Autore Topic: Il privilegio  (Letto 975 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Caiovaleriocatullo

  • Affezionato
  • **
  • Post: 107
Il privilegio
« il: Settembre 06, 2021, 12:22:36 pm »
Capitavo per caso su questo articolo e ho voluto lasciare un commento:

Fonte: https://equalilab.it/blog/2020/06/22/privilegio-paura-vittime/

Citazione
Chi ha paura del privilegio? I privilegiati stessi. Ultimamente vedo un sacco di persone con la coda un po’ troppo di paglia, che si infervorano quando sentono la parola “privilegio”.

Ci sono persone che in questi giorni hanno davvero parlato di razzismo verso i bianchi, facendoci capire quanto poco rispetto portino per ciò che è accaduto in USA, durante le proteste del movimento Black Lives Matter.

Da molti il termine “privilegiato” è percepito come offensivo.

Perché se dici “maschio bianco etero cisgender” stai discriminando una categoria di persone.
Non è così, quando parliamo di privilegio parliamo di una categoria che nella società in cui viviamo non soffre determinati problemi.

Avere un privilegio non significa non avere problemi, significa, per l’appunto, non avere ALCUNI problemi:

Un uomo non subisce il maschilismo. (subisce la mascolinità tossica, che è un discorso a parte)
Un etero non subisce l’omofobia.
Un bianco non subisce razzismo (in Europa e USA)
Un cisgender non subisce la transfobia.
E’ davvero il caso di fare retorica sull’eterofobia, sugli uomini vittime del femminismo e sulla dittatura del politically correct, quando in Ungheria le persone transgender perdono il diritto di fare la transizione?

Vogliamo parlare di omofobia? L’Italia sta tornando indietro, l’odio sta raggiungendo picchi abbastanza alti.

Misoginia, ce ne priviamo? I dati confermano l’esistenza di un gender wage gap, dovuto al fatto che spesso le donne hanno più difficoltà ad accedere al lavoro. Poi arriva la frase completamente random, che ogni femminist* si è sentito dire:

Gli uomini muoiono di più sul lavoro.

Questa affermazione mi fa ridere. Non perché non sia effettivamente vera, ma un “fatti una domanda e datti 3 risposte” ci sta tutto. In che modo questo deve evidenziare una forma di sessismo? Le donne sono quindi immuni ai rischi fisici? Hanno sette vite come i gatti?

Forse perché le donne che non muoiono sul lavoro, un lavoro non ce l’hanno proprio? E allora ritorniamo ai dati di prima.

Gli uomini subiscono violenza come le donne.

Gli uomini subiscono violenza. Fa schifo ed è un problema, la violenza sugli uomini. Sapete, però, perché non rispondo così quando me lo dicono? Perché la frase che viene dopo, nel 92% dei casi, è “colpa del femminismo”.

In che modo il femminismo ha una colpa nella violenza maschile?

Gente che sostiene che le donne non siano vittime di una società patriarcale, dal momento che gli uomini muoiono di più. (e quindi?)
Peccato che i moventi, i contesti e, soprattutto, gli autori dell’omicidio ce li scordiamo. Quelli sono diversissimi: gli uomini muoiono, normalmente, per mano di “persone non identificate” (includiamo le vittime della criminalità organizzata).

Quando poi si parla di BLM (Black Lives Matter), il vittimismo si spreca: orde di bianchi americani che si infervorano per difendere il loro diritto di non essere chiamati razzisti, di non dover pensare a quella che è la società in cui vivono.

Alcuni si incazzano perché vengono ignorati, perché si sentono esclusi dalla frase “Le vite dei neri valgono”. Ma quando mai qualcuno ha detto a te, bianco, di tornartene a casa tua? Quando mai qualcuno ha negato che la tua vita valga in quanto bianco? Mai.

Nessuno subisce razzismo perché è bianco. Non in Italia, non negli USA. Punto.

Esiste il risentimento dei neri, che può essere condannabile se non controllato. Ma non possiamo mettere il rancore di pochi contro il razzismo sistemico che la società ha sempre applicato nella storia.

Leggetevi qualche studio, qualche libro sul razzismo. Imparate a mettervi nei panni degli altri.

L’attivismo non deve rassicurarvi che le minoranze oppresse non siano incazzate per le oppressioni subite negli anni. Non devo sempre legittimare le mie incazzature e le mie battaglie, protestando in punta di piedi e in silenzio per non dare fastidio a dei bianchi eterosessuali cisgender che, poverini, sono troppo sensibili alla realtà.

E a quelli che diranno “Io non mi sento privilegiato in quanto maschio, bianco, etero, cis”, vorrei fare presente che non esiste solo questa categoria. Il mondo non vi gira attorno, per quanto per alcuni sia doloroso da capire. Esistono le minoranze, esistono le persone che non hanno le vostre fortune (anche se voi non le concepite come tali), che vivono nel vostro stesso paese e vengono prese a pesci in faccia per il semplice fatto di essere diverse.

“Io non voglio sentirmi chiamare privilegiato, io mi spacco la schiena al lavoro”

Bravo, bravissimo. Meno male che devi solo spaccarti la schiena a lavoro come TUTTI quelli che non sono nell’albero genealogico di Silvio Berlusconi. A differenza di altri, però, nessuno ti caccerà di casa perché sei etero, nessuno ti aggredirà per strada se ti scappa qualche atteggiamento troppo eterosessuale, nessuno dirà a te di tornare a casa perché ci sei già a casa tua, nessuno ti sparerà per strada per la tua carnagione troppo chiara e nessuno dovrà sindacare sul tuo genere.

Ma mi raccomando, rispondimi pure che questi non sono veri problemi, che sono cose da millennial in crisi ormonale. Perché giustamente esistono sempre i problemi di serie A e i problemi di serie B, quando quelli di serie B non sono i tuoi.

L’attivismo non vuole farvi sentire male per essere privilegiati, l’attivismo vuole darvi l’opportunità di comprendere il fatto che esistano anche gli altri.

No, Rocco, sei completamente fuori strada. Sei un giovanotto senza esperienza della vita, del mondo del lavoro, delle relazioni interpersonali, e senza ancora quell'arguzia apparentemente paranoide che ti servirebbe per capire il contorto meccanismo di potere di cui tu sei un funzionario privilegiato.

Cominciamo dall'immagine che poni all'esordio dell'articoletto: "If you don't have to think about it, it's a privilege". Un privilegio è una massimizzazione della libertà della persona umana. La libertà è data dall'autonomia, l'autonomia dalla capacità di autoresponsabilizzarsi, la capacità di autoresponsabilizzarsi è data dal grado di coscienza, il grado di coscienza è dato dall'ampiezza della conoscenza, l'ampiezza della conoscenza è data dal pensare che, come dice Heidegger, è un darsi pensiero, un preoccuparsi. Di conseguenza l'assenza di pensiero non può in alcun modo essere il sintomo di un privilegio. Tutto il contrario: l'assenza di pensiero è ciò che caratterizza l'uomo deprivato della sua umanità e ridotto a massa (Arendt), l'uomo non libero, lo schiavo. E questa è la cifra del tuo articolo: la confusione fra schiavitù e privilegio, tipica dei ceti dominanti aristocratici, che giustificano con i popoli la schiavitù di quest'ultimi spingendoli a riconoscere il privilegio dato dal non doversi occupare del proprio bene: chiaramente la realtà è che questa giustificazione aiuta le aristocrazie (siano esse basate sul sangue o sul cosiddetto merito) a fare il proprio bene a scapito di quello dei popoli, realizzando così il proprio privilegio.

Quando la barca affonda, l'uguaglianza fra gli uomini va a farsi benedire. Lo abbiamo visto recentemente in Afghanistan. TUTTI, anche il mio cane, sanno che i talebani non uccidono le donne e i bambini, il più delle volte: di solito uccidono gli uomini (o li trasformano in eunuchi), ma per le onlus e le varie associazioni femministe e non in Italia è prioritario far evacuare donne e bambini. Per l'ONU è prioritario far evacuare donne e bambini, il che vorrà dire che mariti e fratelli di queste donne e bambini dovranno aiutarle ad evacuare per poi subire la vendetta dei Talebani. Il che significa che per il nostro mondo la vita e l'integrità psicofisica degli uomini valgono meno della libertà delle donne. Questo è un privilegio che le donne hanno e un problema che gli uomini hanno, ma non sanno di avere. La cifra della discriminazione contro il maschio bianco etero cis è questa, ed è globale: siamo odiati nientemeno che dal mondo. Dalle nostre èlite perché tendenti alla eccessiva mobilità sociale verso l'alto e dagli stranieri perché senza vincoli dati dal costume, perché liberi dalla morale. La libertà dalla morale è però un'arma a doppio taglio: da un lato ci protegge dalle rigidità e dai fascismi, da un altro ci rammollisce. Noi non vorremmo il falso privilegio di essere senza morale, ma vorremmo il vero privilegio di produrre la nostra morale individuale e determinare per noi stessi i nostri valori. La tua posizione in questo articolo ti qualifica come persona che può permettersi di pontificare dall'alto di un benessere legato alla tua funzione all'interno di una catena di distribuzione iniqua del potere: tu hai elaborato un tuo personale parametro di giustizia sociale il cui unico scopo è quello di mantenerti nello stato privilegiato di persona che produce valore con l'attivismo sociale. Anche noi vorremmo avere il potere di elaborare il nostro personale parametro di giustizia allo scopo di conquistarci una fetta di produzione di valore adatta alle nostre personali aspettative.
Un uomo subisce maschilismo: nella vita di relazione, nel mondo del lavoro, in tutti gli aspetti della organizzazione sociale. Nei confronti degli uomini bianchi eterosessuali le aspettative sono alte e questo non ha solo l'effetto di esacerbare la tendenza al conformismo, all'adeguamento sociale e all'autoggettivazione, ma si concretizza in azioni vere e proprie da parte di altre categorie di persone, che minano il nostro "privilegiato" su tutti i livelli, dal potere contrattuale nel mondo del lavoro al livello di conoscenza e realizzazione personale, dalla salute al benessere, fino alle opportunità di godimento sessuale. Se non hai alcuna bencheminima esperienza di relazioni con le donne non sai che essere maschi bianchi eterosessuali significa essere trattati a tutti gli effetti come individui in debito nei confronti delle donne di un retaggio patriarcale, essere manipolati e maltrattati per soddisfare le esigenze femminili, spesso con sensi di colpa o spensieratezza idiota per il semplice fatto di essere quello che siamo. Siamo sessualizzati continuamente. Innanzitutto, le donne possono elicitare "a distanza" la nostra pulsione sessuale, e lo fanno impunemente senza il nostro consenso. In secondo luogo, il grado di riconoscimento sociale che le donne, e gli altri uomini in quanto coinvolti nel sistema come tutti, ci riservano è legato alla qualità della nostra vita sessuale: attraverso l'esercizio costante, da parte delle donne e della società, di questo trattamento, il valore sessuale che abbiamo agli occhi delle donne determina il nostro valore umano. Lo sguardo sessualizzante femminile determina il nostro valore all'interno della specie uomo e questo, in tutta onestà, è un privilegio che le donne hanno e un problema che noi non sappiamo di avere. Anche noi vorremmo avere il privilegio di poter adeguare la realtà sociale e umana al nostro sguardo sessualizzante.
L'eterofobia esiste: non si tratta di un odio esplicito, ma latente. Da un eterosessuale ci si aspettano strabilianti prestazioni o, sennò, il pubblico ludibrio. Non si è altro che sacchi di carne scherniti, derisi, misconosciuti, per il fatto di non essere all'altezza di aspettative pesanti come macigni. Non siamo affatto tollerati: l'intolleranza nei nostri riguardi è soltanto mascherata. La nostra coscienza è annullata dalle aspettative sociali grandiose e noi ci prestiamo consensualmente a divenire vittime di maltrattamento pubblico e privato. Il fatto però che c'è il consenso non significa affatto che ci sia un consenso cosciente: noi maschi bianchi etero perlopiù non abbiamo granché coscienza il che fa di noi delle pedine, non degli esseri umani dotati di dignità. Siamo una catena di Fantozzi senza speranza e questo soltanto perché siamo quello che siamo.
Davvero credi che in questo quadro un cisgender non subisca cisfobia? Le aspettative nei confronti dei maschi bianchi etero cis non investono soltanto il quadro dei rapporti sociali e lavorativi, ma anche quello dell'identità. Tu parli di "mascolinità tossica", come se non fosse una contraddizione in termini o un insulto, ma non riconosci che la mascolinità è una fatica e un impegno che, se non portato a compimento, produce malattia. Più che un privilegio, a me sembra un handicap.
Pensi che un bianco non subisca razzismo perché non hai mai lavorato. I datori di lavoro usano volutamente espressioni razziste nei confronti dei bianchi per indurli ad accettare condizioni lavorative peggiori. Non fanno lo stesso con le "minoranze". E questo è solo un esempio.

La misandria è reale e non occorre minimamente dimostrarlo, tanto è evidente. Nel mondo del lavoro è addirittura sistemica. La scuola pubblica è impostata per far progredire le femmine e limitare i maschi. Anche questa è un'evidenza dati alla mano. Questo significa fare in modo, a livello sistemico, di dare alle donne opportunità lavorative migliori e agli uomini opportunità lavorative peggiori (se tutti i lavori fossero egualmente dignitosi avrei le fan che si stracciano le vesti quando servo i piatti ai tavoli e mi farei le vacanze nelle capitali d'arte in hotel di lusso). Le donne non sono presenti sul mondo del lavoro perché non vogliono lavorare. Lavorano solo nei posti di potere culturale o economico, ma non si sporcano le mani. Non esiste infatti alcun femminismo che rivendichi le quote di genere in tutti i posti di lavoro, compresi i cantieri e le miniere, per il semplice fatto che alle donne questo non interessa (e hanno ragione: dovremmo disinteressarcene anche noi e mandare all'aria il capitalismo togliendo a queste privilegiate tutti i loro privilegi). Gridare alla misoginia è aizzare le masse al linciaggio degli schiavi ribelli. Dare a noi uomini bianchi etero cis dei privilegiati dovrebbe essere una fattispecie di istigazione all'odio razziale e di genere. Le donne usano la prostituzione, in varie forme, per espropriarci dei frutti del nostro lavoro sfruttando il loro privilegio sessuale e manipolandoci. Il privilegio sessuale è quello dato da donne ignoranti, senza alcuna qualità estetica o morale, che hanno figli (e spesso mantenimento) da uomini ben più forniti di sensualità, mentre uomini di sensualità pari a quella di quelle donne sono soli e senza discendenti. La manipolazione si attua vendendoci il sesso, che è un bene decisamente desiderabile se non primario. I più poveri usano la pornografia, i più ricchi vanno con le prostitute, ma il risultato non cambia. Anche nel campo della prostituzione le donne non hanno bisogno di possedere rilevanti qualità estetiche. Se non conosci prostitute non sai che soggetti siano. Sono persone che non andrebbero mai e poi mai a lavorare in fabbrica e preferiscono prostituirsi per ottenere il capitale per portare avanti i loro progetti. Non sono vittime di discriminazioni sul lavoro, ma semplicemente non hanno voglia di lavorare, oppure hanno solo voglia di fare le sex workers, cioè spacciatrici di sesso a consumo che lucrano sull'inferiorità,  sulla debolezza maschile, sull'esclusione maschile dalla festa del sesso libero.

Tu credi di poterti permettere di ridere quando senti la frase "gli uomini muoiono di più sul lavoro", ma non te lo puoi permettere e dovresti prostrarti per la vergogna. I morti sul lavoro sono uomini che hanno sacrificato la loro vita per il tuo benessere. Hanno sbagliato, perché tu non meriti niente di ciò che hanno prodotto, ma erano comunque più nobili di te, che te ne stai nascosto dietro a uno schermo e non sai niente della vita. Vergognati.

Tu dici di leggere qualche libro e di aprire la mente a persone che sono state DEPRIVATE DA TE E DA QUELLI COME TE del diritto alla conoscenza e all'autocoscienza. Se tu misconosci la violenza di genere contro gli uomini (e contro i bambini) e il razzismo contro i bianchi, è solo perché invece di leggere libri senza capirli non ti sei ancora fatto un bagno di realtà. I libri sono prodotti della fantasia e soprattutto sono solo bolle limitate di conoscenza, che non ritraggono mai la realtà in tempo reale. A meno che tu non voglia diventare un erudito e leggere tutto quanto, il tuo affidarti ai pochi libri che hai letto è un segno di chiusura mentale. Tu non sai un bel niente. Tu però avresti potuto avere conoscenza, la maggior parte degli uomini bianchi non ha avuto questo privilegio.

Offline fritz

  • Affezionato
  • **
  • Post: 758
Re:Il privilegio
« Risposta #1 il: Settembre 06, 2021, 13:33:31 pm »
ma chi e' il mentecatto cuckold che ha scritto questa serie di sciocchezze allucinanti? Io ad un certo punto ho smesso di leggere ...

Il razzismo esiste ed e' sempre esistito, e i neri e gli asiatici sono molto piu' razzisti dei bianchi. Sul resto non mi dilungo, idiozie di un povero scemo che crede che cosi' facendo qualche femminista gliela regali, ma rimarra' vergine a vita.

Offline krool

  • WikiQM
  • Affezionato
  • ***
  • Post: 1415
  • Sesso: Maschio
Re:Il privilegio
« Risposta #2 il: Settembre 06, 2021, 22:51:44 pm »
Hai provato a lasciare il tuo commento direttamente sotto il suo articolo?

Complimenti, è un buon messaggio, anche se mi pare sprecato visto il soggetto in questione:


Rocco La Marca
Classe 2001, attivista LGBT+ intersezionale. Diplomato a Napoli, attualmente frequenta la facoltà di CTF a Milano. Fondatore e direttore generale di EqualiLab, si occupa della parte tecnica del sito. Quando non scrivo, studio, piango o faccio tutte e tre le cose contemporaneamente.


Ha appena 20 anni ed ha già la testa completamente piena di propaganda arcobaleno. Povero lui...

Offline Caiovaleriocatullo

  • Affezionato
  • **
  • Post: 107
Re:Il privilegio
« Risposta #3 il: Settembre 07, 2021, 10:43:51 am »
Hai provato a lasciare il tuo commento direttamente sotto il suo articolo?

Complimenti, è un buon messaggio, anche se mi pare sprecato visto il soggetto in questione:

Sì, ci ho provato. Il commento è in attesa di moderazione, ma probabilmente non lo pubblicherà mai. Si tratta di uno che guadagna con la fuffa come qualsiasi ciarlatano. Il mio commento metterebbe in crisi i suoi introiti.
Peraltro a un certo punto non avevo più voglia di scrivere, perché mi sembrava una fatica sprecata, quindi questo è solo un quarto del commento che avevo in mente.

Offline krool

  • WikiQM
  • Affezionato
  • ***
  • Post: 1415
  • Sesso: Maschio
Re:Il privilegio
« Risposta #4 il: Settembre 07, 2021, 14:29:55 pm »
Per me nemmeno lo leggerà tutto, si fermerà dopo tre righe. La verità fa male. Comunque non guadagnerà praticamente nulla con quegli articoli, probabilmente li scrive nel tempo libero, il resto del tempo sistema la merce sugli scaffali del lidl