C'era da aspettarsi che si scatenassero le ire della Santa Inquisizione Mediatica Femminista contro Barbara palombelli per le sue parole. E così è stato. Puntualmente. Dopo gli insulti in rete ("Palombelli vergognati" by Selvaggia Lucarelli, "Sono esterefatta" di Chiara Appendino "le parole di Barbara palombelli sono gravissime" Boldrini dixit) ecco l'articolo di giornale contro di lei (naturalmente in prima pagina) scritto da Massimo Gramellini sul Corriere della Sega (e ricomincio a scrivere Sega) il quale dopo un omaggio doveroso a Barbara Palombelli (che dopotutto è una donna) "é una brava giornalista che però le è scappato il piede sulla frizione" riporta le parole della Palombelli pari pari (a pubblico ludibrio) inclusa la domanda finale: " bisogna chiedersi se gli uomini violenti sono tutti dei fuori di testa oppure se c'è stata una condotta provocatoria dall'altra parte. Dobbiamo porcela questa domanda ora in questa sede, in Tribunale". Cosa risponde l'azzerbinato giornalista? "Ma anche no - scrive - nel senso che è più urgente farsene delle altre (sentiamo!): cosa spinge il novantanove virgola nove periodico per cento degli uomini violenti ad uccidere le donne? (udite, udite!)? Non il loro modo di FARE, ma il loro modo di ESSERE (lui sì che è un fenomeno, ha capito tutto!): di essere libere e di non dipendere da un uomo. E' questo a scatenare la rabbia di questi uomini fino al punto di ucciderle, tanti più che i comportamenti aggressivi che precedono il femminicidio (omicidio è una parola che non usa più, applicata alle donne) sono proprio quelli dell'uomo (certo, caro Gramellini succede sempre così, tu lo sai)".
E, al termine dell'articolo, dopo aver ribadito la Vulgata Femminista che nessuno e nessunA, nemmeno una brava giornalista si deve mai permettere di contestare, il nostro Inquisitore Femminista consiglia all'eretica come è "opportuno" e "consigliabile" oggi comportarsi: "mentre viene uccisa una donna al giorno è PERICOLOSO (non FALSO, si badi) adombrare (sic!) il concetto che il femminicida sia stato "provocato". Anche non volendolo, si rischia di alimentare una letteratura nefasta, frutto di una cultura arcaica in via di troppo lenta estinzione che attribuisce la responsabilità dei femminicidi (e dajè) al comportamento della vittima e non invece a quello del carnefice". Ed ecco servito il trattamento da riservare ad eretici e contestatori del Verbo Femminista. E che la Palombelli non si permetta di passarla liscia per il fatto di essere donna. Anche lei deve essere solennemente redarguita e, se insiste, punita. Per cui siamo arrivati a questa situazione: a difendere il punto di vista maschile sui mezzi di comunicazione di massa sono sempre più delle donne e a contestare tali donne che difendono il punto di vista maschile sono sempre più uomini. Zerbini o azzerbinati. Dobbiamo metterci a ridere o a piangere?