"Ogni uomo, nel corso della sua breve esistenza, deve scegliere eternamente tra la speranza insonne e la saggia rinuncia a ogni speranza".
Questa frase, che lessi anni fa, mi fece molto riflettere su quanto la speranza sia ciò che ci tiene in vita, ciò che ci da la forza per affrontare le difficoltà. E' il vero PERCHE', quel qualcosa che permette di riuscire sempre a reagire ad ogni prova.
Se non speri in un futuro migliore, per che cosa combatti?
Ebbene, volevo condividere con voi questa riflessione: in quest'epoca storica, come si fa ad avere speranza nel proprio futuro, nella propria esistenza, se ormai è ben chiaro quanto sia impossibile e persino NON augurabile, riuscire a crearsi una famiglia, con dei figli, con una donna minimamente decente? (per poi trovarsi nei guai...)
Come si fa, sin dal principio, ad accettare una solitudine che sarà sempre più totale, senza nessuna speranza che un giorno, nel futuro, possa avvenire il miracolo?
Perchè è inutile prendersi in giro: NON è un fatto provvisorio, e non è una sfortuna legata ad aver conosciuto le donne sbagliate ("non fare di tutta l'erba un fascio" tanti dicevano un tempo, senza crederci davvero neppure loro...) .
C'è chi ci ha provato miliardi di volte, per ritrovare sempre la stessa cattiveria e disumanità. E deve ritenersi anche fortunato, per non aver mai fatto l'errore di sposarsi. Altrimenti sarebbero guai seri.... altro che semplici lacrime.
A un certo punto quindi, cosa dovrebbe spingere a provarci ancora con le donne, e a non perdere la speranza? Il masochismo? La voglia di essere trattati senza pietà? Eppure, d'altra parte, come convincere l'animo, che non si avrà MAI la possibilità di guardare negli occhi, una persona sincera e buona? Che non si potranno mai condividere le gioie e i dolori con una persona che davvero non ti abbandonerà mai? Che non abbia un ego smisurato, che sappia mettersi in discussione, che abbia la voglia di migliorarsi, di ragionare e comprendere i tanti inganni del nostro tempo?
Insomma, voi come andate avanti? Scusate le domande depressive, ma a un certo punto... penso sia inevitabile chiederselo.