Autore Topic: Scene da un dialogo disforico  (Letto 636 volte)

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Offline Vicus

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Scene da un dialogo disforico
« il: Novembre 14, 2021, 13:48:25 pm »
"Il dialogo è aprire un tavolo per confrontarsi in modo pacato, rispettoso e aperto, finché non siamo tutti d'accordo"
Il Medio Progressista



- Pronto? -
- Ciao, Xander, sono Beppe! -
- Ah, mi ricordo, ci siamo conosciuti al corso di uncinetto! Come stai? -
- Bene, grazie! Ti chiamo perché sto organizzando a casa mia una cena con i compagni del corso, giovedì; ti può interessare? -
- Volentieri, grazie mille! -
- Perfetto! saremo una quindicina, per risparmiare invece di ordinare o andare al ristorante ognuno porta qualcosa; tu hai esigenze alimentari particolari? Tipo celiaco, allergico, vegetariano... -
- Eh, una sì, in effetti. Sono nomitariano. -
- Come scusa? -
- Nomitariano. -
- E che vuol dire? -
- Vuol dire che mangio soltanto cibi che inizino con la stessa lettera del mio nome. -
- Ah. -
- Che c'è? -
- È un po'... inusuale. -
- Vero, ma esistiamo. -
- Posso chiedere come mai? -
- Mangiare cibi che inizino con altre lettere ci fa sentire come se stessimo introducendo nell'organismo qualcosa che ci è estraneo e che ci avvelena. Proviamo un profondo disagio psicologico in quelle circostanze. -
- Non sono sicuro di riuscire a visualizzare la cosa. Cioè... che cosa cambia esattamente la lettera con cui inizia un sostantivo? Nella pratica? -
- È una questione psicologica, ti prego di capire che ci sono persone che si sentono così e meritano rispetto anche se tu non comprendi. -
- Ok, ok... Senti, va bene, lo accetto... però... la X? Che cibi ci sono con la X? Non me ne viene in mente nessuno, onestamente. -
- Credo solo qualche alga giapponese. -
- E allora come fai a nutrirti, tu? -
- Uso un'espediente: modifico i nomi di tutti gli alimenti in modo che inizino con la X. Per esempio la pasta diventa xasta, la pizza diventa xizza, il pollo diventa xollo... -
- Momento, momento, non è che se cambi una lettera la sostanza cambia, è sempre pasta, pizza e pollo. Non ha alcun senso che tu riesca a mangiarla solo perché fai finta che inizi con una lettera diversa! -
- Invece mi fa sentire perfettamente a mio agio, per me si chiamano in quel modo lì
. -
- Sì, ma... sono sempre gli stessi cibi! Che cavolo cambia, nella sostanza, dopo che gli hai cambiato una lettera? -
- Stai negando forse che il linguaggio abbia un impatto sulla nostra percezione della realtà? Le parole contano! -
- Le parole contano perché esprimono fatti, o quanto meno idee, ma se tanto l'idea quanto il fatto del pollo restano gli stessi, che cambia a chiamarlo xollo? Cioè, stiamo parlando letteralmente della STESSA COSA, non cambia l'odore, non cambia il sapore, non cambia la presentazione, non cambia la consistenza... cambia solo una lettera! -
- Cambia che stai rispettando il mio essere. -
- Ma questo non è il tuo essere, non è l'essere di nessuno, è una lettera, un suono uscito da una bocca, una macchia di inchiostro sulla carta...! Va bene, va bene, lasciamo stare, senti: facciamo che voglio venirti incontro, come potremmo fare per la cena di giovedì? -
- Be', è sufficiente che chiamiamo tutti i cibi con la X. -
- Momento... tu vorresti che TUTTI QUANTI stravolgessimo l'intero nostro vocabolario per farti contento per tutta la serata? -
- Be', no, in realtà dovreste stravolgerlo per sempre, non solo per la serata, altrimenti poi mi trovo a pensare che quando tornate a casa li chiamate ancora pollo, pizza, eccetera, e soffro. -
- Ma siamo quindici, come faccio a chiedere a quindici persone di stravolgere completamente il modo in cui parlano per farne contenta una sola?!
Anche se volessi farlo io per carineria estrema, non posso chiedere di farlo a tutti gli altri, non ci sono le basi. E poi non si abitueranno mai, è una forzatura! Cioè, quando si sta in società non è che si può pretendere che siano sempre tutti gli altri a cambiare tutte le proprie abitudini per conformarsi a te, a volte devi anche essere tu ad adattarti al contesto. -
- Be', in questo caso sarà meglio che si abituino, però. A volte la gente si scorda, sbaglia lettera, e ciò mi causa incredibile sofferenza psicologica. Spesso me ne sono andato dalle cene rovesciando il piatto a terra e sbattendo la porta perché uno invece di dire "xasagne" si era lasciato scappare "lasagne". -
- Quindi dopo che quindici persone hanno stravolto completamente le proprie abitudini, soltanto per soddisfare una tua richiesta piuttosto eccentrica e dall'impatto non chiaro sulla tua esistenza effettiva, tutto ciò potrebbe comunque non bastarti. -
- Purtroppo è così. -

- Forse è meglio se non partecipi alla cena, allora. Non credo di poter garantire il tuo "benessere psicologico" per tutta la serata. -
- Ma come ti permetti?! Mi vorresti escludere solo perché non rientro nei vostri canoni?! Dovreste sforzarvi di creare un ambiente inclusivo in cui possa sentirmi a mio agio! Ora sono proprio incazzato! Vedrai, dirò a tutti che razza di persona sei! -
- UFFA, va bene! Sai che ti dico? Scordatelo. Cena annullata. Ognuno a casa sua. Così non sei escluso, va bene? -
- Ah. Ok... Però un po' mi dispiace. Sai, al giorno d'oggi non si incontrano più amici, la socializzazione è difficile, colpa della destra e dei bigotti omofobi. Andrò a scrivere un post su Facebook al riguardo appena finisco questo pacchetto di patatine. -
- Come hai detto scusa? -
- Xatatine. Sto mangiando un pacchetto di xatatine. -
- Avevo sentito diverso. -
- Hai sentito male. -
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.