La diversa percezione che si ha degli stessi crimini a seconda che a compierli si un uomo o una donna è qualcosa di aberrante, ma forse bisogna ragionare un attimo anche sul concetto di "consenso", perché non è così chiaro...
Un uomo che, preda della disperazione, va con una donna che non gli piace, può essere considerato consenziente? E se poi in camera da letto ha un'esperienza imbarazzante, spiacevole, che porta avanti solo per un bisogno di coerenza, può essere considerato consenziente?
Se sì (e sono d'accordo nell'affermare che la risposta è sì), allora abbiamo due problemi: 1) una quantità esagerata di accuse di stupro rivolte agli uomini non solo è falsa, ma non dovrebbe nemmeno essere accettata come capo d'accusa, ossia in quei casi in cui la presunta vittima donna afferma di aver revocato il suo consenso durante l'atto senza aver compiuto azioni di esplicita revoca del consenso, perché sennò anche il senso di disagio che si ha nel praticare il coito con una donna brutta dovrebbe costituire una revoca del consenso 2) gli uomini devono cominciare a capire che forse non è il caso di prestarsi ad essere stuprati consensualmente da donne che non sono alla nostra altezza.