Autore Topic: Il generale Laporta canta di nuovo: "Biden scherza col fuoco"  (Letto 619 volte)

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Offline Vicus

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Il generale Laporta canta di nuovo: "Biden scherza col fuoco"
« il: Gennaio 14, 2022, 20:33:45 pm »
Sollecitato a scrivere per SC, ho fatto mantello del libro che sto scrivendo su via Fani, invero spinosissimo, per tardare questo intervento. Mi chiedono di descrivere la situazione dell’Italia. A modo mio? Con una sola parola? Immutabile, verrebbe da dire. La Fede, grazie a Dio, invece mi soccorre.

Il discendente di don Bernardo Mattarella e donna Maria Buccellato vuole lasciare il Colle, alla maniera di Umberto Nicola Tommaso Giovanni Maria di Savoia in partenza per l’esilio. È una scelta pienamente condivisibile. Due nobili sconfitti, l’uno dal terzo Reich, l’altro dal quarto; quest’ultimo agli ordini della oberste Führer Angela Merkel, alla quale e al di lei susccessore si genuflettono i Gefreite kapò globalisti, partigiani, comunisti, demonicristiani, socialmazzettisti, albertogiussanini, accattocomunisti, sanguisusindacalisti, mafiosi, paramafiosi, antimafiosi e… Bergoglio, allenatissimo alle genuflessioni, non solo liturgiche, dai tempi dei Desaparecidos e dei fratelli inglesi alle Malvinas.

Da decenni v’è un ritorno, fattosi oggi precipitoso, da piazzale Loreto a piazza Venezia, in testa i felloni generali siringa, allora come oggi. Al balcone s’affacciano puttanieri e medium e saltimbanchi, e poi Giuseppi, Mario Uotever-it-teics e domani chissà persino un Sala o uno Zaia piccoli a piacere, magari De Luca o il suo più genuino Crozza. Dalla tragedia alla farsa, assicurò Karl Marx, non bastando una ripetizione dai tempi della Milano da bere e defecare.

Umberto, prima del Portogallo, fece penitenza nell’eremo francescano di Montella, due passi da Nusco, dove unsero uno dei più grandi medium ed economisti del mondo, tale Romano Prodi. Come dite?  Nusco è dell’onesto Ciriaco De Mita? È lo stesso; il viaggio umbertino fu vaticinio e presagio. Impossibile avvedersene allora. Meno rassicurante non ve n’accorgiate ora, mentre si vorrebbe un medium al Colle. Siamo a un  tale livello di sprofondo fognario, per cui dopo tutto un medium non sarebbe peggio di non pochi predecessori.

Il Guardian, il britannico Guardiano, il quotidiano più letto dall’Mi6, in queste ore e ben prima di piazza Fontana, via Fani e Portella della Ginestra, a pochi passi dalle case dei peggiori neri e rossi italiani, Il Guardian, Il Guardiano, da Londra, ci esorta alla democrazia [se esorta vuol dire che non c'è...]. Loro? Coi duchi e i principi pedofili e assassini, loro? Da non crederci. Il Guardiano ha invece pienamente ragione quando afferma l’impossibilità di continuare col venerabile don Mario Draghi [se lo dice un giornale come quello, c'è un filo di speranza].

Tutto scivola sull’imperturbabile discendente di don Bernardo Mattarella e donna Maria Buccellato. Scrutato da Nusco e commemoratovi ogni Epifania, prima d’andarsene volle come Umberto far penitenza, subendo l’ovazione della borghesia più trascolorante e corrotta d’Europa, dopo quella torinese, ciniche del pari. Da far rimpiangere Mario Capanna e gli assalti a piazza de La Scala. A bene vedere, nulla di nuovo; come dissi, immutabile… in apparenza.

L’Italia post risorgimentale, madre di facili costumi della Repubblica altrettanto virtuosa, fu ritratta da due davvero sventurati scrittori, a dispetto di nobili e agiati natali d’ambedue.

L’11º principe di Lampedusa, 12º duca di Palma, barone di Montechiaro e della Torretta, Grande di Spagna, consumò i giorni nell’avita terrazza sul mare di Palermo, pel monumentale romanzo, diciamo così, parallelo a “I Viceré” di Federico De Roberto, sfigatissimo siculopartenopeo, anch’egli andatosene nella disperazione, a causa del flop letterario del libro. Il principe lasciò pure la sua virilità a Caporetto, disastro più che patriottico quindi.

Il Gattopardo fu stroncato da Elio Vittorini, siciliano ambrosiano, duro e puro del Pci togliattino. Si può pensarla come si vuole ma il compagno Vittorini aveva naso. Il Gattopardo che balla il valzer nella scena, poi fatta sua dal compagno don Luchino Visconti, anticipava lo sprofondo dei compagni kapò Merkeliani, in smochin e faffallino. Al rogo, sentenziò il compagno Vittorini, mica a torto.

Sfigatissimi, i due nobili scrivitori mai avrebbero immaginato le proprie opere – diciamoci la verità, nate sotto pessimi auspici – trasmutarsi in perpetuo viatico decadente, destino scolpito nel letame di traditi e traditori, passando per piazzale Loreto, arrivando a via Fani e oggi a La Scala, un teatro, come si conviene a crudeli e inetti commedianti da tre soldi.

Lampedusianamente parlando siamo oggi a una quota da rendere difficile immaginarne una più sprofondata. Eppure è in arrivo, ben lo sa il discendente di don Bernardo Mattarella e donna Maria Buccellato: andando via, sarà lontano quando arriveranno gli esiti del di lui condiviso potere. Che abbia imparato dal Cossiga Francesco, rifugiatosi sotto l’ali della regina Elisabetta, tre mesi prima del Britannia e di Capaci? Non di meno, egli, già venerabile dal 1978, riversò sul semplice fratello Draghi Mario la responsabilità della rotta del panfilo reale, il 2 Giugno 1992, verso Ustica; quando si dice humour inglese. Festa della Repubblica che sanguina.

Nonostante tutto non è finita. Lo scrissi su queste colonne (antipatico autocitarsi, ma mi si costringe): il problema è duplice e non concerne nuovi ordini più o meno mondiali né l’azzeramento finanziario, solo conseguenze. Neppure vale perdersi sul vairus e bigfarma, sul verace Bassetti e sulla terapia monoclonale per quello sciocchino del Galli. Stupidaggini, solo conseguenze.

Il male in agguato è la guerra, indispensabile agli Stati Uniti di Joe Biden. Vuole la guerra su piccola scala, a mo’ di quella di Spagna prima della 2GM, per sperimentare la capacità di combattimento con pochissimi uomini, circa un quinto o anche meno rispetto agli standard delle guerre tradizionali. Le tecnologie militari senza uomini già operano in terra, nel cielo, nel mare e nello spazio. Occorre sperimentarle in guerra, con un vero nemico, per capire se assicurano davvero la vittoria tattica, strategica e politica.

L’Ucraina sarebbe il perfetto teatro di prova, con un  piccolo problema tuttavia: Vladimir Putin. A Davos glielo ha detto chiaro e tondo: «Joe, se la NATO (cioé gli Usa, NdR, e anche l’Italia) tocca la Russia, scateno l’inferno nucleare. Per 3mila morti alle Due Torri state ancora frignando; che cosa accadrebbe per milioni e milioni di morti in ogni vostra metropoli?».

Per buona misura lo stato maggiore generale sovietico… pardon russo, usualmente molto riservato, svela informazioni dettagliate sulle proprie capacità; questo video è un esempio. https://www.pierolaporta.it/wp-content/uploads/2022/01/ILGIORNODELGIUDIZIO.mp4  Quanti non comprendono il russo e non hanno tempo, vadano all’ultimo minuto del video. I militari russi, l’hanno inequivocabilmente battezzato: “Il Giorno del Giudizio”.

Il Giorno del Giudizio, l’incubo ronza nell’orecchio del vecchietto mentre inciampa tre volte sui gradini del potere. Inciampa ma non  rinuncia, non può rinunciare a sparare il primo colpo, :ohmy: senza il quale la Cina prende il comando e gli Stati Uniti implodono come l’Unione sovietica la notte del 25 Dicembre 1991.

Per ora a Joe va benissimo il vairus che obbliga tutti a casa, anche i soldati russi, in ipotesi. E se il vaccino Sputnik funzionasse davvero, se non fosse una fola da ripetere all’infinito? Come mai a Cuba nessun infetto? Il destino di quella che fu la più grande democrazia del mondo, in mano a untori peggiori di quanti distribuirono coperte infette di vaiolo ai nativi da sterminare. E nessuna via d’uscita.

Abbiamo Fede, sebbene non comporti prendere ulteriori lezioni di buonismo un tanto al chilo, per ogni cicisbeo passato a miglior vita. Non dobbiamo odiare: non di meno ricordiamo a maestrine e maestrini che questa repubblica fu battezzata nell’odio “del sabba di piazzale Loreto” (come lo definisce Pietrangelo Buttafuoco), nelle stragi di via Medina dell’11 giugno 1946 a Napoli e di via Rasella a Roma, nelle segrete di palazzo Salviati a Roma, nelle foibe e nelle fosse comuni sotto Bologna, a Portella della Ginestra, nell’Alto Adige e a piazza Fontana, e a via Fani, contro Aldo Moro e contro Giovanni Leone, con le mani pulite lordate di sangue. Se il web restituisce una parte dell’odio quando il potere perde un pezzo, be’, inutile stupirsi: si raccoglie il proprio seminato.

Urliamo dai tetti la verità, senza tuttavia odiare; dobbiamo anzi pregare anche per i nemici, pur rimanendo prudenti e consapevoli degli ostili finché tali rimangono. Sono ostili; se sorridono, veston bene e sanno stare a tavola, se paiono gentili, sono ancor più pericolosi. Chi detiene il potere di vita e di morte sul prossimo non ha motivo di sembrare aggressivo; questo è compito dei generali siringa e degli sbirri a Trieste.

Il problema, come dissi, è duplice. Uno è la guerra possibile; l’altro? È Bergoglio. Mai la Chiesa precipitò così dai tempi della Rivoluzione Francese. Lo sa pure lui, poveretto, al timone d’una barca sgangherata, privo lui e priva la barca di requisiti adeguati. Si scelse amici al vertice del gangsterismo finanziario, quanto di peggio vi sia al di qua dell’inferno, col solide connessioni al di là, ben presenti nei paraggi vaticani. Costoro sono d’un cinismo, al cui confronto Hitler e Stalin impallidiscono. Se un giorno Francesco diventerà superfluo per costoro, lo elimineranno, esattamente come fecero con Aldo Moro e come tentarono con san Giovanni Paolo II. Anche per questo, ancor più occorre pregare, non odiare né maledire, mai, perché la profezia di san Giovanni Paolo II, «il male divora se stesso» si compia nella Divina Misericordia. Non alimentiamo il male, noi cattolici, perché così operiamo contro il disegno di Dio; disegno misterioso eppure avvertibile, operante per strade inimmaginabili e sicure.

Non Praevalebunt.

www.pierolaporta.it

https://www.marcotosatti.com/2022/01/14/laporta-joe-biden-farebbe-meglio-a-non-scherzare-col-fuoco-putin/
« Ultima modifica: Gennaio 14, 2022, 20:50:17 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Il generale Laporta canta di nuovo: "Biden scherza col fuoco"
« Risposta #1 il: Gennaio 15, 2022, 00:01:40 am »
La guerra a questo punto è inevitabile. Voglio rischiare ed espormi a fare profezie: se non tra Russia e NATO, sicuramente, al punto in cui stanno ora le cose, tra Russia ed Ucraina con conseguente invasione ed annessione di quest'ultima alla Russia. La quale Ucraina dovrà ora ringraziare la NATO per il suo triste destino: dichiarando che l'Ucraina verrà senz'altro ammessa alla NATO se lo chiederà (con conseguente schieramento di missili americani a due passi da Mosca) ha condannato gli ucraini alla perdita dell'indipendenza. E poi non si schierano alla frontiera 100.000 soldati e mezzi corazzati solo per fare esercitazioni e pressioni, come ha fatto Putin. Il quale adesso avrà ogni genere di giustificazioni per passare a vie di fatto. "Vedete?- dirà al suo popolo - non ci hanno lasciato altra scelta. Vogliono disgregare la nazione russa servendosi dell'Ucraina. Ora li abbiamo ricacciati indietro. E ci siamo ripresi ciò che è nostro: là dove è nata la Russia mille anni fa con il Principato di Kiev". Solo un cretino poteva pensare che la Russia prima o poi non si sarebbe ripresa l'Ucraina: troppo importante sia dal punto di vista sia economico, sia geografico, sia strategico. E forse è proprio quello che si augura come ottimo pretesto per fare la guerra quella scimmia ammaestrata delle lobby economico-finanziarie americane che risponde al nome di Joe Biden: un vecchio rincoglionito che rischia davvero di portarci all'apocalisse.

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Re:Il generale Laporta canta di nuovo: "Biden scherza col fuoco"
« Risposta #2 il: Gennaio 15, 2022, 01:31:32 am »
un vecchio rincoglionito che rischia davvero di portarci all'apocalisse.
Forse hanno scelto per questo un vecchio rinc., perché un altro non lo farebbe mai. Gli anni '20 e '30 sembrano la fotocopia di oggi (pass compreso), si passò dalla speculazione finanziaria al tentativo di instaurare il socialismo (gli USA sarebbero presto diventati un'economia pianificata). Per cui si può affermare che nella storia recente, le utopie socialiste che si accompagnano al monopolismo finanziario precedono le guerre
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.