonabile a un Nicolás Gómez Dávila, ma con quattrocento anni di anticipo, per acume filologico supera ancora molti dei filologi contemporanei; 2 - riscopre i pensieri antichi, ma tenta un superamento in grande stile: Platone e Aristotele non potevano accettare un universo infinito, ma Bruno capovolse le loro dottrine. Se, come gli antichi avevano compreso, il mondo è un'immagine che indica l'essere di qualcos'altro, allora il compito del mago conduce a un universo infinito, perché il compito del mago è discernere, conoscere, portare allo scoperto ciò che è nascosto: questo significa però che ogni volta che il nascosto viene portato allo scoperto cessa di essere nascosto e diventa qualcos'altro, entra a far parte del mondo e perciò rimanda necessariamente a un ignoto ulteriore. Oggi chi si approccia agli autori classici con rigore filologico e filosofico sa che in questa catena di rimandi c'è sempre un ignoto definitivo e ciò significa che Platone e Aristotele avevano ragione su Bruno: l'Universo è finito. Ciò non toglie però che l'innovazione bruniana fosse basata su fondamenta talmente solide da rinnovare completamente il concetto di infinità, dando vita a quello che poi verrà chiamato il concetto della buona infinità, che prende piede in Kant e Hegel e culmina in Severino, oltre a dominare il nostro modo di vedere il mondo naturale, la realtà storica, politica e sociale. L'argomento di Bruno è il seguente: se ogni cosa del mondo rimanda metafisicamente a qualcosa che si sottrae al mondo nascondendosi, allora ad ogni scoperta del mago corrisponde un ampliamento della conoscenza del mondo che rimanda a un ampliamento ulteriore, fungendo da visuale su una positività infinita, senza mai giungere a un ignoto definitivo. In Severino questo concetto avrà drastiche conseguenze.

Non ho detto che Bruno negasse il mondo sensibile. Ma già per Platone la realtà era espressione (traduzione in atto) di concetti (le idee), mentre per Vico non si potevano formulare principi astratti e generali se non partendo dall'osservazione della realtà.
Questo ha importanti ripercussioni sul pensiero moderno, ormai giunto a forzare la più evidente realtà per adattarla alle sue ideologie (es. il gender).
E' un lungo percorso culminato con la fenomenologia, secondo cui (Heidegger) il reale non è ciò che più conta: la realtà emerge da un «fondo» (Bestand) di possibilità non realizzate che sono state oscurate o messe da parte dall'azione e acquistano "realtà" nella coscienza soggettiva (cd. disvelamento). Heidegger usa l'indicazione di Husserl «il possibile precede il reale».
Queste visioni fislosofiche che mettono al primo posto le "idee" fanno pendant con le tecnologie elettroniche che rendono incorporea l'esperienza.
Heidegger identifica la libertà come libertà dai vincoli materiali, raggiungibile tramite la sottomissione alla tecnologia elettrica: «Se ci apriamo autenticamente all'essenza della tecnica, ci troviamo insperatamente richiamati da un appello
liberatore» . (La questione della tecnica, p. 26).
L'uomo perde i suoi riferimenti corporei ed umani e si trasforma in idea, in software infinitamente malleabile da algoritmi. L'esatto contrario della libertà vagheggiata da Heidegger.

Afferma Vico: "Altra proprietà della mente umana ch'ove gli uomini delle cose lontane e non conosciute non possono
fare niuna idea, le stimano dalle cose loro conosciute e presenti
. Questa degnità addita il fonte inesausto di tutti gli errori presi dall'intiere nazioni e da tutti dotti d'intorno a' principi dell'umanità."

Questo passaggio della Scienza Nuova è fondamentale: "Apparisce questo lume eterno, che non tramonta, di questa verità, la quale non si può a patto alcuno chiamar in dubbio: che questo mondo civile certamente è stato fatto dagli uomini, onde se ne possono, perché se ne debbono, ritruovare i princìpi dentro le modificazioni della nostra medesima mente umana.
Lo che, a chiunque vi rifletta, dee recar maraviglia come tutti i filosofi seriosamente si studiarono di conseguire la scienza di questo mondo naturale, dei quale, perché Iddio egli il fece, esso solo ne ha la scienza; e trascurarono di meditare su questo mondo delle nazioni, o sia mondo civile, del quale, perché l'avevano fatto gli uomini, ne potevano conseguire la scienza gli uomini."

L'uomo non studia né mette in discussione i suoi prodotti sociali e tecnici, che considera dati e inevitabili come fossero elementi naturali, mentre sono creazioni del suo intelletto. Che può errare, specialmente quando nell'intervenire sul tessuto sociale non parte dall'osservazione della realtà, ma da idee personali e preferenze ideologiche. Ciò porta ad utopie ed aberrazioni, significativamente moltiplicatesi negli ultimi due secoli.

"È necessario che vi sia nella natura delle cose umane una lingua mentale comune a tutte le nazioni, la quale uniformemente intenda la sostanza delle cose agibili nell'umana vita socievole, e la spieghi con tante diverse modificazioni per quanti diversi aspetti possan aver esse cose.
Questa lingua è propia di questa Scienza, coi lume della quale se i dotti delle lingue v'attenderanno, potranno formare un vocabolario mentale comune a tutte le lingue [NB: le tecnologie sono linguaggi] articolate diverse" (Scienza nuova, p. 60).

Bruno "negava" il mondo sensibile nella misura in cui ne risolveva il senso nell'infinità, ma lo affermava nella misura in cui quest'infinità era proclamata positività infinita. Ancor più del mondo sensibile egli "negava" in questo senso il mondo delle immagini, il mondo della mente. L'opposizione di Bruno contro tutte le fazioni religiose dell'epoca sta in questo: egli risolveva il sovrannaturale nel mentale e attribuiva al mentale la funzione principale dell'immaginare. Il regno delle immagini era il sostrato sottile entro il quale era possibile scorgere le ombre delle idee, ossia gli archetipi junghiani - fu anche anticipatore di Jung -: esso faceva parte dello stesso mondo sensibile, non era altro che una rappresentazione più primitiva o più semplice di quella imitazione dell'ideale che caratterizza lo stesso mondo sensibile ad un grado di maggiore presenza, ma minore corporeità. Il grado più profondo di imitazione è anche quello più astratto, ossia il grado della ragione e che è scienza della materia-Dio in quanto scienza delle cause e delle leggi, che sono rispettivamente astrazioni per ipotesi corroborabile e controllo, e astrazioni per generalizzazione di regolarità: tutto questo riguarda il mondo materiale, in Bruno interpretato metafisicamente secondo uno schema che si deve in buona parte a Cusano, ma tradotto in termini del tutto diversi e innovativi, perché le leggi di contrazione ed espansione universali vengono qui prese in considerazione come lenti su serie e serie di concatenazioni causali.
Viaggiò per tutta Europa scappando dalla morte che lo inseguiva, perché il suo pensiero era un atto di autonomia e dissidenza politica e religiosa che, appena diffuso negli ambienti da lui frequentati, lo esponeva al rischio dell'accanimento da parte di intellettuali rivali e alla conseguente procedura penale inquisitoria. Scappò da tutti i posti in cui si era trovato perché cercando il potere di realizzare la sua visione fu visto come soggetto pericoloso, per il suo pensiero e soprattutto per la sua potenziale influenza, per la sua capacità di destrutturare le istituzioni collegate alla ricerca e alla conoscenza. Egli non aveva collocazione in alcuno dei grandi apparati collettivi di sviluppo della conoscenza e il suo pensiero era contrapposto, in numerosi punti fondamentali, a ciascuna delle fazioni in campo: la sua esistenza come studioso e intellettuale costituiva di per sé una minaccia, non perché venisse considerato un baciapile, ma al contrario perché veniva considerato un innovatore del mestiere di intellettuale. Il suo esempio era promozione alla ricerca libera e scevra dai pregiudizi legati ai meccanismi di potere interni alla società e rivendicava un anarchismo tale da suscitare il timore di un conflitto sociale e di classe: il metodo del libero pensatore dà accesso alla conoscenza anche a chi non si ispira ai parametri istituzionalizzati, e questo rompe il legame di subalternità culturale che le classi dominate hanno con la classe dominante.

Che le idee siano concetti è una tesi tipica dell'idealismo tedesco, estranea a Platone e Aristotele come a Giordano Bruno. Nemmeno Kant e Heidegger sostengono questa tesi. La posizione di Heidegger, in particolare, che eredita l'insostanzialità del soggetto da Kant, è, dal punto di vista gnoseologico, decisamente oggettivistica. La coscienza soggettiva è al più accettabile in chiave insostanziale, kantiana, trascendentale, ma non ha un essere suo proprio perché l'esserci è un essere-nel-mondo che trascende il sostrato ontico-trascendentale del soggetto nel proprio essere esistenzialmente coessenziale al mondo. Il fondo delle possibilità non acquisisce realtà entro una coscienza soggettiva, ma nell'apertura di un esser-ci che mondeggia progettando il mondo nel proprio Ci: - nota a margine: con Heidegger siamo anni luce avanti rispetto al livello delle scuole psicanalitiche e psicologiche in termini di delucidazione dei problemi esistenziali dell'uomo, perché qui la radice dell'essere, il fondo spontaneo dello sviluppo dell'esserci umano, non è ciò che è racchiuso nell'interiorità soggettiva, ma l'estatica apertura del mondo in termini temporali, che spinge affinché l'uomo sia artefice del proprio destino e progettista del mondo. Questo sostrato, che per Kant è soggettivo-trascendentale, per Heidegger è progettuale, per Bruno è materiale, è in tutti e tre i casi la stessa cosa, ossia il piano della ragione umana: ma questo piano non è altro che il grado più astratto della realtà, ossia la materia pura e semplice. La "cosa materiale non sensibile" (così si chiamava nella filosofia tardo-scolastica), cioè il regno dei numeri, è la realtà che la scienza moderna considera essere il codice genetico del mondo fisico, ma il mondo dei numeri è un contenuto della ragione umana. Per inciso: le idee platoniche e bruniane non sono idee della ragione, ma sono realtà corporee, accessibili solo attraverso l'intelletto e non attraverso la ragione, che è l'imitazione del mondo sensibile, che è l'imitazione del mondo mentale delle immagini, che è l'imitazione di infiniti mondi fra quello delle immagini e quello delle idee. Anche in Kant e Heidegger la ragione non è altro che un agglomerato espressivo che rappresenta ciò che sfugge alla conoscibilità razionale. Per questa ragione la tecnica, in quanto mezzo che la ragione impiega per dominare la natura (e se stessa, come nel caso delle guerre psicologiche), viene messa in luce come forza liberatrice: perché la realtà corporea (la realtà platonico-bruniana delle idee) resiste a ogni mutamento della realtà materiale, cioè astratta, e in quanto quest'ultima non ne è che un'espressione, così come la capacità di costruire artefatti - che come dici tu sono linguaggio - è la radice caratteriale della specie umana da un punto di vista biologico, espandere il flusso incorporeo della astrazione tecno-scientifica significa potenziare l'espressività del corpo.

La cosa interessante qui è che anche Vico era della stessa idea. A Vico, di cui tu citi passi decisivi, si deve lo sviluppo di quell'intuizione che origina da Gioacchino da Fiore e che culmina in Goethe e Nietzsche, ossia lo studio della storia come realtà organica, come un regno dello spirito organizzato secondo cicli temporali. Questo progetto culturale non è affatto alieno ai pensieri che tessono la tradizione proveniente da Bruno, al di là di opposizioni in superficie. Esso culminerà prima o poi (secondo alcuni è già culminato) in una critica della ragion storica, e risolverà il problema della realtà storico-sociale in termini di razionalità e ragione storiche.

Offline Vicus

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Re:Demistificare Giordano Bruno, scacciato persino da calvinisti e luterani
« Risposta #22 il: Agosto 30, 2021, 00:37:58 am »
Per esigenze di comprensibiilità devo semplificare altrimenti ci leggiamo solo tra noi: :D
Voglio solo dire che la portata di quel che segue, che può sembrare astruso, è deflagrante in riferimento alla comprensione e soluzione dei problemi attuali:
1. Ogni civiltà (lo sappia o no) è governata da determinati principi filosofici-religiosi (anche il materialismo è una filosofia)
2. Pochi purtroppo sanno che i guasti e lo squallore di questa epoca sono dovuti agli errori filosofici che la governano, cominciati con Cartesio, Kant e l'idealismo di Hegel.
Inutile sottolineare come l'epoca moderna sia espressione di puro caos e individualismo per mancanza di principi condivisi, come emerge dal compiaciuto squallore dei centri urbani moderni e dagli ottimi affari che fanno gli avvocati divorzisti :D.
3. Una cosa è opporsi a un potere menzognero e tirannico, quale è l'attuale, altra cosa è opporsi a una visione metafisica lucida e coerente quale quella cattolica che non ricusò di attingere alla saggezza e alla logica della filosofia greca per rendere chiaro e razionale ciò che proponeva come verità.
Come scrisse Chesterton (convertito dall'anglicanesimo, il fratello tentò la carriera politica e fu assassinato) nel suo Heretics:
"For the Christian dogmatists were trying to establish a reign of holiness, and trying to get defined, first of all, what was really holy. But our modern educationists are trying to bring about a religious liberty without attempting to settle what is religion or what is liberty. If the old priests forced a statement on mankind, at least they previously took some trouble to make it lucid. It has been left for the modern mobs of Anglicans and Nonconformists [e aggiungerei i moderni laicisti] to persecute for a doctrine without even stating it.
4. Per cui, come dicevo, a parte alcune intuizioni nella filosofia di Bruno non c'è nulla che abbia particolare valore, né che porti a un miglioramento il genere umano. Anzi, l'uso della magia nera o (per chi non ci crede) di tecniche per carpire il potere su altri uomini tradisce una visione pericolosamente aberrante che non serve paragonare a esiti di epoche successive. Pur prevedendo reazioni da perle ai porci, ricordo che secondo fondi attendibili la magia nera quale fonte di illegittimo potere è studiata, e talora applicata, dai Servizi segreti moderni di molti Paesi.
5. Senza togliere valore alle intuizioni di Platone e Jung, molti dei guai moderni derivano dall'applicare idee astratte e utopie soggettive alla realtà. Bacone e poi Vico chiamavano queste aberrazioni (nel senso di errori) IDOLI della mente.
Parecchie volte Vico fa riferimento alla dottrina dei Quattro Idoli di Francesco Bacone, ritenendola una chiave per comprendere la distorsione (bias) della comunicazione - le forme di cecità imposte dalle tecnologie umane. Questo non significa essere contro la tecnica, ma l'uomo tende a esserne ipnotizzato senza comprenderne e padroneggiarne gli effetti.
Vico, nei suoi studi sull'etimologia e l'interpretazione, era ben consapevole delle forme di distorsione della sensibilità, rivelate nel linguaggio (come ho detto, le tecnologie sono linguaggi ed è indispensabile comprenderne le distorsioni che operano sulla percezione umana o diverremo schiavi ciechi delle nostre stesse invenzioni).
Ciascuno dei Quattro Idoli costituisce una forma di cecità o insensibilità, personale o culturale, per una parte dello spettro percettivo umano (per percezione qui si intende anche comprensione).
I Quattro Idoli di Francesco Bacone costituiscono la base di una teoria completa della comunicazione (=effetti delle tecnologie dell'informazione) in quanto considerano le varie forme di cecità ed ignoranza imposte all'individuo e alla società sia dalla tecnologia che dalla cultura. Ciascuna di esse produce una trasformazione della sensibilità, come rileva Lusseyran.
Gli idoli della tribù, e il primo assioma di Vico, vedono le distorsioni generali della sensibilità, come la soppressione delle facoltà dell'emisfero cerebrale destro da parte dell'alfabeto o quella de! sinistro da parte della radio e della Tv, come un inquinamento della capacità di osservare esattamente, di cui va tenuto conto.
Gli idoli della spelonca, e il secondo assioma di Vico, indicano la pigrizia intellettuale e il dogmatismo concettuale (oggi più diffuso di quanto non si creda) come influenze devianti.
Gli idoli del foro - la «boria delle nazioni» di Vico - nascono da «un contatto e dai reciproci contatti del genere umano», e trovano radice negli orientamenti sociali e culturali e nell'inclinazione imposta dalle lingue e dai gerghi.
Il compito di ripulire queste stalle di Augia è riservato in particolare al poeta (come ripeto spesso, la poesia quando ha valore artistico apre la mente come poche altre cose, è esattamente l'opposto del sogno e dell'evasione) . Quarti e ultimi, Bacone nomina gli idoli del teatro «che sono penetrati nell'animo umano ad opera delle diverse dottrine filosofiche»: la Vecchia Scienza. Vico li chiama «boria de' dotti», la cui scienza non ha né vera antichità  di conoscenza né conoscenza dell'antichità, essendo tagliata fuori dalla tradizione. Questa presunzione puntella la propria ristretta forma di pensiero affermando che ciò che sa è ciò che è sempre stato oggetto del sapere.
La Vecchia Scienza occidentale si accosta allo studio delle tecnologie in termini di trasmissione lineare e sequenziale di dati come figure staccate (contenuto); l'approccio della Nuova Scienza si basa sullo studio dei fruitori e degli effetti ambientali prodotti dalla tecnica.

Tutti i problemi moderni si riducono al fatto che le nostre élite sono ipnotizzate dalle loro stesse tecnologie, la cui portata rivoluzionaria non comprendono né sono capaci di gestire, ritenendo che possano solo realizzare una versione "migliorata" (su scala globale e accentrata nelle loro mani) del passato recente.
In realtà la tecnologia attuale decentra e crea pluralismo: come scrive McLuhan nel suo oggi rarissimo "Take Today", qualsiasi tentativo di spiare e connettere il mondo a un "quartier generale" è "ridondante e irrilevante".
« Ultima modifica: Agosto 30, 2021, 02:20:56 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Caiovaleriocatullo

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Re:Demistificare Giordano Bruno, scacciato persino da calvinisti e luterani
« Risposta #23 il: Settembre 01, 2021, 11:27:28 am »
Per esigenze di comprensibiilità devo semplificare altrimenti ci leggiamo solo tra noi: :D
Voglio solo dire che la portata di quel che segue, che può sembrare astruso, è deflagrante in riferimento alla comprensione e soluzione dei problemi attuali:
1. Ogni civiltà (lo sappia o no) è governata da determinati principi filosofici-religiosi (anche il materialismo è una filosofia)
2. Pochi purtroppo sanno che i guasti e lo squallore di questa epoca sono dovuti agli errori filosofici che la governano, cominciati con Cartesio, Kant e l'idealismo di Hegel.
Inutile sottolineare come l'epoca moderna sia espressione di puro caos e individualismo per mancanza di principi condivisi, come emerge dal compiaciuto squallore dei centri urbani moderni e dagli ottimi affari che fanno gli avvocati divorzisti :D.
3. Una cosa è opporsi a un potere menzognero e tirannico, quale è l'attuale, altra cosa è opporsi a una visione metafisica lucida e coerente quale quella cattolica che non ricusò di attingere alla saggezza e alla logica della filosofia greca per rendere chiaro e razionale ciò che proponeva come verità.
Come scrisse Chesterton (convertito dall'anglicanesimo, il fratello tentò la carriera politica e fu assassinato) nel suo Heretics:
"For the Christian dogmatists were trying to establish a reign of holiness, and trying to get defined, first of all, what was really holy. But our modern educationists are trying to bring about a religious liberty without attempting to settle what is religion or what is liberty. If the old priests forced a statement on mankind, at least they previously took some trouble to make it lucid. It has been left for the modern mobs of Anglicans and Nonconformists [e aggiungerei i moderni laicisti] to persecute for a doctrine without even stating it.
4. Per cui, come dicevo, a parte alcune intuizioni nella filosofia di Bruno non c'è nulla che abbia particolare valore, né che porti a un miglioramento il genere umano. Anzi, l'uso della magia nera o (per chi non ci crede) di tecniche per carpire il potere su altri uomini tradisce una visione pericolosamente aberrante che non serve paragonare a esiti di epoche successive. Pur prevedendo reazioni da perle ai porci, ricordo che secondo fondi attendibili la magia nera quale fonte di illegittimo potere è studiata, e talora applicata, dai Servizi segreti moderni di molti Paesi.
5. Senza togliere valore alle intuizioni di Platone e Jung, molti dei guai moderni derivano dall'applicare idee astratte e utopie soggettive alla realtà. Bacone e poi Vico chiamavano queste aberrazioni (nel senso di errori) IDOLI della mente.
Parecchie volte Vico fa riferimento alla dottrina dei Quattro Idoli di Francesco Bacone, ritenendola una chiave per comprendere la distorsione (bias) della comunicazione - le forme di cecità imposte dalle tecnologie umane. Questo non significa essere contro la tecnica, ma l'uomo tende a esserne ipnotizzato senza comprenderne e padroneggiarne gli effetti.
Vico, nei suoi studi sull'etimologia e l'interpretazione, era ben consapevole delle forme di distorsione della sensibilità, rivelate nel linguaggio (come ho detto, le tecnologie sono linguaggi ed è indispensabile comprenderne le distorsioni che operano sulla percezione umana o diverremo schiavi ciechi delle nostre stesse invenzioni).
Ciascuno dei Quattro Idoli costituisce una forma di cecità o insensibilità, personale o culturale, per una parte dello spettro percettivo umano (per percezione qui si intende anche comprensione).
I Quattro Idoli di Francesco Bacone costituiscono la base di una teoria completa della comunicazione (=effetti delle tecnologie dell'informazione) in quanto considerano le varie forme di cecità ed ignoranza imposte all'individuo e alla società sia dalla tecnologia che dalla cultura. Ciascuna di esse produce una trasformazione della sensibilità, come rileva Lusseyran.
Gli idoli della tribù, e il primo assioma di Vico, vedono le distorsioni generali della sensibilità, come la soppressione delle facoltà dell'emisfero cerebrale destro da parte dell'alfabeto o quella de! sinistro da parte della radio e della Tv, come un inquinamento della capacità di osservare esattamente, di cui va tenuto conto.
Gli idoli della spelonca, e il secondo assioma di Vico, indicano la pigrizia intellettuale e il dogmatismo concettuale (oggi più diffuso di quanto non si creda) come influenze devianti.
Gli idoli del foro - la «boria delle nazioni» di Vico - nascono da «un contatto e dai reciproci contatti del genere umano», e trovano radice negli orientamenti sociali e culturali e nell'inclinazione imposta dalle lingue e dai gerghi.
Il compito di ripulire queste stalle di Augia è riservato in particolare al poeta (come ripeto spesso, la poesia quando ha valore artistico apre la mente come poche altre cose, è esattamente l'opposto del sogno e dell'evasione) . Quarti e ultimi, Bacone nomina gli idoli del teatro «che sono penetrati nell'animo umano ad opera delle diverse dottrine filosofiche»: la Vecchia Scienza. Vico li chiama «boria de' dotti», la cui scienza non ha né vera antichità  di conoscenza né conoscenza dell'antichità, essendo tagliata fuori dalla tradizione. Questa presunzione puntella la propria ristretta forma di pensiero affermando che ciò che sa è ciò che è sempre stato oggetto del sapere.
La Vecchia Scienza occidentale si accosta allo studio delle tecnologie in termini di trasmissione lineare e sequenziale di dati come figure staccate (contenuto); l'approccio della Nuova Scienza si basa sullo studio dei fruitori e degli effetti ambientali prodotti dalla tecnica.

Tutti i problemi moderni si riducono al fatto che le nostre élite sono ipnotizzate dalle loro stesse tecnologie, la cui portata rivoluzionaria non comprendono né sono capaci di gestire, ritenendo che possano solo realizzare una versione "migliorata" (su scala globale e accentrata nelle loro mani) del passato recente.
In realtà la tecnologia attuale decentra e crea pluralismo: come scrive McLuhan nel suo oggi rarissimo "Take Today", qualsiasi tentativo di spiare e connettere il mondo a un "quartier generale" è "ridondante e irrilevante".

A mio parere l'effettualità (realtà, Wirklichkeit) di un pensiero è indipendente dal biasimo a cui possono essere sottoposti i sui effetti. Una storia degli effetti storici di un pensiero deve astenersi dal giudizio valutativo ed assumere un atteggiamento neutrale: il che non significa nascondersi i propri pregiudizi o accantonarli, ma capire in che modo essi sono consequenzialmente connessi all'opera che si intende esaminare. Spesso e volentieri le soluzioni ai problemi che provengono da un pensiero provengono a loro volta da quello stesso pensiero. L'importanza di un pensiero è data dalla sua realtà, dalla sua potenza generativa, e dall'attualità della sua portata: non v'è dubbio che il pensiero di Giordano Bruno è, per certi versanti, prossimo all'inattualità, ma in quanto lascia sulla sua epoca, l'ormai superata modernità, la sua impronta indelebile, esso è destinato all'attualità perenne nello studio della modernità e del rapporto fra antichità e modernità.

L'incapacità di comprendere la portata rivoluzionaria delle tecnologie da parte delle èlite d'intelligence va di pari passo con il luddismo plebeo che serpeggia fra la popolazione, soprattutto quella europea, che vede le tecnologie come beni di consumo, senza una propensione all'intraprendenza e all'approfondimento delle stesse. Il trionfo attuale della tecno-scienza è il connubio fra filosofia ambientale e cibernetica, che apre orizzonti, in stile occidentale, di ricchezza e prosperità mai viste prima nella storia. Eppure gli unici ad accorgersene sono i seguaci di Renzi, che però venderebbero ogni diritto sociale per il profitto dei padroni, e qualche intellettuale illuminato. Come al solito la lotta di classe viene vinta dal capitalismo mentre fra le classi subalterne vige il "si salvi chi può".