Autore Topic: Giorno della memoria, nipote di sopravvissuta esclusa: non ha il na.. green pass  (Letto 499 volte)

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Offline Vicus

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Frida Misul, Voce della Shoah. Sua Nipote Esclusa dal Ricordo, non Aveva Lasciapassare

mi sembra che questo poche righe, inviate a Stilum Curiae, da un suo lettore, testimonino della follia che stiamo vivendo e dell’attualità della discriminazione di adesso. Buona lettura.

E nel frattempo a Livorno, museo Fattori, nella giornata della memoria dedicata a Frida Misul, accade questo:

“Sarah Rugiadi

Sono la nipote di Frida Misul, con mio padre da anni portiamo avanti la memoria anche testimoniando nelle scuole. Non sarò ammessa a questo evento che commemora mia nonna perché non basta certificare che non ho il Covid e non metto in pericolo nessuno.. semplicemente non ho il lasciapassare adatto. Buona giornata della memoria a tutti, grazie.”

Tutto vero, tutto controllato e verificato. Cercare Museo Fattori Livorno Facebook per controllare di persona… E magari lasciare anche un piccolo commento! Personallmente ho scritto una mail….

Saluti.

Massimiliano

Da Wikipedia, ecco qualcosa su Frida Misul:

Frida Misul nasce a Livorno da una famiglia ebraica, figlia di Gino Misul e Zaira Samaia.[1]

Studia canto e dopo l’introduzione delle leggi razziali fasciste del 1938 continua talora ad esibirsi sotto la pseudonimo di Frida Masoni. Il periodo dopo l’8 settembre 1943 è segnato dalla morte per malattia della madre e dalle continua preoccupazione per le sorti dei familiari: il padre e le due sorelle minori.

Arrestata ad Ardenza (LI) il 1 aprile 1944 dalla polizia italiana, è detenuta alle carceri di Livorno e di li’ inviata al campo di transito di Fossoli. Qui è sottoposta a brutali interrogatori perché riveli il nascondiglio dei familiari e del cugino, Umberto Misul, unitosi ai partigiani. Frida non cede ed è quindi deportata a Auschwitz il 16 maggio 1944. All’arrivo al campo, il 22 maggio, è immatricolata con il n. A-5383. Sottoposta ai lavori forzati, è stremata nel fisico finché ammalata è ricoverata nell’ospedale del campo. Qui scampa alla morte grazie alla sua voce di cantante; è da allora adibita nel Kanada a condizioni di lavoro meno brutali e la domenica canta per le SS. La stessa storia si ripete al campo di Villistat, in Germania, dove è trasferita il 16 novembre 1944.

L’ultimo trasferimento la conduce al campo di concentramento di Theresienstadt, pochi giorni prima della Liberazione il 9 maggio 1945.

Trascorsi tre mesi in un ospedale sovietico e un mese in un campo di raccolta statunitense, Frida Misul intraprende il viaggio di ritorno che la riporta a Livorno, dove ritrova la famiglia, scampata alle deportazioni.

Nel 1946 Frida Misul pubblica a Livorno uno dei primissimi memoriali di deportati ebrei nei campi di sterminio nazisti. Sette furono i deportati ebrei autori di racconti autobiografici pubblicati in Italia nei primi anni del dopoguerra: Lazzaro Levi alla fine del 1945, Luciana Nissim Momigliano, Giuliana Fiorentino Tedeschi, Alba Valech Capozzi e appunto Frida Misul nel 1946, e infine nel 1947 Primo Levi e Liana Millu. Ad essi vanno aggiunti: Luigi Ferri, la cui deposizione (in tedesco) è resa nell’aprile 1945 di fronte ad uno dei primi tribunali d’inchiesta sui crimini nazisti, Sofia Schafranov, la cui testimonianza è raccolta nel 1945 in un libro-intervista di Alberto Cavaliere, e Bruno Piazza, il cui memoriale, scritto negli stessi anni, sarà però pubblicato solo nel 1956.[2]

L’opera di Frida Misul è un volumetto di 47 pagine (Fra gli artigli del mostro nazista: la più romanzesca delle realtà, il più realistico dei romanzi), scritto di impeto in cui si esprime tutta la rabbia e l’orrore dell’esperienza vissuta.[3]

Nel 1980, sollecitata dal Comune di Livorno, pubblica un altro volume di ricordi (Deportazione: il mio diario) che amplia e arricchisce la sua testimonianza con nuovi particolari.[4]

Frida Misul muore nel 1992. Una via le è stata dedicata nella sua città natale, Livorno.

https://www.marcotosatti.com/2022/01/28/frida-misul-voce-della-shoah-sua-nipote-esclusa-dal-ricordo-non-aveva-lasciapassare/
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline lo scomunicato

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mi inchino alla nipote.
Onde io pregio i morti, che già son morti, più che i viventi, che sono in vita fino ad ora.  Anzi più felice che gli uni, e che gli altri, giudico colui che fino ad ora non è stato; il qual non ha vedute le opere malvage che si fanno sotto il sole.

Offline Vicus

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Offline Vicus

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Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.