Ho letto tutto d'un fiato il libro di Claudio Risé Vita Selvatica, scritto in forma di commento a La Terra Desolata di T. S. Eliot, libro dal simbolismo potente e ancora largamente inesplorato:
https://www.maschiselvatici.it/index.php/15-claudio-rise-la-terra-desolata-della-modernita-3Una nota prima di proseguire. Poiché non mi pare che Risé citasse spesso Eliot e conosce questo forum, viene l'alquanto egocentrico ma altrettanto fondato sospetto che abbia attinto anche ai molti post su Eliot del sottoscritto, nel qual caso una citazione almeno del nome del forum non sarebbe dispiaciuta a nessuno. Non sarebbe la prima volta, è stato il vostro affezionatissimo scrivente a far scoprire Polanyi a Roberto Pecchioli (lo ha recensito pochi giorni dopo che l'avevo citato). E' bello condividere informazioni ma menzionare la fonte è altrettanto gradito.
Ma veniamo al libro, di indubbio valore che approfondisce le implicazioni nella vita di tutti di un testo letterario tuttora negletto.
Jung è stato un grande scienziato, la portata delle sue scoperte ha aperto il campo a vasti orizzonti ancora da esplorare. Interessanti le osservazioni di Risé sulla "crudezza" degli archetipi, anche McLuhan diceva che se la religione si potesse descrivere in un'immagine farebbe rizzare i capelli.
Fondamentali anche le riflessioni sul contatto con la natura, in primo luogo la natura umana oggi sfigurata nell'anima come nel corpo. L'ultimo film di Pasolini lo descrive con scioccanti ma potenti metafore: nel mondo di oggi tutto è permesso tranne la fede e l'amore tra un uomo e una donna, metodicamente diluiti, banalizzati e annientati ai limiti dell'umanamente possibile.
Seguo meno il discorso di Claudio, di sapore fortemente junghiano, sul valore del lato "selvatico" della psiche (almeno per come si percepisce). Non bisogna dimenticare che Jung era dichiaratamente anticristiano e considerava il cristianesimo fonte di "malattie" perché impediva a forze "numinose" anche oscure (che coincidevano con gli dei pagani ed inferi) di emergere.
Per Jung non esisteva la Trinità ma una "quaternità" (fonte: Blondet) che comprendeva anche Lucifero. La vecchia dottrina del male da "assimilare" come percorso spirituale (presente tra l'altro in molte saghe fantasy tra cui Harry Potter), per attingere alle ambigue e pericolose forze della sfera preternaturale.
Il modello ultimo di Jung non era l'integrità della persona, ma una psiche "vissuta e agita" da forze oscure e contrastanti, una sorta di personalità multipla dionisiaca, cioè informe. E' un limite della sua opera di cui tener conto.
Conservo da qualche parte un saggio che spiega che col suo genio Jung giunse alla scoperta del fondamentale archetipo della rigenerazione dell'uomo, ossia della Risurrezione (cui pervennero tra l'altro gli alchimisti cinesi con l'idea del "corpo diamante") ma si fermò per non far crollare il suo castello di carte anticristiano.
Il cristiano vive in armonia col creato ma non ha bisogno di attingere a una sfera "selvatica",
l'ascesi cristiana punta a collocare al di sopra della ordinaria vita psico-corporea per vivere su un piano essenzialmente spirituale, di cui non si può delineare la "psicologia" perché l'asceta arriva a non averne più una.
Ricordo che, malgrado il cristianesimo non disprezzi il corpo, c'è differenza tra il corpo "di morte" di cui parla S. Paolo e il corpo spiritualmente trasfigurato della Resurrezione.
Torniamo all'opera di Eliot: anche se il poeta descrive la perdita di contatto con la natura ("Aprile è il mese più crudele" "vado a Sud in inverno") come un segno di decadenza, il suo messaggio essenziale è
ben altro: è proprio soffrendo per questa disumanizzazione pianificata che l'uomo scopre la sua dimensione spirituale.
In un mondo di scettiche ambizioni e cinici egotismi, l'uomo integro è indifeso. In mezzo ad avidità unicamente materiali il suo ruolo è quello di soffrire. Per Eliot, in una società mercantile (che fa comprendere al lettore avveduto la perduta saggezza di "Carthago delenda est") l'uomo integro non può realizzare nessun progetto terreno (professionale o familiare).
L'amore romantico è sconfessato sin dai primi versi de La Terra Desolata:
Mi hai dato dei giacinti per la prima volta un anno fa;
Mi chiamavano la ragazza dei giacinti
Eppure quando tornammo, tardi, dal giardino dei giacinti,
Le tue braccia cariche e i tuoi capelli umidi, io non potei
Parlare e gli occhi mi mancarono, non ero
Né vivo né morto, e non sapevo nulla
Guardando dentro il cuore della luce, il silenzio
Difficile cogliere tutti i significati del testo, ma il silenzio dell'uomo mi pare la risposta necessaria all'incomunicabilità generata da una situazione superficiale, contraffatta dunque impossibile a svilupparsi.
Non c'è amore senza verità e l'uomo tace per non mentire prima di tutto a se stesso.
L'acqua e la pioggia sono il simbolo delle aspirazioni terrene, che nella società commerciale sono svilite e corrotte. Qui l'immagine potentemente maschile del Re Pescatore viene collocata nel contesto inquinato e squallido della società moderna:
Un topo strisciò molle fra la vegetazione
Strascinando il ventre
melmoso sulla sponda
Mentre io stavo pescando nello
spento canaleUna sera d'inverno dietro il gasometro
Paradossalmente la speranza nell'opera di Eliot è racchiusa nella sconfitta, simboleggiata dalle ossa, dal deserto e dalla pietra, oggetti aridi e sterili battuti dal sole cocente:
Qui non vi sono occhi [quelli di Beatrice nel Paradiso: "non pur ne' miei occhi è Paradiso"]
In questa valle di stelle morenti
In questa valle vuota
Questa
mascella spezzata dei nostri
regni perduti In quest'ultimo dei luoghi d'incontro
Noi
brancoliamo insieme Evitiamo di parlareAmmassati su questa riva del
tumido fiumeInutile sottolineare il simbolismo maschile dei "regni perduti" (la distruzione della civiltà creata dagli uomini per esempio) e l'abbrutimento della società di massa (brancolare insieme incapaci di parlarsi davvero), sempre con un riferimento negativo all'acqua (il tumido fiume) che rappresenta passioni e progetti terreni pur legittimi, ma che la civiltà commerciale sfigura e degrada.
Può sfuggire la "mascella spezzata", le ossa come simbolo di risurrezione, legata più volte nell'opera di Eliot a due parole chiave, per l'appunto "broken" ma anche "between":
Questa è la
terra mortaQuesta è la terra dei cactus
Qui le immagini di
pietraSorgono, e qui ricevono
La
supplica della mano di un mortoSotto lo scintillio di una stella che si va spegnendo.
È proprio così
Nell'altro regno della morte
Svegliandoci soli
Nell'ora in cui tremiamo
Di tenerezza
Le labbra che vorrebbero
baciareInnalzano
preghiere a quella pietra infranta [broken].
Si ripropone l'immagine di un eros reso impossibile che conduce (in senso metaforico) a una morte e risurrezione spirituale dell'uomo: le immagini di
pietra ricevono la
supplica (fede) della mano di un
morto (alle cose del mondo), che innalza
preghiere a una
pietra infranta.
La Cartagine globale ("a Cartagine poi venni", conclude l'autore nella terza parte) attacca:
- la fede (Pietro/"pietra infranta", "immagini frante", "la tenda [come quella sacra del popolo ebraico pellegrinante nel
deserto] del
fiume è rotta")
- la civiltà ("colonna infranta", in un continuo ricorrere della parola "broken" e "stone"). Ma è proprio da queste "
pietrose rovine" che "crescono rami", simbolo di vita ritrovata, anche se "tu [uomo moderno senza sapienza né memoria] non puoi dirlo, né indovinarlo".
La parola "between" è indice di un ordine metafisico e scandisce i momenti in cui Dio si rivela, come luce tra le persiane semichiuse, nei fallimenti e nei blocchi che l'inciviltà moderna produce:
Fra l'idea
E la realtà
Fra il movimento
E l'atto
Cade
l'OmbraPerché Tuo è il Regno
Fra la concezione
E la creazione
Fra
l'emozioneE la
responsione Cade
l'OmbraLa vita è molto lunga
Fra il
desiderioE lo
spasmoFra la potenza
E l'esistenza
Fra
l'essenzaE la
discendenzaCade
l'OmbraIl poeta passa in rassegna le aspirazioni e i progetti umani (idea, emozione, desiderio, discendenza) che la società disumanizzante intralcia ("fra",
between) ma è proprio in questo fallimento che Dio (l'Ombra dell'Onnipotente, scritto non a caso maiuscolo) si manifesta, si rende presente all'uomo per una rinascita spirituale, nuovamente accennata qui:
Io Tiresia,
benché cieco,
pulsante tra [di nuovo
between]
due viteLa questione maschile è lo scacco personale e sociale dell'uomo che, confuso ("cieco"), deve abbandonare false certezze ed evolversi a tentoni ("pulsante tra due vite") per sopravvivere e rinascere (seconda vita) come uomo spirituale e nuovamente consapevole di sé. L'esatto contrario della regressione dell'utero senza civiltà nel quale la moderna società al femminile forza gli uomini. Scrive McLuhan:
Per più di trent'anni Wyndham Lewis è stato un corpo d'armata composto da un uomo solo in
opposizione a quelle forze che cercano di utilizzare l'arte, la scienza e la filosofia al fine di ridurre il nostro mondo a quell'utero notturno da cui esse suppongono ch'esso sia nato.
Affiora il significato più segreto di un codice (il mondo stesso, la terra desolata) in sé negativo, che può essere tuttavia recuperato in una
misteriosa positività quando si segua la strada del
misticismo, che trasforma l'accidentale in necessario, l'irrelato in provvidenziale, l'ombra, appunto, in visione. Si scorge l'influsso dell'"oscura notte dell'anima" di San Giovanni della Croce: "
Per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai".
La Terra Desolata è la valle di lacrime, ma illuminata dalla Fede.
Si noti anche il senso potentemente simbolico di rottura/apertura della coppia di parole
broken/between (alle quali si ispira il logo di forum Questione Maschile!
)
A differenza di Jung, Eliot non crede in un inconscio collettivo edenico, simboleggiato dal mare:
Bisbigli e piccola risata
tra [between] le foglie e piedi in fuga
Dentro il sonno, dove tutte le
acque si incontrano
Il mare è pieno di sirene che tentano di annientare l'uomo, come nella chiusura di Prufrock.
The Waste Land non è una semplice testimonianza dell'inferno ma mostra, proprio nel suo disseccato squallore e nelle forme già liturgiche della lamentazione un imminente esito spiritualistico.
Eliot non fu "maschio selvatico", ma uomo spirituale ed
è la terra a essere vivificata dallo spirito e non viceversa. Capì?
Nota finale su un errore fatale dell'attivismo maschile (non quello di Claudio): pensare di risolvere i problemi degli uomini riformando una società irrimediabilmente corrotta nella sua essenza e nei suoi valori fondanti con piccole riforme legali, petizioni, suppliche e baciamani sempre in nome della mistificazione, femministissima, della "parità". E' lo stesso errore di Gorbaciov che pensava di salvare il comunismo con le sue "riforme". Tirate voi le somme sull'utilità