Su questo importante tema farei alcune riflessioni .
Qualcuno, credo Mike Buchanan, in UK, ha chiesto all'ufficio statale (commissione specifica) cosa intendessero fare per ridurre l'abbandono degli studi da parte degli studenti di sesso maschile, e la risposta, mi riferiscono, sarebbe stata "niente".
Femminismo e ginolatria varia, soprattutto nel mondo occidentale, potrebbero portare a favoritismi e migliori trattamenti e riconoscimenti alle ragazze, a cui vanno anche aggiunte le borse di studio specifiche per ragazze, gli sconti sulle rette etc.
Anni fa un'insegnante australiana mi disse, con palese soddisfazione, che in Australia era consentito agli insegnanti picchiare (non so se con frustino o bacchetta) "i ragazzi, non le ragazze".
Il mercato del lavoro spesso offre di più in termini di lavori considerati prevalentemente maschili che non richiedono titoli particolari o titoli accademici, invogliando i ragazzi a lasciare la scuola o non fare l'università.
Scarsi stipendi in certi casi (paesi) e addirittura ostilità nei confronti degli insegnanti uomini possono essere cause della scarsa percentuale di questi nei ranghi degli insegnanti.
Specie in ambiti un po' più conservatori ci si aspetta che l'uomo fornisca la casa alla moglie, soldi per il mantenimento, mantenga i genitori, etc.
Sul piano strettamente psicologico, i ragazzi sono più distratti, da varie cause, maggiori pulsioni varie, bullismi più marcati (che probabilmente danneggiano la concentrazione del bullizzato, ma anche del bullo), il disprezzo da parte di vari ambienti per il "secchione", certamente più forte di quello rivolto alle "secchione", l'incidenza maggiore fra il genere maschile di disturbi come l' OCD (disturbo ossessivo compulsivo) che ovviamente incide sulla concentrazione ed era, e forse è ancora, quasi completamente ignorato, se non addirittura considerato una colpa da parte dello studente (è distratto, non si applica).
Da ultimo, ma non per importanza, quella che sembra essere, forse anche per alcuni dei motivi sopra riportati, una maggiore attitudine delle studentesse a "prendere appunti". E' una vera e propria piaga nazionale, quella di far prendere appunti, divagando e ampliando il testo, che viene alimentata da retorica, pretesti vari, ed errate valutazioni. Questa prassi, che nasce dalla confusione fra quantità e qualità e da altre considerazioni non condivisibili, inficia in realtà tutto il sistema scolastico, per cui gli studenti tutti, a scuola scrivono e trascrivono quanto dice l'insegnante (col rischio di saltare dei pezzi, dato anche che non stenografano) , anziché comprendere e parzialmente memorizzare, e a casa devono fare quanto non possono fare a scuola, cioè appunto, comprendere, se ci riescono, ma l'insegnante non è lì per chiarire, e memorizzare, con conseguente speco di tempo e risorse. (Se poi registrano, si perde praticamente quasi del tutto il senso delle ore scolastiche.)
Possibili rimedi sono le classi separate, migliori stipendi per gli insegnanti, quote azzurre e presa in considerazione di alcune problematiche psicologiche più frequenti nei ragazzi. Insieme naturalmente all' attenersi scrupolosamente ai libri di testo e/o eventuali dispense. E' chiaro poi, che se ci sono facilitazioni economiche per le ragazze che fanno percorsi scientifici tipo matematica, fisica etc. (ma niente per i ragazzi che seguono corsi a prevalenza femminile) queste andrebbero senz'altro abolite.