Il termine Theotokos era caro al patriarca di Alessandria Cirillo (quello che aveva istigato l'assassinio di Ipazia, per intenderci). E lo aveva imposto al concilio di Efeso. E tale termine nella Chiesa Cattolica è rimasto. Umana o no che fosse Maria.
Innanzitutto è San Cirillo, poi imposto come? Parliamo di un Concilio dove Padri della Chiesa proclamano un dogma di fede.
Sul
femminicidio di Ipazia, ripreso da siti
femministi, circolano diverse versioni.
Qui occorre una precisazione:
sia Oreste che, ovviamente, il vescovo Cirillo erano cristiani. Cade subito, allora, l’ipotesi che si sia trattato di un’uccisione a sfondo religioso, dal momento che si inserisce nel contesto di una contesa prettamente politica.
Per le
fonti coeve ai fatti, tra le quali spicca la versione di Socrate Scolastico,
il responsabile non viene mai identificato direttamente con Cirillo, ma ci si riferisce a un certo Pietro il lettore.
Inoltre
non si capisce perché il vescovo di Alessandria, che già poteva contare su un largo seguito dovesse essere invidioso dell’influenza di Ipazia, che per quanto nota e apprezzata non poteva aspirare a tanto. Per questo il coinvolgimento diretto di Cirillo sembra ancora dubbio. Quel che è certo, però, è, fatto su cui le fonti concordano, che un gruppo di cittadini di fede cristiana – fatto che
non basta di per sé, dato il contesto, a giustificare la tesi dell’omicidio religioso – ne abbia provocato la morte, in modo violento.
Mai nominate in nessuna fonte, poi, sono le motivazioni religiose.
In definitiva
non furono né le idee di Ipazia, non particolarmente nuove per i tempi né note per originalità (per quello che ne sappiamo ha scritto
solo commentari), né tanto meno l’oscurantismo dei cristiani verso la sua scienza a provocarne la morte.
Financo il suo essere donna non sembra aver giocato alcun ruolo: per quanto fosse un’eventualità non frequentissima, non era stata la prima donna filosofa del mondo antico (ricordiamo per esempio Aspasia di Mileto, l’etera amante di Pericle, vissuta circa 800 anni prima di Ipazia) e non risulta in nessuna fonte che questo costituisse un problema per gli alessandrini.
Con ogni probabilità, invece, Ipazia è stata una delle vittime di uno scontro avvenuto sul piano politico, essendo lei una dei personaggi più in vista della città e dalla parte del prefetto Oreste.
Scontro politico in cui né la fede, né particolari idee scientifiche (allora il confine tra scienza, filosofia e religione era oltretutto molto meno marcato di oggi) hanno giocato alcun ruolo.
Fino all’Illuminismo nessuno sapeva neanche chi fosse, questa Ipazia. Poi, il positivista John Toland nel 1720 e il solito Voltaire nel 1736 aprono le danze sulla progressista Ipazia vittima dell’oscurantismo clericale.
Nel secolo seguente tocca ai romantici: Ipazia è
bellissima [come Beatrice...] ed è l’ultima rappresentante del
mondo antico (dipinto come un’arcadia tutta ninfe, zefiri, pastorelle e satiri) trucidata dal
fanatismo papista. Naturalmente,
nel Novecento, Ipazia, veterofemminista, diventa la preda della misoginia cattolica.
Innanzitutto
bellissima lo sarà stata, forse, da giovane, visto che nel 415 la filosofa aveva sui sessant’anni (in un’epoca in cui già a quaranta pochi avevano ancora denti in bocca). Il suo fu un omicidio politico e la religione non c’entrava affatto.
Figlia di un filosofo – Teone – molto addentro
nell’ermetismo e nell’orfismo .
Di lei non è rimasta alcuna opera. Quel che si sa lo si deve ai
suoi discepoli. Tra i quali c’erano parecchi cristiani. Uno di questi, Sinesio di Cirene, divenne addirittura
vescovo.
Ipazia non era affatto «pagana» nel senso di adoratrice di Giove, Giunone e Mercurio; anzi, come neoplatonica era più vicina al cristianesimo che al paganesimo.
Ai suoi consigli ricorreva spesso il cristiano Oreste, prefetto di Alessandria.
Oreste, da buon funzionario bizantino, aveva la classica visione cesaropapista dei rapporti con l’autorità religiosa, mentre
il patriarca Cirillo cercava di salvaguardare l’indipendenza della Chiesa rispetto al potere politico. Nel 414 il contrasto tra i due divenne plateale;
Cirillo cercò un compromesso ma Oreste rimase fermo sulle sue posizioni.
Tra i partigiani del patriarca, però, c’erano i cosiddetti
parabolani, cristiani in odore di
eresia per la loro ricerca fanatica del martirio.
Fu in questo ambiente e in questo clima che
la colpa dell’intransigenza di Oreste venne attribuita a Ipazia e ai suoi consigli.
La donna venne assalita da un gruppo di esagitati mentre gli schiavi la portavano a passeggio in lettiga, tirata giù e trucidata.
Oreste e Cirillo, messi di fronte al fatto compiuto (e impressionati dalla piega che aveva preso la loro disputa), si riconciliarono.
Un’altra cosa da chiarire:
Cirillo non aveva niente contro il paganesimo, sia perché ormai minoritario e praticamente ininfluente, sia perchè la sua preoccupazione principale era costituita, semmai, dalle eresie cristiane, che a quel tempo spuntavano al ritmo di quasi una al giorno. Il
neoplatonismo, col suo desiderio di attingere il divino tramite la filosofia e la pratica delle virtù,
continuò ad avere Alessandria come suo centro fino all’invasione islamica.
Naturalmente, ai cantori del politicamente corretto (il quale, come abbiamo visto, varia di epoca in epoca) tutto questo non interessa.
Così,
il mondo pagano viene immaginato (e rappresentato) come un’epoca d’oro di scienza e tolleranza, dove la gente viveva in armonia con la natura, un mondo che, ahimé, è stato distrutto dalle religioni monoteistiche, in particolare l’odiato cristianesimo. Quel mondo in realtà disperato in cui pochi campavano alle spalle di
milioni di schiavi, sconvolto continuamente da guerre scatenate dalla personale ambizione di uno, quel mondo che accolse con sollievo la religione
dell’amore del prossimo e della dignità umana, non è mai esistito per gli intellettuali, gli artisti, i registi e gli scrittori che, fiutato dove tira il vento, si allineano supini al Potere del momento.
I milioni di martiri cristiani? Se la sono cercata e se la cercano. I cristiani sono cattivi perchè hanno ucciso Ipazia, così come gli statunitensi fanno schifo perchè hanno ammazzato Toro Seduto. In effetti, Hitler e Stalin erano battezzati, non si può negarlo.
Anche Robespierre. È strano che non siano stati ancora messi tra gli scheletri nell’armadio della Chiesa cattolica. Eh, il Papa dovrebbe chiedere scusa...