Autore Topic: Il blackout che verrà, in Italia, in collaborazione con Parigi  (Letto 510 volte)

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Offline Vicus

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Il blackout che verrà, in Italia, in collaborazione con Parigi
« il: Dicembre 29, 2021, 22:55:32 pm »
Ormai è chiaro: nel 2022 vedremo i blackout annunciati da Giorgetti. Il motivo è semplice: sono necessari! I prezzi dell’energia fuori controllo fanno esplodere l’inflazione, ossia disintegrano l’euro. Guidati al rialzo da chissà quale logica…

by mittdolcino – 18 Dicembre 2021

Il punto cruciale, oggi, è che i blackout sono NECESSARI per salvare l’euro, ormai è chiaro (vedasi anche, al LINK, LINK). Infatti l’inflazione è scappata di mano, dunque è necessario provvedere riducendo i consumi (visto che i lockdown non sono più possibili, in assenza di morti da COVID, ndr).

Per salvare l’euro, attuale o futuro (…).

L’unico interrogativo che dobbiamo porci è per quale ragione questo succeda. Infatti la salita dei prezzi del gas e del power E’ STATA CAUSATA DALL’EU, CHE NON HA RIEMPITO GLI STOCCAGGI PER TEMPO, COME SI FA OGNI ANNO.

Due scuole di pensiero: per giustificare il North Stream II, e poi la faccenda è scappata di mano (magari grazie a qualche manina d’oltreoceano d’accordo con chi non ti aspetteresti, visti gli strani viaggi mai successi prima del capo supremo della CIA, …).

O perchè lo scopo è più ampio: ingenerare terrore, per una sorta di svolta autoritaria in selezionati paesi EU.

Visto che noi siamo tra quelli che ritengono che l’EU, contro gli USA, abbia già perso, è inevitabile derivare che alla fine i paesi ex coloniali EU vorranno rifarsi su qualcuno, economicamente; ossia sull’Italia, fracassandola, ovvero spartendosela, per rimanere loro stessi in piedi nella guerra con il mondo anglo persa disastrosamente a livello economico e per l’ennesima volta dai potentati Europei (post COVID, gli USA – e la Russia, ossia Yalta – resteranno comunque in piedi: ecco perchè Trump è stato messo da parte – per un attimo? – in attesa dello sviluppo dei piani; mentre EU e Cina verranno drammaticamente ridimensionate, ndr).

Dunque, il rischio per l’Italia è che venga fatta a pezzi, economicamente e/o o terminando lo stato unitario, al fine di fare cassa (cfr. concedendo porzioni ai vari paesi Europei a compensazione del debito statale). E, inoltre, indebolendo così la base di potere USA in EU, in quanto l’Italia è anche la sede di una delle flotte USA, di almeno 4 basi nucleari, del deposito di armi USA più grande fuori dai confini americani, di una base di intelligence importantissima, oltre al posizionamento strategico nel cuore del Mediterraneo ecc. ecc.

Dunque, passo successivo, concludere che è solo questione di tempo prima che gli USA combatteranno, sul suolo italiano, in qualche forma l’aggressione EU, ossia l’erosione del loro bacino di potenza mediterranea proprio in Italia, mi sembra consequenziale.

Alcuni paventano nel contesto un accordo USA con la Francia, per cedere l’Italia. Mi sento di non avallare tale deriva, post caso AUKUS/Australia/Francia.

Sebbene riconosca che la Francia, avendo perso il Mali (e forse anche l’Algeria a termine, work in progress), ossia una colonia importante da cui sottrarre risorse, da decenni, necessita ora di un’altra colonia da depredare; visto che senza di fatto le colonie ancora oggi Parigi, con il suo smisurato welfare per i dipendenti soprattutto pubblici [e immigrati], non sta in piedi.

Dunque, che la prossima colonia francese sia l’Italia?

al massimo un pezzo, ma direi nemmeno quello, troppo forti i legami con l’Italia. Dunque, resta l’opzione di armare nel caso, ossia in caso di conflitto armato, o anche di ribellione generalizzata e popolare, gli italiani, a loro stessa difesa, in caso di aggressione in qualche forma allo Stato Italiano tradizionale (…)(e qui mi fermo): nel caso, gli USA di armi in Italia ne avrebbero a volontà…

Follia? Non proprio.

Pensate, la base di Camp Darby, di fatto usata solo a livello navale, è stata collegata alla ferrovia a partire da pochi mesi fa, in pratica. Resta il dubbio a che fine collegare una base militare navale USA /deposito di armi alla terraferma italiana se non per predisporre ad es. linee di difesa diffuse con armamenti fatti arrivare in modo mirato in tutta la Penisola…

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Resta il nodo blackout in Italia…
Come comparso su siti stranieri, il blackout del 2003 fu l’ultimo in cui un grande paese mondiale resto al buio al 100%. Accadde proprio in Italia.

E fu un vero giallo, sulla frontiera svizzera e con l’ufficio controllo di Roma a non dare seguito alle istruzioni di fatto ricevute, sembra, visto che la chiamata non fu incredibilmente registrata.

Dunque un blackout nazionale è più che possibile anche oggi, ad es. per evitare la salita dell’inflazione!

Ma questa volta riteniamo non sarà sul confine svizzero, nel caso, visto che la Confederazione dovrà anzi farsi scudo rispetto ad un possibile blackout di più ampie proporzioni (…).

Ecco quindi stagliarsi sullo sfondo l’asset francese, con “vorrebbe per se” l’Italia ed i suoi tesori, da secoli, unico paese vetero-coloniale confinante con la Penisola.

Ovvero, il blackout (o razionamento?) questa volta, se come pensiamo ci sarà di nuovo, avverrà a partire – concordato in qualche forma – dalla Francia; anzi sull’arco Francia-Italia, con il cuore in Italia nel ripartitore di Rondissone, dove arriva la linea di Allbertville che porta il nucleare francese alla Penisola. Magari passando per indisponibilità energetica in Francia causata dal fatale spegnimento/rischio sistemico in Francia di centrali nucleari asservite magari all’export in territorio francese (…).

Prove tecniche di trasmissione?

Ma sempre, nel caso, dando una certa (leggasi, “molta”) dose di colpa se non enfasi all’Italia ad i suoi caotici fatti là da venire, immaginiamo…

Sappiate che un attacco a tale punto strategico, ovvero una interruzione del flusso elettrico – in qualsiasi forma – alle linee elettriche in AT/AAT che lì confluiscono, fermerebbe l’Italia.

Parallelamente – questo è chiaro – ad un lavoro di sponda romano, ad es. con la potenza in consumo non fatta scendere immediatamente/finalmente, magari (…). Proprio come fu il caso nel 2’003 quando la potenza in consumo invece di essere ridotta da Roma post allarme per il primo albero caduto venne aumentata dopo l’interruzione per sicurezza intrinseca della prima linea svizzera interrotta, fatto mai spiegato (chi era dentro la sala controllo a Roma ai tempi??).

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In tale contesto è chiaro che Draghi necessiti di una emergenza; da qui il prolungamento senza senso e senza motivo delle leggi emergenziali, ieri.
A meno che a Roma già sappiano che verrà creata una emergenza coi blackout/razionamenti elettrici, con l’anno nuovo.

Emergenza che sarà concertata possibilmente con la Francia, per concedere – magari dietro pagamento di laute prebende ai “les kapos” (detta alla francese) -, per svendere il proprio Paese allo straniero (…). Ossia per arrivare forse ad un euro CFA alternativo a quello del blocco tedesco/attuale, ]in cui i paesi africani persi come colonie da Parigi vengano sostituiti dall’Italia…

Temo infatti che, in tali frangenti senza legge, ossia emergenziali, ci possa essere una recrudescenza della foga vaccinale, in Italia. Magari passando casa per casa nottetempo per sequestrare i non vaccinati ed internarli? Sembrerebbe una follia, lo ammetto, ma arrivati a questo punto tutto è possibile!

Sta di fatto che esiste certamente un piano sottostante a cotanto caos direi tanto indirizzato quanto folle, piano taciuto direi. Questo è chiaro.

Va compreso fino a che punto la recrudescenza neo-aristocratica ed anzi restauratrice, verso una forma evoluta di neofeudaleesimo, arriverà. Ben consci che solo gli USA possono sparigliare le carte.

Si, ma quali USA?

MD

https://www.maurizioblondet.it/il-blackout-che-verra-in-italia-in-collaborazione-con-parigi-per-salvare-leuro-attuale-o-futuro/
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.