Autore Topic: il complotto del Britannia smontato  (Letto 1405 volte)

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Re:il complotto del Britannia smontato
« Risposta #1 il: Settembre 05, 2021, 20:52:14 pm »
https://maschileindividuale.wordpress.com/2021/09/04/il-complotto-del-britannia-smontato/

 :diablo:

Con tutto il rispetto: ma quante cazzate tutte insieme!

Citazione
delle privatizzazioni italiane, mi sapete dire tre aziende che finirono in mano ad una maggioranza di speculatori anglo-statunitensi ? o furono piuttosto date in mano alla nostra grande imprenditoria stracciona ?

Ma davvero devo rispondere? Se gia' poni una domanda del genere significa che non sai un bel nulla di nulla di questo argomento. Dammi retta, documentati prima di scrivere certe cose, non facciamo queste figure barbine Brishma, lo dico senza offesa, non te devi offendere davvero.


Citazione
gli inglesi e i massoni avrebbero spinto l’Italia nell’ Unione Europa per controllarla… ma quale è il grande Paese che più ha guadagnato dall’Unione? ve lo dico io : la Germania! quindi gli inglesi avrebbero complottato per spingere in un’unione che favorisce la Germania e in cui anche loro si sono trovati così male da doverne uscire!


C'e' un errore di fondo per cui rimando ad una attenta documentazione, pena fare figure barbine.

Tutti sapevano che la Germania ci avrebbe guadagnato sin dall'inizio, e tutti sapevano che l'Italia sarebbe stato il paese che ci avrebbe perso piu' di tutti. Questi sono semplici calcoli dei tassi di interesse, oltre a guardare gli storici dei bond ... Quindi piu' che una osservazione il tuo e' un errore logico, di ragionamento: si voleva l'Italia nell'Euro perche' altrimenti avrebbe fatto concorrenza alla Germania - gia' era cosi' fino alla fine degli anni Novanta, l'Italia aveva il manifatturiero piu' grande d'Europa - ma soprattutto era la Francia  a volere sia Italia che Germania nell'Euro.

E la motivazione sta nel fatto che la Francia avrebbe potuto sottobanco - cosi' come fa adesso, alla luce del sole: infatti la Francia e' l'unico paese dell'UE che fa il cazzo che le pare, letteralmente - cercare di infiltrarsi, con aiuti burocratici, dentro le aziende e banche italiane e comprarsele a prezzo di saldo.

Moltissime banche italiane come marchi italiani oramai di italiano hanno solo il nome: dietro ci sono holding francesi e tedesche.

Sul resto non mi dilungo, scemenze a filastrocca di chi nega il banalmente ovvio.

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Re:il complotto del Britannia smontato
« Risposta #2 il: Settembre 06, 2021, 00:36:36 am »
A queste sconceranti (e inconcludenti) affermazioni che, vero o no, sanno di debunker del potere, rispondo col magistrale primo capitolo di Complotti (titolo ironico) di Blondet. Ecco chi difende il "rosso" bhisma:

RULE BRITANNIA
Bianco, vecchiotto ma supremamente aristocratico, lo yacht imperiale Britannia apparve in vista delle coste italiane ai primi di giugno del '92. La regina Elisabetta e il principe consorte Filippo erano a bordo per la crociera che non era di piacere: imbarcati con le Loro Maestà, infatti, viaggiavano dirigenti della banca S.G. Warburg, della Baring Co., della Bzw, la ditta di brokeraggio
del la Barclay's Bank, e altri fra i più potenti finanzieri della City
. Gente per cui, letteralmente, il tempo è denaro, e che ne ha poco da perdere in navigazioni di svago.
Infatti. Il 2 giugno il Britannia attraccò al porto di Civitavecchia. Solo per qualche ora: il tempo per imbarcare una bella quantità di ospiti italiani, appartenenti a un'altra classe che non ha tempo da buttare. Chi si fosse appostato alla banchina, avrebbe potuto veder salire sul panfilo imperiale, in rigorosa "cravatta nera", Giovanni Bazoli dell' Ambroveneto, Riccardo Gallo deir iRI [sold out], Antonio Pedone del Crediop, Mario Draghi del ministero del Tesoro, ed altri esponenti della finanza nostrana: capintesta delle Assicurazioni Generali e della Banca Commerciale, rappresentanti deii'ENI [for sale soon], deii'IRI, della Società Autostrade, e Beniamino Andreatta, di lì a poco ministro degli Esteri nel governo Ciampi.
Quando tutti furono saliti, il regale battello levò le ancore discretamente, per raggiungere acque extraterritoriali. A bordo, in un tintinnio di cristalli e tra nuvole profumate di sigari Avana, erano cominciati colloqui importantissimi.
Al riparo da orecchie profane e, come è bene notare, su territorio britannico.
Fu solo per suggestione se a qualcuno parve al lora di udire, dal la bianca nave, le paro le superbe dell'inno imperiale Britannia rules the waves, Albione comanda ai mari...
Di cosa parlarono quei signori? Sappiamo solo che si parlò di privatizzazioni, ossia di come dovesse avvenire la vendita delle aziende parapubbliche di cui lo Stato italiano era sul punto, volente o nolente, di liberarsi. Gli influenti italiani ospitati - gente dura, gente arrogante in patria, come ben sappiamo - ascoltarono col cappello in mano, devotamente umili, consigli e ingiunzioni che le bocche dell'Alta Finanza britannica impartivano loro. Quali consigli? Quali ingiunzioni? A nostro parere, fu suggerito un progetto economico-politico, che la "discesa in campo" di Silvio Berlusconi ha momentaneamente disturbato, e che ora si ricompone sotto i nostri occhi con l'irresistibilità degli "eventi naturali". Ma questo tema richiederebbe un altro libro e soprattutto anni di indagini. Per ora, basti notare questo: una questione di primario interesse nazionale fu trattata non già in sedi nazionali - al ministero del Tesoro ad esempio - ma segretamente sotto una bandiera straniera, in condizioni che non si possono che definire umilianti per il nostro Paese.
L'evento, in ossequio a desideri superiori, fu taciuto dalla grande stampa italiana. Del resto, essa era distratta: proprio in quei giorni il giudice Falcone era stato trucidato dal la Mafia (o dovremmo dire: da una Mafia) che gli aveva teso un tranello esplosivo fuori Palermo. l due eventi appartenevano, per così dire, alla stessa classe: entrambi provavano la condizione di "sovranità limitata" in cui versa il nostro Paese. Ma la bomba di Palermo era ben altrimenti vistosa rispetto a ciò che avveniva nei felpati salotti del Britannia.
Così, dei colloqui nella nave di Elisabetta si parlò solo mesi dopo: nel gennaio '93, un bollettino di intelligence che fa capo a Lyndon LaRouche (uno strano americano assai critico verso i poteri forti che dominano in USA, e perciò incarcerato da anni per "evasione fiscale"), mise a fuoco la faccenda. Il caso fu ripreso da un settimanale uscito da poco, L'Italia di Marcello Veneziani. Ne nacquero interrogazioni parlamentari: deputati come Antonio Parlato (MSI), come Raffaele Tiscar (DC), e la senatrice Edda Fagni (Rifondazione Comunista) chiesero di sapere dal governo Amato cosa s'erano detti, i finanzieri italiani e quelli inglesi, sul Britannia. L'unico a sentire il dovere di rispondere fu Mario Draghi, l'altissimo funzionario del Ministero del Tesoro che era salito sullo yacht quel 2 giugno: e ammise d'aver provato tale imbarazzo per l'umilian­te convocazione sul panfilo inglese, da chiedere di leggere il suo discorsetto quando il panfilo era ancora attraccato a Civitavecchia, per poter scenderne subito, evitando di rimanere intrappolato su suolo britannico al largo.
Gli altri ospiti importanti della Regina non si degnarono di rispondere. A meno che non fosse una risposta l'articolo che apparve il 10 marzo seguente sul Corriere della Sera: cinque vaste colonne che il più importante giornale italiano dedicava a polemizzare con lo sconosciuto settimanale L'Italia, ridicolizzandone l'ipotesi che il caso del Britannia avesse rivelato il raro emergere - per usare le parole che Nicola Tranfaglia ha scritto in un altro contesto - di «una sorta di oligarchico governo invisibile, assai più forte ed efficace di quello che il Paese elegge di volta in volta con il metodo democratico». Il Corriere non negava i fatti, né ne offriva una sua interpretazione; si limitava a contestarne l'interpretazione "complottistica"; e più in generale bollava ogni passata e futura "teoria del complotto" come un vizio da impotenti, una fantasia di menti malate o malintenzionate, senza alcun fondamento nella realtà. Con molta, troppa foga e bile.
Va infatti notato: basta evocare la possibilità di un complotto, specialmente in questi tempi in cui in Italia accadono strane cose, per suscitare in certe zone dell'opinione pubblica, in certi giornali e giornalisti, reazioni spropositate e travasi di bile. Reazioni in cui non sospetteremo significati occulti: forse, semplicemente, esiste un tipo antropologico che non vuole esercitare la facoltà del sospetto, che spontaneamente si rifiuta di vedere il lato nascosto degli eventi; che ne difende la presunta trasparenza con tanta più foga, quanto più sospetta che ciò possa renderlo gradito ai poteri costituiti, o a chi gli paga lo stipendio. Ci troviamo qui di fronte al fenomeno plurimo del servilismo spontaneo, istin­tuale: atteggiamento umano diffusissimo.
Vogliamo forse dire che noi, invece, crediamo al "Complotto Universale"? Non è tanto semplice, purtroppo. Sappiamo - e lo mostreremo in queste pagi-ne - che ciò che chiamiamo "Complotto" faute de mieux, prendendo a prestito l'espressione usata per screditare il fenomeno che scandagliamo, è - prima che un "Progetto" - una "Cultura", una visione del mondo. Che si è formata negli ultimi tre secoli, si è nutrita di filosofie oligarchiche e messianismi iniziatici. Una mentalità condivisa in precisi centri del potere internazionali, che conduce al segreto meno per deliberato proposito, che per disprezzo aristocratico della "'massa": lorsignori, chiunque siano, non hanno bisogno di esporre i loro progetti al consenso del pubblico, e meno ancora al voto democratico. Sappiamo - e lo vedremo - che quei centri di potere si riuniscono anche in vere società segrete, in consessi da cui è esclusa la stampa; ma il segreto del Disegno, del "Nuovo Ordine Mondiale" che viene filato in quelle officine, è soprattutto protetto dalla sua stessa complicazione; dalle sue ramificazioni; dalla sua paurosa estensione nello spazio e nel tempo. Per la sua pluriforme vastità, la storia non può essere raccontata per intero da un uomo solo.
Il solo modo di affrontare questo tema illimitato è quello che adottiamo in questo libro: estrarre dei fatti d'attualità dal rumore di fondo della cronaca, mostrare singoli rizomi della proliferazione sotterranea del "Complotto", descriverli come fatti-campione, mostrandone i filamenti e le radicole, talora lunghissime, che li intrecciano inestricabilmente ad altri fatti spesso lontanissimi nello spazio e nel tempo, ma della stessa natura. Il metodo non è inedito; al contrario, è quello usato dagli oscuri eroi dei Servizi detti, non a caso, di intelligence: collezionare tàtti apparentemente lontani, mostrandone le relazioni e i collegamenti invisibili.
Abbiamo cercato dunque di sistemare alcune tessere su un mosaico che non saremo mai in grado di ricostruire completamente; ma quelle tessere bastano a !asciarne intravedere il disegno. Se ci si chiederà cosa ci ha spinti a questo, risponderemo che - oltre alla sciagurata disposizione a rendersi scomoda la vita - ci spinge un istinto di cacciatori e di archeologi e filologi: la voglia irre­sistibi le di inseguire una preda che tà di tutto per celarsi, e l'esercizio supremo dell'intelligenza, che consiste nel ricostruire da un filo la veste, dal dente l'anatomia dell'animale cui è appartenuto, da una parola un intero costume, una storia. L'ambizione più alta è di fare della complotti stica un 'arte congetturale, della "'Teoria del Complotto" un genere letterario; contaminazione di informazione e sospetto, di giornalismo e illazione. In cui si esercita la difficile arte dell'allusione per descrivere una realtà inafferrabile.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:il complotto del Britannia smontato
« Risposta #3 il: Settembre 07, 2021, 12:24:10 pm »
Con tutto il rispetto: ma quante cazzate tutte insieme!

non c'è alcun rispetto nelle tue parole.

Ma davvero devo rispondere? Se gia' poni una domanda del genere significa che non sai un bel nulla di nulla di questo argomento. Dammi retta, documentati prima di scrivere certe cose, non facciamo queste figure barbine Brishma, lo dico senza offesa, non te devi offendere davvero.

ho fatto una domanda ben precisa. Sei in grado di rispondere ?  cita tre aziende privatizzate che sono finite a speculatori anglo-statunitensi altrimenti taci e ascolta invece di starnazzare accuse


C'e' un errore di fondo per cui rimando ad una attenta documentazione, pena fare figure barbine.

Tutti sapevano che la Germania ci avrebbe guadagnato sin dall'inizio, e tutti sapevano che l'Italia sarebbe stato il paese che ci avrebbe perso piu' di tutti. Questi sono semplici calcoli dei tassi di interesse, oltre a guardare gli storici dei bond ... Quindi piu' che una osservazione il tuo e' un errore logico, di ragionamento: si voleva l'Italia nell'Euro perche' altrimenti avrebbe fatto concorrenza alla Germania - gia' era cosi' fino alla fine degli anni Novanta, l'Italia aveva il manifatturiero piu' grande d'Europa - ma soprattutto era la Francia  a volere sia Italia che Germania nell'Euro.

E la motivazione sta nel fatto che la Francia avrebbe potuto sottobanco - cosi' come fa adesso, alla luce del sole: infatti la Francia e' l'unico paese dell'UE che fa il cazzo che le pare, letteralmente - cercare di infiltrarsi, con aiuti burocratici, dentro le aziende e banche italiane e comprarsele a prezzo di saldo.

Moltissime banche italiane come marchi italiani oramai di italiano hanno solo il nome: dietro ci sono holding francesi e tedesche.

Sul resto non mi dilungo, scemenze a filastrocca di chi nega il banalmente ovvio.


ecco bravo.  confermi che ci ha guadagnato la germania ovvero un concorrente della UK.  Quindi mi stai dando ragione anche se non lo vuoi ammettere.
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Re:il complotto del Britannia smontato
« Risposta #4 il: Settembre 07, 2021, 12:27:54 pm »
bah .
Al solito posti pipponi OT.

Caro il mio Vicus, devi capire una cosa:

i dominanti stranieri (e quelli italiani) desiderano profondamente che si formi una classe dirigente che creda alle favolette perchè sarebbe una classe dirigente incapace di analisi sulla società e quindi poco capace e che non sarebbe in grado di contrastarli. 

così come il miglior alleato delle femministe è il reazionario.
è esattamente quanto sperano di trovare perchè hanno tutto l'armamentario già bello pronto da scatenare e che ha sempre funzionato.

rassegnati: fai il gioco dei dominanti e delle femministe.







A queste sconceranti (e inconcludenti) affermazioni che, vero o no, sanno di debunker del potere, rispondo col magistrale primo capitolo di Complotti (titolo ironico) di Blondet. Ecco chi difende il "rosso" bhisma:

RULE BRITANNIA
Bianco, vecchiotto ma supremamente aristocratico, lo yacht imperiale Britannia apparve in vista delle coste italiane ai primi di giugno del '92. La regina Elisabetta e il principe consorte Filippo erano a bordo per la crociera che non era di piacere: imbarcati con le Loro Maestà, infatti, viaggiavano dirigenti della banca S.G. Warburg, della Baring Co., della Bzw, la ditta di brokeraggio
del la Barclay's Bank, e altri fra i più potenti finanzieri della City
. Gente per cui, letteralmente, il tempo è denaro, e che ne ha poco da perdere in navigazioni di svago.
Infatti. Il 2 giugno il Britannia attraccò al porto di Civitavecchia. Solo per qualche ora: il tempo per imbarcare una bella quantità di ospiti italiani, appartenenti a un'altra classe che non ha tempo da buttare. Chi si fosse appostato alla banchina, avrebbe potuto veder salire sul panfilo imperiale, in rigorosa "cravatta nera", Giovanni Bazoli dell' Ambroveneto, Riccardo Gallo deir iRI [sold out], Antonio Pedone del Crediop, Mario Draghi del ministero del Tesoro, ed altri esponenti della finanza nostrana: capintesta delle Assicurazioni Generali e della Banca Commerciale, rappresentanti deii'ENI [for sale soon], deii'IRI, della Società Autostrade, e Beniamino Andreatta, di lì a poco ministro degli Esteri nel governo Ciampi.
Quando tutti furono saliti, il regale battello levò le ancore discretamente, per raggiungere acque extraterritoriali. A bordo, in un tintinnio di cristalli e tra nuvole profumate di sigari Avana, erano cominciati colloqui importantissimi.
Al riparo da orecchie profane e, come è bene notare, su territorio britannico.
Fu solo per suggestione se a qualcuno parve al lora di udire, dal la bianca nave, le paro le superbe dell'inno imperiale Britannia rules the waves, Albione comanda ai mari...
Di cosa parlarono quei signori? Sappiamo solo che si parlò di privatizzazioni, ossia di come dovesse avvenire la vendita delle aziende parapubbliche di cui lo Stato italiano era sul punto, volente o nolente, di liberarsi. Gli influenti italiani ospitati - gente dura, gente arrogante in patria, come ben sappiamo - ascoltarono col cappello in mano, devotamente umili, consigli e ingiunzioni che le bocche dell'Alta Finanza britannica impartivano loro. Quali consigli? Quali ingiunzioni? A nostro parere, fu suggerito un progetto economico-politico, che la "discesa in campo" di Silvio Berlusconi ha momentaneamente disturbato, e che ora si ricompone sotto i nostri occhi con l'irresistibilità degli "eventi naturali". Ma questo tema richiederebbe un altro libro e soprattutto anni di indagini. Per ora, basti notare questo: una questione di primario interesse nazionale fu trattata non già in sedi nazionali - al ministero del Tesoro ad esempio - ma segretamente sotto una bandiera straniera, in condizioni che non si possono che definire umilianti per il nostro Paese.
L'evento, in ossequio a desideri superiori, fu taciuto dalla grande stampa italiana. Del resto, essa era distratta: proprio in quei giorni il giudice Falcone era stato trucidato dal la Mafia (o dovremmo dire: da una Mafia) che gli aveva teso un tranello esplosivo fuori Palermo. l due eventi appartenevano, per così dire, alla stessa classe: entrambi provavano la condizione di "sovranità limitata" in cui versa il nostro Paese. Ma la bomba di Palermo era ben altrimenti vistosa rispetto a ciò che avveniva nei felpati salotti del Britannia.
Così, dei colloqui nella nave di Elisabetta si parlò solo mesi dopo: nel gennaio '93, un bollettino di intelligence che fa capo a Lyndon LaRouche (uno strano americano assai critico verso i poteri forti che dominano in USA, e perciò incarcerato da anni per "evasione fiscale"), mise a fuoco la faccenda. Il caso fu ripreso da un settimanale uscito da poco, L'Italia di Marcello Veneziani. Ne nacquero interrogazioni parlamentari: deputati come Antonio Parlato (MSI), come Raffaele Tiscar (DC), e la senatrice Edda Fagni (Rifondazione Comunista) chiesero di sapere dal governo Amato cosa s'erano detti, i finanzieri italiani e quelli inglesi, sul Britannia. L'unico a sentire il dovere di rispondere fu Mario Draghi, l'altissimo funzionario del Ministero del Tesoro che era salito sullo yacht quel 2 giugno: e ammise d'aver provato tale imbarazzo per l'umilian­te convocazione sul panfilo inglese, da chiedere di leggere il suo discorsetto quando il panfilo era ancora attraccato a Civitavecchia, per poter scenderne subito, evitando di rimanere intrappolato su suolo britannico al largo.
Gli altri ospiti importanti della Regina non si degnarono di rispondere. A meno che non fosse una risposta l'articolo che apparve il 10 marzo seguente sul Corriere della Sera: cinque vaste colonne che il più importante giornale italiano dedicava a polemizzare con lo sconosciuto settimanale L'Italia, ridicolizzandone l'ipotesi che il caso del Britannia avesse rivelato il raro emergere - per usare le parole che Nicola Tranfaglia ha scritto in un altro contesto - di «una sorta di oligarchico governo invisibile, assai più forte ed efficace di quello che il Paese elegge di volta in volta con il metodo democratico». Il Corriere non negava i fatti, né ne offriva una sua interpretazione; si limitava a contestarne l'interpretazione "complottistica"; e più in generale bollava ogni passata e futura "teoria del complotto" come un vizio da impotenti, una fantasia di menti malate o malintenzionate, senza alcun fondamento nella realtà. Con molta, troppa foga e bile.
Va infatti notato: basta evocare la possibilità di un complotto, specialmente in questi tempi in cui in Italia accadono strane cose, per suscitare in certe zone dell'opinione pubblica, in certi giornali e giornalisti, reazioni spropositate e travasi di bile. Reazioni in cui non sospetteremo significati occulti: forse, semplicemente, esiste un tipo antropologico che non vuole esercitare la facoltà del sospetto, che spontaneamente si rifiuta di vedere il lato nascosto degli eventi; che ne difende la presunta trasparenza con tanta più foga, quanto più sospetta che ciò possa renderlo gradito ai poteri costituiti, o a chi gli paga lo stipendio. Ci troviamo qui di fronte al fenomeno plurimo del servilismo spontaneo, istin­tuale: atteggiamento umano diffusissimo.
Vogliamo forse dire che noi, invece, crediamo al "Complotto Universale"? Non è tanto semplice, purtroppo. Sappiamo - e lo mostreremo in queste pagi-ne - che ciò che chiamiamo "Complotto" faute de mieux, prendendo a prestito l'espressione usata per screditare il fenomeno che scandagliamo, è - prima che un "Progetto" - una "Cultura", una visione del mondo. Che si è formata negli ultimi tre secoli, si è nutrita di filosofie oligarchiche e messianismi iniziatici. Una mentalità condivisa in precisi centri del potere internazionali, che conduce al segreto meno per deliberato proposito, che per disprezzo aristocratico della "'massa": lorsignori, chiunque siano, non hanno bisogno di esporre i loro progetti al consenso del pubblico, e meno ancora al voto democratico. Sappiamo - e lo vedremo - che quei centri di potere si riuniscono anche in vere società segrete, in consessi da cui è esclusa la stampa; ma il segreto del Disegno, del "Nuovo Ordine Mondiale" che viene filato in quelle officine, è soprattutto protetto dalla sua stessa complicazione; dalle sue ramificazioni; dalla sua paurosa estensione nello spazio e nel tempo. Per la sua pluriforme vastità, la storia non può essere raccontata per intero da un uomo solo.
Il solo modo di affrontare questo tema illimitato è quello che adottiamo in questo libro: estrarre dei fatti d'attualità dal rumore di fondo della cronaca, mostrare singoli rizomi della proliferazione sotterranea del "Complotto", descriverli come fatti-campione, mostrandone i filamenti e le radicole, talora lunghissime, che li intrecciano inestricabilmente ad altri fatti spesso lontanissimi nello spazio e nel tempo, ma della stessa natura. Il metodo non è inedito; al contrario, è quello usato dagli oscuri eroi dei Servizi detti, non a caso, di intelligence: collezionare tàtti apparentemente lontani, mostrandone le relazioni e i collegamenti invisibili.
Abbiamo cercato dunque di sistemare alcune tessere su un mosaico che non saremo mai in grado di ricostruire completamente; ma quelle tessere bastano a !asciarne intravedere il disegno. Se ci si chiederà cosa ci ha spinti a questo, risponderemo che - oltre alla sciagurata disposizione a rendersi scomoda la vita - ci spinge un istinto di cacciatori e di archeologi e filologi: la voglia irre­sistibi le di inseguire una preda che tà di tutto per celarsi, e l'esercizio supremo dell'intelligenza, che consiste nel ricostruire da un filo la veste, dal dente l'anatomia dell'animale cui è appartenuto, da una parola un intero costume, una storia. L'ambizione più alta è di fare della complotti stica un 'arte congetturale, della "'Teoria del Complotto" un genere letterario; contaminazione di informazione e sospetto, di giornalismo e illazione. In cui si esercita la difficile arte dell'allusione per descrivere una realtà inafferrabile.
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
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Re:il complotto del Britannia smontato
« Risposta #5 il: Settembre 07, 2021, 14:18:53 pm »
Bhisma non mi pare che le tue ipotesi trovino molto seguito. Cosa credi di dimostrare? La City non è un organo del governo inglese, è finanza internazionale e il fatto che le aziende italiane siano state (s)vendute a Germania e Francia non smonta proprio nulla.
Sono certo che hai un'interessante spiegazione, te che dici di essere rosso, a difesa di un gruppo di banchieri che ha convocato la classe dirigente italiana in acque extraterritoriali, in condizioni per lo meno umilianti per il nostro Paese.
Tra l'altro non fu anche la finanza internazionale di marca anglosassone a sostenere l'ascesa della Germania nazista?* Non fu Churchill a dire: "Se fossi italiano voterei per Mussolini"?

* Fonte: Karl Polanyi, La Grande Trasformazione, pubblicato per la prima volta in USA nel 1944. Parla anche dei disastri del cambio fisso tra monete...
Altre fonti trovate ora da siti che non conosco e che ho visionato solo in parte, per cui non sono necessariamente d'accordo con tutti i contenuti:
http://www.totustuustools.net/altrastoria/naziwallstreet.html

Questo video parla anche degli atroci esperimenti del dott. Mengele finanziati da una casa farmaceutica tuttora esistente, a buon intenditor:

« Ultima modifica: Settembre 07, 2021, 14:31:26 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:il complotto del Britannia smontato
« Risposta #6 il: Settembre 08, 2021, 01:16:10 am »
non c'è alcun rispetto nelle tue parole.

il rispetto lo si guadagna, non lo si chiede. E quando mi scrivi fesserie che tuonano peggio di un temporale non posso far altro che dirti che hai scritto una sequela di stronzate - sempre, rispettosamente - che persino il piu' sinistroide piu' rosso di te ha ammesso che, appunto, son tali.

Citazione
ho fatto una domanda ben precisa. Sei in grado di rispondere ?  cita tre aziende privatizzate che sono finite a speculatori anglo-statunitensi altrimenti taci e ascolta invece di starnazzare accuse

ma cosa ti devo rispondere? Ma non ti rendi conto che non sai UN BEL NIENTE di quello di cui parli? Ma davvero mi chiedi il nome di tre aziende italiane svendute ai privati?

Una domanda, Brishma: ma tu vivi in Italia? E' da molto che manchi dal belpaese? Perche' solo cosi' si possono capire domande assurde come questa.

Ad ogni modo ti accontento, ma poi mi aspetto da uomo intellettualmente onesto le tue scuse per avere scritto minchiate a raffica senza sapere NULLA di quello di cui stavi parlando, d'accordo?


1. Hanno smantellato l'IRI, che e' arrivata ad essere tra le prime dieci grandi aziende del mondo.
Non sai cos'e' l'IRI? Documentati: https://it.wikipedia.org/wiki/IRI

2. Hanno svenduto Telecom Italia, che era una delle compagnie telefoniche piu' efficienti di tutto il mondo;

3. Hanno svenduto Poste Italiane, che oggi e' tutto tranne che un'azienda di telecomunicazioni - vendono persino lavatrici, telefonini, orologi dentro un ufficio postale!

Mi fermo qua perche' sto sparando sulla croce rossa, indi per cui te lo ripeto: DOCUMENTATI E POI PARLI.
Ma come minchia si fa, seriamente, a fare una domanda del genere e accusare persino chi ti obietta che spari fesserie?


Sul resto non mi dilungo perche' non sai un bel niente di questo argomento, a cominciare da chi sono i veri gruppi finanziari su cui gira tutto e a chi appartengono.

Lascia perdere, non parlare di cose di cui non sai nulla pena fare brutte figure.

Offline fritz

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Re:il complotto del Britannia smontato
« Risposta #7 il: Settembre 08, 2021, 01:26:09 am »
Bhisma non mi pare che le tue ipotesi trovino molto seguito. Cosa credi di dimostrare? La City non è un organo del governo inglese, è finanza internazionale e il fatto che le aziende italiane siano state (s)vendute a Germania e Francia non smonta proprio nulla.

Appunto, e' lui che se la canta e se la suona da solo da totale ignorante in argomento. Lo UK non aveva e non ha mai avuto alcun interesse ad entrare nell'Euro (e non ci e' mai entrato infatti, ha sempre tenuto il suo pound).
L'Euro e' stato un ricatto degli alleati alla Germania: ha dovuto rinunciare al marco tedesco in cambio della sua unificazione.
Si credeva che cosi' facendo la Francia avrebbe potuto controllare l'economia tedesca, e deprimere quella italiana che faceva concorrenza ad entrambe.
Che l'Euro non e' e non e' mai stato uno strumento per unificare l'Europa lo si capisce dal fatto che fu proprio l'Italia, nel 2003, a proporre l'Eurobond e una difesa unita: proposte entrambe bocciate da noi sappiamo chi.

Avere rinunciato ad una moneta sovrana espone il debito pubblico alle speculazioni dei grandi gruppi finanziari, da cui tutta la storia sullo spread di cui si e' parlato per anni (che alla fine e' il rischio svalutazione assets nei confronti di quelli tedeschi).

Che alla fine il piu' "grosso" ci avrebbe comunque guadagnato lo sapevano tutti, ma proprio tutti, tranne i fessi piddini e sinistroidi che belano ad ogni scoreggia che echeggia dall'Europarlamento e persino il nostro attuale Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ci ha scritto la tesi di laurea in Economia sulla "Teoria delle Aree Valutarie Ottimali" concludendo - sempre Draghi, si', lui - che la moneta unica europea e' impossibile, perche' comporterebbe gli squilibri economici che stiamo proprio vedendo in questi anni.

A Brishma, con tutto l'affetto del mondo, consiglio di documentarsi seriamente anziche' leggere Repubblica e la Stampa.

Offline Vicus

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Re:il complotto del Britannia smontato
« Risposta #8 il: Settembre 08, 2021, 06:58:59 am »
L'igoranza è una scusante e tempo che qui non ci sia.
Quando uno che si dice rosso difende sistematicamente il Drago e finanzieri globali che convocano, col capppello in mano, la classe dirigente di una nazione (la nostra), è possibile un'unica spiegazione.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Duca

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Re:il complotto del Britannia smontato
« Risposta #9 il: Settembre 09, 2021, 08:53:25 am »
Ma se complotto non è stato, che cazzo sono andati a fare sul panfilo, una crociera tra amici? :hmm:

Offline Vicus

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Re:il complotto del Britannia smontato
« Risposta #10 il: Settembre 09, 2021, 11:10:40 am »
E' evidente che hanno dicusso di politica economica italiana, certamente non era una corciera di piacere
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.