Autore Topic: Lascia morire sua figlia. "Volevo prima sapere se c'era futuro col mio compagno"  (Letto 732 volte)

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Online Massimo

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E' notizia recente di cronaca che una donna, Alessia Pifferi (e col piffero che si sia scatenata subito una campagna mediatica sulla violenza DELLE DONNE) ha abbandonato la figlia di 16 mesi (dicesi SEDICI mesi) per una settimana a casa (condannandola a morte certa) perchè lei voleva stare con il suo compagno: era più importante per lei il rapporto con il compagno e valutare se questo rapporto avesse un futuro o no. Era chiaro che di fronte all'obiettivo prioritario di "sistemarsi", la figlia era solo un ostacolo: alla sua libertà e al suo progetto. Ora si è sistemata per davvero: in galera. C'è da auspicarsi che la permanenza nelle patrie galere sia la più lunga possibile. Ma visto il clima diffuso ed imperante di (va)ginolatria non c'è da contarci troppo. Anche i giornali si sono guardati bene dallo svolgere "approfondimenti" in merito all'autoreferenzialità femminile che mette ogni cosa in secondo piano rispetto all'autogratificazione muliebre. Hanno espresso indignazione "profonda" (che per eccesso di profondità non riesce mai ad esplodere) per la "triste vicenda" di una bambina che ha avuto per madre una donna che non la voleva, non la accudiva e non l'amava e per gli "squallidi sentimenti" di una madre che ha tagliato subito i rapporti con un imprenditore che si era affezionato a lei e alla bambina appena saputo che lui aveva un tumore. "Non c'era futuro con lui" ha detto al giudice. Cosa sarebbe successo se un padre avesse fatto morire così la figlia? Immaginate!

Offline Vicus

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le donne che uccidono i figli (a partire dagli con aborti) sono una costante del nostro tempo e sembrano indicare una diffusa devianza nel genere femminile, che rifiuta le sue caratteristiche.
E' uno dei tanti "trascurabili" effetti collaterali del femminismo, che si cerca di nascondere sotto il tappeto perché qualunque cosa succeda "le conquiste del femminismo non si discutono"
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Massimo

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E' uno dei tanti "trascurabili" effetti collaterali del femminismo, che si cerca di nascondere sotto il tappeto perché qualunque cosa succeda "le conquiste del femminismo non si discutono"

Anche se le conquiste del femminismo (che non si discutono) uccidono delle bambine. Dei bambini (ovviamente) ce ne freghiamo!

Online Massimo

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Una "esperta" psicologa, tale Alessandra Kustermann ha sentenziato che Alessia Pifferi viveva in una sorta di "impermeabilità emotiva" e che nessuno si è accorto della sua solitudine e del suo "disagio". Se è per questo, nessuno si è accorto neppure della sua cialtroneria e del suo egoismo. Quindi, se una donna sta male (ed è anche cialtrona) spetta sempre agli "altri" accorgersene e provvedere. E naturalmente spetta all'altro sesso accorgersene e provvedere. Insomma, gira e rigira, la colpa è sempre dell'uomo. O meglio, del "maschio".

Offline Vicus

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Le donne non le giudicano i giudici, ma le psicologhe e le assistenti sociali. Che le assolvono sempre e comunque. Non si rendono conto che con questa strategia vittimista le fanno apparire come incapaci bisognose di tutela, in barba al cliché femminista che le vorrebbe forti, indipendenti e coraggiose
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Le donne non le giudicano i giudici, ma le psicologhe e le assistenti sociali. Che le assolvono sempre e comunque. Non si rendono conto che con questa strategia vittimista le fanno apparire come incapaci bisognose di tutela, in barba al cliché femminista che le vorrebbe forti, indipendenti e coraggiose

Se ne rendono conto, caro Vicus, se ne rendono conto, eccome. Ma, essendo donne, vogliono l'irresponsabilità e la protezione quando le cose vanno male o si mettono male o quando commettono errori o crimini e la gloria e il merito del "successo" quando le cose vanno bene o alla grande. E' una contraddizione solo apparente, questa. Naturalmente un obiettivo del genere non può essere chiaramente dichiarato. Ma di questo si tratta. Allora usano eufemismi e pseudo analisi sociologiche. E il neofemminismo è il cantore di questa brillante strategia.

Offline Sardus_Pater

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Toni insolitamente duri nel servizio d'apertura ieri al Tg1.
Forse si sono resi conto che un fatto del genere era intollerabile anche per la più stronza delle femministe e hanno agito di conseguenza.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Ryu

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Gerarchia dell'amore:

Gli uomini amano le donne, le donne amano i figli e i figli amano i cuccioli

Gerarchia dell'odio:

Gli uomini uccidono le donne (il contrario succede ma meno), le donne uccidono i figli, i figli uccidono i cuccioli (chi èa piccolo non ha mai ucciso qualche animale?).

Coincide tutto, mangiate tranquilli.
Odio il femminismo perché amo le donne

Offline Ryu

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Una "esperta" psicologa, tale Alessandra Kustermann ha sentenziato che Alessia Pifferi viveva in una sorta di "impermeabilità emotiva" e che nessuno si è accorto della sua solitudine e del suo "disagio". Se è per questo, nessuno si è accorto neppure della sua cialtroneria e del suo egoismo. Quindi, se una donna sta male (ed è anche cialtrona) spetta sempre agli "altri" accorgersene e provvedere. E naturalmente spetta all'altro sesso accorgersene e provvedere. Insomma, gira e rigira, la colpa è sempre dell'uomo. O meglio, del "maschio".

Ipoagenzia per le donne, iperagenzia per gli uomini!
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Offline Ryu

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Se ne rendono conto, caro Vicus, se ne rendono conto, eccome. Ma, essendo donne, vogliono l'irresponsabilità e la protezione quando le cose vanno male o si mettono male o quando commettono errori o crimini e la gloria e il merito del "successo" quando le cose vanno bene o alla grande. E' una contraddizione solo apparente, questa. Naturalmente un obiettivo del genere non può essere chiaramente dichiarato. Ma di questo si tratta. Allora usano eufemismi e pseudo analisi sociologiche. E il neofemminismo è il cantore di questa brillante strategia.

Esattamente come la "depressione post parto" una malattia inesistente, coniata ad arte per scagionare le madri che uccidono i figli.
Odio il femminismo perché amo le donne