E' stato impiccato un altro ragazzo, dal nome impronunciabile, tale Majidreza Rahanavard in Iran per i moti di ribellione. Ancora un altro soggetto rigorosamente di sesso maschile, quindi. Alla faccia della "rivolta delle donne in Iran" e della repressione contro le donne in Iran. Come al solito, a rischiare la pelle e a lasciarcela sono i maschi. E tra un pò ci si abituerà. E la si smetterà. Di parlare della "rivolta delle donne? Ma neanche per idea. La si smetterà di indignarsi per le esecuzioni di uomini e ragazzi. E di chiedersi come mai, allora, se a ribellarsi sono le donne, ad andarci di mezzo sono i maschi. Anzi, no: questa domanda non la si sta facendo neppure adesso. I maschi sono sacrificabili. Almeno, che si facciano ammazzare per una buona causa, come il sostegno della ribellione femminile in Iran, invece che andare ad ammazzarsi sulle strade superando i limiti di velocità o facendo sport estremi solo per provare emozioni forti. Almeno, che muoiano rendendo un servizio utile per le donne. Così c'è da aspettarsi che l'indignazione per queste esecuzioni cesserà assai presto. Pare l'abbia ben capito anche il regime iraniano i cui responsabili, integralisti ma non scemi, hanno compreso che se le donne valgono poco per loro valgono moltissimo invece per l'Occidente che manterrà altissima l'attenzione sull'Iran se impiccano le donne, ma l'abbasserà presto se si limitano ad impiccare maschi. Ironia della sorte, hanno scelto di combattere l'Occidente sul suo stesso terreno.