Diciamo che nel quadro normativo a cui fai riferimento, cioè quello attuale, il potere giuridico si esercita sottomettendo il nemico, non sterminandolo (anche perché senza delle nazioni di schiavi non ci sarebbe alcun potere da esercitare). Norimberga c'è stata proprio perché il piano di Hitler era lo sterminio dei popoli nemici e non la loro sottomissione. Fu questo a qualificare il nazismo come un crimine contro l'umanità. Piuttosto c'è da chiedersi perché, in ogni caso, abbiano giustiziato i vertici - più che chiedersi perché non abbiano giustiziato il popolo.
La legge si adatta alla realtà delle consuetudini e dei costumi, o perlomeno a quelli della maggioranza. Ci sono degli statuti sovraordinati, ma difficilmente sono in contraddizione con i valori dei popoli: attualmente, anzi, vale ancora il principio di autodeterminazione dei popoli, per cui difficilmente si può accusare un popolo di aver violato i propri stessi diritti umani.
Poniamo ad esempio che un ebreo masochista abbia apprezzato il trattamento riservato alla propria etnia ad Auschwitz: tu l'avresti processato? Immagino di no. Potresti forse accusarlo di aver accettato che il trattamento fosse esteso anche ad altri, mentre avrebbe dovuto accettarlo per se stesso e lottare contro l'imposizione agli altri, ma può darsi che egli non fosse in grado di riconoscere il dolore degli altri perché incapace di riconoscerlo in se stesso. In generale, non si è responsabili di azioni di altri, specialmente se si è ingannati (e al limite si può disquisire sulla differenza fra autoinganno e inganno).
Non credo che a un analfabeta si possa rimproverare di aver creduto a Hitler: un analfabeta non ha i mezzi per resistere alla retorica, né per fare il male che Hitler fece, dunque è fondamentalmente innocuo. Il suo prestarsi alla causa nazista è semmai un abuso subito. Piuttosto c'è da chiedersi perché gli analfabeti e gli incolti abbiano ancora - oggi come ieri - il potere di "fare massa". Oggi le persone sono obbligate a fare scelte che coinvolgono la collettività anche se non hanno la minima qualifica per farle. A meno che non ci si ponga direttamente contro la democrazia rappresentativa, cioè contro la Costituzione, non si può condannare nessuno per aver espresso un parere democratico - mentre si possono condannare i leader politici per negligenza e per violazione dei valori costituzionali. Così funziona. Se vuoi "norimbergare" il popolo devi distruggere la democrazia liberale.
Il problema non c'è. Quel "principio" di Churchill indica soltanto che lui aveva in mente uno stato liberale e democratico invece di una dittatura, quindi si riferiva al fare leggi e alla legittimità delle stesse, non a principi fondamentali (posto che esistano).
P.S. Le democrazie liberali sono al servizio del capitalismo esattamente come le dittature sparse per il mondo e le pseudodemocrazie tipo Russia.
P.P.S. In teoria se in un posto fumano 2000 persone e non c'è posto per altre persone, il divieto di fumare non ha senso e quindi perde di legittimità. Comunque l'esempio non calza, perché non tutti i tedeschi agirono gli stessi crimini dei processati a Norimberga. Anzi, la maggior parte di loro non fece nulla a parte dare il proprio consenso. D'altro canto il resto delle nazioni del mondo, inglesi e americani compresi, fece lo stesso finché non scoppiò la guerra. Quindi se avessimo dovuto applicare il tuo principio avremmo dovuto sterminare tutti i popoli d'Occidente.
Tu dici che "La legge si adatta alla realtà delle consuetudini e dei costumi." Io dico che analizzando l'epoca moderna, tutto questo è fondamentale non vero. Anzi, è uno dei criteri che io utilizzo, relativamente alla mia forma mentite, è che quando c'è uno scostamento troppo grande tra le leggi, o le regole in vigore, e il sentito comune allora si è di fatto in un regime antidemocratico. Quindi ne faccio un problema di filosofia politica, piuttosto che di quadro attuale delle norme. Un po' come Norimberga stessa che andò "al di là" delle leggi.
Ma tanto non se ne esce, perché quando dialoghi con persone votate alla difesa dell'attuale sistema ciò che succede è che ti fanno quello che si chiama "moving the goalpost" per cui io mi interrogo su "ciò che dovrebbe essere" e ti viene risposto "ciò che è attualmente" (quando fa comodo) o "ciò che è stato" (quando fa comodo), per cui non se ne esce.
Il discorso del gregge, magari potrebbe essere vero che coloro i quali si mischiano nel gregge siano giuridicamente senza macchia, ma ciò è vero solo in diritto. Basterebbe cambiare la disciplina e l'assunto iniziale diventa falso, ad esempio la psicologia o la sociologia. Se si una la psicologia il gregge (ad es. I provax) sono colpevolissimi sulla base della mentalità del secchiello di granchi, piuttosto che della rabbia repressa, piuttosto che per la schadenfreude di vedere il proprio vicino (o l'avversario politico) soffrire. Se si usa il machiavellinismo si può dimostrare facilmente che i pro vax che hanno ormai capito di aver fatto un errore madornale, solamente perché le élite con il loro comportamento predatorio hanno fatto presa sulla loro voglia di sentirsi al di sopra dei propri pari, e adesso si sono resi conto che con l'ossido di grafene in circolo gli rimane poco, si sentono (giustamente) traditi dalle informazioni ricevute dall'esterno e dalla loro stessa stupidità. E non possono certamente iniziare ora a traslare le colpe al di fuori, come sui cinesi o gli americani. Il loro bias di conferma glielo impedisce, fino a ieri chi lo faceva era un rasssista e quindi oggi non posso iniziare io che sto male col siringone, ergo, fanculo alla logica paretiana e cerco in tutti i modi di far subire agli altri la stessa cosa che ho subito io.
Il fatto che le leggi siano il frutto delle consuetudini è più una nota di colore fantasiosa che la realtà. Possiamo noi dire che la maggioranza degli italiani siano favorevoli a prendere una vecchietta per il collo da parte di 7-8 poliziotti perché non indossava la mascherina in chiesa? Io credo fondamentalmente di no, però c'è anche da dire che con tutti questi incitamenti ad "andare a prenderli" è da qui che nasce il termine di "fascisti rossi", quasi tutti i liberali puntano più a far fare agli altri ciò che vogliono piuttosto che fare qualcosa per la società nel suo intero (vaccini forzati, tassazioni sempre più alte, I pronomi da usare, ecc).
Le leggi le fanno sempre i vertici, non c'entrano nulla le consuetudini. Specialmente quando i confini nazionali siano stati travalica da organizzazioni internazionali la cui cultura viene passivamente recepita dal popolo, che altrimenti non saprebbe nemmeno il 10% del vocabolario che viene utilizzato oggi. È così che le società vengono lentamente ed inesorabilmente corrotte.
In sintesi le élite non elette (mi fa ridere) tramano, dividono, i santimoniosi sicofanti utilizzano la legge 38 e la fragilità viene trasferita ai non allineati e alla società precedente che oramai viene riplasmata a seconda delle necessità di chi ci comanda, non governa, comanda.
Per il discorso della punibilità generale, tu ne fai giustamente un discorso giuridico, finché si resta tra quei contorni va bene e vinci te. Ma la storia (anche quella del dirìtto) insegna che c'è sempre una società che funziona, viene corrotta, enormi quantità di violenza non fisica avvengono, rivoluzione, enormi quantità di violenza fisica, nuova società. E l'esito dipende da chi vince e da chi perde. Andateglielo a chiedere ai francesi.
Ora, la natura umana è fondamentalmente sempre quella. Ma questa è solamente la manifestazione delle mie tendenze tiranniche. La democrazia è una dolce bugia, che fa presa per carità, come babbo Natale. Ma non esiste. È per questo che diventa, a mio avviso, necessario e doveroso andare a colpire i collaborazionisti che si fondono nel gregge, perché non esiste alcunché di trascendentale. Solo incentivi e disincentivi. È per questo che diventa necessario e critico norimbergare la plebe, altrimenti quelli staranno di qua quando il vento soffia di qua, e di là quando il vento soffia di là. A quel punto il grande gioco sociale della sopravvivenza diventa una sfida a chi è più bravo sul piano machiavellico, piuttosto che una sfida a chi è più virtuoso, con buona pace della società. Vincerà chi è più bravo a fare violenza non fisica. Tutto questo non è desiderabile.
C'è uno scostamento bello grande tra logiche di potere e logiche popolari, è per questo che a fine guerra uno può risultare innocente se aiuta i nazisti sotto pressione, ma poi viene linciato dai suoi compaesani. Molte delle grandi innovazione sono nate dalla rivoluzione, la democrazia è barbarie velata e autorizzata.