Una ragazza dell'alta aristocrazia britannica, Constance Marten si è infatuata di un pregiudicato condannato a vent'anni di carcere in USA per violenza e stupro (parliamo di stupro, attenzione!) e poi rimandato in Gran Bretagna e ha rotto con la famiglia per fuggire e stare con un simile elemento. Per coronare la sua impresa amorosa, ha pure fatto un figlio con costui e sono tuttora in fuga in Inghilterra, inseguiti non solo dalle forze dell'ordine, ma anche dai disperati appelli del padre di lei a tornare. Non si capacita, il nobile pover'uomo, di come un "disgraziato" un "fallito", un "pezzente", un galeotto abbia potuto fare breccia nel cuore della figlia, abituata a ben altro tipo di vita, piena di privilegi e di agi, di opportunità e di benessere economico. Cosa dannazione può dare a lei questo "miserabile", questo "topo di fogna"che invece non ho dato e non posso dare io, alto membro dell'aristocrazia british, paggio della regina Elisabetta, figlio dello scudiero del re Giorgio VI? Elementare, Watson (anche se non si chiama Watson), elementare: l'avventura e il brivido del rischio, bisogno mai soddisfatto prima con tutti quegli agi disponibili, ma che rendendo la vita così sicura e prevedibile, hanno represso in lei il desiderio di "evasione" rendendolo però sempre più prepotente fino a trasformarlo in una brama incontrollabile pronta ad esplodere alla prima occasione. Il caro Mark Gordon non ne tragga motivo di gratificazione personale: è stato solo usato da lei, come quelli della sua classe sociale sono abituati a fare; qualsiasi altro personaggio capace di scatenare il desiderio di trasgressione le sarebbe andato bene e adesso che tale desiderio è appagato (con un figlio come risultato e ricordo vivente della trasgressione) forse le tornerà prepotente ed impellente il desiderio opposto: quello di tornare alla vita di sempre, piena di agi e privilegi, e al mondo al quale appartiene che tali agi e privilegi è in grado di garantire. E il bravo Mark Gordon riceverà il benservito. Sperando almeno che, oltre al benservito riceva anche un sussidio dal padre di lei per aver dato alla figlia perlomeno dei giorni di intensa, inebriante evasione dalla britannica noia e dal grigiore del benessere quotidiano dell'"upper class".