Giorni di sempre più apparente democrazia. Una complessa partita geopolitica giocata da altri, fatta di forze antitetiche.
Una politica fatta maggiormente dietro l’opinione pubblica che davanti ai suoi occhi. E’ vera democrazia?
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No, caro Vicus, è oligarchia. tra l'altro sempre più scoperta ed arrogante. Alla quale corrisponde una rassegnazione sempre più passiva o, se preferisci (ma è come dire che un bichiere è mezzo vuoto e mezzo pieno) una passività sempre più rassegnata. Sentire in televisione un Eugenio Scalfari dire con sicurezza e sicumera: "La vera democrazia è dove pochi comandano sui molti" e sentire gli applausi del pubblico fa togliere ogni speranza per le sorti dell'umanità. Una volta, appena quarant'anni fa, un simile imbecille sarebbe stato impalato ed esposto in piazza con il cartello non con la scritta INRI (Iesus Christus Rex Iudeorum) ma con il detto di Mao Tse Tung "Punirne uno per educarne cento" senza tenere conto dell'età del mentecatto. Oggi uno può fare un'affermazione del genere senza che nessun altro gli risponda: "L'istituzione in cui pochi comandano molti si chiamo oligarchia, imbecille!" e senza che si alzi orecchio e una minima voce di dissenso. Così siamo messi, caro Vicus. Ecco perchè, di fronte ad una plebe europea che ha paura di tutto, anche di una multa di 100 Euro il potere oligarchico può permettersi tutto, anche di dichiarare apertamente i suoi fini sapendo di scatenare così non la rabbia, ma la cupa rassegnazione al peggio. Come se ne esce? Aspettando il prossimo collasso economico-finanziario e lo scoppio della bolla speculativa che getterà sì l'umanità nella miseria, ma restituirà ad un'umanità che non ha più nulla da perdere, proprio per questo, vitalità e voglia di combattere e farà salire sulla ghigliottina i responsabili di questo scempio, cioè gli oligarchi finanziari. Oggi come oggi le uniche reazioni possibili, ci piaccia o no, sono solo quelle individuali. Nella massa, oramai rincoglionita dal Grande Fratello e dal mito del successo facile e della ricchezza facile, non vi è nulla da sperare. Il popolo sceglie sempre Barabba, al dunque. Non Gesù Cristo.